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Autore: Fabi_    04/04/2011    2 recensioni
Qualcosa l’aveva costretto a vedere, voleva essere sicuro che le cose fossero rimaste com’erano: perse. Forse si aspettava che l’avrebbero accolto a braccia aperte, che sua madre sarebbe stata felice di vedere arrivare il suo amato figlio, sangue del suo sangue.
Una song fic sulle note di Honor Thy Father, dei Dream Theater.
Partecipante al contest 'Characters Songs', di Only
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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∙Nick Autore: Fabi_ 
∙Titolo: L’inevitabilità di un addio
∙Personaggi scelti: Sirius Black, Walburga Black, Regulus Black
∙Canzoni scelte: Honor Thy Father, Dream Theater, dall’album Train of Thought (2003)
http://www.youtube.com/watch?v=mA6Jf4pRmp8
∙Genere: Generale, introspettivo
∙Rating : verde
∙Avvertimenti: one shot, song fic.
∙Introduzione: Qualcosa l’aveva costretto a vedere, voleva essere sicuro che le cose fossero rimaste com’erano: perse. Forse si aspettava che l’avrebbero accolto a braccia aperte, che sua madre sarebbe stata felice di vedere arrivare il suo amato figlio, sangue del suo sangue.
∙NdA: Ho usato il termine Sanguesporco anziché Mezzosangue. La canzone che ho scelto è Honor Thy Father (Dream Theater). Il riferimento in particolare è alle parti che ho riportato all’inizio della storia. Non ho inserito la traduzione perché era davvero pietosa e non ho avuto tempo di riscriverla. Ho considerato il riferimento all’albero genealogico, in questo caso è Sirius a vedere la madre come la radice sbagliata dell’albero e chiaramente ho preso anche i riferimenti al fatto che ‘blood is thicker than water’, il sangue è più denso, più importante dell’acqua, e da ‘were always threatened by some invisible blood line that only you could see’, eri minacciato da invisibili linee di sangue che solo tu potevi vedere. ‘It's so easy to run away with nothing in tow’, è così facile andare via quando non c’è niente da portare con sé.  ‘Never in my life have I seen someone So ignorant to the damage he has done // You're the rotted root in the family tree’, nella mia vita non ho mai visto qualcuno così stupido da non capire il danno che ha fatto. Sei la radice marcia nell’albero genealogico. 

 

 

 


 

 

L’inevitabilità di un Addio 

 

We're taught unconditional love
That blood is thicker than water
That a parent's world would revolve
Always around their son or their daughter

 

Non passava davanti a quella casa da mesi.

Qualcosa l’aveva costretto a vedere, voleva essere sicuro che le cose fossero rimaste com’erano: perse.

Forse si aspettava che l’avrebbero accolto a braccia aperte, che sua madre sarebbe stata felice di vedere arrivare il suo amato figlio, sangue del suo sangue.

In realtà sapeva benissimo che era finita. Non c’era speranza.

Probabilmente, Walburga aveva già bruciato il ritratto di suo figlio, del rinnegato Grifondoro che fraternizzava coi Sanguesporco, nell’albero genealogico di famiglia.

 

You pretended I was your own
And even believed that you loved me
But were always threatened by some
Invisible blood line that only you could see

 

“Sirius, tieni alto il nostro nome”, gli aveva detto orgogliosa la madre il giorno della sua partenza da Hogwarts.

Non gli aveva detto: ‘Scrivimi’, o ‘Stammi bene’, non rientrava nelle priorità di famiglia.

 

In quel momento, di fronte al numero dodici di Grimmauld Place, aveva con sé una valigia. Perché l’aveva portata?

Non sarebbe potuto tornare a casa, non senza negare tutto, incolparsi per la sua stupidità e pregare il Cappello Parlante di rimediare al suo errore e di smistarlo a Serpeverde.

 

***

 

Nessuno era andato a prenderlo alla stazione. La lettera che aveva da poco ricevuto era chiara come la neve che continuava a cadere.

 

Arrangiati a venire a casa, sei abbastanza grande, puoi sempre chiedere un passaggio a quelli.

                                                                   Walburga.

 

Si era firmata con il solo nome, era questo il suo modo di essere informale.

Non c’erano domande.

James aveva riso della lettera, non si era tirato indietro di fronte alla richiesta silenziosa dell’amico. ‘Sei il benvenuto a casa mia’. 

Sirius avrebbe solo desiderato un po’ di calore in più, ma sapeva che era chiedere troppo, era impossibile che i Black dimostrassero comprensione.

Da quando era finito a Grifondoro, la casa più disonorevole per un Black, non aveva ricevuto lettere dalla madre, solo una, nella quale lo esortava a chiedere di ripetere lo Smistamento. Sicuramente c’era stato un errore, a detta di lei.

Lui invece era contento, ma questo non contava per nessuno.

Era dal lato sbagliato del fossato ma non si sarebbe abbassato a inchinarsi; non avrebbe giurato fedeltà al re solo per fare abbassare il ponte.

 

Ricordava come Regulus l’avesse accolto con gioia.

Sirius se la prendeva con lui senza motivo.

Solo adesso cominciava a capire. Non gli piaceva andare in collera con il fratello, ma era troppo arrabbiato per non farlo, troppo difficile prendersela con la madre, troppo definitivo secondo le leggi del loro mondo.

Non era il mondo. Erano i Black.

I Potter l’avevano fatto sentire parte della famiglia da subito. Per questo la sua vecchia casa, fredda e scura, non gli era mancata molto.

On and on and on and on it goes
It's so easy to run away with nothing in tow

 

***

 

La rabbia, sembrava che lo attendesse di fronte all’uscio di casa Black, non era più la sua, mura fredde oltre le quali non aveva vissuto un decimo del calore che poteva sentire ogni giorno a casa di James.

Si sentiva adottato, ora aveva davvero un posto caldo, dove erano felici di vederlo, ma forse aveva bisogno di essere sicuro che la sua famiglia fosse persa per sempre, prima di abbandonarsi totalmente all’affetto dei Potter.

 

Notò Regulus che lo guardava dalla porta socchiusa, incerto se proseguire o no. Lo vide deglutire e sorridere timidamente, poi aprì la porta e camminò verso Sirius.

“Regulus, entra, non senti che fa freddo?” Avrebbe dovuto almeno salutarlo, ma non ci era riuscito.

“Ciao Sirius”, disse Regulus, con un sorriso sincero. Lui rispose con un cenno, in fin dei conti, però, era felice di vedere il fratello. Regulus si aspettava altro, ma non successe. Allora si ricompose, in tono freddo gli disse: “La mamma vuole vederti”.

“Dille che esca”.

“Non vuole, vi vedrebbero. Devi entrare tu”, ancora si domandava per quale motivo vivessero in un quartiere Babbano, nonostante l’odio che nutrivano per loro.

Walburga si avvicinò alla porta, fredda e austera: “Entra”.

Un ordine, come sempre. Sirius sospirò, incerto, alla fine decise di entrare, voleva sentire quello che aveva da dirgli.

La seguì lungo il corridoio, arrivarono in fretta allo studio, senza rivolgersi la parola.

“Siedi”, gli disse. Lui tolse la giacca, che fu prontamente presa da un Kreacher poco contento di vederlo, ma comunque efficiente.

“Sirius, sono molto delusa”.

Un attimo di teatrale silenzio, durante il quale gli occhi colmi di rabbia dei due lampeggiarono.

“Anch’io. Vi credevo migliori”.

Una risata: “Noi non dobbiamo dimostrare nulla, sei tu, semmai, che te ne sei andato da codardo”.

 

Expecting everyone to bow and kiss your feet
Don't you see respect is not a one way street

 

Anche Sirius rise, una risata allegra, rilassata.

La risata di chi sa di non avere più niente da perdere, né da guadagnare: “E non mi pento, ho scelto di farlo”.

“Allora vattene. Se credi che un Mago imparentato coi Sanguesporco, un Licantropo e un inutile reietto possano darti più di noi, significa che non abbiamo più nulla da dirci. Cosa otterrai da loro?”

A quel punto la rabbia minacciava di prendere il sopravvento sulla ragione.

Avrebbe voluto dirle che loro erano la sua famiglia, che la purezza del sangue significava davvero poco, una stupida fandonia utilizzata per mantenere privilegi insensati, per conservare il potere nelle mani di pochi stupidi Maghi. Che lei e Regulus erano due idioti senza personalità.

Che avrebbe cambiato il suo cognome con qualunque altro.

Che non voleva denaro o potere.

Che quella non era la sua casa, loro non erano la sua famiglia.

 

Perché dirlo? Sarebbe cambiato qualcosa?

Non lo fece.

Si limitò ad andarsene ridendo.

Forse in effetti, sentì il gelo della nostalgia farsi strada nel suo cuore, quando vide gli occhi tristi di suo fratello, che non avrebbe pianto. Era un vero Black.

Forse, un po’, gli sarebbe mancato.

 

Walburga lo osservò allontanarsi sulla strada. Scosse la testa: “Fortuna che mi è rimasto un figlio. Kreacher, dobbiamo ritoccare l’albero genealogico, avremmo dovuto farlo prima”.

“Sì, mia signora”.

 

Never in my life have I seen someone
So ignorant to the damage he has done
You're the rotted root in the family tree
 

 

Fu in quella fredda giornata d’inverno, che il volto di Sirius Black divenne una macchia nera nell’arazzo di famiglia. In quella giornata molte persone misero una pietra sopra al passato, preparandosi a ricominciare.

Regulus sentiva la mancanza del fratello, avrebbe voluto condividere con lui le sue scoperte, sperava che, in futuro, si sarebbero rivisti, ma non voleva perdere sua madre.

Non era la prima volta che Walburga viveva una situazione del genere. Nessuno è indispensabile, certo, le dispiaceva aver perso un figlio, ma era meglio così. L’erba cattiva va estirpata prima che si moltiplichi. Lo faceva per se stessa e per l’altro figlio.

Sirius non era solo. I Malandrini, i Potter erano la sua famiglia. Avrebbe fatto a meno di quei Purosangue disumani.

James era felice. Aveva finalmente un vero fratello.

 

***

 

Qualche anno dopo, quando si seppe che suo figlio aveva ucciso i Potter e tutti quei Babbani, Walburga pensò che forse, in fondo, il merito fosse suo.

La sua educazione, infine, aveva dato i tanto sperati frutti.

 

 



 

• Grammatica e forma: 14.9/15 
• Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 
• Originalità della trama: 18/20 
• Attinenza alle canzoni scelte: 10/10 
• Gradimento personale: 5/5 
Totale: 57.9/60. 
Bonus: +5 

Commento: la grammatica e la forma sono pressoché perfette. La penalizzazione minima è dovuta a due virgole che a mio parere sarebbero dovute essere almeno punti e virgola, che lasciano fluire troppo velocemente la frase. 
Sirius è estremamente IC, così come Walburga e Regulus. È semplice immedesimarsi in loro, carpire i loro pensieri. L’accenno all’affetto che Regulus nutre nei confronti del maggiore dà una tenerezza inaspettata alla storia che, vista anche la canzone scelta, rimane comunque abbastanza “cruda” e dura. Molto ben caratterizzati, tutti, complimenti. 
Di per sé la trama non è particolarmente originale – la fuga di Sirius è abbastanza utilizzata nelle fan fiction – ma il modo in cui hai caratterizzato i personaggi (in particolare Regulus) e la tenerezza e affetto che trasudano in alcuni passaggi hanno fatto sì che il punteggio aumentasse. 
La canzone è, oltre che perfetta per il contesto, estremamente intrecciata con la storia; le battute riportate servono solamente a rendere più immediata l’associazione testo-storia. Molto, molto bene. 
Inutile dire che ho adorato questa fic. In particolare mi sono piaciute molto le frasi finali e quella parte, già citata, in cui emerge l’affetto di Regulus per il fratello e viceversa; l’ultima parte è molto “ad effetto”. Quella che riguarda il minore è estremamente tenera; l’ho adorata! Complimenti!

   
 
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