Erano tutti riuniti intorno a un’ immensa tavola rotonda. O meglio, quasi tutti. Come al solito, i ritardatari non mancavano. I presenti fissavano il vuoto, tamburellavano con le dita sul tavolo per l’impazienza, arricciavano ciocche di capelli, bisbigliavano. Dopo dieci minuti la porta si spalancò e due figure allegre fecero il loro ingresso.


“Salve gente!” tuonò Bankotsu.


Deboli e infastiditi sorrisi risposero al saluto.


“Accidenti che caldo qui”, disse Jakotsu, “è il caso di togliere un po’ di vestiti.” E sorrise al suo auditorio maschile.


Kikyo si alzò in piedi. “Bene fratelli, ora che siete finalmente giunti, ed era anche ora…”


“Prenditela con lui, Kikuzza. Mio fratello Jako a vestirsi ci mette un’eternità.”


“Ehi fratellone, come puoi essere così insensibile? Bisogna saper sottolineare la propria figura tramite l’abbigliamento adat…”


Kikyo alzò il tono di voce: “…ci metteremo subito all’opera. E’ ora di capire come proseguire la nostra soap opera. Quindi sedetevi.”
La ragazza continuò. “Dunque, a turno esprimeremo le nostre idee su come proseguire la fiction. Come sappiamo bene tutti quanti, l’inizio della storia riguarda una principessa che perde la memoria e vaga per la contea, in attesa di ricongiungersi ai suoi cari reali. Quali peripezie dovrà affrontare? Con gli effetti speciali che abbiamo a disposizione possiamo inventare qualsiasi cosa. In qualità di coordinatrice della “Mesa Redonda Production” comincio io.”


Koga pensò: ‘Eccola lei, miss Umiltà. Sempre che deve far valere le proprie opinioni’.


Kikyo proseguì: “La principessa deve affrontare varie prove spirituali, trappole dell’anima e illusioni della mente. Dovrà possedere uno spirito puro per poter ritornare al castello e ricordare chi sia realmente.”


Un leggero coro di protesta si levò.


Inuyasha sbottò: “Andiamo Kikyo, non vorrai far subire ai nostri telespettatori sta palla colossale?” Kikyo lo fulminò con lo sguardo. “Ci vuole azione, sangue, ferocia. La principessa deve affrontare draghi, orchi, spiriti e rinforzare la tempra!”


Kagome rispose subito: “Ma smettila Inuyasha! Mica è una fiction alla Rambo! Ti ricordo che le principesse sono delicate, lo sai?”


Il brusio continuava a crescere. Koga sbattè un pugno sul tavolo richiamando il silenzio.


“Tocca a me, botolo ringhioso. Chiudi la bocca per il resto della serata!” Inuyasha sguainò Tessaiga ma la parolina magica di Kagome lo rese più mite di un agnellino.


“Dunque, la principessa si impossessa di un gioiello che conferisce grandi poteri. Così potrà diventare la Signora di tutte le terre e di tutti i feudi del regno, e poi sposare un demone, magari con gli occhi azzurri come i miei! Ecco, potrei propormi come attore protagonista! Che ne pensi Kikyo?”


La faccia buia della coordinatrice lo spense subito.


Sesshomaru intanto pensava, una mano a coprire gli occhi: ‘Ma questi sono un branco di incapaci. Per Giove, perché ho accettato di collaborare?”


Bankotsu prese prepotentemente la parola. “Sentite qua, tutti! Potremmo fare che la nostra principessa ha molti nemici e dovrà scalare un monte dall’aura pura recuperando un’alabarda straordinaria per abbatterli. Le spadaccine mi ispirano particolarmente.”


Jakotsu lo contraddisse subito. “Ma che dici? La nostra principessa si reca in un villaggio di educatori, e qui il cameraman potrebbe inquadrarli uno per uno, come fenomenali eroi dell’antica Grecia.” E sospirò al pensiero.


Sesshomaru intervenne. “Non dire baggianate, Jakotsu. Non è una storia di eroi, ma di un’eroina.”


“Oh, Sesshy! Ma sei qui? Ma lo sai che la giacca nera e la cravatta ti donano particolarmente? I tuoi capelli spiccano ancora di più.” ‘Eccolo all’attacco. Ma questo non ha ancora capito che non ho tendenze?’ “Sono davvero molto curati… Posso chiamarti ‘Silver Hair’? “Silver”? O meglio, ‘Silvy’?” ‘Fammi il piacere, Jakotsu, piantala.’ “Oh come sei scorbutico.”


Kikyo si alzò in piedi irritata. “La finite voi due? Vi ricordo che siamo qui per lavoro! Sesshomaru, sei pregato di dire la tua!”


Il demone incenerì con lo sguardo la coordinatrice, la quale non si intimorì affatto. “Io dico che la principessa deve dimostrare di essere superiore al possedere uno stupido regno. Ciò che deve cercare è la strada del potere. E solo desiderando ardentemente la supremazia universale, potrà ottenere un’arma fantastica a dimostrare la sua forza.”


L’auditorio: “-_-‘”


Kagome pensò: ‘Potevo avere dei dubbi?’


Koga rifletté: ‘Umpf. Ti pareva, Mister Sono-solo-io-il-demone-più-figo. Bah!’


Kikyo snobbò la proposta. “Decisamente egocentrica, la nostra protagonista. Non va bene!” E pensò: ‘Tutte uguali, le idee di sto sorbetto coi capelli lunghi!’


E Sesshomaru nel mentre: ‘Tsk! Snobbato da quel freezer ambulante! Mi chiedo chi sia stato l’intelligentone a promuoverla come coordinatrice.”


Questa volta prese educatamente la parola Miroku. “Io stavo pensando che il ruolo della protagonista potrebbe essere assegnato alla nostra copresentatrice Kaguya, per via del suo sed… del suo talento.” E così facendo le si avvicinò per verificare quanto il suo fondoschiena potesse adattarsi al ruolo della protagonista. Un colpo di Hiraikotsu procurò dei bernoccoli a Miroku e una spaccatura sulla tavola rotonda.


“Guarda cos’hai combinato, Sango! Non potevi lasciare Miroku in quel negozio di intimo che aveva adocchiato?”


Kagome gli digrignò nelle orecchie: “Inuyasha! Sai benissimo che lì ci sono delle commesse molto belle! Non ti intromettere nel loro rapporto! Sta già abbastanza inguaiato così!”


“Ma io.. Sei una stupida!” gridò, “Commesse belle o meno, Sango dovrebbe imparare a gestire la sua gelo…”


“A cucciaaaaaaaaa!!!!!”


Sesshomaru continuò a pensare di trovarsi effettivamente in un clan di deficienti.


Kikyo battè i pugni per richiamare l’attenzione e gridò: “Insommaaaaaa!!! Tra dieci minuti dovremmo presentare in anteprima la trama e vi ricordo che è una diretta!!! Avete intenzione di collaborare o no???”


Bankotsu le si avvicinò: “Coraggio Kikuzza, non te la prendere.” E le afferrò i fianchi. “Lascia a me il compito di gestire questo branco di rimbambiti.” “Certo, Banky. Ma è necessario tenermi avvinghiata a te?”


Nel frattempo Jakotsu si era avvicinato a Sesshomaru. “Dicevamo, Silvy…?” “Sesshomaru, prego.”, rispose stizzito il demone. “Oh, scusa tesoro, Dunque Sil.. Sesshomaru, che fai di bello stasera?” E gli prese lascivamente una ciocca di capelli. “Niente che ti riguardi, e sei pregato di lasciare subito i miei capelli.” Jakotsu si finse risentito. “Oh, ma come sei scorbutico! Dovresti essere più gentile con il tuo amico Jaky.” Gli sorrise. “Dì un pò, come sta la ragazzina?” “Rin sta bene. Perché??” Sesshomaru pensò alla piccola. L’aveva lasciata a casa con Jaken che le faceva da baby-sitter. A quell’ora probabilmente dormiva già. “Pensavo… Visto che tu le fai da papà, e i bambini hanno bisogno di due genitori, potrei farle da mamma… Ovviamente la informeremo che tra mamma e papà possono succedere certe cose…” Jakotsu fu molto veloce nello spostarsi, evitando così gli affilati artigli di Sesshomaru.


Kikyo, che cercava di liberarsi dall’abbraccio di Bankotsu, scattò. “Dannazione, Sesshomaru! Ti ci metti anche tu? Guarda che cosa hai fatto al tavolo!!!”


“Stà zitta. Il tuo blaterare è fastidioso.”


“Come ti permetti? Chi ti credi di essere?”


“Ehi ehi! Artiglio e Miss Simpatia, datevi una calmata. Siamo qui per il programma!” disse Koga.


Nel mentre, all’altro lato del tavolo Inuyasha, Kagome e Miroku litigavano. “Non è stato affatto carino da parte tua sbottare in quel modo! Sango è molto sensibile! Dannato cagnaccio!” esclamò il monaco dagli occhi blu.


Inuyasha ribatté subito: “E la colpa sarebbe mia? Hai le mani peggio di un totano e devo anche essere punito per questo?” Girò la testa verso Kagome. “Hai  visto, brutta strega? Non riesco ancora ad alzarmi!”


“Brutta strega a chi?? A cuccia!!!!!”


“Ouch!”


Nel mentre Kaguya e Sango cercavano pacificamente di stabilire chi delle due iniziasse a presentare la diretta, ma era difficile.


“Comincio io, Sango. Scusa se lo dico, ma sono più carina e attirerei subito il pubblico.”


“Cosa???? Ma mi hai vista??? Sono stata in grado di far capitolare un libertino dagli occhi blu come il mare e hai il coraggio di affermare che sei più carina?”


“Ti ricordo che fino a pochi minuti fa il tuo pucci pucci ha dimostrato un vivace interesse per il mio backstage.”


“Smettila!” tuonò Sango.


“…e questo la dice lunga!”
 




Da una porticina laterale, entrò il cameraman per azionare le macchine. Rimase sbalordito. Anziché trovare una tavola rotonda di gente professionale e pronta alla diretta, trovò un gruppo di litigiosi. Cercò più volte di richiamare l’attenzione sul fatto della diretta, ma nessuno gli dava ascolto. Non poteva certo non registrare, i programmi del canale “Fiction Channel” dovevano andare avanti. Peggio per loro. Si augurò che qualcuno avesse il buonsenso di richiamare all’ordine gli altri e coprire in qualche modo i punti del tavolo che erano stati brutalmente fatti a pezzi.
 




I telespettatori di “Fiction Channel” poterono assistere alla diretta più anomala mai trasmessa. Le due presentatrici, Kaguya e Sango, litigavano riguardo questioni di bellezza e su un uomo che doveva essere davvero un pervertito. Kikyo e Sesshomaru si insultavano, e infatti l’uno sosteneva di non avere mai incontrato un personaggio più freddo e inutile dell’altra, e viceversa. Kagome e Miroku davano addosso a un mezzo demone che aveva l’aria di essere alquanto tonto. Koga e Bankotsu cercavano, con toni molto accesi, di imporre la propria versione sulla trama della povera principessa.
E Jakotsu? Eccolo lì  a provarci spudoratamente col cameraman!