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Autore: Aya Lawliet ___backupFGI    31/03/2011    1 recensioni
(#008: Le rose nere di Meridian)
Un tempo, Daltar lo faceva per paura. Per obbedienza. Per disperazione. Oggi lo fa perché non gli è rimasto altro, nient’altro che esistere, e respirare, e camminare nel giardino delle meraviglie, con le dita ben aperte nella vergognosa illusione di riuscire a toccare le rose giuste.
{Daltar/Will ♥}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima dell’alba ~

prompt: #017, falling leaves

 

 

 

{ chiamami ancora amore; che questa maledetta notte dovrà pur finire }

 

 

Nel Giardino di Phobos, signore di Meridian, è sempre primavera.

Non conta che fuori soffi il vento, scenda la pioggia, cada la neve: il Giardino di Phobos assolverà sempre al suo unico fine – la bellezza suprema, l’apoteosi di un eterno splendore. I fiori continueranno sempre a sbocciare, e non chineranno il capo di notte; gli alberi resteranno sempre in fiore; la natura regnerà sempre sovrana, incontrastata, incontaminata, al suo massimo rigoglioso fulgore. E chiunque direbbe che tutto questo è frutto di magia – ma in verità solo le rose nere celano un incantesimo tra i petali maledetti.

Sono solamente due mani a realizzare giorno dopo giorno questo prodigio. Due le mani che curano e innaffiano e potano e coltivano, ma infinite le lacrime che irrigano la terra.

Un tempo, Daltar lo faceva per paura. Per obbedienza. Per disperazione. Oggi lo fa perché non gli è rimasto altro, nient’altro che esistere, e respirare, e camminare nel giardino delle meraviglie, con le dita ben aperte nella vergognosa illusione di riuscire a toccare le rose giuste.

Quanto tempo è passato, da che ha smesso di contarle? Non se lo ricorda più. Niente esiste. Niente ha scopo. Il Giardino è tutto.

Sa solo che un giorno, d’improvviso, è comparsa una ragazza, e che i suoi occhi pieni di cose e le sue parole colorate di speranza gli hanno ricordato cos’è la vita.

«Il buio non può durare per sempre, Daltar. Presto le cose cambieranno. Riavrai la tua famiglia. Te lo prometto.»

Lui l’ha guardata a lungo. Will. Will. Che nome curioso. Quanta anima in lei.

«Mi basterebbe anche solo che tu tornassi.»

Lei è arrossita, ha sorriso, e lo ha stretto piano.

Da molte lune Daltar l’aspetta. Le ha creduto, con tutte le sue forze. Will tornerà e la Luce di Meridian sarà libera di splendere. Il buio non può durare per sempre.

Non con il ricordo delle labbra di lei così vivido sulle sue...

E non se n’è avveduto, non ancora; ma nel Giardino di Phobos le foglie hanno cominciato a cadere.

 

 

«Speravo davvero di rivederti...»

«Mi sei mancata.»

 

 

 

[ 345 parole ]

 

 

 

 

 

 

Nota: Daltar è il giardiniere agli ordini di Phobos che incontriamo per la prima volta nel numero 8, ‘Le rose nere di Meridian’. Questa flashfic può risultarvi incomprensibile se non avete un’idea o un vago ricordo della sua storia personale. Il rapporto che instaura da subito con Will, anche se non viene mai approfondito, è quanto di più dolce esista; e nonostante io abbia smesso da anni di seguire il fumetto – non parlatemi del cartoon, perché l’ho RIPUDIATO al primo episodio – ho voluto comunque dedicarvi un pensiero.
Lyric iniziale tratta da Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni.

   
 
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