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Autore: LoveChild    03/04/2011    4 recensioni
Oliver Baston alla riconquista di Katie Bell.
"[...] Quindi, nonostante fosse affranto, l’idea di desistere non lo colpì minimamente.
Con la più totale faccia tosta si Materializzò sul posto di lavoro di Katie e, subdolamente sfruttando la sua immagine pubblica, indusse una delle colleghe della ragazza a farsi dire dov’era; una volta ottenuta l’informazione si Smaterializzò, con ancora più faccia tosta, ai Tre Manici di Scopa. [...]"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katie Bell, Oliver Wood/Baston
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono (esclusi evenutali OC, ovvio, e chi me li tocca lo mangio u.u) ma sono proprietà della Signora J.K. Rowling. Beata lei...



Never Again


 
 
-Esci con me.- Oliver si era piantato esattamente davanti a Katie, impedendole di entrare al Ghirigoro.
-No.- fu l’unica, secca, risposta che ottenne dalla sua ex Cacciatrice.
-Perché no?
Katie alzò gli occhi castani per poter fissare Oliver, ebbe l’immediata tentazione di ricadergli fra le braccia, in fondo si amavano, che male c’era? Stava quasi per fare il grande passo quando fu interrotta.
-Oh Merlino!- un gridolino eccitato squarciò la pace di Diagon Alley –Quello è Oliver Baston!
In meno di mezzo minuto una folla di femmine si era accalcata davanti alla libreria e aveva cominciato a spingere per potersi avvicinare ad Oliver.
-Per questo.- affermò risoluta Katie, sgusciando all’interno della libreria passando sotto il braccio di Oliver che, nel frattempo, osservava con aria atterrita le sue fan.
Quando, molti autografi dopo, il portiere del Puddlemere United si Smaterializzò nel comodo salotto di casa sua dovette ammettere che, forse, Katie aveva le sue buone ragioni per non voler uscire con lui…
 

***

 
Quando più tardi quel pomeriggio, per una rimpatriata fra Cacciatrici, Katie si incontrò ai Tre Manici di Scopa con Alicia e Angelina, le ragazze furono stupite di trovarla di un umore a dir poco uggioso.
 
Ad Hogwarts Katie era nota per essere un tipo spontaneo e gioioso, non era di quelle ragazze che si lasciavano andare alla depressione per un ragazzo o un’unghia spezzata; d’altronde le regole di vita di Katie spaziavano da detti come “Domani è un altro giorno” a “Morto un papa se ne fa un altro”.
Katie era tenace, positiva ed esuberante, cosa che le aveva consentito, con stupore e invidia di molti, di avere una carriera scolastica e sportiva degna di nota, senza per questo rinunciare a tessere un’ottima rete di rapporti sociali.
Uniche eccezioni alla gioiosità e placidità di Katie erano Cormac McLaggen e il Quidditch.
Il primo perché, pur essendo pacata e socievole, pur facendo appello a tutta la sua pazienza e savoir faire,  Katie non era riuscita a superare l’appuntamento da incubo con il petulante Grifondoro avvenuto al quinto anno. E questo lo ricordavano bene tutti gli abitanti della torre. D’altronde incantare le poltrone della Sala Comune per una settimana in modo che si spostassero se McLaggen provasse a sedercisi non era una cosa da tutti i giorni. In uno dei suoi rari momenti di sadismo Katie aveva constatato che era davvero commovente e ammirevole il modo in cui Cormac continuava imperterrito a provare a sedersi in Sala Comune.
Il Quidditch, al contrario, era una questione seria. Le unghie spezzate e i fallimenti sentimentali non la sconvolgevano ma ogni minimo particolare fuori posto che avesse a che vedere con il Quidditch la gettava nel panico più totale. Era d’altronde inevitabile visto il terrorismo psicologico a cui erano stati sottoposti grazie a Baston prima e ad Angelina poi, in effetti Katie era stata segnata così nel profondo dai suoi capitani che perfino sotto la più morbida guida di Harry tendeva ad essere vigile come se, da un momento all’altro, una calamità di genere non meglio identificato si fosse dovuta abbattere sul campo da Quidditch e sulla squadra.
 
 
Così, quando Katie si sedette con faccia scura e cogitabonda al tavolo del locale, Alicia e Angelina fiutarono immediatamente il pericolo; perché, come avevano imparato, l’assioma fondamentale del carattere di Katie era “quando esploderà, perché lo farà, sarà con il maggior danno possibile”*. L’unico modo per evitare l’esplosione, come ben sapevano le due ragazze, era l’approccio diretto.
-Katie, hai per caso incontrato Cormac?- chiese senza mezzi termini Alicia.
Per un attimo la ragazza abbandonò il suo stato catatonico e fissò le amiche con aria stralunata:-No, grazie a Morgana!
-Ah.- fu la concisa risposta di Angelina, questo poteva voler dire solo una cosa: il problema era il Quidditch; e poiché, da quando aveva cominciato a lavorare come curatrice alla Biblioteca Magica Nazionale, il Quidditch lo vedeva solo sui libri o, al massimo, quando andava alle partite, per Angelina e Alicia fu facile individuare il problema.
-Oh, beh, quindi possiamo supporre che tu abbia incontrato e parlato con Oliver.- affermò a colpo sicuro Angelina.
Katie grugnì prima di sgonfiarsi sulla sedia come un sufflè riuscito male.
 

***

 
Che Oliver Baston fosse un uomo caparbio non v’era alcun dubbio.
Lo ricordavano chiaramente tutti coloro che avevano avuto la fortuna di averlo come capitano o anche semplicemente compagno nella squadra di Grifondoro.
Non c’era nulla che potesse fermarlo, quando si metteva in testa qualcosa; la pioggia, la bufera, la grandine non lo spaventavano: quando decideva che qualcosa andava fatto non era soddisfatto finché non portava a termine l’impresa.
Persino la sua proverbiale pigrizia scompariva quando si trattava di raggiungere la meta che si era prefissato, fosse questa una vittoria a Quidditch o riuscire a riconquistare Katie Bell.
Quindi, nonostante fosse affranto, l’idea di desistere non lo colpì minimamente.
Con la più totale faccia tosta si Materializzò sul posto di lavoro di Katie e, subdolamente sfruttando la sua immagine pubblica, indusse una delle colleghe della ragazza a farsi dire dov’era; una volta ottenuta l’informazione si Smaterializzò, con ancora più faccia tosta, ai Tre Manici di Scopa.
 
Alla vista del loro ex capitano le ragazze reagirono ognuna a modo proprio: Alicia si strozzò con la Burrobirra nel tentativo di non ridere; Angelina si limitò ad un’occhiata accigliata; Katie strinse convulsamente il manico della sua tazza di tè fingendo di ignorarlo.
Quando Oliver si avvicinò palesando che era lì proprio per loro si ricomposero, ma Katie continuò a far vagare lo sguardo come se puntarlo su di lui le avrebbe bruciato gli occhi.
-Ciao ragazze, da quanto tempo!- disse Oliver gioviale –Katie posso parlarti un attimo?
-No.- rispose lei secca mentre fingeva di osservare con interesse i suoi fondi di tè.
-Ti prego…- insisté lui con voce supplichevole.
-Stammi a sentire Oliver: non ho la minima intenzione di uscire con te!- Angelina, Alicia e Oliver la osservarono stupefatti: non era da lei essere così aspra.
-Perché no?- continuò lui testardo –Ti assicuro che non succederebbe nulla di sconveniente…- aggiunse alludendo a tutte le volte che, quando erano insieme, qualche sua fan era intervenuta a rovinare tutto.
-Ho detto no.- Katie fece l’errore di fissarlo negli occhi e tutta la sicurezza che aveva le scivolò via, così cominciò a balbettare –N-non posso… P-perché sto uscendo con un altro.
Le due amiche la guardarono attonite, la mascella di Oliver si indurì:-Posso sapere con chi?- sentiva già le mani prudergli e il sangue pulsargli nelle vene: chi osava uscire con la sua Katie?
-C-con Cormac- disse distogliendo lo sguardo –C-cormac McLaggen.
Sul volto di Oliver si dipinse un’espressione inorridita, Angelina invocò mentalmente Merlino e Morgana, mentre Alicia tentò di nascondersi sotto al tavolo per non farsi sorprendere a ridere data l’idiozia gigantesca che la sua amica aveva appena detto.
Prima che qualcuno potesse aggiungere qualcos’altro uno scampanellio li avvertì dell’arrivo di un nuovo avventore e fu con orrore che tutti e quattro si accorsero che si trattava proprio di Cormac McLaggen.
-Oh, salve ragazzi! E’ un piacere rivedervi!- disse, con il suo solito stile pomposo, il ragazzo avvicinandosi.
-Cormac!- Katie cacciò un piccolo urletto –Posso parlarti un secondo?
-Ma certo!
Katie, volendo evitare incresciose situazioni, trascinò il ragazzo fuori dal locale.
Oliver squadrò il suo rivale con odio:-Ora vorrei sapere da voi due cos’ha lui che io non ho!
-Nulla.- disse Angelina convinta.
-Il fatto è che ti stai ponendo la domanda sbagliata Ol…- disse ridacchiando Alicia.
-E quale sarebbe quella giusta?- chiese lui con aria cogitabonda.
-“Cosa lui non ha che io ho?”- rispose sibillina Angelina.
-E cioè?- domandò Oliver curioso.
-Milioni di fans, Oliver, milioni di fans.- suggerì Angelina con l’aria di chi la sapeva lunga.
 

***

 
Fiori.
C’erano fiori ovunque.
Nel suo appartamento, in ufficio, ovunque.
C’erano talmente tanti fiori che, al terzo giorno di consegna, aveva dovuto cominciare a regalarli.
A Katie erano sempre piaciuti i fiori, le mettevano allegria, ma quella volta ce n’erano davvero troppi.
Rose, peonie, petunie, girasoli, dalie, garofani, margherite, tulipani, nontiscordardimé, viole del pensiero, begonie, … Ce n’erano alcuni di cui Katie non conosceva l’esistenza!
Il suo umore cominciava a risentire di tutta quella flora che la circondava, anzi la soffocava.
Si stava preparando ad inviare una Strillettera a Cormac, che riteneva direttamente colpevole di quell’assurdità, quando, in un tripudio di lillà, Oliver fece il suo ingresso.
Le sue colleghe sospirarono ammirate, lei prese per il braccio il portiere del Puddlemere e lo trascinò in malo modo fuori dalla Biblioteca.
-Cosa stai facendo, Oliver?- chiese tentando di padroneggiarsi.
-Tento di convincerti ad uscire con me, ovvio.- rispose lui serafico.
-Ti ho già detto che esco con Cormac…- disse Katie sperando di risultare credibile.
-Guarda che lo so che non è vero…- le sorrise furbo. –Ho parlato con lui.
Katie arrossì fino alla punta dei capelli, poi aggiunse:-Questo non cambia le cose, Oliver, non uscirò comunque con te…
-Katie, ti prego, ti prometto che non succederà come l’ultima volta…
-Intendi quando, durante la cena per il nostro anniversario, fummo praticamente assediati dai fan del Puddlemere? O ti riferisci forse al picnic mandato a monte da Diana Reynolds, la tua fan numero uno?- gli chiese retoricamente arcuando le sopracciglia in una finta espressione cogitabonda.
-Ti prego.
E fu allora che Oliver utilizzò la sua arma segreta, perché Oliver sapeva che a quello Katie non poteva resistere.
Le strinse la mano e la guardò con aria disperata, gli occhi imploranti e l’espressione da cane bastonato.
A Katie ricordò quella sera di molti anni prima in cui si era ritrovata a tirarlo fuori dalle docce negli spogliatoi di Grifondoro mentre tentava di affogarsi…
-Ti prego.- ripeté ancora lui, acuendo maggiormente quell’espressione tragica.
Katie si sarebbe voluta prendere a schiaffi ma era più forte di lei: quando Oliver faceva quella faccia, cascasse il mondo, non riusciva proprio a dirgli di no.
-E va bene.- sospirò arrendendosi –Ma è l’ultima volta! Non succederà mai più.- aggiunse sulla difensiva.
 

***

 
Katie sbatté contro lo stipite della porta della camera da letto mentre tentava di muoversi ancora mezz’addormentata seguendo l’odore di dolci che aveva invaso l’appartamento.
Pancakes, torta di mele, biscotti alla cannella e cioccolata calda.
Morgana, quanto amava Oliver!
Valeva la pena stare con lui anche soltanto per come la viziava preparando tutti quegli squisiti dolciumi…
Si diresse allampanata verso il bagno dove, per svegliarsi, si fece un’abbondante sciacquata di faccia; poi si pettinò i capelli e li legò nella solita coda di cavallo, si lavò i denti e si catapultò in cucina.
Oliver avvertì la presenza di Katie alle sue spalle e si voltò, lo spettacolo che gli si presentò davanti era davvero buffo: Katie aveva una gigantesca Felpa dei Tornados che le copriva quasi totalmente gli shorts del pigiama e un paio di calzettoni a righe rosso oro, probabilmente in memoria della sua appartenenza ai Grifondoro.
Assunse un’espressione disgustata e le disse:-Non ti meriteresti neanche un goccio di cioccolata, ti rendi conto vero che hai la felpa dei Tornados?
Katie si avvicinò alla cucina tentando di sgraffignare un biscotto alla cannella.
-Provaci e ti taglio le mani.- disse Oliver con un sorriso a trentadue denti, poi si imbronciò –Ti volevo preparare la colazione per bene, ma tu mi hai guastato i piani…
-Ho sentito l’odore e così…- rispose Katie facendo spallucce.
-Ma se dormivi come un sasso!- la rimbeccò lui scettico.
-Nel sonno ho sentito questo meraviglioso odore di dolci e mi sono svegliata.- precisò lei con aria furba.
-Sei peggio di uno Snaso!
-Posso avere un biscotto, Ol?- chiese Katie buttando le braccia al collo del suo ritrovato fidanzato.
Per tutta risposta Oliver le schioccò un bacio a fior di labbra e le infilò un biscotto in bocca.
-Grafie.- mugugnò lei.
Si sedettero al tavolo della cucina e cominciarono a fare colazione.
Era bella, pensò Katie, questa ritrovata intimità dopo dieci mesi di lontananza; poter sentire nuovamente il profumo di Oliver, poter dormire abbracciata a lui, gustarsi le chiacchierate e i silenzi in sua compagnia…
Un sorriso spontaneo le spuntò sul viso.
-Cosa stai pensando?- chiese Oliver curioso.
-Nulla.- si riscosse Katie.
In realtà Katie stava pensando quanto avesse ragione quella vecchia canzone babbana che recitava “Never again. Is what you swore. The time before…”**
 

Fine


 
 

 
 
 
 
 
 
 

*   È una revisione di una delle leggi di Murphy.
** È una citazione della canzone “Policy of the truth” dei Depeche Mode.



 
 

 
 
Note:
Dunque, non ho molto da dire su questa storia - a parte che non ne vado fiera- sarà anche che sto morendo di sonno...
La coppia è una delle mie preferite e quindi spero di non averla tartassata troppo.
In teoria questa storia partecipava ad un contest ma la giudice è scomparsa da circa due mesi e l'amministrazione non ha ancora agito, ergo mi sono arrogata il diritto di pubblicare ugualmente. u.u

Per le fedeli seguaci di "From A to Z": non sono morta! Il lavoro procede e sappiate che il prossimo capitolo sarà un po' particolare. ^^ [E no, non sarà una Dramione! u.u Là in mezzo ci farebbe una magra figura. Volete mettere con lo stalker delle gambe? X°D]

Grazie a chiunque abbia letto/recensito questa storia!
Kisses,
      Yaya/LC/Wooshina/LoveChild

   
 
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