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Autore: JohnnyMignotta    04/04/2011    3 recensioni
L'Ottavo Hokage, Naruto Uzumaki, ha dei passatempi davvero poco diffusi ma che fanno capire al suo popolo ed ai suoi collaboratori quanto tenga alla Volontà del Fuoco ed alla sua trasmissione ai bambini del villaggio.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Salve! :3 Ho scritto questa storia mentre ero nel bel mezzo dei problemi che mi stava (e mi sta ancora ò_ò) dando il quarto capitolo di Nani ka tondemonai. Mi è successo che, leggendo Settantenni alla riscossa! della mia amica ilarione, l'ispirazione mi abbia colta alla sprovvista ed abbia dovuto dovuto metter mano a questo piccolo capolavoro. Quindi: grazie mille ilarione! Senza di te non avrei mai sviluppato quest'idea! Per chi non l'avesse capito, sì, siamo nella Konoha di Naruto, che è l'Ottavo Hokage, giocherellone e un po' testa di cazzo come sempre.
Prima di lasciarvi alla lettura, voglio avvisare che c'è qualche spoiler qua e là, anche se niente di preoccupante. Devo comunque intimare a chiunque non sappia ancora chi siano Sesto e Settimo Hokage di interrompere qui la lettura di questa storia.
Capirete leggendo che non c'era titolo che fosse più azzeccato di questo. Mi raccomando: fatemi avere recensioni, commenti e quant'altro! A presto (soprattutto per il prossimo capitolo di Nani ka Tondemonai)! :3

Gli eredi della volontà del fuoco

"Hokage-sama!", sbraita Nara Shikamaru, spalancando la porta dell'ufficio dell'Hokage con un calcio, poi interrompendosi e guardandosi intorno come interdetto, "ah, capitano Uchiha, dov'è Naruto?".
"Sicuramente da qualche parte a combinare guai. Posso aiutarti?", chiede Sasuke con un'espressione un po' dura ma protettiva dalla scrivania dell'Hokage, tutto intento a riordinare una pila di documenti che Naruto deve aver sparpagliato senza un briciolo di delicatezza.
"Dannazione!", lo maledice Shikamaru. Poi apre una tasca del suo giubbotto verde ed estrae un pacchetto di sigarette, ne sceglie una e la accende. Aspira lentamente, come stesse facendo qualcosa di sacro.
Sasuke impila dieci centimetri di documenti, si assicura che siano sistemati a modino e fa un gesto con la mano come si stesse asciugando del sudore sulla fronte. Il tempo l'ha reso un uomo preciso, ordinato, compito e serio. Ha quasi venticinque anni, ma è bello e giovane come quando ne aveva sedici. È tornato a casa da quasi cinque anni, ha vissuto con Uzumaki Naruto per tutto questo tempo ed insieme sono diventati prima Chunin e poi Jonin e sono stati assegnati loro dei Genin (Hyuga Hirobumi, Hyuga Hirofumi e Sarutobi Junichi, i tre eredi degli Hyuga, a Sasuke e Sarutobi Asuma II, Rock Dean e Sabaku no Nara Shikari, la primogenita di Shikamaru nonché nipote del Quinto Kazekage, a Naruto) e, quando Kakashi-sensei ha lasciato il posto di Hokage al suo erede, è stato nominato capitano delle guardie dell'Hokage. Dalla sua posizione, Uchiha Sasuke è mutato da ricercato numero uno dei criminali della regione a degno erede della Volontà del Fuoco. Come guardia del corpo e braccio destro dell'Hokage, ha messo al servizio della comunità la sua stessa vita. Shikamaru non riesce a non ammirarlo.
"Andiamolo a cercare", propone Sasuke, "ci sono due o tre posti in cui potrebbe essere".

Nara Shikamaru e Uchiha Sasuke camminano con passo svelto verso un punto della città posto a due passi dall'appartamento in cui Naruto, l'Ottavo Hokage, aveva trascorso la sua infanzia.
"Naruto viene a fare il nostalgico tontolone nella sua vecchia casa anzicché occuparsi delle sue mansioni? Ho votato a favore di un bell'Hokage davvero in consiglio!".
"Il migliore, Shikamaru, il migliore!", acconsente Sasuke, senza cogliere l'ironia, "viene qui, sul punto più alto del villaggio, con Sarutobi Konohamaru per mostrargli tutto dall'alto e fargli sentire il senso di appartenenza. Non ho mai conosciuto qualcuno più attaccato a Konoha di Naruto. Lui, anche quando tutto ciò di cui gli importava era riportare me a casa," e qui Shikamaru per poco non si strozza con la saliva, "ha rischiato la vita ogni giorno per proteggere questo posto ed i suoi abitanti. È l'Hokage migliore della storia di Konoha, è Volontà del Fuoco allo stato puro".
Ma Naruto non si trova sulla torre con Konohamaru. Il capitano Uchiha solleva le spalle, dà una stretta al cordone arancione con il quale tiene chiusa la parte superiore del kimono, volta le spalle e si allontana. Shikamaru lo segue a ruota, scuotendo la testa e ripensando alle sue parole.
Pochi minuti dopo si ritrovano da Ichiraku.
"Buongiorno, capitano Sasuke! Shikamaru-sama!", sorride l'ormai decrepito cuoco preferito di Naruto dall'alto sei suoi quasi ottant'anni.
"Buongiorno a lei, vecchio. Ha visto l'Hokage-sama?", chiede Sasuke, sorridendo cortesemente tra gli sguardi di rimprovero di Shikamaru.
"Non è passato ancora oggi, Sasuke-sensei", risponde il nipote di Ichiraku, Chunin esperto in genjutsu e membro del team di Haruno Sakura, "ma ho già preparato gli ingredienti per il vostro pranzo: dieci minuti e dovrebbe essere tutto pronto".
"No, grazie, ragazzo", risponde Sasuke, stringendosi ancora di più la fascia arancione intorno alla vita, "ma, se vedi lui o una delle sue fastidiose copie, digli che Shikamaru ed io lo stiamo cercando".
Shikamaru guarda Sasuke dritto negli occhi mentre si allontanano. Capisce immediatamente dove si stanno dirigendo.
"No, maledizione!", sbraita con un'espressione esasperata, "ancora lì?".
"Evidentemente", sospira Sasuke, stremato. E si dirigono verso l'Accademia.

Intanto all'Accademia Uzumaki Naruto, l'Ottavo Hokage del villaggio nascosto della Foglia, sta giocando a nascondino coi bambini. E si sta divertendo non poco.
"Trentuno Peach! Henge cestino della frutta sotto l'albero! Ed anche trentuno Yamato Junior che è l'albero!".
"Hokage-sama! Ma come fa?", si lamentano i bambini, impressionati dalle capacità del loro beniamino, l'Hokage. Naruto non smette un attimo di compiacersi dell'acume, della tenacia e della vitalità di quei bambini che sarebbero stati un giorno gli eredi della Volontà del Fuoco. Ama andare in Accademia a parlare e giocare coi bambini proprio per scoprire chi prenderà il posto del suo Sasuke come capo delle guardie dell'Hokage, chi quello di Sakura come ninja medico capo e responsabile dell'ospedale di Konoha, chi quello di Shikamaru come ambasciatore e chi quello di Rock Lee come maestro all'Accademia. C'è di positivo che Iruka-sensei, il direttore dell'Accademia, adora vedere Naruto tornare e giocare con i ragazzini. Anche con il suo mantello bianco e rosso da Hokage e con la sua pettinatura così simile a quella del Quarto, Naruto è lo stesso di quando frequentava l'Accademia. Hatake Kakashi, Settimo Hokage e maestro di Naruto, deve essere fiero dell'uomo che il suo allievo è diventato.
"Hokage-sama!", dice una bambina, la terza figlia di Sabaku no Temari e Nara Shikamaru, "ci racconta di quella volta che ha salvato il capitano Uchiha?".
"No! No!", protesta un'altra bambina, "ci racconti di quando il capitano è andato via da Konoha e l'Hokage-sama, papà, zio Neji e Shikamaru-sensei siete partiti per cercarlo, bau!".
"Hokage-sama, perché non ci racconta di quando ha inventato il Rasen Shuriken?", chiede qualcun altro, "o di quando ha sconfitto Orochimaru?".
"Ma no, scemo", lo corregge il ragazzino meglio informato, "il capitano Sasuke ha ucciso Orochimaru!".
Naruto scuote la testa e si siede a gambe incrociate sul prato. Man mano che comincia a raccontare sempre più bambini abbandonano i loro nascondigli e si avvicinano al loro Hokage, sedendosi in cerchio. L'Hokage prende fiato e comincia a raccontare.
Proprio in quell'istante arrivano Sasuke e Shikamaru. Guardano Naruto seduto in mezzo a tutti quei bambini, sorridono e si avvicinano.
"Allora, Naruto, qual è la storia di oggi?", chiede Sasuke riparandosi gli occhi dal sole con il palmo di una mano.
"Hokage-sama per te, baka!", sorride Naruto e si rivolge ai bambini, "lo vedete questo rincoglionito col tatuaggio sul collo? Bene! Non vi fidate di lui: non rispetta l'Hokage!".
Tutti i bambini scoppiano a ridere e si avvicinarono a Sasuke per abbracciargli le gambe. Sasuke prene in braccio la bambina con gli occhi più scuri e le dà un bacino sulla guancia, poi si siede in cerchio con gli altri e fa un po' di spazio a Shikamaru.
"Dannazione", dice quello, "che rottura".
E l'Hokage comincia la storia.

"Come sapete, bambini, ogni Hokage della storia del nostro villaggio ha un'abilità, un tratto caratteriale o una parte della storia della propria vita che lo contraddistingue. Il Primo Hokage era in grado di padroneggiare l'arte del legno; il Secondo, suo fratello, è stato un leader carismatico e passionale; il Terzo ha sacrificato la sua stessa vita per salvarci da Orochimaru ed il Quarto, mio padre, era chiamato Lampo Giallo per la sua incredibile velocità e forza distruttiva, mentre il nostro adorato Quinto è stato il più grande kunoichi medico della storia di Konoha. Il Sesto, come sapete, ha portato Konoha verso un'epoca molto buia, ma viene comunque ricordato per essere stato il fondatore della Radice, un'antica istituzione del nostro villaggio. Ma veniamo al nostro Settimo. Lo conoscete tutti, vero, bambini? Sì, esatto. Bravi. Hatake Kakashi, sì, da qualcuno conosciuto come il figlio di Shiroi Kiba, Zanna Bianca. Tutti voi lo conoscete perché quando siete nati era ancora Hokage, poi ho ereditato io la carica e la Volontà del Fuoco che qualcuno erediterà ancora dopo da me. Qualcuno di voi sa perché ha scelto proprio me? Nessuno? No, Sasuke, non perché l'ho sedotto con il Sexy no Jutsu, non dire queste cose davanti ai bambini. No, Shikamaru, non perché aveva paura che lo uccidessi. Ho detto ai bambini se qualcuno sapesse perché ha scelto proprio a me, grazie. Va bene, va bene, ve lo dico io. Il Settimo Hokage ha scelto me perché a dispetto della sua caratteristica, ossia che nessuno ha mai visto la parte inferiore della sua faccia, io ci sono riuscito, 'tebayo! E questa è la storia che vi racconterò quest'oggi".

Uzumaki Naruto, Haruno Sakura ed Uchiha Sasuke erano i membri del Team 7, la squadra che aveva a capo Hatake Kakashi, quello che un giorno sarebbe diventato il Settimo Hokage. Lavoravano con lui da moltissimo tempo e le avevano provate davvero tutte per riuscire a vedere la sua faccia per intero. Avevano addirittura chiesto informazioni a coloro i quali lo avessero incontrato da bambino o mentre si lavava o in qualsiasi altro frangente nel quale sarebbe stato possibile vederlo senza la sua dannata maschera, ma niente. Era come se Kakashi -sensei non avesse propriamente una faccia, ma solo quei suoi occhi un po' strabici e la forma di un naso e di una bocca. Una volta, persino, si era addirittura deciso a mostrare cosa ci fosse lì sotto ma, con estrema sorpresa e costernazione del Team 7, sotto la maschera c'era un'altra maschera. Così, a poco a poco, con l'avanzare di problemi più ingenti e faccende più preoccupanti all'interno delle loro vite, Sasuke, Sakura e Naruto avevano smesso di spiarlo, tentare di spogliarlo durante gli allenamenti e di ucciderlo per vedere la sua bocca. Qualche mese prima che Sasuke lasciasse Konoha la faccenda era diventata di importanza marginale e sia Sasuke e Naruto che Sakura avevano smesso di pensarci. Quando anche Naruto lasciò il villaggio per partire con Jiraya ed anche quando tornò, tutto rimase com'era e né a Naruto, né a Sakura o ad altri venne in mente di ri-aprire la questione sulla faccia di Kakashi-sensei. ll problema riemerse precisamente quando al team si aggiunsero due nuovi membri: Sai e Yamato.
La prima avvisaglia di ri-apertura del file arrivò quando Sai vide per la prima volta Kakashi. Si accostò all'orecchio di Sakura dalla quale aveva appena preso un pugno e, con la sua solita espressione assente e neutra, disse qualcosa come, "quando si toglie quella benda dal viso? Non riesco a capire cosa sta pensando se non vedo le espressioni della sua bocca, c'è scritto in questo libro!".
"Basta con questi dannati libri!", lo ammonì Sakura, ma qualcosa era scattato nella sua testa. Lo disse a Naruto e risero insieme per una sera insieme a del sake rubato a Tsunade no Baa- chan, ma la faccenda venne accantonata nuovamente qualche giorno dopo, passando definitivamente nel dimenticatoio fino al giorno fatidico in cui, grazie a qualche strana coincidenza astrale, Naruto vide la faccia di Kakashi-sensei.
Il capitano Yamato era entrato nel Team di Kakashi prima come sostituto e poi come guardia del corpo di Naruto a causa delle sue abilità innate ma, se c'era una cosa che faceva sì che Naruto obbedisse senza storie a ciò che Yamato gli diceva, quella era la sua espressione del viso. Yamato riusciva solo abbassando gli angoli della bocca, sollevando le sopracciglia o strizzando gli occhi a provocare terrore puro in Naruto. Questo, in qualche modo, colpì Kakashi. Se ne era accorto durante il duro allenamento di Naruto per inventare il Rasen Shuriken: Naruto avrebbe sempre ascoltato e temuto Yamato solo ed esclusivamente grazie alla sua faccia che all'occorrenza poteva incutere terrore.
"Tenzou, voglio dire: Yamato", gli chiese, "come fai a fare quelle cose?".
"Quali cose, Kakashi-senpai?", tentò di capire Yamato, sorridendo in modo pacifico e tutt'altro che terrificante.
"Come fai a tenere a bada Naruto?".
"Te l'ho detto, Kakashi, è un'abilità innata che ho ereditato dal DNA del Primo: non è una cosa che posso insegnarti". Scosse la testa e sorrise benevolo. Ma non era questo che Kakashi voleva sapere.
"No!", protestò Kakashi, "mi riferisco a quelle facce, quelle espressioni che fai! Come fai a spaventarlo in quel modo?".
Qualche giorno dopo Naruto stava tentando di spezzare la cascata, un allenamento per padroneggiare il suo chakra del vento, facendo stendere in orizzontale i suoi Kage Bunshin contro la cascata e Kakashi era costernato dall'evidente, innegabile stupidità di questa trovata. E pensò, allora, di usare l'ultima tecnica che aveva appreso per punire la sconsideratezza del suo allievo. Con lo Sharingan individuò il vero Naruto, fece un salto e lo ragginunse. Si abbassò lentamente la maschera.
Naruto scoppiò in una risata tanto fragorosa da far sparire tutti i Kage Bunshin, si piegò al suolo e prese a tempestarlo di pugni e calci e per poco non si strozzava tanto rideva, si fece rosso in faccia e stava per cadere dall'impalcatura di legno.
Yamato, dal basso, scosse la testa. Poteva anche morirne.

"Così Kakashi-sensei semplicemente mi pregò di non rivelare a nessuno come sia la sua faccia ed ancora oggi non l'ho ancora descritta a nessuno. I meglio informati sanno solo che ho riso molto e che per qualche tempo non sono stato capace di incontrarlo senza deriderlo, ma poi mi sono semplicemente calmato ed ho smesso di pensarci. Però, come sapete, resto sempre e comunque l'unica persona vivente ad aver visto la faccia del Settimo Hokage e, a detta di qualcuno, deve essere stata questa mia costanza nel tenere al sicuro un segreto tanto insignificante ai miei occhi, ma sacro agli occhi di un altro a convincere Kakashi-sensei a propormi al consiglio come Ottavo Hokage del Villaggio della Foglia", conclude Naruto.
Le espressioni sui visini dei bambini sono assorte, i loro cuoricini battono all'unisono e le loro guance piene si sono fatte rosse. È stata una storia avvincente. Solo Shikamaru e Sasuke stanno ridendo come se Naruto avesse appena raccontato una barzelletta.
"Che c'è da ridere, deficienti?", chiede Naruto, guardandoli con un'espressione tutt'altro che pacifica.
"Hokage-sama", tenta di dire Sasuke, soffocando però le parole nelle risate irrefrenabili, "questa storia è la prova di quanto sia tu che Kakashi-sensei siate dei completi idioti!".
"Spettacolare! La devo raccontare a tutti!", conferma Shikamaru.
L'Ottavo Hokage tira un sospiro e guarda tutti i bambini dai quali si congeda ricordando loro cosa sia la Volontà del Fuoco, cosa voglia dire appartenere al proprio villaggio ed amare la propria gente. I bambini adorano Naruto; c'è anche un team di ragazzine che costringe i maschietti della classe a pettinarsi ed a comportarsi come il capitano Sasuke, ma comunque l'idolo delle masse è l'Hokage: un uomo forte, carismatico ed allegro che sa come trattare coi bambini. Perché, infondo, è rimasto un po' bambino.
Così Naruto trascina Shikamaru e Sasuke via dall'Accademia fino all'ufficio dell'Hokage, si siede alla sua scrivania e lascia che il capitano delle sue guardie ed il suo ambasciatore lo prendano un po' in giro. Infondo è quello che ama di più dell'essere Hokage: essere stato, in passato, null'altro che un ragazzino che desiderava con tutto se stesso diventare Hokage. Null'altro che un erede della Volontà del Fuoco.
   
 
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