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Autore: Wrskfml    02/04/2011    2 recensioni
Perché vederti sbraitare contro di me, sentire le tue urla che mi coccolano la pelle, gustare le tue aspre ma dolci parole... non mi basta più.
Forse non mi è mai bastato.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Lentamente un fiume di parole casca dalla sua bocca.
Mi saziano. 
Sono parole cattive e malsane, perlopiù insulti.
Ma mi saziano, riesco quasi a sentirmi appagato.
"Bastardo. BASTARDO!"
Urla, urla ancora.
Questa per me è solo musica, solo dolce e ammaliante musica.
Vederti sbraitare, inveirmi contro. 
Sentire le tue urla che mi carezzano la pelle.
Toccare ogni tuo più piccolo nervo scoperto.
Assaporare il gusto dolceamaro delle tue parole.
E più ti guardo, più mi beo della tua rabbia repressa.
Hai ragione, per poco non ho ammazzato i tuoi amichetti, ma l'ho fatto solo per te, solo per attirare la tua attenzione, per avvertire di nuovo il tuo sguardo infuocato sulla mia nuca.
Ma tu non riesci a vedere, sei cieco, e anche stupido.
E cosa dovrei dire io, che ancora ti cerco, che ancora voglio essere lambito dal caldo suono della tua voce?
"Tsunayoshi, sei un imbecille."
Mi guarda perplesso, le sue iridi accese si riflettono nelle mie.
"Prenditela con me come te la sei presa con loro! Picchiami, fammi male! Non stare lì seduto a contemplarmi. Non solo giochi con i corpi dei miei amici, ma pretendi anche di insultarmi?"
Le sue fiamme sembrano brillare di più, mentre con un rabbioso grido smette di parlare. 
I suoi gesti sono più che eloquenti, mi viene vicino e cerca di attaccarmi. 
Un pugno sulla faccia. 
E' inutile.
Blocco il suo polso, la sua mano quasi mi sfiora la guancia.
Con sua sorpresa, porto la mia mano sulla sua, di guancia. 
E' ancora più perplesso di prima.
"Che ti è preso?" dice, flebilmente, in un sussurro, forse troppo sconvolto per alzare il tono di voce. 
Ma il signorino la alzerà, la voce. 
Altroché se l'alzerà.
Getto con disprezzo il suo corpo a terra, mentre prendo posizione su di lui.
Il mio corpo lo sovrasta, sotto di me sembra quasi un pulcino impaurito che ha solo voglia di tornare dalla mamma chioccia.
Vorrebbe reagire, lo so, lo sento: il suo corpo trema, ma non riesce a muoversi. 
Con una sola mano gli ho bloccato i polsi, e le sue gambe sono strette tra le mie.
Con l'altra mano gli strappo letteralmente la camicia.
Credo d'aver detto più di una volta che il corpo del Decimo sarebbe stato mio... l'intento non è cambiato, il vero significato di quelle parole forse sì.
Catturo le sue labbra serrate nelle mie.
A questo gesto, sento il corpo sottostante al mio tremare quasi violentemente.
Non me ne importa.
Ho aspettato troppo, e non ho intenzione di fermarmi.
Dopo un tempo forse infinito, Tsunayoshi schiude le labbra e mi permette di approfondire il tanto bramato contatto.
Allora non gli dispiace, dico tra me e me, sorridendo.
Ora è lui, con la sua bocca dolce come il miele, a volere di più... ed io non sto aspettando altro che soddisfarlo.
Lascio una scia umida che parte dal mento al collo con la lingua, sento il suo respiro affannato cullarmi l'orecchio.
Arrivo poi al suo pomo d'Adamo, che tormento con un'avidita inaudita: è mio, la sua pelle è mia, il suo corpo è mio, non lo condividerò con nessuno.
Cerca di trattenere un gemito, ma con scarso risultato. 
Gli piace, continua a piacergli. 
Sfioro leggermente con le dita questo corpo pallido, quasi diafano: lo sento fremere,  mentre con la lingua stuzzico uno dei capezzoli. 
Intanto, le mie dita continuano a scendere, fermandosi sul cavallo dei pantaloni, che viene artigliato voluttuosamente: adesso il Decimo geme forte, non cerca di soffocare il proprio piacere, o forse, molto semplicemente non vuole.
"Mu-ku-ro..."
Addirittura, mentre mi avvento sul suo ombelico, stringe i miei capelli con una delle sue mani, che ormai sono libere, spingendo la mia testa verso il suo basso ventre.
Evidentemente i pantaloni gli stanno stretti.
Sogghigno, ma decido che per oggi può bastare.
Ho sopportato un'attesa così lunga che mi piacerebbe provasse anche lui, sul suo corpo ancora eccitato.
Improvvisamente mi alzo, sorridendo al suo verso di disappunto.
"Non mi piace vincere così, Tsunayoshi. Troppo facile."
Potrei giurare d'aver sentito un'imprecazione dopo aver chiuso la porta.
Ma sono divertito, molto divertito.
"Terminerò quello che ho iniziato, un giorno." grido forte, così che lui possa sentirmi.
Perché vederti sbraitare contro di me, sentire le tue urla che mi coccolano la pelle, gustare le tue aspre ma dolci parole... non mi basta più.
Forse non mi è mai bastato.
  
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