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Autore: GiulyHLouder    03/04/2011    1 recensioni
Avevo perso mia madre solo qualche mese prima, ora non se ne poteva andare via anche lui, La mia ragione di vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<Biiil > Urlavo sul ciglio della strada.
Era notte , comincio a diluviare.
Lo stronzo , appena si accorse di aver investito mio fratello, sgommo e se ne andò via.
< Oh cazzo, chiamo subito il 118> Urlò Gustav in preda al panico.
Io non stetti nemmeno a sentire, mettevo le mani su gli occhi < Non può essere vero, no.. non anche tu > ansimavo. 
Avevo perso mia madre solo qualche mese prima, ora non se ne poteva andare via anche lui, La mia ragione di vita.
Sentii le sirene avvicinarsi, Georg mi tranquillizzo < Dai Tom, calmati, è arrivata l’ambulanza, andrà tutto bene> Mi abbracciò. Gli piangevo sulla spalla e continuavo a ripetere < Bill.. non se ne può andare anche lui…>
Caricarono Bill sulla barella e lo portarono dentro l’auto – ambulanza. Salìì anche io. La macchina andava ad una velocità assurda con le sirene accese; io tenevo la mano di mio fratello, steso sul lettino senza sensi , respirava ancora. 
I Medici tentarono la rianimazione, ma niente. Io li guardavo con gli occhi stracolmi di lacrime, come fossero i mei eroi.
Arrivati all’ospedale portarono Bill in una sala per farsi qualche radio grafia , per vedere se aveva qualcosa di rotto, e anche una al cervello. Io rimasi nella sala d’aspetto insieme ad un’infermiera che cercava di calmarmi offrendomi una camomilla 
< Quindi lui è tua fratello gemello >
< Si…> risposi bevendo un sorso di camomilla
< e vostra madre? >
< Non c’è più, un tumore se l’è portata via qualche mese fa.. Bill non era ancora riuscito a farsene una ragione, Lui è tutto quello che mi rimane.>
< E non c’è nessuno a cui possiamo chiamare, per la custodia tua e di tuo fratello?>
< Siamo sotto la tutela della madre di un nostro amico, ora la chiamo subito>
Chiamai la mamma di Gustav e la feci parlare con l’infermiera. Non so cosa si dissero, non volevo nemmeno saperlo.
*******************************************************
Dopo mezz’ora d’attesa nella sala d’aspetto, l’infermiera mi portò da Bill
< Non si è ancora svegliato, ma gli stiamo per fare una cranio –scopia, per vedere se ha subito traumi al cervello.>
Arrivai nella stanza, c’ erano due dottori seduti davanti ad uno schermo, Bill era steso su un lettino, dentro ad una specie di tubo bianco.
< Bill…> sospirai.
La dottoressa si avvicino ai suoi colleghi, gli bisbiglio qualcosa, io rimasi a guardare mio fratello vestito di bianco steso su quel lettino.
Chissà se mamma vedrà tutto questo da lassù, o magari mamma è proprio lì, accanto a lui.
Mi mancava tanto mia madre, lei si che avrebbe saputo fare la cosa giusta, lei sapeva sempre qual’ era la cosa giusta da fare; come quando prese me e mio fratello, e ci fece scappare da mio padre, quello stronzo, la maltrattava sempre. Chissà se lui è stato avvisato della mostre della mamma?
 
Sullo schermo dei dottori apparve la foto del cranio di mio fratello, sembrava di essere in una puntata di Dtt. Hause.
 
< Bene piccolo, ora metteranno tuo fratello in una stanza, così portai dormire con lui>
Annuì.
Seguii l’infermiera e mi portò nei meandri dell’ospedale. Mentre passavo per i corridoi sentivo urla di dolore, provenire dalle altre sale, buttando un occhio dentro vidi bambini e bambini attaccati ad aflebo , chissà da quanto tempo, lamentandosi per il cibo disgustoso. Rabbrividì.
 
Arrivai nella stanza. C’ erani tre letti da un lato, e altri da un altro, Ma solo uno era occupato, e lì era steso mio fratello, tutto intubato. Respirava, lentamente. Avevo gli occhi pieni di lacrime.
< Per sta notte puoi dormire lì, su quella poltrona.>
Mi disse l’infermiera; ringraziai e mi sedetti sulla poltrona, guadando mio fratello. Era così tenero. 
 
Restai ore ed ore, a guardare il monitor che teneva conto dei battiti del cuore di Bill.. Non erano molto frequenti.
Pensai a tante cose: ‘ Dove erano Gustav e sua madre in quel momento?’ ‘Chissà cosa sognerà Bill’ ‘Magari è in paradiso.. con la mamma’ (a quest’ultimo pensiero lo invidiai, cosa darei per abbracciare mia madre) ‘se becco quel figlio di puttana che lo ha investito la faccio fuori’.
Mi addormentai, senza accorgermene. 
Mi risvegliai, guardai l’orologio appeso sul muro, erano le nove e mezza del mattino. Bill era come lo avevo lasciato: Respirava.
L’infermiera entrò con la colazione, per me:
< Buon Giorno Tom>
< Buon Giorno…>
< Tuo fratello è ancora in coma…. Dai, vedrai che si risveglierà>
< Lo spero..> Mi porse la colazione e se ne andò. A quest’ora aveva molto da fare. Bevvi il caffè, lentamente; non era un gran che. Avevo solo 14 anni. Avevo cominciato a berlo da quando morì mamma.
Il tempo sembrava non passare mai. Guardavo mio fratello, Il monitor, Pensieri su pensieri.
Nel pomeriggio passò la mamma di Gustav. Mi chiese come stavo, come stava lui
< Non so nulla. So solo che è in coma >
< Tranquillo , si riprenderà> Mi rispose.
Entrò il dottore, quello che aveva fatto la Cranio-Scopia a Bill la Notte precedente
< Ah signora, ha un momento? Le devo parlare.>
< certo vengo subito>
La signora si alzò e andò dal dottore, fuori dalla camera. Mi avvicinai alla porta e origliai.
 
< …Bè signora, la situazione è molto critica ….>
Mi venne un nodo in gola
< ..Con un trauma cranico del genere, non si sa se riuscirà a svegliarsi…>
T…T..trauma cranico?!
Oh cazzo.
Incominciai a piangere, silenziosamente.
Prima che la porta si aprii scattai sulla poltrona.
La mamma di Gustav entrò, con la faccia sconvolta
< Tom. Stai piangendo tesoro?>
< Emm.. si.. mi fa male vedere mio fratello così ..>
 
< Guarda che ti ho sentito che origliavi..>
< ah..> Mi interruppi.
Cercai di asciugarmi le lacrime
< Credi che ce la farà ? >
< Non lo so…> Sospirò. Lei è sempre molto sincera, dice sempre quello che pensa.
 
La signora Schafer Ritornò a casa, e io rimasi di nuovo sa solo, con Bill.
Continuai a Guardare il monitor.. ad un tratto vidi il battito Di Bill velocizzarsi.
La linea dei battiti diventò prima gialla, poi arancione e poi verde. Io incominciai ad ansimare. Bip Dopo Bip, Sempre più veloci, sempre più frequenti. Andai nel panico, non respiravo più, e il suo cuore continuava a pulsare sempre più veloce. Io urlavo < BILL CAZZOOOO> incominciai a piangere, urlare, provai un misto di emozioni assurde. I piccoli Bip diventarono uno solo, Bill aveva smesso di respirare. Mi avvicinai al cuore, niente, non batteva più. Lo scuotevo piangendo in preda la panico < BILL, NON PUOI ANDARTENE ANCHE TU, CAZZO BILL NON PUOI LASCIARMI…> .
 
Mi svegliai di colpo, respiravo affannosamente. Guardai l’orologio che avevo al polso, segnavano le 3.32 del mattino. Quando mi calmai e realizzai che era stato tutto un sogno gettai un’occhiata lampo al letto accanto..
Bill non c’era, Corsi in camera di mia madre, preoccupato.
Li vidi tutti e due. Distesi sul letto a dormire. Gettai un respiro di sollievo. 
 
Salìì sul letto e mi misi fra mia madre e Bill. E mi riaddormentai, con il sorriso sulle labbra.
  
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