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Autore: Lyla    27/01/2006    2 recensioni
Una breve fanfiction sulla coppia SpikeXFaye...Spike è piuttosto irritabile, e quando Faye scopre il motivo del suo malumore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Faye Valentine, Spike Spiegel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gelosia

Gelosia

Parte prima

 

Era tutto finito.

Pierrot era morto, e l’atmosfera che regnava nel luna park era stranamente irreale.

Come in un sogno, Spike, ferito, ma vivo, si allontanò silenziosamente, lasciandosi alle spalle il luogo della tragica fine dell’avversario.

Era ora di tornare al Bebop. La ferita al braccio stava sanguinando copiosamente.

Ormai era un dato di fatto: non c’era scontro da cui uscisse incolume, sia fisicamente che interiormente. Non si sarebbe mai aspettato che Pierrot in realtà fosse più qualcuno per cui provare pietà che un criminale da temere.

La vita da cacciatore di taglie era sempre così: lo faceva capitare nelle più impensabili delle situazioni, e lo costringeva a sfidare il rischio fino a quando non riusciva a tirarsi fuori dai guai per il rotto della cuffia. Ma del resto, c’era abituato. Aveva avuto a che fare con il rischio innumerevoli volte, fin da quando era entrato nel Red Dragon.

Vide una nave dall’aspetto familiare, e non fu sorpreso quando una voce femminile lo chiamò gridando, e pose fine a quell’opprimente silenzio. Faye gli venne incontro, con un’espressione incredula dipinta sul viso perfetto.

"Come diamine hai fatto a…"

"Torniamo al Bebop," tagliò corto Spike, sentendosi improvvisamente stanco, e lei lo fissò contrariata. Stava evitando il suo sguardo, e la ragazza si chiese cosa fosse successo.

"Non vuoi dirmi neanche come hai fatto a cavartela anche questa volta? Hai combattuto con quel criminale e ne sei uscito vivo!"

"Ormai dovresti saperlo. Ci vuole ben altro per abbattere uno come me," mormorò Spike, pensando improvvisamente a Julia e al fatto che erano passati tre anni da quando l’aveva vista per l’ultima volta.

***

La ferita che aveva riportato nello scontro con Pierrot si era quasi rimarginata, e Spike, disteso sul divano a bordo del Bebop, stava fumando una sigaretta con aria assorta.

Jet non era in giro, ma a giudicare dal rumore che proveniva dalla cucina, doveva essere al lavoro per preparare la cena.

Si augurava che fosse qualcosa di più commestibile delle solite patate, anche se sapeva che il cibo non sarebbe servito molto a migliorare il suo umore.

Ed si era appisolata beatamente davanti al computer in un angolo della stanza, e di tanto in tanto si agitava nel sonno, mormorando parole incomprensibili.

Spike si chiese se di solito le ragazzine dormissero così tanto. Ma Ed non era una ragazzina qualunque, in ogni caso. Notò che Ein era sveglio e che lo stava fissando con interesse, scodinzolando con allegria.

"Va’ via, Ein… essere fissato da un cane è l’ultima cosa di cui ho bisogno, in questo momento," borbottò il giovane, con espressione indolente, alzando gli occhi al soffitto. Il cane si allontanò con aria delusa e raggiunse Ed.

Spike si alzò per guardare lo spazio attraverso uno degli oblò della nave, con sguardo vuoto.

Erano passati anni da quando si era unito a Jet come cacciatore di taglie lasciandosi il passato alle spalle.

Eppure, ogni tanto, si sentiva assalire da una strana malinconia, e dalla nostalgia dei giorni felici che aveva passato con la donna che amava, quando ancora il Red Dragon era la sola casa che avesse e non immaginava minimamente che il futuro gli aveva riservato ben altro che una vita insieme a Julia.

Le stelle che aveva davanti agli occhi sembravano così lontane e incuranti di quello che aveva dentro…Aveva bisogno di stare solo per un po’. Voleva riflettere in pace, senza ragazzini, cani e donne che gli gironzolassero intorno.

Faye non si vedeva. Di sicuro stava facendo una doccia, ma niente gli impediva di pensare che forse, se fosse rimasto ancora lì a perdere tempo, lei sarebbe arrivata e avrebbe cominciato a irritarlo con domande fastidiose a cui non aveva voglia di rispondere.

"Io vado a fare un giro,d’accordo?" disse a Jet, quando, qualche minuto più tardi, salì a bordo dello Swordfish nel tentativo di allontanare quei pensieri opprimenti volteggiando nello spazio.

L’amico protestò. Ma come, proprio stasera decideva di andare a fare un giro, proprio quando lui aveva preparato una cena che finalmente non era a base di patate? Ma Jet non disse nient’altro, nè gli impedì di fare quello che voleva. Dopotutto, non era completamente estraneo ai tormenti interiori del ragazzo. E anche lui, in fondo, sapeva cosa significava essere abbandonati dalla propria donna…

***

Sotto la doccia, Faye si rilassava prima di raggiungere gli altri a tavola. L’acqua fresca che scorreva lungo il suo corpo le dava un grande sollievo. L’aiutava anche a riflettere meglio.

Nessuno poteva disturbarla, quando era sotto la doccia, anche se Spike l’aveva fatto una volta…non ricordava a che proposito. La ragazza si rese conto che stava pensando ancora a lui.

Nelle ultime settimane era diventato più cupo e irritabile del solito, o era una sua impressione? Aveva creduto che si trattasse di un malumore dovuto alla lotta con Pierrot, ma Faye aveva capito che c’era sotto qualcos’altro.

Quello di cui Spike non si rendeva conto, era il fatto che il suo stato d’animo stava tormentando Faye spingendola giorno dopo giorno a chiedersi quale fosse il suo problema. Perchè non ne parlava con nessuno?

Spike sembrava sempre assorto in chissà quali pensieri, e non parlava con nessuno. Forse, riflettè, era solo annoiato. Non c’erano taglie interessanti da un bel pezzo, ormai, quindi era comprensibile che avesse sempre quell’espressione indifferente stampata sulla faccia.

Sentiva uno strano desiderio di farsi avanti e di costringerlo a dirle cosa gli passava per la testa, ma forse non sarebbe servito a migliorare la situazione. Lui le avrebbe detto di farsi gli affari suoi e di togliersi dai piedi, ne era sicura…ma no, forse stava esagerando.

Ma da quando le interessavano così tanto i pensieri di Spike?

Ripensò improvvisamente al suo sguardo malinconico, e le venne una fitta al cuore. Non gliel’aveva mai detto, ma i suoi occhi le piacevano, e non poco. Avevano qualcosa di particolare. La colpivano nel profondo.

La giovane uscì velocemente dalla doccia. Più tardi, magari dopo cena, avrebbe scambiato qualche parola con lui. Forse si sarebbe finalmente data pace, se avesse scoperto cosa lo turbava tanto.

 

  
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