Commento dell'Autrice: Dunque, come si può intendere, questa è la mia prima F.F. L'ho scritta in preda a rapput di follia, poi questi rapput si sono moltiplicati e l'ho fatta leggere alla mia prof di italiano O.o E poi stavo passando un momento in cui ero particolarmente attratta da storie romantiche T.T E.... Ok, tutto qua :)
Disclaimers: I personaggi non mi appartengono, ma sono della cara zia Row. Grazie per avermeli prestati ^//^

- Ridammi quel libro, Pad!
Sirius non gli diede ascolto, scese giù per le scale del dormitorio maschile, attraversò la Sala Comune di corsa e si buttò attraverso il ritratto della Signora Grassa, lanciandosi su una rampa che si stava muovendo.
Remus gli era alle costole, ma non riuscì a salire sulla scala su cui si era buttato l'amico, vedendo così il suo amato libro di Pozioni andarsene.
Prese la scala successiva e l'inseguimento ricominciò: non aveva perso d'occhio Sirius nemmeno per un attimo.
Svoltò l'angolo e si ritrovò in uno dei tanti corridoi affollati del castello; un marasma di studenti gli ostruiva il passaggio. Tra la folla perse di vista il fuggiasco e cominciò a saltellare nel bel mezzo del corridoio per individuarlo.
In quel momento, arrivò la professoressa McGonagall che rimase allibita per via dell'insolito comportamento di quel ragazzo tanto tranquillo e pacato.
-Lupin, si può sapere...-
Ma il giovane aveva rilocalizzato l'amico e riprese l'inseguimento, lasciando la professoressa interdetta.
Facendo un baccano inimmaginabile, passarono attraverso i vari corridoi, improvvisamente divenuti deserti poiché le lezioni erano già ricominciate.
Il fuggiasco rideva sventolando il libro, l'inseguitore gridava il nome dell'amico e lo implorava di restituirgli la sua fonte di sapienza.
Ma nella sua mente vi era, oltre alla disperazione per la perdita di ore di lezione, un sentimento che non riusciva a riconoscere: era un miscuglio tra gioia, passione, malinconia e... Non lo sapeva nemmeno lui, a dirla tutta.
Il frastuono non passò inosservato ed una multitudine di curiosi si affacciò dalla porta della propria aula per osservare ciò che stava accadendo.
Nonostante le ripetute suppliche di Remus, Sirius non si fermò, anzi, attraversò il portone del castello ed uscì all'aria aperta correndo giù per la collina, in preda al divertimento assoluto.
Remus, correndo a perdifiato, inciampò e cadde a terra, sbucciandosi un ginocchio e procurandosi vari ematomi alle braccia.
Si rialzò lo stesso. Doveva riavere quel libro!
Ma Remus, quando si accorse che Padfoot aveva oltrepassato la casa del guardiacaccia situata al limite della Foresta Proibita e si era inoltrato in quel luogo vietato, rallentò la corsa, finendo per camminare.
Vide che anche l'amico aveva moderato l'andatura, anzi, superato appena il confine si era seduto ai piedi di uno dei grandi alberi a riprendere fiato.
Remus raggiunse l'amico e si sedette vicino a lui.
Sirius non sembrava affaticato dalla corsa, ma aveva una strana luce negli occhi; lo sguardo fisso in avanti lo rendeva in qualche modo inquietante.
Porse il libro all'amico senza spostare lo sguardo o dire parola.
"Ma come?" pensò Moony. "Si arrende così facilmente?"
No, non era possibile. Decise di indagare.
-Sir...ehm, Padfoot?-
-Dimmi, Remus.- rispose Sirius senza degnarlo di uno sguardo.
-Per Merlino! Quante volte devo dirti che tra di noi puoi chiamarmi Moony?- sbottò Remus. In realtà era stato un po' brusco, ma Padfoot sembrò non averlo notato.
-Scusami, Moony...- rispose con tono assente l'amico.
Remus restò di sasso. 'scusa' e 'grazie' erano parole che difficilmente uscivano dalla bocca di Sirius.
-Pad... Ma cosa ti succede?- Remus era davvero preoccupato, raramente vedeva l'amico pensierono e le poche volte che succedeva Sirius tendeva ad isolarsi da qualche parte ancora ignota agli amici e ricompariva nella Sala Grande per l'ora di cena, senza proferire parola e mangiando poco e niente. Ma era sempre da solo e questa volta era con Moony.
Quest'ultimo decise dunque di lasciare in pace l'amico. Si alzò, fece per andarsene, ma Sirius lo bloccò.
-Dove te ne stai andando?- gli chiese guardandolo negli occhi.
Remus abbassò lo sguardo imbarazzato.
-Credevo che volessi stare da solo...- mormorò con voce flebile.
-No. Ho bisogno di te...- Padfoot lasciò la frase aleggiare nell'aria e si mise ad osservare il terreno erboso.
Moony allora si sedette vicino a lui e gli poggiò la testa sulla spalla, ma in quel momento Sirius voltò la testa e le loro labbra si toccarono.
Non era stato un gesto involontario, lo sapevano bene entrambi, ma nessuno dei due volle staccarsi da quel dolce contatto, sul quale indugiarono a lungo.
Continuarono a baciarsi finchè Sirius non si ritrasse, soddisfatto. Nei suoi occhi si leggeva naturalezza e compiacimento, in quelli dell'amato una gioia assoluta.
-Mhm....- fece Sirius, - i tuoi baci sanno di cioccolato...
Risero entrambi.
-Ma cosa pretendo da uno che mangia cioccolato tutto il tempo?-aggiunse Padfoot sorridendo.
Rimasero lì, nella Foresta, per un po' finchè a Sirius tornò in mente una cosa.
-Moony... Ti voglio dire una cosa...- sorrise, un sorriso mite.
-Cosa c'è, Pad?- gli chiese.
-Beh...- lo lasciò sulle spine.
-Allora??- chiese Remus impaziente.
-Beh, chissà quante lezioni ci stiamo perdendo...-
Moony sgranò gli occhi. Se ne era completamente dimenticato!
-Per Merlino! Dai, Pad, alza il culo! Stupido Scemo!-
Si alzarono, si baciarono ancora una volta e tornarono al castello, pronti ad affrontare le lezioni e la sfuriata dei professori.