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Autore: Wynn    31/03/2011    1 recensioni
Accadde nel mio quarto anno a Hogwarts.
La prima volta che la vidi mi trovavo in biblioteca per una ricerca d’Erbologia. Lei stava guardando con sguardo distratto i libri nel settore delle Creature Magiche. Volevo avvicinarmi per chiederle se cercasse qualcosa in particolare, ma il Professor Moody mi chiese di aiutare il mio amico Harry a mettere in ordine i libri.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Accadde nel mio quarto anno a Hogwarts. La prima volta che la vidi mi trovavo in biblioteca per una ricerca d’Erbologia. Lei stava guardando con sguardo distratto i libri nel settore delle Creature Magiche. Volevo avvicinarmi per chiederle se cercasse qualcosa in particolare, ma il Professor Moody mi chiese di aiutare il mio amico Harry a mettere in ordine i libri. Passarono circa due settimane e poi la rincontrai. Ero in riva al lago nero a leggere il mio libro sulle erbe curative, quando sentì due voci ben note. Pansy Parkinson e Milicette Bulstrode stavano prendendo in giro una ragazza dai capelli biondi e lo sguardo vagante. Era quest’ultima la ragazza che avevo visto in biblioteca. L’aiutai a scacciare quelle “oche” di Serpeverde. << Come ti chiami? >> le chiesi. << Luna, Luna Lovegood. Grazie per avermi aiutata >> mi rispose, soffermando per un attimo il suo sguardo su di me, per poi tornare a guardare l’apparente nulla. La campanella suonò e dovetti tornare a lezione. Passarono i giorni ed ebbi modo di fare quattro chiacchiere con Luna. Era una ragazza eccentrica ma molto gentile e disponibile. Con il passare del tempo diventammo buoni amici. Ma all’improvviso qualcosa cambiò.

Era un fresco pomeriggio d’aprile quando me ne resi conto. C’eravamo dati appuntamento nel giardino della scuola perché voleva farmi vedere una cosa. << Ciao Neville! >> esclamò quando mi vide arrivare. << Ciao Luna! >> la salutai io. << Allora, cosa volevi mostrarmi? >> proseguii. << Vedi anche tu quelle creature là in fondo? >> chiese lei indicando dei cavalli neri alati e scheletrici. << Sono i cavalli che portano le carrozze di Hogwarts, e allora? >> risposi io, un tantino confuso. << Beh, devi sapere che non tutti li possono vedere… si chiamano Testral >> spiegò Luna. << Davvero? >> chiesi sbalordito. Io li vedevo. Perché altri no? Luna annuì e disse << Li può vedere solo chi ha visto qualcuno morire… >>. Abbassai il capo. Quindi se lei li vedeva voleva dire che… aveva perso una persona importante davanti ai suoi stessi occhi? Quando rialzai lo sguardo mi ritrovai davanti gli occhioni di Luna. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. All’improvviso sentii una ventata di calore pervadermi. Cosa mi stava succedendo? << Tutto bene? >> chiese Luna. << S-si… >> balbettai io. Cavolo, che cosa diavolo mi stava accadendo?! Il mio cuore batteva all’impazzata e stavo sudando come non so cosa… Luna si allontanò di circa dieci centimetri e sorrise. Cribbio, perché il battito del mio cuore era diventato più veloce? Cavoli, avevo lo stomaco in subbuglio e le gambe mi sembravano ora senza peso! << Temevo stessi piangendo… sai non volevo aver riaperto vecchie ferite o… >> mormorò Luna. << No! N-non è niente! >> esclamai divenendo rosso peperone. Luna inclinò un po’ la testa. << Sei sicuro di stare bene? >> domandò, dubbiosa. << S-si! >> esclamai. No, non stavo bene per niente… diavolo, eravamo così vicini e… il cuore non rallentava e mi sembrava che stesse per scoppiare da un momento all’altro. << Devo andare! >> esclamai voltandomi e procedendo verso la scuola.

Mentre stavo cercando di capacitarmi dell’accaduto, nel dormitorio maschile di Grifondoro, arrivò a distogliermi dai miei pensieri il mio amico Harry Potter. << Tutto bene, Neville? Hai una faccia… >> mi chiese. Gli spiegai la situazione e lui annuii. << Cosa mi sta succedendo, Harry? >> << Ho capito solo una cosa: sei cotto >> << Che?! >> non ero certo di aver capito bene. << Neville è successo: ti innamorato di Luna! >> << Cosa?! >>. Avevo capito bene quello che aveva detto? Ma soprattutto… era vero? Era davvero… amore? Non lo sapevo. Non ero mai stato innamorato. << Ti capisco... certo che da te non me lo sarei mai aspettato… >>continuava Harry, ma io avevo smesso di ascoltare. E ora? Se ero davvero innamorato, come mi sarei dovuto comportare? << Neville, mi stai ascoltando? >> chiese Harry. << No… >> risposi io e mi coricai a letto. Era ormai notte, quando mi addormentai. Quella notte io la sognai, sognai Luna Lovegood.

Nei giorni seguenti cercai di evitarla. Non ero ancora pronto… non ero ancora sicuro. Ma una settimana dopo fu lei a prendermi da parte per parlare. << Mi stai evitando >> mi disse. Non era una domanda, ma bensì un’affermazione ed aveva ragione. Il cuore mi prese a battere forte. << N-no è solo che… >> mi fermai. Come potevo dirglielo? << Senti anche tu questo batticuore? >> chiese lei, abbassando lo sguardo. << Si >> risposi io, guardando le mattonelle del pavimento. << Allora… è vero… >> commentò lei, con un sorriso. Non le chiesi cosa dovesse essere vero, per non rovinare l’atmosfera creatasi. Cielo, ero cotto!

Le settimane seguenti passarono tranquillamente. Io e Luna passammo molto tempo insieme, da soli, a parlare dei Testral e di un mucchio di altre cose. Ormai mi ero quasi abituato al batticuore. Eravamo diventati molto uniti e temevo di rovinare tutto, confessandole i miei sentimenti. Ma ogni notte la sognavo.

Col passare del tempo però sentii i miei sentimenti affievolirsi. Qualcosa era cambiato. Il tempo che passavamo insieme era diminuito. Anche il battito del cuore era più lieve. Così una volta chiarito i miei sentimenti decisi di parlarle. Era un pomeriggio di fine maggio e ci trovavamo nel parco, vicino ai Testral. << Luna >> << Si? >>. Mi si avvicinò, ma il cuore non mi batteva più così forte. << Io…mi ero innamorato di te! Ma, poi, i miei sentimenti si sono affievoliti e… mi sono innamorato… di un’altra… ecco tutto… >> dissi. Mi sentivo leggero con il corpo, ma con un peso terribile sulla coscienza. << Ah… >> disse lei. Chinò il capo e non potei più vedere i suoi occhi limpidi. << Quindi… ti sei innamorato di un’altra… allora è la fine, vero? >> disse, lo sguardo fisso sui fili d’erba appena mossi dal vento primaverile. Tacqui. << Non l’hai ancora capito, eh … fa lo stesso… non ha più importanza ormai… beh… >> disse cominciando ad alzare lo sguardo << grazie… >> stava piangendo << per avermi amata… >>. Mi guardò negli occhi e sorrise. Ma era un sorriso amaro, uno di quelli che fanno male. << Addio! >> disse correndo via. Io rimasi lì immobile, mentre Luna correva via, in lacrime e con il cuore spezzato. << Non è un addio… >> mormorai poco dopo. Ma Luna era già molto lontana ormai.

Era iniziato il quinto anno e mi trovavo sull’Espresso per Hogwarts. Io, Harry e Ginny vagavamo in cerca di una cabina. << Qui! >> esclamò Ginny. All’interno della cabina vi era una ragazza dai biondi capelli lunghi e orecchini a forma di ravanello. Il cuore cominciò a battermi forte. Lei alzò lo sguardo. << Ciao Neville >> disse lei. << Ciao Luna >> dissi, con un lieve abbozzo di un sorriso.

Cara Luna,
Sono passati molti anni da quando ci siamo incontrati. Ti scrivo per parlare di ciò che successe allora. Ora lo so: il nostro era amore. Ma io ero troppo preso a cercare di comprendere i miei sentimenti da capire che anche tu, come me, ti eri innamorata. Non avevo capito che quel giorno, quando mi chiedesti se sentivo anch’io quel forte batticuore, ci eravamo dichiarati. Non avevo capito cosa intendevi con il tuo “Allora… è vero…”. Non capivo che mi ero già innamorato, anche prima di accorgermene. Si, Luna, è vero che si ci innamora ancora prima di rendersene conto. Così è successo a noi. Mi scuso, per non averti ascoltata. Mi scuso, per averti ferita. Ma ho mantenuto la mia promessa. Quando tu mi dicesti addio, io mi ripromisi di rivederti. Non volevo che fosse un addio, volevo un semplice arrivederci. Passarono i mesi, ma alla fine ti rividi. Quel giorno, sull’Espresso per Hogwarts, per la prima volta, da tempo, il cuore tornò a battermi. E batteva forte, di nuovo. Potrei dire che non volevo dirti addio. Potrei dire che non volevo ferirti. Non volevo vederti fuggire via, piangendo e con il cuore spezzato. Ma la verità è questa: ti ho ferito, ti ho fatto fuggire lontano da me e non sono riuscito a chiederti scusa, se non ora. Perciò non voglio finire questa lettera con un addio. Non sarebbe giusto e sincero finirla così. Ma un arrivederci impone dei limiti di tempo troppo immediati.
Perciò… Arrivederci ad un futuro prossimo.
Tuo fiducioso,
Neville Paciock
   
 
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