La scossa era durata pochi secondi, ma era stata devastante, fortunatamente io e Lui eravamo riusciti a rifugiarci sotto il tavolo, il grande tavolo di ferro della sala riunioni. L’edificio era di un solo piano, nel centro di Tokyo... uno dei pochi edifici bassi. Quando il pavimento aveva iniziato a tremare io ero rimasta imbambolata, con il caffé in mano vicino alla sedia del mio Capo, il mio Odiato e Bellissimo Capo. Lui invece in un battito di ciglia si era alzato in piedi e mi aveva tirata per un braccio, con sé sotto il tavolo, il caffé era schizzato via dalla mia mano e mi ero ritrovata sdraiata sotto di lui, con il viso immerso nel suo collo… “Miseriaccia che situazione imbarazzante” pensai e poi “Che cavolo mi viene in mente!” Ma i miei pensieri furono violentemente interrotti da un’altra scossa, più lunga e distruttiva della precedente, mi strinsi automaticamente a lui. “ Cavolo, sembra così tranquillo!” il battito del suo cuore, che sentivo distintamente contro il mio petto non era minimamente accelerato e supponevo che il suo viso, anche se non lo vedevo, fosse la solita maschera di impassibile disinteresse. Quando la scossa finì, si tirò su, facendo leva sulle braccia, le sue mani all’altezza della mia testa. Distolsi lo sguardo, mentre lui mi osservava, per non rimanere nell’incantesimo dei suoi occhi neri come la pece. La sua mano mi prese il mento spostando il mio viso in modo da obbligarmi a guardarlo, i suoi occhi così ebbero modo di catturarmi. L’unica cosa che riuscii a pensare fu “ Si tiene su con una mano sola”. Poi mi resi conto che il suo viso si stava avvicinando al mio, quasi fossimo in un film mi sembrava si avvicinasse a rallentatore. Socchiusi gli occhi e lasciai che mi baciasse, le sue labbra erano morbide e la sua lingua non esitò a infilarsi tra le mie labbra per poi dedicarsi all’esplorazione della mia bocca, ricambiai il bacio, ma dopo poco tornai lucida, mi spostai e dissi :< Signore, io, lei, cioè… non è professionale… > ma lui catturò nuovamente i miei occhi con i suoi e sussurrò con voce suadente :< Non si preoccupi siamo solo io e lei qui non vede? > e fece come per guardarsi intorno con un’ espressione astuta sul viso e un mezzo sorriso quasi saccente, poi disse con voce più tagliente :< E poi, Signorina, lo decido io cosa è professionale e cosa non lo è. > Poi riprese a baciarmi…