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Autore: F l a n    02/04/2011    2 recensioni
[Scritta per il cow-t col prompt 'adolescenza']
[Accenni Furt all'inizio, nominato Karofsky, Klaine sul finale]
"Kurt Hummel era un adolescente come tanti; aveva sedici anni, un discreto amore per la moda, per le creme di bellezza, per le giacche firmate, per la musica e per i ragazzi, in particolar modo un certo tipo chiamato ‘Finn Hudson’."
[c'è un possibile spoiler sul finale con un anticipazione sulla 2x17]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Finn Hudson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Kurt Hummel era un adolescente come tanti; aveva sedici anni, un discreto amore per la moda, per le creme di bellezza, per le giacche firmate, per la musica e per i ragazzi, in particolar modo un certo tipo chiamato ‘Finn Hudson’.
Kurt Hummel era un adolescente sì, ma forse non come tanti; era l’unico gay dichiarato in tutta la scuola e ciò non giovava alla sua salute. Non era affatto facile per lui vivere in quell’edificio, in cui ogni giorno qualcuno si premurava di ricordargli quanto fossero ‘da frocio’ i suoi pantaloni stretti o la sua gonna nuova.
Ad ogni modo, Kurt era riuscito ad imparare a convivere con l’idea che sarebbe stato denigrato per un po’ di anni a seguire e che forse, un giorno, avrebbe avuto la sua rivincita su tutti coloro che lo buttavano nel cassonetto dell’immondizia.
C’erano giorni in cui invece non era così facile.
Non sempre riusciva a convincersi che là fuori il mondo poteva essere migliore, che con gli anni avrebbe imparato a vivere senza aver bisogno di sentirsi diverso. C’erano persone che ci tenevano particolarmente a ricordarglielo alcune volte, che lo spintonavano sugli armadietti e che lo facevano sentire male, davvero male.
A volte, mentre passeggiava per i corridoi di quella scuola, si chiedeva come sarebbe stata la sua adolescenza se fosse nato etero; probabilmente avrebbe avuto molti meno problemi ed anche molti meno lividi.
Si ritrovò a fantasticare sulle mani avvinghiate di Finn e Quinn con la vaga speranza che al posto di quella della ragazza, vi fosse la sua.
 
“Toh guarda, Hummel ha la gonna! Ehi femminuccia. La prossima volta non scordare le calze a rete”
Kurt si voltò verso Karofsky e Azimio, mettendosi a camminare più possibile lontano da loro e facendo ondeggiare i fianchi in modo che la gonna si piegasse in base ai suoi passi.
Lui era fiero di quel che era e non gli interessava di essere insultato. Si sentiva felice di poter indossare un capo che a loro sicuramente sarebbe stato malissimo.
I suoi pensieri orgogliosi svanirono non appena notò sul volto di Finn un’espressione un po’ accigliata; le sue convinzioni si frantumarono in un attimo.
 
*
 
La verità era che Kurt Hummel faceva ogni cosa in funzione di compiacere se stesso. Davvero, voleva sentirsi bene, voleva sentirsi apprezzato e acclamato, voleva lanciare mode e desiderava più di ogni altra cosa esser un esempio di stile. Tuttavia, oltre a questa facciata un po’ presuntuosa, c’era naturalmente anche l’intento di far colpo su Finn. Magari attirando la sua attenzione, facendogli notare che non era poi tanto diverso da una ragazza e che poteva esser comunque gradevole stare con lui. Aveva escogitato diversi piani per avvicinarlo, tutti miseramente falliti; o meglio, non erano falliti completamente ma si era rassegnato all’idea che tra lui e Finn non ci sarebbe stata niente di più che una semplice amicizia.
Certo, non per questo aveva cambiato atteggiamento; ed ogni tanto la speranza che Finn si accorgesse di lui tornava per poi sparire altrettanto velocemente.
 
*
C’era stato un periodo della sua vita in cui aveva effettivamente avuto paura di essere quello che era;  naturalmente cercava di nasconderlo, ma ogni tanto i suoi timori emergevano. La paura di rimanere solo per il resto dei suoi giorni era sempre più vivida e faceva capolino nella sua mente quando si sentiva più grafileed insicuro.
Un però, conobbe Blaine. Fu per caso certo, ma quel ragazzo gli sembrò la cosa più simile a lui che avesse mai visto in vita sua. Era stato come scoprire che non era solo, che qualcun altro poteva comprendere il suo malessere.
La Dalton gli sembrava un bel posto e quel Blaine gli piaceva, gli piaceva davvero.
 
*
Ogni cosa sembrò crollargli addosso quando Karofsky lo baciò in quei maledetti spogliatoi; il suo cuore si era spezzato in tanti piccoli frantumi. Era stato incoraggiato quel giorno stesso dal suo nuovo amico, Blaine, a prendere di petto quella situazione e lui aveva deciso di seguire alla lettera il suo consiglio.
Poi, però, se ne era pentito e si era reso conto che il suo primo bacio non gli sarebbe mai stato ridato indietro.
 
*

Si era rassegnato all’idea di far colpo su Finn nel preciso istante si sentì stretto nel suo abbraccio, al ballo dopo il matrimonio dei loro genitori. Aveva compreso, finalmente, che non ci sarebbe stato niente di meglio che averlo come fratello e che quello era l’unico modo in cui potevano esser legati.
Era felice; finalmente la vita aveva cominciato a dargli qualcosa di buono.
 
*

Quello stesso giorno si era fatto coraggio ed aveva comunicato – dopo una serie di vicende e decisioni poco facili da prendere che avrebbero coinvolto anche suo padre e Carole – al Glee Club che si sarebbe trasferito in un’altra scuola, troppo terrorizzato all’idea di rimanere al McKinley qualche settimana in più. Aveva paura di nuovi attacchi ed era stanco, stressato, esasperato, distrutto dall’idea di non poter vivere come desiderava, di non poter avere un ragazzo e di non potersi sentire a suo agio con gli altri ed ancor meno con se stesso.
 
 
***

Da quando Kurt si era trasferito alla Dalton, tutto era cambiato nella sua vita e tutto aveva cominciato a prendere una piega… diversa.
Sembrava che finalmente avesse cominciato a vivere la sua vita come quella di un normale adolescente, con problematiche misurate alla sua identità in quanto persona e non in quanto persona che ha ‘scelto’ di essere gay – anche perché Kurt non aveva scelto di essere gay, semplicemente lo era. –
Vivere alla Dalton era più facile per lui, nessuno gli faceva carico di colpe che non aveva e Blaine era diventato il suo nuovo ‘migliore amico’ ma anche il suo modello ideale di fidanzato. Blaine non era perfetto, ma era come lui in un certo senso. Inoltre, a differenza di quello che doveva fare con Finn, con lui non aveva bisogno di mettersi in mostra e non aveva neanche bisogno di lottare con le unghie e con i denti per tenerlo lontano da chissà quale ragazza – okay, c’era stato quel brutto momento in cui Rachel stava per soffiarglielo, ma appunto, era stato solo un momento -.
Certo tra loro le cose non andavano sempre liscissime, ma almeno andavano in qualche direzione.
 
Ed in effetti, un giorno presero davvero una direzione.
Le labbra di Blaine sulle sue gli erano sembrate qualcosa di irreale e di talmente fantastico da non poter essere descritto. Il suo primo vero bacio – no, non era proprio il primo, ma gli piaceva l’idea che lo fosse.-
Senza neanche rendersene conto, si era ritrovato fidanzato con Blaine Anderson, mano nella mano con lui e con tremila sentimenti rinchiusi nel cuore che volevano gridare gioia da ogni lato. Si sentiva bene, si sentiva bene davvero, quasi come non mai nella sua vita.
Eppure il Glee Club al McKinley gli mancava.
 
*
 
Quando Kurt decise di tornare al McKinley, Blaine non riuscì a comprendere appieno la sua scelta ma, nonostante il dolore seguito da quella rivelazione, il ragazzo non aveva potuto far altro che assicurargli il suo sostegno.
Kurt aveva quella determinazione negli occhi che Blaine non era in grado di contraddire; in fondo pensava di sapere perché ci tenesse tanto. Voleva prendersi la sua rivincita e voleva dimostrare che anche lui poteva essere normale, avere un fidanzato e vivere come ogni altro ragazzo della sua età.
Quindi, alla fine Blaine aveva smesso di lamentarsi e lo aveva sostenuto nella sua scelta, accompagnandolo lui stesso alla vecchia scuola il primo giorno del suo rientro.
Mentre stringeva la sua mano, Kurt si sentiva invincibile. Non aveva paura di mostrare chi era, in realtà non ce l’aveva mai avuta ma adesso era diverso. Adesso si sentiva pronto.
Adesso ce la poteva fare.

Kurt Hummel era un diciassettenne, adolescente, fidanzato e finalmente felice.
 
 
   
 
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