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Autore: Sophia_Snape    27/01/2006    5 recensioni

**DEDICA: A Lollo, che, oltre a rallegrare i miei pomeriggi con le sue meravigliose storie, pucciossime, che io, vergognosamente, non commento mai… [vi chiedo umilmente scusa, ma non è mia abitudine commentare… molto spesso perché non ne ho il tempo! Nd Sophia_che_chiede_perdono]
***

Devo smetterla.
No, veramente.
Devo smetterla di passare le mie serate a strafogarmi di cioccolato e leggere romanzi rosa francesi, di cui capisco due parole su sette.
La verità è che mai, avrei creduto, di poter amare qualcuno così tanto.
Lui, il cui coraggio… va bene, lo ammetto, scarseggiava, e non poco!
Lui il cui senso dell’umorismo… uff… come siete pignoli! Il cui senso dell’umorismo era come quello di una tarantola… bhe… più o meno… cioè… non ho mai avuto modo di confrontare essendo che non appena vedeva l’ombra di un ragno si metteva a correre.
Lui il cui sorriso, questo è vero!!! Incantava anche il sole.
Lui… l’unico in grado di rinfacciarmi qualcosa, anche minuscola, per anni e anni.
Lui… che ora… è… no, no, niente pensieri tragici.

Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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**DEDICA: A Lollo, che, oltre a rallegrare i miei pomeriggi con le sue meravigliose storie, pucciossime, che io, vergognosamente, non commento mai… [vi chiedo umilmente scusa, ma non è mia abitudine commentare… molto spesso perché non ne ho il tempo! Nd Sophia_che_chiede_perdono]

E ora, la storia…

Camera da letto. Ore 20.45

-Ti amo- il cuore di Annette perse un battito.

-Oh, sì Jerome, ti amo anch’io…- mormorò la giovane, mentre, sotto la luna il ragazzo si chinava a baciarla.

Devo smetterla.
No, veramente.
Devo smetterla di passare le mie serate a strafogarmi di cioccolato e leggere romanzi rosa francesi, di cui capisco due parole su sette.
La verità è che mai, avrei creduto, di poter amare qualcuno così tanto.
Lui, il cui coraggio… va bene, lo ammetto, scarseggiava, e non poco!
Lui il cui senso dell’umorismo… uff… come siete pignoli! Il cui senso dell’umorismo era come quello di una tarantola… bhe… più o meno… cioè… non ho mai avuto modo di confrontare essendo che non appena vedeva l’ombra di un ragno si metteva a correre.
Lui il cui sorriso, questo è vero!!! Incantava anche il sole.
Lui… l’unico in grado di rinfacciarmi qualcosa, anche minuscola, per anni e anni.
Lui… che ora… è… no, no, niente pensieri tragici.
Beh… dipende dai punti di vista… lui che ora è sposato con Pansy Parkinson.
Sì, avete capito bene! Carlino Parkinson!
Quando me l’ha detto sono rimasta senza parole, e per il suo matrimonio [oggi] mi sono anche data malata!
Voglio dire… insomma… anche LAVANDA è meglio di lei!
E così è proprio vero… Granger-so-tutto-io, come aveva previsto Mister Carota [non ditegli che l’ho chiamato così che non sa ancora controllare i suoi istinti omicidi!!] alla veneranda età di venticinque anni, quando tutti (perfino Neville) i suoi amici sono sposati, è ancora senza marito e/o fidanzato.
Di un’amante nemmeno a parlarne.
E poi… come potrei volerne uno? Avere lui sarebbe il più bel dono divino.
Ma non ce l’ho.
E, sorpresa sorpresa, indovinate un po’? E’ anche il mio capo!! Come diavolo ha fatto a diventare ‘Ministro’ proprio non lo so!
C’è una canzone che ora ci starebbe bene… vediamo… com’è che faceva?
Cavolo! Me ne ricordo solo un pezzo… mmh…
You must think how can this be
You don’t really know me
I can’t tell this ain’t the time
You’ll never be mine…
(*)

Parole sante!!
Un veloce sguardo all’orologio…le dieci passate
La festa dev’essere all’inizio…
Un matrimonio di notte.
Se non fosse stato della persona che amo, forse, avrei detto che come idea era piuttosto romantica.
Quando ero piccola, se lanciavo un’occhiata al mio matrimonio, lo vedevo durante la notte di S.Lorenzo, quella delle stelle cadenti, in un grande parco, con delle candele bianche e un valzer fatto dal rumore dei grilli e le lucciole…
Bello essere bambini!
La serata è fantastica, la luna è quasi piena, e i grilli cantano.
Ecco… No! Basta! Hermione controllati, smettila di piangere… HERMIONE! Un po’ di contegno… non puoi… infondo… cosa vuoi che sia?
Ne troverai un altro, vero Hermione?
Oddio! Ma cosa sto facendo? Parlo da sola ora? Oddiosanto!
Ma tecnicamente sto pensando, quindi non sono totalmente pazza…
MALEDETTI SENTIMENTI, E MALEDIZIONE ALLA MIA SENSIBILITA’!!
Basta, stop. STOP. S.T.O.P! STOOOOOOP!! Basta piangere.
Coraggio, un bel respiro… ok.
Dunque, stavo dicendo, sì, il mio capo, sì.
Così, domattina, andando in quel maledetto ufficio dovrò affrontarlo, e, col sorriso sulle labbra, fargli gli auguri, salutarlo e abbracciarlo, quando uscirà dall’ufficio, togliendo la targhetta dalla porta, e lasciando una volta per sempre il nostro ufficio.
La nostra stanza.
I nostri discorsi.
Ma soprattutto… me.
Bhe… la relazione l’ho finita.
Domani sarà una giornata pesante per tutti e voglio essere lucida quando dovrò salutarlo per sempre.
Eh sì, perché il signorino si dimette “Vuole mettere su famiglia”.
Famiglia sti cazzi!
Parte per tre mesi [se la prende comoda] per la luna di miele e poi… chi lo sa… non l’ha detto neppure ad Harry…
Mi ricordo, quando, due anni fa Harry e Ginny si sono sposati.
Stava così bene nel suo smoking, e quando mi ha chiesto di danzare stavo per morire.
Gin mi ha sorriso e sia lei che Harry si sono fatti da parte.
Nel salone ballavamo solo io e lui… è stato decisamente romantico!
Quanto è passato da quando ho iniziato questa tortura di ricordi?
Però… mezzanotte meno un quarto… mamma e papà sono fuori per tutta la sera.
Non mi hanno detto dove andavano né quando tornavano… non dovrei essere io a fare così?!?

*DLIN DLON*

Chi diavolo può essere a quest’ora? Sta a vedere che sono loro e si sono dimenticati le chiavi!
Borbotto qualcosa d’incomprensibile scendendo le scale e sempre borbottando vado ad aprire.

-La prossima volta che uscite siete pregati di portarvi le chiavi! Potevo star dormendo a quest’ora!- dico piuttosto incazzata.

-Ciao Herm…- spalanco gli occhi alzando lo sguardo.
E’ Ron!
E’ tutto rosso, lo sguardo basso, e vestito come un damerino.

-R… ron?- mormorò piano. Suona come una domanda… quasi a non credere che sia lui.

-E’ così che mi chiamo…- sento Ginny dietro di lui ridacchiare.
Ha uno strano sacco in mano.

-Ronald Billius Weasley, ti vuoi muovere?!- lo incita con dolcezza. –Guarda che facciamo tardi!-

-Ehm… sì… Herm… no, Hermione?-

-Sì?-

-Hermione tu…-

-Lo so, Ron, non sono malata! Ma proprio non me la sentivo di venire al tuo matrimonio, perché non sopporto l’idea di vederti con un’altra ragazza che non sia io… perché ti amo!- ecco. L’ho detto. Non ho avuto nemmeno il tempo di respirare, sono solo arrossita vistosamente, e molto indiscretamente, dato che la mia faccia assomiglia molto ad un peperone rosso.
Sorride impacciato. Com’è carino!
Hermione, no!
Voglio dire, gli ho appena detto di essermi innamorata di lui.

Si china.
Perché si sta chinando? Che vuole fare?
La scarpa, ci scommetto quello che volete che in un momento come questo lui pensa ad allacciarsi la scarpa!
La sua sensibilità è sempre stata molto quota 0%.
Cosa fa?
Mi prende anche la mano?
Ma non riesce nemmeno a tirarsi su da solo?
Ogni tanto è un tale impiastro…

-Hermione?-

-Dai Ron… ti aiuto ad alzarti…- mormoro stancamente.

Sorride. Ancora. È in imbarazzo. Non dovrei essere io quella imbarazzata e poi… un momento… dov’è Pansy?

-Hermione Jane Granger, qui, sotto queste stelle, in questa meravigliosa notte di fine Agosto, vuoi diventare mia moglie?-

E’ così che si sciolse il corpo di Hermione Granger.
Venne imbottigliata nei cartoni del latte perché unici disponibili.

-E’ uno scherzo?- sussurro.
Fa cenno di no.

-Ma… ma… non ho l’abito…- gola secca. Accidenti!

Ginny viene avanti.
Spinge Ron da un lato e mi mostra il sacco.
Dentro c’è un abito meraviglioso.
Seta, bianca, più luminoso di… di… sono senza parole.
E’ bello, bellissimo, alla ‘Rossella’ di ‘Via col vento’.

-Allora?- mi chiede piano, con dolcezza.

Alzo lo sguardo verso di lui. Lo guardo per un secondo, abbasso gli occhi. Poi sorrido. Sorrido come non avevo mai fatto. Sono felice, felice come mai nella mia vita!

***

Per un secondo ho creduto non volesse sposarmi.
Se fosse stato così, penso che… che sarei morto.
Avevamo preparato tutto con cura, il falso matrimonio, al quale, Gin era sicura, non si sarebbe presentata, e il luogo, ho fatto i salti mortali per assicurarmi la cerimonia, indovinate dove?
Il posto più assurdo di tutta Londra, ma, sono venuto a sapere che è anche dov’è ambientata una famosa fiaba babbana.
Nei Giardini di Kensigton.
Detti anche ‘I Giardini di Peter Pan’.
Dite che le è piaciuto?

***

Quando Ginny mi ha detto dove si sarebbe svolta stavo per morire.
Sarebbe stato come nella fiaba che tanto amavo, nel centro dei miei sogni.
Non ci volevo credere.
Mi sembrava un sogno, un sogno meraviglioso, diventato la realtà.

***

Hermione avanzò lenta, al centro della piazza, sorpassando il grande albero.
Il prete pronunziò i voti nuziali.
Poteva sentire la mano del ragazzo accanto a lei sulla sua, finalmente unite.

-Sì, lo voglio- disse con decisione il rosso, sorridendo.

-Allora, puoi baciare la sposa-

Si chinò con leggerezza su di lei, dandole un lieve bacio e sollevandola da terra.
Gli applausi risuonarono nell’aria della sera, interrotti però, da un lieve suono.

Un debole flauto suonava.
Alzando lo sguardo, verso la quercia, la moretta poté distinguere chiaramente la figura di un ragazzino, non tanto grande, sui dieci anni, con uno strano cappello in testa, che suonava con maestria il suo piccolo flauto, e con accanto una piccola lucciola che gli svolazzava vicino.

-Ron… sei stato tu?-

-Pensavo fosse un’idea tua dell’ultimo minuto…- le sussurrò il ragazzo.

Tutti danzarono, al suono di quella musica, e, quando il campanile, suonò finalmente l’una il ragazzo, molto semplicemente si alzò, volando velocemente via.

-Tu credi che…?- le sussurrò Ginny.

-Assolutamente…-

-Proprio sicura?-

-Certo. Il mio primo amore è venuto a dirmi addio… in fondo… non sono più una bambina…-

-Eh già… bhe… tutti i bambini crescono, prima o poi…- mormorò la rossa.

-Tutti… tranne uno- sussurrò Hermione, mentre si accingeva a ballare un dolcissimo valzer, abbracciata a Ron, e tenendo lo sguardo alzato, una striscia argentea squarciò veloce il cielo.

-Esprimi un desiderio…- le mormorò una voce bambina all’orecchio.
Ma quando si girò per vedere se era stato uno dei bambini invitati, non vide nessuno, se non un’ombra sfocata che volava verso il cielo.

***

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v

Eccomi!!! E ci ho inserito anche Peter Pan! Scusate, ma proprio non ho resistito…
E’ sempre stata la mia fiaba preferita e questa ff sembrava perfetta!!!! Bhe… ora… me lo lasciate un commentino?? *.*

Vostra, Sophia

(*) Devi pensare com'è possibile
Tu non mi conosci veramente
Non posso dire che non è questo il tempo
Tu non sarai mai mio

  
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