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Autore: HopeToSave    31/03/2011    2 recensioni
La coscienza non esiste più, […] rimane solo il ricordo, il ricordo del nulla o del tutto, i tuoi capelli neri o forse biondi, i tuoi occhi marroni o forse verdi, il ricordo della tua paura della morte.
Seconda classificata al contest Dopo la morte... in effetti cosa c'è?.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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• Nick dell’autore: HopeToSave
• Titolo: Col pianto, la vita.

• Introduzione: La coscienza non esiste più, […] rimane solo il ricordo, il ricordo del nulla o del tutto, i tuoi capelli neri o forse biondi, i tuoi occhi marroni o forse verdi, il ricordo della tua paura della morte.
Genere: Generale, Malinconico
• Storia: Flashfic
• Rating: Giallo

• Note dell'autore: dunque; non mi è mai capitato di parlare della morte, o almeno, non con altri. Però, sono soddisfatta di aver scritto questa flashfic. Avrei voluto chiudere il tutto in 500 parole esatte, ma non ci sono riuscita e mi farò bastare 422 parole. Ad ogni modo, spero che questa “creatura” venga apprezzata, o se non questo, spero di poter ricevere una critica costruttiva che mi aiuti a migliorare. Due cose: uno, per il personaggio, ho preferito rimanere sul vago e al maschile, non mi ispirava mettermi in prima persona (sono una ragazza e ci tengo a rimanere viva, per il momento ;D); due, vorrei puntualizzare che sono atea e non seguo nessun credo, quindi la mia idea di “reincarnazione” e una cosa a sé, neanche tanto certa, ma è uno dei pensieri che mi circola in testa per “dopo-morte” (uno sarebbe semplicemente… il niente. Ma avevo quasi paura a parlarne, quindi ho preferito questa).

 

 

 

Col pianto, la vita.

 

Sei morto, solo di questo sei certo, ma forse neanche tanto, e l’incertezza del pensiero lo conferma. Ti giri e rigiri ma la testa non turbina, non c’è la minima sensazione di mondo capovolto, solo la consapevolezza che non c’è né un sopra né un sotto, ma effettivamente qualcosa sopra e sotto di te c’è.

Allunghi le mani, o quello che percepisci essere le mani, a sfiorare una luce che rappresenta immagini fugaci davanti a te e ti rendi conto così di non avere due mani; eppure le senti, sai che ci sono, ma non le vedi e non riesci neanche a pensare di averle, non riesci proprio a pensare e tutte le sensazioni provate finora –ora quando?- sono solo istinto.

La coscienza non esiste più, tu non esisti più. In realtà queste sono parole a vuoto, al vuoto, perché tu non sei più: rimane solo il ricordo, il ricordo del nulla o del tutto; i tuoi capelli neri o forse biondi, i tuoi occhi marroni o forse verdi, il ricordo della tua paura della morte. E non c’è errore nel dire “paura della morte” e non “di morire”, perché il corpo nasce dalla terra e alla terra ritorna, o il fuoco lo disperde nel vento.

Attorno a te, o quello che dovresti essere, perché tu non sai neanche di esserci, si svolgono veloci immagini di vita, quella vita che tu non stai seguendo e neanche te ne preoccupi, perché non vuoi, perché non puoi.

Eppure la vita deve rinascere e se tu sei morto in un freddo giorno invernale, lo stesso giorno di anni a seguire, o forse proprio quel giorno -ma il tempo non importa, perché a te sembra niente e infinito e in realtà non lo percepisci, dato che tu non ci sei, vero?-, tu torni alla vita e apri gli occhi azzurri –che così forse non erano nella vita precedente- e piangi. Piangi della tua consapevolezza e della morte, quel vuoto assoluto in cui non sapevi di essere ma sapevi che c’era, piangi perché nessuno lo sa e solo tu, nell’infinità, conosci la verità, anche se non l’hai vissuta e allo stesso tempo l’hai trascorsa.

Quando, però, una lacrima scorre nella tua guancia di infante e perde il contatto dalla pelle, con essa se ne va la paura e la conoscenza e tu sei rinato, con una vita da scoprire, una religione da seguire, un sentiero da percorrere e se nasci col pianto non hai che da ridere per sempre fino a rinnovata vita.

Così è, così sia.

 

 

 

 

 

 

 

Seconda classificata del contest Dopo la morte... in effetti cosa c'è?". I giudizi sono teoricamente provvisori, per vari problemi di Mankind17_13, che ha indetto il contest, quindi grazie infinite a NonnaPapera per la disponibilità:

2)HopeToSave “Col pianto, la vita” 64,5
Grammatica e lessico: 10
Niente da segnalare, la storia è scritta molto bene e scorre senza imprecisioni o errori di sorta.
Il lessico è semplice ma comunque perfettamente adatto alla descrizione che dai della vita e della morte.
Originalità: 15
Devo dire che l’ho trovata realmente molto originale. Mi è piaciuto molto il collegamento che hai fatto tra la vita e la morte, per non parlare poi dell’ultimo pezzo, quello della rinascita e del pianto ( o meglio di quella primissima lacrima versata) che cancella la coscienza dell’infinito.
Sì, soprattutto questa tua idea di ricondurre al pianto ( simbolo per la maggior parte delle volte di dolore) , l’oblio di una nuova vita ( ancora tutta da vivere-sia nel bene che nel male-) mi ha particolarmente colpito sia per originalità che per introspezione. Anche la contrapposizione del titolo che hai dato l’ho trovata molto azzeccata e particolare. In effetti piangere è la primissima cosa che ognuno di noi impara nella vita.
Caratterizzazione dei personaggi: 14,5
Ovviamente la caratterizzazione del personaggio è lasciata molto nebulosa, di lui si sa solamente che è un uomo. Però per come hai impostato la flash questa nebbia non pesa sul lettore. L’introspezione dei suoi pensieri e la descrizione della ciclicità dell’esistenza, lasciano pienamente soddisfatti nonostante questa mancanza. In fondo a cosa serve sapere se i suoi capelli erano neri o biondi? A che serve sapere se era stato buono o cattivo in vita? Assolutamente a nulla, la nuova vita che segue quella vecchia spazza via ogni certezza e ogni passato perciò anche i pochissimi ricordi rimasti si sciolgono e vaniscono, per lasciare posto a quelli di una nuova esistenza.
Consequenzialità causa effetto: 10
Per questo punto nulla di particolare da segnalare. Si capisce perfettamente qual è il senso che vuoi dare alla storia, e cosa pensi succeda dopo la morte, perciò il lettore si lascia tranquillamente trasportare dalla tua narrazione e seppur brevemente si immerge nella realtà del dopo morte da te creata.

Apprezzamento personale: 15
Che altro aggiungere qui? L’ho davvero apprezzata. Mi è piaciuta per la sua delicatezza disincantata ( so che è un controsenso ma è quello che ho percepito). La storia è profonda e lieve al contempo, poi come già accennato sopra la rappresentazione di quella prima lacrima che lava via tutta la coscienza del mondo è stata a parer mio la cosa più interessante.

 

   
 
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