Era agosto e c’era un caldo infernale alla tana
che costringeva i Weasley a farsi fresco con la bacchetta. Nel giardino, il più
piccolo dei loro figli maschi aveva appena finito di ripulirlo dagli gnomi,
stava seduto sul bordo di quello che doveva essere un laghetto, ma che ora
assomigliava più a una pozzanghera.Teneva in mano un pezzo di pergamena…una
lettera, una lettera sua. Pochi giorni prima le aveva scritto per
invitarla a passare il resto delle vacanze da lui, e poi per assistere al
matrimonio di Bill e Fleur. E lei aveva risposto così:
caro Ron,
grazie per l’invito, mi materializzerò da te
alle 17.30 di mercoledì. A presto.
Con affetto
Hermione
Diede la centesima occhiata alla pergamena per
poi guardarsi l’orologio. Le cinque e dieci…di mercoledì… E lui se ne stava li,
a petto nudo, scalzo, con solo un paio jeans
sporchi d’erba, i capelli rossi un po’
arruffati.(n.d.a. : ) !! bellissimo…). Neanche lui capiva bene quello che
provava in quel momento…forse ansia? Oppure la tipica sensazione da “non vedo
l’ora”…non lo sapeva con chiarezza…sapeva solo che voleva rivederla ma l’idea
gli metteva un po’ di preoccupazione…l’anno passato era stato strano…molto
strano… lui e Lavanda…dio…se ci ripensava gli veniva da
vomitare…ma lui era stato con Lavanda solo perché
lei era li, era carina e poteva far ingelosire Hermione…e c’era riuscito alla
perfezione…aveva ancora i segni di quei
maledetti uccelli(questo lo capisce solo chi ha
letto il sesto libro)…poi avevano smesso di litigare, almeno per le scemenze…litigavano,
certo, ma meno spesso…e poi… lui l’amava e ormai era ovvio, e l’idea di averla
in pigiama nella camera accanto, ora, lo sconvolgeva più che mai…rimaneva però
’ipotesi di andare da lei e dirle:-ehi sai che ti amo?-…ma non avrebbe mai
trovato il
coraggio per farlo…era la milionesima volta che
ripensava a questo da quando era
arrivata quella lettera…Poi si sentì un forte “pop” e una
voce…quella voce…
-Grattastinchi stai fermo, ti prego, o uffa vai
via…- .
Ron sorrise e si voltò… “Miseriaccia”pensò,
lei aveva un vestito celeste di
cotone,corto…troppo corto per gli ormoni di Ron e per le sue orecchie che
divennero bordeaux all’istante…e le bretelline sottili… scollato… troppo
scollato… aveva i capelli legati ed era piena di borse e borsoni… il suo baule
era arrivato poco prima di lei. Aveva un’aria un po’ shockata ma anche
dolcissima. Ron decise di farsi coraggio e di parlare.
-Hermione!-
-Ron!-
Lei buttò le sue cose sul prato e gli corse
incontro, appena fu abbastanza vicina gli buttò le braccia al collo e lo
strinse forte. Lui rimase immobile con una faccia da pesce(dedicato a mia
cugina, lei lo dice sempre) cercando di riprendersi, ma quasi subito ricambiò
l’abbraccio.
-mi sei mancato…- “Ok” pensò Ron… “dille che ti è
mancata, su, ce la puoi fare”
-anche tu mi sei mancata Herm…- “Wow…hai visto
che non è così dura come
sembra?”. Poi si separarono e lei diventò
immediatamente rossa… seguita subito da lui
che si ricordò di essere mezzo nudo. “Merda…bé
meglio far finta di nulla…”
-dai entriamo…ti aiuto a portare qualche borsa…il
tuo baule è arrivato poco fa, è già in
camera tua-
Percorsero il vialetto in silenzio, solo quando
entrarono in casa Hermione parlò.
-ehi ma siamo soli in casa?-
-è una cosa piuttosto rara ma è così- disse Ron
continuando a salire le scale traballanti
della tana. –sai mamma e Ginny sono con Fleur,
per sistemare alcune cose su
Gin…. al matrimonio farà la damigella… e papà
Bill, Charlie e i gemelli sono a
lavoro-
-oh…bè hai ragione…è strano, questa casa è sempre
stata piena di gente-
arrivarono davanti alla porta della camera di
Hermione, che Ron aprì con scarsa
delicatezza, entrarono e posarono tutti i bagagli
sul letto.
-ma scusa, se qui c’è tutta questa roba, che ci
hai messo nel baule?-
-libri, soprattutto- Ron fece un grande sorriso
poi arrossì di nuovo…erano soli in una
camera da letto, lei col quel mini vestito e lui
con solo un paio di jeans… “merda, è
meglio che io esca subito di qui”pensò.
-bene, ti lascio sistemare le tue cose…e bè…io…io
devo ricompormi un pochino- si
avviò alla porta.
-ehm, già, giusto, certo…bene ci vediamo tra un
po’ …credo che mi farò un riposino-
-bene a dopo allora- le fece un ultimo sorriso
prima di chiudersi la porta alle spalle.
Se ne tornò in camera sua e si buttò sul letto.
“miseriaccia…” poi si girò a pancia in su.
-qui ci vuole una doccia fredda…ghiacciata-
Ron stava camminando da un’ora avanti e indietro davanti la porta della camera di Hermione. “Entro o no? Si…ma se ha ancora quel microvestito? No non entro… si entro e facciamola finita…su Ron bussa…” avvicinò il pugno chiuso alla porta e bussò, finalmente.
-Ehi sono io…posso?-
-Certo, vieni-.
Aprì la porta. “Cazzo”.
Lui non sarebbe dovuto entrare, no, decisamente no. Semplicemente per
evitare di dare luogo a scene vietate agli under 18. Hermione stava sistemando
la sua roba nell’armadio. Aveva l’aria assorta e concentrata su quello che
faceva.“da quando usa top striminziti e calzoncini di jeans,aderenti, e lunghi
appena sotto il sedere?” Ron si trovava decisamente in difficoltà. Decise di
sedersi e di calmare i bollenti spiriti. Si sentiva le guance e le orecchie
completamente rosse. Lei con molta disinvoltura si sedette per terra davanti a
lui in una posizione che…be…diciamo che poteva ostacolare il vano tentativo di
Ron di controllare i suoi istinti.
-bene…che si fa?-
-n-non saprei…una
partita a scacchi?-
-nah…sai che sono una
a schiappa, a giocare con te non c’è gusto!-
-mhn…una passeggiata
ti va?-
-siii! Che bella
idea…qui intorno c’è una campagna bellissima!- Sembrava molto entusiasta. Si
avviò alla porta, e quando ormai la stava aprendo Ron si risvegliò dal suo
stato di shock.
-M-ma esci c-così?-
-si…perché, sto
male?-
-n-no assolutamente…-
ma da quando la dolce e indifesa secchiona se ne andava in giro conciata così?
Uscirono dalla Tana
rapidamente e arrivarono in silenzio fino al limitare del bosco.
-bene, conosci il
sentiero, vero?-
-si..-
-bene, allora, si
parte-
Avanzarono ancora per
un po’…si stava facendo buio, e poi non è che Ron lo conoscesse così bene il
sentiero di quel bosco… Si sentì uno sparo ed Hermione sussultò stringendosi
forte a Ron, che avvampò di colpo e cercò di tranquillizzarla.
-credo che da queste
parti ci siano quei babbani… sai quelli che uccidono gli animali…i ciaciatori…-
Hermione sorrise
contro il petto di Ron.
-cacciatori, Ron…-
-si, si…- rispose lui
imbarazzato. Erano rossi tutti e due. Lei pensava che sarebbe potuta restare
abbracciata a Ron per sempre, le piaceva quella sensazione, la faceva sentire
protetta… lui invece aveva dei pensieri leggermente più allarmati. “cazzo cazzo
cazzo”. Decise di allontanarsi da lei. Le prese la mano e indicò il ruscello
davanti a lui.
-tieniti, dobbiamo
superare quel ruscello-
Lei fece una smorfia,
imbarazzata. Strinse di più la sua mano. Appena furono di fronte la sponda del
fiumiciattolo Hermione disse:
-Ehi, io non credo di
riuscirci…-
-tranquilla ti tengo
io-
Lei non poté fare a
meno di pensare che era proprio quello che la preoccupava…insomma quando c’era
Ron nelle vicinanze le sue ginocchia tremavano senza che lei potesse farci
nulla… chissà perché poi… intanto aveva assunto una espressione ancora più
nervosa…sentiva il calore della mano di Ron ancora nella sua…abbozzò un
sorriso.
-okay adesso salto
io…- detto questo le lasciò la mano. –poi salta tu- indietreggiò qualche passo
e saltò con molta disinvoltura fino all’altra sponda del fiume.
-okay ora dammi le
mani…ecco…poi metti un piede li…si brava…poi…salta!-
Era stato più
semplice di quanto pensasse, anche se alla fine era stata completamente
sollevata di peso da Ron, che ora la teneva stretta e non accennava a
lasciarla… “poco male” si ritrovò a pensare lei. Si allontanò dopo vari minuti
d’imbarazzo e la guardò pensieroso…
-aspetta…ma non c’era
mai stato un ruscello sul sentiero!-
Hermione si allontanò
da lui all’istante e lo guardò torva.
-TU- sibilò
indicandolo, furiosa. –tu, dove diamine mi hai portata?!-
-m-ma
i-io…cioè…aspetta…guarda lì…c’è un rifugio andiamo a chiedere indicazioni-
-si…- Hermione gli
lanciò un ultima occhiataccia e lo sorpassò a passo spedito. Arrivati in
silenzio davanti alla casetta Ron bussò. Nessuna risposta. Dopo vari “toc
toc” Hermione si spazientì.
-chi ti aspettavi che
abitasse in questa catapecchia, eh? Il fantasma di Haidi?-
-chi? Fantasmi?-
-oh, lascia
perdere…ce l’hai la bacchetta?-
-no…non pensavo
servisse…e tu?-
-ti sembra di
vedermela addosso?- Ron arrossì.
-in effetti…- rispose
imbarazzato. Anche Hermione arrossì sotto lo sguardo di Ron.
-bene ora è troppo
tardi per tornare indietro…è buio…-
-guarda…la porta è
aperta…-
-su, entriamo
allora…-
Nella casetta non
c’era nessuno. Giusto un letto matrimoniale sgangherato, un tavolo e due sedie,
e un pacco di crackers aperto…
-dobbiamo farci
trovare, Ron. Non ho intenzione di dormire qui!-
-come speri di
riuscirci?-
-che ne so! vabbè…io
sto morendo di fame-
- tò, mangiati quei
crackers-
-…-
-…-
-non credo che
gioveranno alla mia salute-
-Hermione, sembrano
ancora buoni. Se hai fame mangia, sennò li mangio io-
-okay…-
Sgranocchiarono i
crackers in silenzio, poi Ron parlò.
-scusami…non credevo
che…insomma l’ho fatta un sacco di volte quella strada e che forse mi sono
distratto…- “chissà cosa mi distraeva”
-oh…non
preoccuparti…sarà divertente no?-
Da quando Hermione
riteneva divertente essere in una vecchia casa, nel bosco, di notte, senza cibo
e senza magia?
-ho sete…-
-…-
-prendo l’acqua al
ruscello aspettami qui…-
- no Ron, ho paura di
restare qui da sola…-
-dai, ci metto un
attimo….passami quella bottiglia di plastica-
-tieni…-
Dopo un po’ tornò con la bottiglia piena. Si
sedette al tavolo e la porse a lei.
-grazie…-
-di niente- Hermione
ne bevve un sorso, poi la passò a lui.
-posso berci?-
-oh si, non sono
particolarmente schizzinosa-
Bevve anche lui.
Hermione fece un grande sbadiglio poi disse:
-Ron, sono
stanchissima…-
-dormi allora…-
-dove?-
-nel letto, no?-
-e tu?-
-per terra-
-non se ne parla
proprio…possiamo dormire benissimo nello stesso letto, no?-
-se a te non da
fastidio…-
-diciamo che posso
sopportarlo-
-allora okay-
Si sdraiarono nel
grande letto, girati ognuno dalla parte opposta. Si prospettava una nottata
interessante…
Pioveva. Aveva iniziato da poco. Prima di diventare un temporale, si era spacciato per una leggera pioggerellina estiva, ma ora tuonava. “fantastico, ci mancava solo questa” pensò Hermione, allarmata. Detestava i temporali. Era passato quasi un quarto d’ora da quando si erano messi a letto, ma tutti e due sapevano che l’altro non dormiva. Ron fissava il muro, non riusciva neanche a chiudere gli occhi. Si sarebbe voluto girare, abbracciarla, baciarla e…una cosa tira l’altra… ma senza dubbio si sarebbe beccato una ginocchiata ben piazzata dove meno la gradiva…o forse no. Forse anche lei lo voleva come lui. Si dette dello scemo anche solo per averlo pensato. Hermione invece fissava il tavolo, dando le spalle alla schiena di Ron. Non dormiva, era terrorizzata dal temporale e dal fatto che Ron era lì, accanto lei. Erano soli.
Si sentì un tuono, forte, che rimbombò nella casetta. Hermione si lasciò
scappare un grido. Stringendosi le ginocchia al petto. Ron parve risvegliarsi
dal suo stato catatonico.
-Ehi, va tutto bene?-
-scusa, e che odio i temporali da quando sono piccola- Ron si girò verso
di lei, anche lei si volse e lo guardò.
-…brutti ricordi…- aggiunse vaga. Si guardarono, poi lei continuò.
-stavo tornando da una passeggiata con mio padre…
pioveva…c’erano i tuoni e i fulmini….così ci mettemmo a correre e mentre
attraversavamo la strada mi cadde il mio orsacchiotto preferito…-
Ron sorrise, lei lo squadrò per un attimo poi aggiunse:
-era il mio orsacchiotto preferito, lo adoravo e avevo tre anni!-
lui continuò a sorridere in silenzio. Tuonò di nuovo. Hermione chiuse
gli occhi, raggomitolandosi su se stessa. Ron la guardò, e, senza rifletterci
poi molto, l’abbracciò. Hermione si rilassò contro il suo petto e disse un
debole –grazie…- per poi tornare al silenzio più assoluto.
Aveva finito di piovere già da un po’, Hermione si era abbandonata sulla
spalla di Ron e si era addormentata abbastanza rapidamente. Lui non ci
riusciva, era stanco, ma anche se avesse voluto dormire i suoi occhi rimanevano
aperti e incantati a guardarla. Hermione si mosse piano nel sonno, stringendosi
ancora di più nell’abbraccio di Ron.
-ehi, mi prometti che quello che ti dirò non cambierà la nostra
amicizia?- sussurrò piano lui. -bene, se me lo prometti…- attese qualche
secondo prima di continuare. -ti amo…ti amo come nient’altro al mondo, sei la
mia vita…e ti amo…tanto…troppo…-
Hermione si mosse un’altra
volta, aprì gli occhi. “Oh merda”.
- Anch’io ti amo Ron, e non credo che questo cambierà la nostra
amicizia…forse in meglio…-
Lui la guardò, lei guardò lui. Lui la amava, lei amava lui. In un
secondo si trovarono ancora più vicini, le loro labbra, le loro lingue,
attaccate da un filo indistruttibile. Si separarono, si guardarono di nuovo, in
silenzio.
- ci credi che ci è voluta una catapecchia abbandonata in mezzo al bosco
per farci dichiarare?-
-non è stato così difficile, dopotutto…-
Si addormentarono così, abbracciati e sereni, per la prima volta da
“persone complete” quelle che la dolce metà non la cercano più.
-Ehi Fred, George venite a
vedere…-
-Si Ginny…-
-…-
-…no…non è possibile…-
-eh già, il fratellino ce l’ha fatta…-
-oddio, guarda come sono avvinghiati…-
-l’importante è che siano vestiti…- risata generale.
-meno male che abbiamo accettato di venire noi a cercarli…non mi sarei
perso questa faccia per nulla al mondo…- detto questo Fred fece uscire dalla
sua bacchetta un urlo acuto. Ron sussultò, aprì gli occhi e guardò i fratelli
con una espressione fra il terrorizzato e l’imbarazzato.
- proprio questo volevo vedere fratellino- i gemelli e Ginny risero
forte guardando Ron ed Hermione che si lanciavano occhiatine nervose e
imbarazzati si alzavano andando veloci verso la porta.