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Autore: Gundam Girl    26/01/2006    4 recensioni
I pensieri di Vicious prima del quinto episodio della serie.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vicious
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Gundam Girl

Autrice: Gundam Girl.

Tradotto da Lyla per il sito Erika’s fanfiction page

 

Begin

 

E’ giunto il tempo che tutto abbia inizio. Tempo di legare mani e anime libere. Così, in un modo o nell’altro, forse è tempo che ogni cosa abbia fine. Anche se, ne sono sicuro, sarà difficile.

Spike non è mai stato il tipo da morire facilmente.

Per me è stato impossibile crederlo morto quando fu dichiarato come tale tre anni fa, anche se non fu trovato nessun corpo. E’ impossibile, per me, crederlo ora. Lo Spike che conosco non muore. E’ troppo pazzo per farlo e ha troppa energia.

No, Spike aveva sempre riso all’idea della morte. L’aveva riconosciuta come una specie di sfida. Vieni a provarci. Era quello, il suo atteggiamento, ed era il solo che adottassi quando ero con lui. Con Spike, non c’era modo di essere immuni al suo spirito vivace.

Lo so. L’ho visto centinaia di volte, in Mao, Annie, me stesso, e Julia.

Ma era stata Julia a confermare l’immunità nei confronti di Spike. La prima volta che notai il bagliore nei suoi occhi quando guardò il mio amico, mi rassicurò: se una donna come Julia, che era così calcolatrice e intelligente, non riusciva a fronteggiare Spike con indifferenza, allora non c’era una persona in vita che avrebbe potuto farlo.

Invece di Spike, Julia trattò me in quel modo – anche se era come un blocco di ghiaccio, che mi permetteva di plasmarla in ogni forma di vita secondo la mia volontà, semplicemente perchè non poteva che essere così. E allora le presentai Spike. Forse è stato quello, il mio errore. Dare loro il modo di innamorarsi.

Non che Julia non mi avesse mai amato. Mi serviva, mi apprezzava senza dubbio, ma non poteva amare davvero qualcuno come me. Nessuno è mai riuscito a farlo. Non mi sono mai aspettato che qualcuno lo facesse.

Mi ha confermato la verità tre anni fa, Spike era ancora fuori, e ora era libero dai Red Dragon. Le sue labbra pronunciavano parole che sono rimaste scolpite nella mia mente come ghiaccio.

"Spike è morto."

Ma i suoi occhi dimostravano la falsità di quelle parole. Sono ancora troppo brillanti perchè il suo amato non sia ancora vivo.

Ora mi chiedo cosa mi porta a lui dopo così tanto tempo. Non potremo mai essere amici di nuovo. Mi ha tradito. L’hanno fatto tutti e due. Come persona, come uomo, non voglio dire di invidiare Spike, di essere geloso di lui. Ma questa è stata la terza cosa che Julia ha chiarito. La guardo, penso a lei e il mio cervello si rode, sapendo che l’unica persona di cui mi fidavo completamente l’ha toccata. Me l’ha portata via.

E adesso ricordo perchè voglio trovarlo. Lo disprezzo con tutto me stesso. Quel fuoco nella mia testa, lentamente, disperatamente lentamente, brucia ogni suo ricordo, ogni pensiero che ebbi per Spike. Ma quello che si rifiuta di diventare cenere, risale alla notte in cui lo vidi con Julia. Erano fuori dal suo appartamento. Julia indossava la maglia di seta che le avevo regalato. Lui se ne stava andando, e Julia aveva steso le braccia verso di lui. L’aveva baciata, e non era stato un amichevole tocco di labbra. Era il tipo di bacio infuocato che faceva ardere una persona. I baci che c’erano stati tra me e Julia, e lo capìì allora, non erano stati nulla di più di baci che si erano raffreddati quasi immediatamente.

Devo fermarli. Pensieri come questi, lampi del passato che voglio dimenticare, potrebbero guidare qualsiasi uomo alla distruzione. E posso già sentire che mi stanno massacrando.

L’origine di tutte queste cose è il fatto che odio Spike, ed è questo il motivo per cui devo, devo trovarmi nuovamente davanti a lui. E’ per guardarlo negli occhi mentre lo uccido, per vedere la vita che amava così tanto fluire fuori da lui, sapendo che sono l’unico che può farlo. E’, me ne rendo conto, un’ossessione.

Un giorno, ne sono sicuro, ucciderò anche Julia. E’ inevitabile. Il suo caso non è diverso da quello dell’uomo che ama. Ha tradito me e la fiducia che le ho dato, ha tradito l’amore che le ho quasi dato. Gli uomini sono vulnerabili, con le donne come Julia, anche gli uomini freddi e insensibili come me. Così, per adesso, sopravviverà. Ma potrebbe volerci poco tempo, perchè trovi il coraggio di ucciderla.

Mi tremano le dita; queste emozioni di attesa, repulsione e nostalgia non mi sono familiari. Per me, nessuna emozione lo è, e reagisco sempre scarsamente. Posso ancora sentire il sangue di Mao sulle mie mani, anche se l’ho lavato via ore fa.

Mao aveva scelto Spike come il suo preferito molto tempo prima di conoscermi. Yenrai non ha mai sopportato gli uomini potenti e silenziosi, suppongo. La taglia che ho messo sulla sua testa dovrebbe attirare l’attenzione già adesso. E’ stata la parte più facile del mio piano. Il desiderio di Mao per il crimine si è dissolto anni fa, ma le sue azioni non hanno mai mostrato il contrario. Le autorità sono state più che soddisfatte nel mettere una taglia sul signore del crimine.

Cacciatori di taglie. Indubbiamente è questo il motivo per cui mi ci è voluto così tanto tempo per trovare Spike. Non ha mai approvato un lavoro del genere. Ricordo che lo riteneva un lavoro mediocre per gente che non poteva pensare a niente di meglio – o peggio – da fare delle loro vite. Forse avrebbe dovuto essere più facile localizzarlo.

Che cosa fanno gli uomini morti, oltre a cacciarne altri?

Un luogo pubblico sarebbe il luogo dove chiunque cercherebbe Mao. Sotto il suo nome, ho riservato due posti al teatro per stasera. Il suo collega, Jet Black, è uno che non si lascia sfuggire un’opportunità quando la incontra. E Faye Valentine è più turbolenta di lui. Uno di loro farà da esca.

Lui ne soffrirà. Lo vedrò, lo giuro mentre esco fuori dalla macchina. Un valletto regge un ombrello nero sulla mia testa e mi scorta all’atrio del teatro. Mi rivolgo al bigliettaio e gli do il nome di Mao. Mi porge il mio piccolo rettangolo di cartone.

"Il suo biglietto, signor Yenrai."

Salgo le scale coperte da velluto rosso senza rivolgere uno sguardo o una parola a nessuno. I preparativi sono stati fatti. I miei subalterni, fedeli come sempre, sono appostati fuori dalla porta della balconata di Mao. Calmo e sicuro, mi siedo al mio posto e guardo la persona che mi sta accanto.

Pongo una mano sulla sua. La mia carne non è molto più fredda della pelle che sto toccando. Sorrido davanti a quegli occhi spalancati.

"Non sia così sconvolto, signor Yenrai."

Sorrido, e i miei denti brillano in modo beffardo mentre la luce si abbassa, il palco si illumina e la tenda si solleva. La musica palpita come la vita, al contrario dell’uomo vicino a me, che non lo farà mai più.

"Lo so che non le piace essere solo. Così, molto presto, manderò qualcuno a farle compagnia." Ritirando la mano, mi sposto e osservo il tenore sul palco.

Spero che non ti sia rilassato troppo in questi tre anni, Spike. Perchè, amico mio, un cervo ingenuo più essere avvelenato facilmente da un serpente dai denti affilati. E adesso ho preso la mia decisione.

E’ giunto il tempo che tutto abbia inizio.

 

 

  
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