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Autore: Keymon    04/04/2011    3 recensioni
Salve, è la prima storia che scrivo quindi qualsiasi commento o consiglio per migliorare il mio stile è bene accetto :)
Questo è solo il prologo della storia che vorrei scrivere ma spero che vi piaccia l'idea. Buona lettura!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Il Tallone dell’Antartide
 
Un jet Inglese sorvolava L’Antartide. In linea d’aria si trovava esattamente sul polo sud, a poche centinaia di metri di altezza. All’aperto la temperatura toccava i 30 gradi sottozero. Dentro il jet si avvicinava ai 5. Il pilota, Un uomo giovane ed esperto, sentiva che c’era qualcosa che non andava. Prima di decidersi a chiamare la base, osservò il deserto ghiacciato sottostante per qualche secondo. Poi chiamò. In quel preciso istante, il vento cominciò a diventare più veloce. Sul monitor si accese una spia rossa: Si era congelato il motore dell’ala destra. Il pilota gridò con tutto il fiato che aveva in gola. La forza di gravità lo portava sempre più vicino al suolo.  Con tutto se stesso sperò che gli si rispondesse, ma era consapevole di non avere più alcuna speranza. Pensò a sua moglie e ai suoi due figli, uno dei quali appena nato. Si ricordò improvvisamente di poter espellere il sedile dal veicolo e la speranza di rivedere i suoi cari si fece spazio tra gli altri pensieri. Azionò una leva e si illuminò uno dei numerosi pulsanti sul cruscotto. Sapeva bene che, pigiandolo, avrebbe attivato un meccanismo che lo avrebbe scaraventato con il suo sedile fuori dal jet. Premette il pulsante un istante prima dell’impatto con il suolo e il meccanismo si azionò, scagliandolo all’aria aperta. Un urlo di gioia e stupore si liberò dalla bocca del pilota. Poi si rese conto dell’errore che aveva fatto. L’aereo esplose a poco più di 5 metri di distanza, ferendolo gravemente ad una gamba e gettandolo 100 metri più avanti. Dopo numerose capriole, Il pilota si trovò supino, stanco e con una ferita molto grave al ginocchio. Seppe di non potercela fare. La terra tremò sotto di lui mentre esalava il suo ultimo respiro.
 
Qualche giorno dopo, Giunsero nel luogo dell’accaduto due esploratori. Trovarono il cadavere del pilota, disteso in un misto di neve e sangue e con gli occhi fissi nel vuoto. Ma questo non li stupì. Ciò che li colse di sorpresa fu che le loro mappe e la bussola segnava che si trovavano al polo sud. Invece davanti a loro c’era il mare. Non notarono l’iceberg che si allontanava galleggiando. Ai loro occhi sembrava piccolo, perciò caricarono il cadavere sulla slitta e si diressero nella direzione da cui erano venuti, verso un accampamento poco lontano. Nessuno sapeva che l’aereo si era andato a sfracellare l’esatto polo sud, il tallone d’Achille dell’Antartide, separando un terzo della sua massa dalla terraferma. E nessuno sapeva che un Gigantesco iceberg dalla superficie di 4 milioni di metri quadri e spesso 1200m si stava avviando, lento ma inostacolabile, verso il sud Africa.
 
 
 
  
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