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Autore: _Hiromi_    30/03/2011    2 recensioni
Ecco una nuova shot a tema natalizio (ebbene si, sono sempre in ritardo XD)!
Pairing: 8059 (ovviamente! XD che ci posso fare se questa coppia mi ispira tanto dolciamine??? XD)
***Manca ormai poco a Natale; Yamamoto aspetta Hayato per trascorrere un pò di tempo insieme e, visto che il ragazzo è in ritardo, si lascia trasportare dai propri pensieri...***
Mi raccomando! fatemi sapere che ne pensate, eh?! ^o^
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***

Quello era stato l'inverno più freddo dell'ultimo decennio. Le temperature basse costringevano le persone ad uscire di casa coperte da capo a piedi, imbacuccate il più possibile, e la neve che continuava a cadere da più di una settimana impediva qualunque spostamento, rendendo la città più caotica e disorganizzata, facendo irritare la gente, già abbastanza stressata per le mille commissioni da fare per Natale.
Probabilmente Yamamoto Takeshi era uno dei pochi che era contento per quella situazione. Gli piaceva l'inverno, il freddo, e vedere le strade, gli edifici totalmente ricoperti da quel candido manto rendeva il tutto più surreale, più piacevole. Inoltre, doveva ammettere che vedere il proprio fidanzato con giaccone, sciarpa e guanti, e le gote arrossate per il freddo, era una spettacolo a dir poco adorabile! E in quel freddo pomeriggio d'inverno, a pochi giorni da Natale, seduto in una panchina del parco, aspettava Gokudera, in ritardo per il loro appuntamento; meno male che quella mattina aveva smesso di nevicare, se no sarebbero stati guai!
Era un poco agitato anche se dovevano solo andare al cinema e, nonostante tutto, non riusciva a calmare il battito del proprio cuore impazzito per l'emozione: non era la prima volta che uscivano da soli, lui e Gokudera, perché con una scusa o con un'altra riusciva sempre a convincerlo ad accompagnarlo ovunque; stavolta però era diverso, perché il loro rapporto era diverso...quello era il loro primo appuntamento ufficiale, non come amici, ma come coppia, e la cosa lo metteva assurdamente in agitazione! Aspettava quel giorno ormai da parecchio tempo, e ora che finalmente era giunto quasi non riusciva a crederci!
Si appoggiò con la schiena alla panchina, cercando di rilassarsi, e un sorriso ebete gli si dipinse sul volto: stavano insieme, lui e Gokudera Hayato stavano davvero insieme! Ed era successo tutto perché lui aveva raggiunto il suo limite di sopportazione... La settimana precedente, ritrovandoselo di fronte dopo gli allenamenti di baseball, non era più riuscito a trattenersi e si era dichiarato, di getto, senza pensarci, lasciando che fosse il proprio cuore a parlare al posto della ragione e della paura di essere rifiutato, che fino a quel momento lo avevano trattenuto. Gli aveva confessato i suoi sentimenti, senza paura e senza vergogna, e solo dopo aver finito aveva capito cosa aveva appena fatto. Stava per tirarsi indietro, per tornare sui suoi passi, ma era stato bloccato dalla reazione dell'altro: aveva sussultato, probabilmente sorpreso e confuso, era arrossito e aveva distolto lo sguardo, imbarazzato, e dopo qualche secondo di silenzio gli aveva detto che, forse, anche lui era innamorato. In quel momento, stralunato e felice, Takeshi avrebbe voluto prenderlo tra le braccia e baciarlo come se non esistesse un domani, ma era stato costretto a desistere dall'arrivo di Tsuna, Ryohei e Kyoko. E da quel giorno, quest'appuntamento rappresentava la prima possibilità di stare da soli, senza rischiare che qualcuno dei loro amici li interrompesse.
Continuò a sorridere, inebetito, finché la voce leggermente affannata di Hayato non lo raggiunse, riscuotendolo e riportandolo alla realtà dalla bolla di gioia in cui si era rifugiato.
-Andiamo?- disse il ragazzo dai capelli argentei senza neanche chiedere scusa per il ritardo di più di mezz'ora. Yamamoto sorrise e si alzò, per niente arrabbiato del fatto che non si fosse scusato, perché l'affanno dell'altro rendeva più che evidente che aveva corso per non farlo aspettare ancora a lungo.
-Andiamo.- rispose, il sorriso che si allargava ad ogni passo che si avvicinava al fidanzato. -Il prossimo spettacolo dovrebbe cominciare alle 18.30.-
Quando se lo ritrovò di fronte, Hayato arrossì leggermente e distolse lo sguardo, imbarazzato, in tensione, e Yamamoto di certo non poteva sapere quanto fosse nervoso e agitato anche lui. Non solo era la prima volta che provava un simile sentimento per qualcuno, ma era anche del tutto a digiuno di appuntamenti romantici e roba simile, e ciò lo faceva sentire inadeguato e impreparato, impotente, e la sensazione non gli piaceva, e davvero non sapeva come porvi rimedio.
Gokudera si voltò e prese a camminare verso il cinema, il battito cardiaco irregolare, le guance arrossate per il freddo e l'imbarazzo, e Takeshi si mise al suo fianco, il più vicino possibile, solo pochi centimetri a dividere le loro spalle.
-Come mai così in ritardo?- chiese il moro senza saper che altro dire.
-Ehm...ho perso il treno...- e non seppe perché, ma l'altro ebbe la netta sensazione che fosse una bugia.
Non posso certo dirgli che non avevo il coraggio di uscire di casa! pensò Gokudera senza sapere che, ammettendo di essere nervoso, avrebbe sicuramente calmato l'agitazione del moro.
-Uff, che freddo!- si lamentò Hayato osservando il vapore che si formava davanti alla sua bocca ad ogni parola, sfregando le mani tra loro, tentando di riscaldarle col calore corporeo.
Yamamoto notò il gesto del compagno e, afferrandolo per un braccio, lo trascinò qualche metro più in là, dentro una caffetteria. Lo costrinse a prendere posto in uno dei tavolini liberi e poi si sedette vicino a lui, ignorando del tutto la sedia che c'era di fronte, dall'altra parte del tavolo. Chiamò la cameriera e ordinò due cioccolate calde senza dare a Gokudera la possibilità di replicare alcunché; poi gli prese le mani tra le sue guantate, accarezzandole dolcemente cercando di riscaldargliele: il colore tendente al viola che avevano assunto non lo rassicurava per niente!
-Ma proprio in una giornata fredda come questa dovevi scordare i guanti?- lo riprese con dolcezza, scuotendo leggermente il capo, come se avesse a che fare con un bambino.
Hayato tornò ad arrossire, del tutto impreparato di fronte ad un atteggiamento simile, e si limitò a voltare un po' il capo, sbuffando e facendo così sorridere il moro.
Quando la cameriera arrivò portando due tazze fumanti, il ragazzo cercò di liberare le mani, imbarazzato, ma Yamamoto non gliene diede la possibilità, stringendole con decisione.
-Mollami.- sbottò seccato, fissandolo torvo, e il moro sorride ancor di più mentre obbediva, permettendo così all'altro di prendere la cioccolata.
-E' troppo dolce.- si lamentò ancora dopo aver ingoiato il primo sorso bollente.
-Secondo me è perfetta.- lo contraddisse Yamamoto, divertendosi da morire nell'andargli contro solo per poterlo vedere sbuffare irritato: era assolutamente adorabile quando lo faceva!
-Non dovevamo andare al cinema?-
-Non muore nessuno se vediamo il prossimo spettacolo! Rilassati un po' Hayato, qui si sta benissimo!-
-Se lo dici tu...- borbotta Hayato bevendo un altro sorso di cioccolata, cercando di non dare a vedere come l'avesse emozionato sentirsi chiamare per nome.
Circa venti minuti dopo si decisero ad uscire, riscaldati e più tranquilli, pronti ad affrontare il freddo della strada. Fecero giusto qualche passo prima che Yamamoto ricordasse il motivo per cui erano entrati in quel bar: le mani di Gokudera. Diede loro un'occhiata e notò che avevano perso il colorito roseo acquistato all'interno della caffetteria; senza neanche rifletterci cominciò a togliersi i propri guanti. Gokudera si voltò a guardarlo, confuso.
-Che stai facendo idiota?- sbottò bloccandosi in mezzo al marciapiede.
-Ti congelerai di nuovo le mani.- gli fece notare il moro, sorridendo, un guanto in mano, l'altro invece lo indossava ancora.
-Così sarai tu a congelarti, idiota!-
Yamamoto continuò a sorridere e porse l'unico guanto che si era tolto al compagno, il quale lo guardò confuso e irritato.
-Mettilo.- insistette il moro.
-Non ne vedo l'utilità.- sbottò Gokudera, ma alla fine, dietro l'insistenza di Takeshi, fu costretto a cedere. Sbuffando seccato, le guance imporporate per l'eccessiva vicinanza dell'altro, indossò il guanto nero coprendo la mano sinistra, ancora senza capire dove volesse arrivare il moro. Però, appena si sentì afferrare la mano non guantata da quella non guantata di Yamamoto, cominciò ad intuire le sue intenzioni. Diventò completamente bordeaux nel momento in cui infilò le loro mani intrecciate nella tasca della propria giacca.
-Così abbiamo risolto il problema, no?- disse poi con un sorriso smagliante, incurante dell'imbarazzo che quel gesto aveva provocato nell'altro. -Su, andiamo.-
Gokudera, letteralmente senza parole, lo seguì, stringendo tra le proprie le dita di Takeshi, sentendole bollenti a contatto con la sua pelle infreddolita.
E così, camminando mano nella mano, riscaldandosi a vicenda, si diressero al cinema; però, era innegabile che nessuno dei due fosse interessato al film che dovevano vedere, e invece, con trepidazione, aspettavano il momento in cui sarebbero stati da soli, al buio, nella sala...

[Fine!]

   
 
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