Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Shee    28/01/2006    9 recensioni
"Voglio ricordare i tuoi occhi, voglio guardarli ancora. Ancora una volta"
Songfic: Abbracciami - Nek
Genere: Romantico, Triste, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di tutto ci tengo a ringraziare tanto harrydipendente per le sue belle recensioni e le buona volontà di leggere le mie assurde e orribili storie, grazie XD
Ora vi lascio a questa piccola cosina… che a dirla tutta l’avevo scritta per il concorso del sito “what if” ma poi ho cambiato idea più o meno all’inizio, infatti non è molto what if...anzi…

 

*** 

 

Davanti a lei, quella notte magica, quella notte molto strana, quella notte che nulla aveva di tranquillo. Quella notte che poteva essere considerata la fine, ma anche l’inizio, dipende dai punti di vista, dipende da quello che sarebbe successo, di lì a poco …dipende tutto…da quello che sarebbe successo. Alcuni poderosi schianti dall’interno del castello, accompagnato da brividi di paura. Lacune persone che correndo all’impazzata, inciampando, cadendo ma anche rialzandosi aiutati da alcuni compagni che corrono fuori, nella vaga nebbiolina tetra.

I suoi occhi che cercavano i miei, per tutta la sera, anche per più. Da sempre in un certo senso. Lui cercava il mio sguardo per sicurezza. Io sapevo sempre cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Questa volta non gli fui di aiuto. Le sue mani stretta saldamente alle mie spalle, scaldandole nonostante il freddo che sentivo nel resto del corpo. Le gambe leggermente piegate per guardarmi negli occhi diritto. Vedevo quella luce verde ardere nuova. Nuova e determinata. Mentre la luce nei miei occhi faticava a restare in vita, sostenuta solo dalla fiamma verde che avevo di fronte. Lo vedevo cercare di sorridere ma non farcela, lo osservavo mentre cercava di non far cadere delle lacrime amare e di paura, rabbia e chissà cos’altro. Lui osservava i miei occhi mentre io invece avevo perso di già la lotta contro le lacrime, che pian piano si facevano strada sulla pelle ancora asciutta, per lasciarsi dietro una scia salata e dolce. Lui aprì la sua bocca trattenendo un piccolo gemito strozzato che proveniva dal fondo della gola, prima di parlare con una voce un po’ roca.

 

I miei giorni spesi con te
Non c'è stata un'ora inutile
Sono tutti vivi dentro me
Stanotte


Mi mordo il labbro inferiore, cercando qualcosa da dire, ma le parole non vogliono uscire, troppo spaventate per intraprendere quel viaggio. Sento che non ci sarà più una sera come questa, sento che non avrò più l’occasione. Sento che sarà l’ultima. Ma non ce la faccio. Mi limito a guardarlo negli occhi, sperando che capisca quello che non riesco a dirgli a parole. Riesco a dire un minuscolo “Harry…”tu abbozzi un piccolo sorrisino incerto, mi sfiori i capelli sulla fronte, scomposti per la fuga dal castello invaso dai mangiamorte. Sbatto le palpebre per cercare di arginare il bruciore che c’è sopra le pupille, ma non cambia nulla. Tirò su con il naso come un bambina piccola e lui sorride ancora di più, guardandomi con tenerezza. Con due dita piegate mi sfiora il dorso della guancia leggermente umida, in qualche tratto. Io prendo quella mano gentile con un singhiozzo soffocato, dovevo sembrare una scema, lì davanti a lui a piangere mentre lui aveva soltanto bisogno di aiuto, dovevo essere orribile. Dovevo avere un aspetto preoccupante per lui, che si tormentava più per me che per lui, che era pieno di graffi ovunque, sotto la veste strappata. Delle urla strazianti venire dal piano superiore, accompagnati da degli echi di pianti ma anche di corse verso l’uscita. Ancora una volta parlasti con voce tremante ridendo appena, nervoso ma con aria di urgenza nella voce calda.


E tu sei più bella che mai
Come un'onda sull'oceano
Se potessi chiederei mille secoli di te
Di noi


Io mi accorgo che sto trattenendo il respiro, se prima non riuscivo a parlare ora ero destinata a morire di soffocamento, ogni parte del mio corpo è immobile a quelle parole rivolte a me. Solo a me. Mi sento ancora più stupida a non fare niente dopo che tu hai detto una cosa del genere. Riesco a balbettare ancora il tuo nome, nient’altro. Non so come, oramai sembra l’unica parola possibile da esistere. Ora mi sembra la più bella a segreta. Quella parola che fino a poco tempo fa per me rappresentava solo un amico, che per me non era più solo questo. La persona più importante della mia vita, davanti a me, forse per l’ultima volta e io non facevo altro che ripetere il suo nome. Una cosa crudelmente comica, quasi. Non, non c’è niente di comico, almeno per me, questo è il ricordo più bello che io abbia di lui, ma così brutto allo stesso tempo. Mi fa sorridere tra le lacrime. Come facevo quella volta davanti a lui, con gli occhi persi nei suoi, come feci per molto altro tempo ancora dopo…. Anche ora. Se solo ci penso rido e piango. Abbasso lo sguardo in basso, ma lui con decisione e dolcezze infinita mi sfiora il mento invitandomi a non distogliere lo sguardo dal suo dicendomi “voglio ricordare i tuoi occhi, voglio guardarli ancora. Ancora una volta” strano, anche io stavo pensando la stessa cosa. Apro la bocca, prendendo fiato, la richiudo e tirando ancora su con il naso riesco a mormorare, un lacrima scende lungo il mio viso, fermandosi sulle labbra tremanti.

Mi avvicino ancora di più a te, dicendo queste parole come una preghiera, tante volte ripetuta nei miei sogni più belli. Nei sogni nei quali finalmente stavo accanto a te non più come una amica.


Abbracciami e stringimi
Ai giorni tuoi


Tu mi circondi le spalle mentre ancora una scossa mi scuote da dentro. Un singhiozzo di dolore o di gioia. Sollievo, paura. Non saprei dire. Scegliete voi. So solo che in quel momento non ero più l’amica di Harry, io mi sentivo parte di lui, irrimediabilmente. Anche se lui non aveva fatto nulla per farmi capire questo. Un terribile boato, molto forte nonostante probabilmente sia anche molto lontano dalla nostra postazione, sentiamo alcuni gridi striduli provenire da luoghi diversi. Più vicino a noi un nome urlato nella caligine bianca, una voce familiare che grida il nome di sua sorella

“Calì!” Ancora uno scossone del mio corpo, ormai sono incontrollabile, non penso che riuscirò a trattenermi. Piano mi sussurri in un orecchio, provocandomi fremiti bollenti e gelidi per tutto il corpo, e per un istante abbandono l’esigenza di piangere. Io assimilo dopo le tue parole tristi.

 

In questo tempo assurdo che c'è
La sola cosa vera mia sei te


Nascosi il viso nel tuo petto, lasciando asciugare le lacrime dal tuo abito caldo, sfregando il naso contro la ruvida stoffa. Mi stringi di più accarezzandomi i capelli, mentre io lascio perdere qualunque cosa fosse che mi tratteneva dal piangere come un fontana e lo faccio. Scossa da singhiozzi chiassosi soffocati dal tessuto della tua veste a da te, che appoggiato il mento sulla mia testa continui ad coccolarmi, cullandomi un po’ sul tuo corpo caldo di dolce bollore. Sentii alcune voci che piano dicevano consolando qualcuno dietro l’angolo “Padma…Lavanda...venite via, è pericoloso…venite, ormai non potete più…- la voce si spezza, Dean Thomas prende le mani di Padma che lancia un ultimo sguardo a sua sorella stesa nella neve, esanime. Lavanda li seguì a poca distanza, scossa anche lei da singhiozzi indomabili, nella consapevolezza di aver perso qualcuno di importante. Una scossa del mio cuore, certamente dolore al pensiero di quello che era appena successo. Mi costrinse a guardarlo, nonostante io voglia nascondergli quella visione di me così debole e malinconica. –io non sono così- mi dico mordendomi le labbra. Allora decise di rassicurarmi, che quello che pensavo non sarebbe, che forse non sarebbe stato necessario che lui combattesse, forse. Dice che poi andrà tutto bene e mille altre cose così. Aggiunge poi delle parole dolcissime, che mi fanno davvero sperare in un futuro per noi.


Poi domani quando verrà
Lo attraverseremo liberi


Il primo pensiero che mi passa per la mente è che dovrei essere io a rassicurare lui, visto che lui mi sta rassicurando che andrà tutto bene, visto che io ho paura per lui. Capisco che lui non vuole questo, capisco che gli basta sapere che io sono con lui, che gli basta essere consapevole che non è solo. Vedo nella nebbia, che si è un po’ diradata dei piccoli fiocchi di neve cadere, e lentamente coprire lo strato già formato di neve,residua dal giorno prima. Non so come ma giungo a pronunciare in modo indistinto alcune parole, così piano che le ho sentite a male pena, io. Ma lui le sentì e le ripeté più lentamente. Come fossero un tesoro grande, come fossero una cosa unica ed inestimabile, che non vuole mai dimenticare, mai.

 

Le carezze che mi fai in ritorno le riavrai
Da me


Capisco che dopotutto ha bisogno anche lui di sentirsi dire che lo amo alla follia, come non ho mai amato nessun altro, nemmeno me stessa, mai così tanto. Ha bisogno di capire anche lui ha la necessità di sentirsi amato come probabilmente non aveva mai sentito. Pensare a questo mi fa salire ancora le lacrime, più calde a amare delle precedenti, perché ho una dannata paura che lui non veda il continuo di questa storia. Delle grida poco lontane, molte persone che escono dalla scuola, urlando, molti studenti, ci sporgiamo di poco, vediamo alcune zazzere rosse correre verso la foresta con gli altri, seguendo le indicazioni di Hagrid, che era uscito da poco dalla sua capanna e che stava dirigendo tutti gli studenti che uscivano: Ron e Ginny. Un sospiro di sollievo per loro. Ma altre lacrime cadono calde sulle gote. Mi vedi, per qualche strano motivo mi sussurri ancora parole di conforto, per qualche strano motivo lo fai ancora, anche se anche tu hai necessità di essere incoraggiato, compreso e tanto altro. E questo mi fa ancora più paura, non voglio che tu te ne vada senza avere il mio aiuto, anche se piccolo. Anche se minuscolo. Ascoltarti dire queste parole però mi fa concepire che tu conosci bene la mia paura , lo dici perché sei consapevole che io non voglio perderti. “fidati di me…”. Mi riscuoto, non è il momento di smettere di essere Hermione, non è questo il momento. Non ora, ne avrò il tempo. Dopo. Ora lui ha bisogno di me. Riesco anche io a dire quello che avrei dovuto dire da subito, e che invece aveva detto lui a me.


Abbracciami e fidati

Dei brividi che tu mi dai
Il resto poi il resto è
Da scrivere


Lo guardo negli occhi a mezzo metro di distanza de me, la sua mano nella mia, stretta al cuore. Sorridendo. Sorridiamo entrambi nonostante la consapevolezza che non sarà facile e che difficilmente cambierà qualcosa poi. Mi rabbuiai un poco pensando questo, ma i miei occhi devono tradire tutta l’angoscia e il terrore che c’è dietro di loro, per lui sono sempre state come finestre aperte, aveva sempre capito tutto, così come me, che nei suoi occhi leggevo come in uno dei miei amati libri. Solo che i libri non mi facevano innamorare, né mi stregavano così. Non mi incatenavano a loro. No, questo non mi era mai successo prima era una sensazione del tutto nuova per me. Ma sembrava anche bella, allora non sapevo quanto questa sensazione poteva ferire nel profondo di me stessa. Ancora ci sono le ferite aperte, credo che siano irrimediabilmente infette, perché non si rimarginano. Perché ricordare quello che lui mi disse mi fa ancora male. Lui si voltò a sentire un uomo uscire con passi leggeri ma di fretta, lo sentimmo incitare la professoressa Cooman a scappare un po’ più velocemente, come lui era tranquilla. poi si rivoltò ancora verso di me.


Tu abbracciami e parlami
Con gli occhi che sorridono
E se vorrai il resto è
Da vivere


Senza smettere di guardarlo negli occhi verdi mi avvicinai e lo baciai piano, a fior di labbra, sfregandole quasi le une sulle altre, per poi allontanarle di mezzo centimetro e dire piano quello che sperava veramente il mio cuore. Quello che voleva disperatamente, quello che pregava la mia anima e tutto quello che faceva di me un esser umano. Quello che stavo chiedendo al Dio che non avevo mai pregato, quello che stavo implorando al resto del mondo. Solo di non togliermi tutto questo, solo di non farmi rinunciare a lui. Speravo nel futuro che avremmo potuto avere. Che avremmo avuto se non fosse stato per qualche minuto dopo.


Il resto è da scrivere

Mi sorride come non aveva mai fatto, guardandomi mentre avvicinava la sua bocca alla mia. Ci baciammo a lungo, cercando di trasmetterci del calore, dell’amore, della speranza che poteva andare perduta in quella assurda lotta. Ma che noi non dimenticheremo mai. Poco lontano dall’angolo dietro il quale ci eravamo rifugiati , fuori dal castello sentimmo dei passi veloci e pesanti, lui sbirciò e vide alcuni studenti parecchio malconci cercare di raggiungere degli altri che invece si erano rifugiati tra i primi alberi della foresta, sperando di cavarsela. La professoressa Sprite era con loro, e li incitava a correre. Alcuni scoppi lontani, in un’ala comunque poco distante dall’ingresso. Ancora una corsa frenetica, la professoressa Sinistra, che correva avvertendo l’altra insegnate che era scesa poco prima seguendo gli studenti –Stano arrivando, scappate, veloci avanti!- lui si gira di scatto e mi rivolge uno sguardo pieno di fretta, di richieste mai fatte ma sempre esistite. Fece un respiro profondo prima di ripetere ancora una volta. Spaventato, per sentirsi meno solo.


Ti dico ancora… abbracciami e stringimi

 

Subito lo abbracciai mentre lui chinava la testa sulla mia spalla, sussurrando un “grazie” un po’ tremolante. Allora mi abbassò leggermente per poi spingerlo piano verso l’alto, per fargli capire che deve alzare la testa dalla mia spalla. Mi guarda con gli occhi un po’ più dilatati del solito, ora negli occhi c’è una patina di paura, ma nei miei è pressoché scomparsa, solo grazie a lui. Devo fare qualcosa, lui deve capire cosa provo, lui deve sapere tutto. Scelgo di farlo, dico il suo nome, e lui appoggia la sua fronte alla mia, trovandola fredda, al contrario della sua che scottava, probabilmente aveva che qualche linea di febbre. Riesco a dirgli quello che desidero veramente, quello che so che voglio e riuscirei a fare. Se ne avessi il tempo. Decido che questo è il modo migliore per farglielo sapere, questo è il modo in cui lui capirà quello che io desidero per noi, quello che sarà. Ma che non è stato.


Affidami i giorni tuoi
Li accetterò il resto è
Da vivere


Perché ero certa che avrebbe superato quella notte, ne ero assolutamente sicura. Ed ero sicura che saremmo stati vivi, entrambi. Insieme. Gli avvolsi le braccia attorno a collo, facendolo avvicinare, lui ne approfittò per baciarmi ancora. Ancora, e ancora. Ancora dei botti e delle leggere scosse di terreno che li accompagnano. Delle grida provenienti delle finestre subito sopra di noi. Guardiamo verso l’alto e vediamo che delle fiamme si levano alte dentro quella sala, forse ovunque su quel piano, forse in tutta la scuola. Ancora dei passi di corsa, frettolosi, ancora delle urla disperate e spaventate. Un uomo che grida “Minerva, ci sono rimasti studenti?” e un’altra voce che risponde sempre urlando sopra al caos “non so, Albus, credo che ci sia rimasta qualche bambino del primo anno dentro” si sentono ancora dei passi, stavolta più lenti e vediamo la testa di Silente sbucare da dietro l’angolo. Sorride. E ci dice sottovoce “non so voi, ma questo non mi sembra il posto adatto, ma soprattutto il momento più consono per tubare, non credete?” un lampo di rabbia o indignazione deve aver attraversato i miei occhi perché lui mi rispose smettendo di sorridere, come se fosse arrivato improvvisamente alla parte brutta e dolorosa del discorso di inizio o fine anno. “signorina Granger, mi dispiace, ma abbiamo bisogno di Harry ora” detto questo ritorna sui suoi passi, scomparendo alla nostra vista salutando con un semplice “mi dispiace” Poi varie persone attraversare il corridoio posto dietro noi due, dietro le imponenti mura di pietra. Per poi uscire all’aperto e correre verso la foresta, accompagnati dalla professoressa McGrannit e dal prof Vitius che correva il doppio degli altri per stare dietro al gruppo di studenti ritardatari.

Silenzio profondo, solo dei passi davanti l’entrata che facevano avanti ed indietro. Alcuni minuti di calma prima di altre voci appartenenti ad alcuni membri dell’ordine, e ad alcuni Auror che difendevano la scuola, molto probabilmente i soli rimasti in vita. Dissero a silente che avevano perso di vista voldemort ma che avevano messo KO la maggior parte di suoi seguaci. Harry si chinò nella direzione di quella voce, e io lo abbracciai da dietro, stringendomi alla sua schiena. Impaurita.

“andatevene, tutti” disse senza tante cerimonie agli auror, che si affrettarono a raggiungere gli studenti nella foresta, per controllare c quanti fossero e capire cosa fosse realmente successo in quella notte maledetta. Pochi minuti dopo udiamo una conversazione tra l’irato e l’ironico di due uomini.

perché l’hai fatto, Tom?”

Tom Orvoloson Ridde, alias Voldemort proruppe in una risata fredda, prima di dire

“sei sempre così sciocco Silente!” questo invece gli rivolse un sorriso ironico ma anche sincero, visto che tradiva anche il disprezzo per quello che era diventato uno degli studenti più brillanti della scuola. “anche tu Tom, devo avertelo insegnato io, non credi?”

Voldemort lo guardò per un attimo prima di riassumere il tono spiccio e freddo di chi si stava annoiando e stava perdendo tempo.

“dove l’hai nascosto Silente?” Strinsi ancora di più Harry a me, avevo capito tutto, anche lui infatti si nascose smettendo di sbirciare.

“non capisco di cosa parli” rispose dondolando sulle fine caviglie, affondate parzialmente nella neve.

“non capisci,Silente? Non capisci?! Smetti di fare il vecchio rimbambito e dimmi dove è nascosto Harry Potter!” lo sentì sussultare leggermente prima di ritirarsi ancora di più, voltarsi e guardarmi ancora negli occhi. Io ti bacio ancora, non ora, non ora! Non potevo perderlo proprio ora che l’avevo raggiunto!

“Harry Potter? Non so dov’è, non posso tenerlo d’occhio così come non riesco a sorvegliare tutti i miei studenti in situazioni come queste, non so come io possa sapere dove sia

“lo sai, dimmelo e falla finita”

“anche se lo sapessi pensi davvero che te lo direi?”

“ forse ti serve un po’ di convinzione per farlo” così detto alzò la bacchetta, Harry strinse gli occhi, capito cosa intendeva Voldemort per convinzione ma la voce di silente glieli rifece aprire subito.

“credi che dopo tutto quello che ho passato io sia spaventato o perlomeno impressionato da una semplice maledizione Cruciatus? Hai ancora molto da imparare Tom .”

le narici di voldemort fremettero voltandosi nella direzione di Harry ed Hermione, i quali si erano completamente nascosti dietro l’angolo da un po’. Ma loro non lo potevano sapere.

“dimmi…Silente…chi c’è dietro l’angolo?”

Guardai Harry intensamente, lui piantò i suoi occhi nei miei, trapassandomi di dolore. Paura. Lo abbracciai forte, prima di baciarlo ancora, sentivamo vaghe ancora delle parole tra i due uomini, ma non me ne importava più nulla di loro ora. Ora c’eravamo solo io e Harry. Ancora per un attimo, forse. Lui invece capì che era il momento di fare qualcosa, fece per farsi avanti ma io lo trattenei per una mano, le gote di nuovo umide. Gli dissi qualcosa che lo convinse a tornare indietro per salutarmi ancora.

 

I miei giorni spesi con te
E nemmeno un'ora inutile
Sai che amarti è sempre stato il mio
Pensiero

 

quell’attimo di magia si spezzò quando sentimmo dei passi venire verso il nostro nascondiglio,

io creddetti di svenire per un attimo, poi vidi il viso di Harry sbiancare in modo esagerato. Lo guardai mentre il cuore martellava forte nel petto ad ogni mortale passo di quell’esser abominevole, una lacrima si fermò sulle gota sinistra del mio viso, minacciando di cadere da lì, vista la testa inclinata, Harry ,mentre ella cadeva la prese con un dito, poi sollevò ancora gli occhi e sussurrò

ti amo…

ora i passi erano più vicini, anche se ovattati dalla neve, mi disse di fuggire e nascondermi ma io non l’avrei lasciato solo, non ora. Non era il momento di andarmene, ma di restare.

ti aiuterò come ho sempre fatto…Harry…ti prego…morirei senza poter…”

in quel momento una figura adombrò quel poco barlume che stillava dalla bruma lattescente di nebbia.

“Harry…Harry…Harry…ma che bella sorpresa…”

vattene”sibilai guardandolo con occhi di ghiaccio mentre Harry cercava senza riuscirci di farmi ritirare, ero al suo fianco, aggrappata disperatamente al suo braccio, avrebbe voluto proteggermi ma io restavo lì e volevo aiutarlo. Voldemort agitò la bacchetta senza levargli lo sguardo di dosso mandandomi a capottare contro il muro. Harry mi fu subito accanto “stai bene?” feci di sì con la testa ma in quel momento vidi Voldemort scagliare ad Harry un’altra maledizione dal colore giallo acceso, mi buttai su Harry senza pensarci finendo a terra una sull’altro, Harry si rialzò con occhi perforanti dicendo a denti stretti “lei non centra niente

“centra quanto tua madre, Harry…lei centra quanto centrava tua madre. Chiunque si mette in mezzo…”

Harry sollevò la bacchetta scagliando una maledizione che però Voldemort deviò subito, senza problemi.

In capo a qualche minuto una luce verde partiva dalla bacchetta di Voldemort, mentre Harry scagliava un Protego, per quanto inutile, abbracciandomi, così come gli avevo chiesto poco prima, in lacrime... mentre sentivo le sue braccia abbandonarmi scendendo verso il basso, quando avevo capito che non mi sarei più persa in quegli occhi… quando ho scorso il luccichio di una lacrima alla crudele verità di quello che non avremmo mai avuto. Quando ho visto quella piccola lacrima posarsi sulla mia mano e mescolarsi alle mie lacrime copiose. Mentre cadevo in ginocchio accanto a chi fino a poco prima era il centro del mio universo e che lo sarebbe stato pur collassando su sé stesso. Tutto girava vorticosamente attorno a noi. Quelle piccole lacrime ora brillanti al sole mattutino che perforava la densa nebbia come piccoli diamanti. Senza staccare gli occhi da Harry che mi fissava con occhi privi di ogni vita e emozione…ma con calore... con quello sguardo pieno e vuoto di quando stava nei suoi pensieri, mi alzai in piedi e lo feci.

 

Forse l’ho colto impreparato... ma quel giorno tutto è finito.. sia per Harry che per Voldemort... che per me…

 ***

  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shee