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Autore: Keiko    05/04/2011    1 recensioni
Hachi è seduta al tavolo dell'appartamento che ha condiviso con Nana. Un battito di ciglia, lacrime che silenziose cadono sul legno di cedro senza che nessuno possa distoglierla dal senso opprimente di impotenza che la imprigiona. Chiusa nella stanza buia, frammenti di flashback e pensieri si susseguono a ritmo incalzante all'unisono con il cadenzato umore del cielo tra passato, presente e futuro perché nessuno potrà restituirle Nana né il tempo ormai perduto che le ha divise per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Ren Honjo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Sweet Revenge © [05/11/2006]
Disclaimer. Tutti i personaggi di Nana appartengono ad Ai Yazawa, agli editori nipponici e ai distributori internazionali che detengono i diritti sull'opera. Questa storia è stata redatta per mero diletto personale e per quello di chi vorrà leggerla, ma non ha alcun fine lucrativo, né tenta di stravolgere in alcun modo il profilo dei caratteri noti. Nessun copyright si ritiene leso.


Seduta al tavolo della cucina teneva il volto tra le mani stringendo con forza le tempie tentando di scacciare l’insistente battito del proprio cuore che martellava, pompando con forza, il sangue che le scorreva nelle vene in un modo che a lei pareva funzionasse in maniera opposta rispetto al consueto. In fondo tutto si stava svolgendo in uno stato di anomalia che li aveva assuefatti, incapaci di credere che quella manciata di fatti che avevano monopolizzato le copertine patinate delle riviste dell’intero Giappone potesse realmente essere concreto.
Eppure non c’erano parole per esprimere il dolore né rabbia da sfogare in quel turbinio di sentimenti che stavano mandando in suppurazione la sua anima lacerata, ma solo un pietoso stato di impotenza che la faceva sentire un’ipocrita come mai prima di allora.
In fondo lei non era mai stata quella che si poteva definire una persona decisa né forte, ma in quel momento le sembrava quasi di tradire Nana con quelle lacrime silenziose che cadevano sul legno di cedro del tavolo a cui ogni sera sedevano insieme.
Nana persa tra i ricordi di una notte stellata, innalzata e consacrata all’Olimpo della celebrità come pochi prima di lei erano riusciti a fare.
Il prezzo da pagare era stato troppo alto.
Perdere l’amore e l’amicizia con un battito di ciglia, come se fosse giusto e lecito immolare a quell’altare tutti sé stessi. La stanza era illuminata dall’intensa luce della luna, così vicina quella sera che pareva voler abbracciare con i suoi raggi argentei Hachiko.
Come se volesse condividere con lei il suo dolore, lenire le ferite che le squarciavano l’animo e la divoravano dall’interno. Era dentro di lei che si era spezzato qualcosa.
Qualcosa che non sarebbe mai tornato, qualcosa morto con Nana.

Eri incantevole Nana con quell’abito candido su cui spiccava lo scarlatto bouquet di rose rosse che avevamo scelto io e Yasu, della stessa tonalità delle tue labbra perfettamente truccate. Bellissima ed etera, la nostra dea dalla voce dirompente si trovava tremante dinnanzi all’uomo che ti avrebbe legata a Ren con una cerimonia di stampo occidentale. Sembravi una bambina spaurita seppellita sotto quegli strati di taffettà ed organza che ti circondavano in una nube candida. Il mio cuore batteva al ritmo della marcia nuziale e ti osservavo con il viso rivolto verso l’alto e gli occhi velati di lacrime, estasiata da quella tiepida giornata autunnale in cui finalmente il tuo sogno d’amore sarebbe stato coronato. Anche il sacrificio della mia apparente felicità era cosa che poteva essere sopportata se paragonata al tuo raggiante sorriso.
E sai Nana, non ti ho mai vista sorridere così.
Forse è vero che veniamo creati nello stesso istante con un altro essere vivente e che questo sarà l’uomo che potrà amarci con tutto sé stesso senza chiedere nulla in cambio per tutta la vita.
Anime indivisibili legate dallo stesso destino sin dall’alba dei tempi.
Avrei voluto trovarlo anch’io un principe azzurro come Ren e vivere una storia d’amore come la vostra, che avrebbe fatto sognare milioni di fans in tutto il mondo per gli anni a venire.
Erano questi i pensieri che si rincorrevano durante la cerimonia, le mani tremanti che stringevano il parapetto dinnanzi a me come se l’emozione che sentivi tu mi venisse trasferita in ondate scandite dal ritmo di salmi e preghiere.
Era buffo vedere gli schieramenti dei due gruppi di successo del momento: da un lato i Trapnest e dall’altro i Blast, angeli custodi e compagni fidati tuoi e di Ren. Io ero stretta tra Shin e Nobu fasciata in un abito in stile impero, Takumi nel suo completo inamidato accanto a Reira. E’ stato forse in quel momento che ho capito che non ci sarebbe stata felicità per me finché fossi rimasta al suo fianco. Finché non avessi deciso di alzare la testa contro la mia debolezza e scegliere. Era la vista della bellezza di Reira ad accecarmi mentre fissavo le loro esili schiene.
Credo che anche Reira e Takumi siano destinati l’uno all’altro sin dalla nascita, ma Takumi è troppo testardo per ammetterlo, sai Nana? Ed io troppo fragile e desiderosa d’amore per poter scegliere di vivere senza un uomo.
Sono pietosa, vero?
Nobu sarebbe pronto ad accogliermi di nuovo a braccia aperte, crescere il bambino che porto in grembo come se fosse sangue del suo sangue. Eppure per me questa sarebbe una nuova sconfitta, l’ennesima conferma che non sono in grado di fare nulla senza appoggiarmi e dipendere dagli altri.
Vorrei gridare Nana, vorrei poterti raggiungere ovunque tu sia con il suono della mia voce. Ma eri tu quella che cantava per me ed io ora non posso nulla se non piangermi addosso ed attendere di nuovo la luce del sole.
Chissà se il sole brillerà di nuovo ora che tu non sei più al mio fianco.
Quando la cerimonia si concluse vi aspettava uno stuolo di fans e di giornalisti intrepidi, desiderosi di uno scoop sul matrimonio che aveva sancito l’unione di due gruppi un tempo rivali. Hai lanciato quelle rose rosse come farebbe una sposa qualunque e fu una ragazzina con i tuoi stessi occhi e la spensieratezza che solo l’adolescenza può donare a coglierlo.
Anche tu Nana eri felice alla sua età?
Io credo che la vita non sia stata così magnanima e delicata con te, gettandoti in mezzo ad una strada costringendoti ad aprirti un varco nella vita con le unghie e con i denti.
Una liceale si sposerà prima di me e la cosa è buffa, io che ho sempre creduto in queste tradizioni inutili ora mi ritrovo a desiderare anche solo un petalo di quel bouquet intriso del profumo delle tue Black Stones. Forse non l’hai nemmeno vista, è stato il tuo regalo per tutti quegli sconosciuti che hanno voluto condividere la tua felicità, fagocitandola avidamente derubandotene.
Credo che la felicità sia come le torte che ti ho sempre preparato con gioia, che se gustate con le persone giuste diventano uniche e che perdono il proprio dolce sapore quando al tavolo si siede qualcuno di indesiderato.
Anche la tua felicità è stata velata dall’ingordigia dei mass media?
Tu però non eri una sposa qualunque, Nana.
Tu eri la nostra sposa, la nostra eroina.
E Ren ti ha strappata via dalle nostre vite desiderandoti solo per sé stesso, egoista eppure splendido con il sorriso dipinto sul suo volto.
E sai Nana, Ren ha sempre sorriso solo in tua presenza come se solo vivendo l’uno accanto all’altra entrambi poteste agognare ad una manciata di felicità, quella che vi abbiamo augurato facendo piovere dalle nostre mani alte verso il cielo chicchi di candido riso.
Ora credo che le tradizioni non siano vere, solo semplici clausole illusorie per rendere più serene le persone e dare loro uno scoglio al quale aggrapparsi nel mare della vita.
Dopo la cerimonia siamo fuggiti in quel ristorante a picco sul mare che sembrava dovervi precipitare all’interno da un momento all’altro come carcerati appena sfuggiti dai propri aguzzini, l’aria calda di fine estate che mi scompigliava i capelli penetrando nell’abitacolo dell’auto portando con sé un profumo salmastro di alghe e salsedine che si univa all’odore della Black Stones che tenevi stretta tra le labbra vermiglie, in un connubio che non infastidiva ma che rendeva ulteriormente irreale il giorno del tuo matrimonio. Seduta sul sedile anteriore del passeggero accanto a Yasu che guidava, avevi sparso attorno a te la nuvola candida dell’ampia gonna che ti avvolgeva, sotto la quale spuntavano i tuoi inseparabili anfibi neri.
Io sedevo tra Shin e Nobu incapace di parlare per l’emozione ed il dolore.
Perché per quanto fossi felice per te avevo compreso che io non sarei mai riuscita ad agguantare quel tuo sorriso radioso e farlo mio. O semplicemente che non sarei mai riuscita a raggiungere lo stadio di gioia che provavi tu in quel giorno mentre osservavi il paesaggio mutare sino a sfociare nella sconfinata distesa azzurra del mare, il tuo viso poggiato sulle ginocchia cinte dalle braccia nude, rannicchiata sul sedile dell’auto come se fosse l’ultimo sperone di roccia di un’alta montagna e tu la colomba che tentava di raggiungerne la vetta imitando un’aquila, affaticata dal volo e terrorizzata da ciò che al di là di quella parete impervia ti attendeva.
Anche la tua futura vita matrimoniale ti appariva così, non è vero?
Disumana e sconfinata, un buco nero dal quale non sapevi cosa aspettarti.
Ma ci saremmo sempre stati noi, Nana, a sorreggerti e renderti un po’ meno dolorose le notti in cui Ren restava fuori per le prove con i Trapnest. Magari avremmo nuovamente dormito insieme parlando sino a notte fonda tenendoci compagnia per sentirci meno sole a dividere un letto matrimoniale che per una singola persona sarebbe stato troppo grande e freddo.
Sai, abbiamo avuto entrambe paura di essere abbandonate e ritrovarci di nuovo sole.
Sole con un Io che non sapevamo comprendere né tollerare, rifiutando i nostri difetti e cercando un qualsiasi pregio che potesse farci credere di essere belle anche così. E noi ci siamo trovate belle a vicenda sopportando una i difetti dell’altra e mitigandone gli effetti, completandoci reciprocamente.
E’ stata questa la nostra salvezza, Nana.
Riuscire ad incontrarci per capire a fondo chi siamo veramente.
Nana e Nana.
E’ stato il destino a metterci sulla stessa strada, a farci incontrare per poi dividerci brutalmente come se fosse indispensabile sperimentare la gioia ed il dolore del trovarsi per poi separarsi per sempre.
Fa male ricordarti sorridente nel giorno del tuo matrimonio, ricordare la tua corsa lungo la striscia di spiaggia dalla sabbia candida a piedi nudi verso Ren ed il vostro duetto improvvisato di un’improbabile canzone d’amore che a vicenda vi siete dedicati mentre il tuo sguardo maternamente tenero e vigile si posava su me e Nobu, sulla sua mano che mi sfiorava il viso con una delicatezza disarmante.
In quel momento non esisteva Takumi né esistevi tu Nana.
Esistevamo solo io e Nobu, come se il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli potesse rinchiuderci in un mondo a parte isolandoci dalla realtà circostante, persi in balia di ricordi che non avrebbero dovuto riaffiorare mai.
Dopotutto è sempre stato questo il mio problema, lasciare in sospeso ogni situazione dolorosa in un limbo di ambiguità e frasi non dette per non rendere il tutto troppo difficile da sostenere.
Ed ora che tu non sei più qui con me ho capito dove si celava la mia felicità.
L’ho recuperata in quel piccolo giardino in cui tu ti prendevi cura di me ed io scodinzolavo spensierata ad ogni tua attenzione, fedele compagna di un pezzetto di vita.
La piccola Hachi che ha cambiato padrone più volte, passando dalle tue amorevoli cure a quelle egoiste di Takumi per poi tornare tra le braccia sicure di Nobu che aveva sempre una carezza pronta per me, una parola di conforto ed uno sguardo colmo di rassegnazione alla vista dell’infelicità che trasmetteva il mio stare al fianco di un uomo che non mi ha mai amata, ma solo desiderata come capriccio personale.
Ero una bambola perfetta da esibire con gli amici, un piccolo trofeo da sfoggiare con sadica perversione davanti ai propri antagonisti.
Takumi non era il principe azzurro delle fiabe.
Almeno, non lo era per me.
Forse lo sarà per Reira o forse preferirà vivere all’ombra di quell’amore inconscio che prova per lei, aspettando che giunga l’infelicità per poterla stringere tra le sue braccia e consolarla.
Takumi è troppo codardo per giocare a carte scoperte.
Codardo al punto di mentire persino a sé stesso meglio che agli altri. E’ turbato dagli sguardi innamorati di Reira e da quelli sfuggenti di Shin che vagavano sempre lontano dal volto di lei. Forse lui può portargliela via come un tempo gliel’ha strappata dalle braccia Yasu…perché non è sincero con sé stesso almeno questa volta?
Siamo due terribili bugiardi io e Takumi.
Inganniamo noi stessi sperando che sia la mossa migliore, senza accorgerci di negarci a priori una felicità tangibile e potenzialmente raggiungibile.
Tendo a complicare sempre le cose, Nana.
Quante volte mi hai rimproverata per questo? Sedute a questo stesso tavolo a mangiare distrattamente sushi appena preparato o acciambellate sul letto della tua stanza.
Non riesco a ricordare nient’altro del tuo matrimonio, mi dispiace.
Ora avverto solo questo senso di vuoto che mi attanaglia il petto e mi divora, il tuo ricordo che mi accusa di averti dimenticata e non essere stata con te nel momento in cui più avevi bisogno di un’amica.
Scusami Nana.
Io non sono stata l’amica che credevi.
Forse sono stata un’egoista anche con te.
Sono una persona orribile, non trovi?

Nana sembrava addormentata sul letto matrimoniale della suite che lei e Ren avevano affittato per la loro prima notte di nozze. Una bambola di porcellana dalla pelle terribilmente fredda e candida e dalle labbra violacee morbidamente adagiata su candide lenzuola, ancora avvolta nel suo splendido abito da sposa. Sul suo viso non vi era traccia del sorriso che vi aveva aleggiato per tutto il giorno, solo un’espressione di pace esasperante come se la vita l’avesse lasciata durante il sonno. Persino il braccio destro che scendeva inerme lungo il lato del letto e la mano che sfiorava il pavimento ricoperto di tappeti erano perfetti in quel ritratto di morte di cui era la protagonista indiscussa.
Ren non era lì con lei.
Non aveva avuto la forza di macchiare con il proprio sangue la bellezza eterna di Nana e si era rifugiato in bagno, il luogo in cui un egoista come lui doveva morire.
Sfilare la pistola dalle valigie, portarsi in bagno trascinando a stento i piedi simili a pietre lungo tutto il perimetro della suite mentre la sua mente proiettava immagini luminose e spettrali tutt’attorno, allucinazioni dovute all’ennesima dose di cocaina, era stato particolarmente difficile e complesso.
Aveva lanciato un ultimo sguardo al collo di Nana ricoperto di striature livide e rossastre, l’impronta delle sue dita di musicista sul corpo ormai senza vita della donna che amava, distogliendo poi rapidamente lo sguardo rivolgendolo verso la porta del bagno che ora gli pareva terribilmente lontano.
Aveva condotto nell’aldilà l’unica donna che avesse mai amato per puro egoismo, per non lasciare il suo prezioso tesoro alla mercé di altri ma per averla ancora una volta, solo per sé.
Sarebbero stati insieme nuovamente, all’Inferno o in Paradiso non aveva importanza. In fondo lui non aveva mai creduto che esistesse qualcosa oltre la vita.
Lasciare il mondo e portare Nana con sé gli sembrava il più grande gesto d’amore che un uomo potesse concedere alla propria donna.
Si portò a ridosso del lavandino del bagno, studiando il proprio sguardo folle riflesso nello specchio.
Era pazzo.
Aveva ucciso Nana ed ora teneva tra le mani l’arma con cui avrebbe scritto la parola ”fine” sulla sua vita, gli arti che tremavano visibilmente scossi dalla forza della paura.
Lo sguardo gli cadde sul lucchetto che portava al collo poi tornò a posarsi sulla figura che dallo specchio lo fissava in attesa che compisse l’esecuzione.
Portò la pistola alla tempia con un gesto lento e cadenzato, come se tentasse di suonare l’arma prima di sentire il gelo della canna contro la propria pelle e premere il grilletto.
Era stato il suo singolare dono di nozze per Nana.
Concederle una fine drammatica, che li avrebbe innalzati alla leggenda del punk.
Come Sid e Nancy.

Il cielo sta piangendo lacrime, Nana.
Sfilo sotto la pioggia avvolta dall’abbraccio caldo di Yasu che regge un ombrello nero sotto il quale cerchiamo riparo.
Non ci sono parole quest’oggi né potranno mai esserci.
Reira si aggrappa alla giacca di Takumi trattenendo a stento i singhiozzi mentre lo sguardo di lui è perso altrove, in un luogo dove non potremo mai raggiungerlo. Ren ha spezzato la carriera dei Trapnest, ha distrutto la fama e l’immagine perfetta che Takumi con tanto affanno aveva costruito e per la quale aveva sacrificato tutto. Non lo perdonerà mai eppure allo stesso tempo tutto questo porterà i Trapnest ed i Blast in vetta alle classifiche.
Le storie drammatiche fanno sempre breccia nel cuore del pubblico, Nana, e questo Ren lo aveva compreso già da tempo.
Quali ignobili compagni siamo stati se non abbiamo saputo salvarti dalla sua follia? Come possiamo ora piangere per averti perduta per sempre, se non abbiamo potuto muovere un dito per poterti riavere tra noi?
Se solo potessi barattare la tua vita con la mia lo farei, Nana.
Lo farei cento volte per poter vedere ancora per un istante il tuo sorriso.
Lo faremmo tutti quanti.
Shin tiene il capo chino, lo sguardo fisso sul terreno che calpesta e che ci conduce, gradino dopo gradino, verso il tempio. Lì ci attende il nostro ultimo saluto prima di poter prelevare le tue ceneri e condurle lontano da Tokyo. Nobu invece ha lo sguardo posato dinnanzi a sé, le lacrime che si mescolano alla pioggia che scroscia incessante e impietosa su di noi.
Anche il cielo ti sta acclamando, Nana.
E dietro di noi tenuti a distanza dalle guardie del corpo, ci sono orde di fans chiusi in un silenzio irreale.
Sembra quasi la parodia tragica del primo concerto che i Blast hanno tenuto sotto la pioggia che investiva Tokyo per un pubblico estaticamente muto, rapito dalla tua voce che riusciva a sovrastare i tuoni del cielo. Ed io ero in mezzo a quelle persone che lentamente, quasi fosse la vostra musica a risvegliarle dal letargo, iniziavano a schiamazzare e muoversi al tempo dettato da Yasu.
Chissà se quella volta pensavi fossi lì a vederti?
Ora ci sono tante cose che vorrei dirti ma sarebbe inutile parlare. O forse puoi sentirci Nana? Forse riesci ad udire le grida dei nostri cuori e vedere le lacrime amare che rigano i nostri volti.
Mi sento impotente, terribilmente sbagliata e stupida in questo momento.
Non esiste nessun Takumi, nessun Nobu o nessun Shoji a poterti strappare da me. Il tuo ricordo vive e pulsa, fa male come una ferita aperta che non riesce a rimarginarsi e continua a sanguinare, come a voler rammentare che c’è e che non potrà mai essere cancellata.
Il tuo viso è sereno come se stessi dormendo, come se fossi distesa sul tuo letto ancora vestita di tutto punto e non rinchiusa in un feretro color ebano ormai prossimo alla fornace.
Sfioro la tua tempia con una carezza inginocchiandomi a terra, le mie lacrime che bagnano il tuo viso come pioggia autunnale, la stessa che fuori dal tempio investe tutti la folla attonita che aspetta l’occasione per darti un ultimo saluto.
Il feretro di Ren è chiuso da un pesante coperchio su cui Yasu sbatte i pugni con una forza ed una rabbia che non gli appartengono.
Gliel’hai portata via, Ren.
L’hai portata via a tutti noi ma Yasu forse aveva sacrificato il suo amore pur di vedere Nana felice, restando nell’ombra come un angelo custode a vegliare su di lei come una presenza costante e rassicurante nella sua vita. Takumi stringe Reira con forza come se volesse proteggerla da qualche mostro immaginario o semplicemente, per difenderla dal suo dolore.
I nostri sguardi non si incrociano e mai torneranno a farlo.
Lui ora è preso da due cose: Reira ed il destino dei Trapnest e quale dei due abbia la priorità sull’altro non saprei dirlo, eppure non mi sento male. Forse perché come una doccia fredda è arrivata la consapevolezza che avrei allevato questa piccola creatura che cresce dentro di me sola, senza l’aiuto di nessuno o forse perché ora è la tua morte ad assorbire tutto il dolore che posso provare, tutta la disperazione che può prendere un essere umano e che viene riversata fuori sotto forma di lacrime e bile.
E c’è Nobu ora a stringermi e a confondere le sue lacrime con le mie, la voce che non può uscire se non sottoforma di strozzati singhiozzi che non hanno nulla di virile eppure che sono terribilmente umani e ci avvicinano come null’altro potrebbe fare.
Takumi non piange per Ren e forse sta addossando tutta la colpa dell’accaduto a te Nana, riversando sulla tua memoria il veleno che lo avvolge ora. Il veleno accumulato per la doppia sconfitta che ha ricevuto ed ora questa cerimonia funebre sembra quasi uno scontro tra rivali: i sostenitori di Nana e quelli di Ren, ma siamo solo una manciata ad addossare la colpa dell’accaduto all’uno o all’altra come solo degli stupidi potrebbero fare, mentre le centinaia di persone fuori da questo tempio non hanno questa malizia né questo è il loro obiettivo.
Per loro sono scomparsi due grandi artisti, un uomo ed una donna che hanno fatto sognare con la loro storia d’amore e continueranno a farlo, icone di una generazione di adolescenti.
Sai Nana, spero solo che tu possa essere felice ovunque sia.
Ora non scapperò più e continuerò a camminare a testa alta per la mia strada, senza continuare ad inseguire l’amore di comodo.
Voglio vivere l’amore vero.
Quello che tu coltivavi nel tuo giardino personale.
Quello di Nobu.

Misato non si presentò al funerale.
Si era chiusa nella sua camera dalle pareti ricoperte di fotografie dei Blast tagliando con una minuzia chirurgica ogni immagine che rappresentasse Ren.
Ren il traditore. L’assassino. Il mostro.
Lui e Nana erano sempre stati per lei l’icona di un amore idilliaco, un amore di quelli da film: travagliato e passionale che non avrebbe mai conosciuto ostacoli. Ed in parte era stato così dato che nemmeno la morte li aveva divisi.
Eppure sentiva crescerle nel petto una rabbia cieca accompagnata da un forte senso di disperazione ed abbandono. Lei era cresciuta con la voce di Nana, era stata la sua prima fan, la prima a credere in lei.
Ed ora Nana non c’era più, non avrebbe più cantato né le avrebbe sorriso e lei non avrebbe più potuto attenderla all’uscita dei pub del paese con l’ennesimo regalo offerto a capo chino in attesa di un gesto d’attenzione che le appartenesse in modo esclusivo.
Le bastava un sorriso di Nana per essere felice.
Ed ora che non avrebbe più potuto vederlo, che non avrebbe più potuto custodire gelosamente i sorrisi di Nana come gemme preziose cosa le restava?
Vivere una vita senza la fonte della sua felicità, sradicata e distrutta da un amore troppo grande.
Misato non capiva perché Ren si fosse comportato così eppure una parte di lei comprendeva che in fondo nemmeno lei avrebbe desiderato dividere Nana con qualcun altro.
Nana era di Ren.
Nana era anche un po’ sua.
Per questo li avrebbe raggiunti.
Una perfetta bambola gotica che pendeva dal soffitto della stanza come un condannato a morte dalla propria forca. Indossava l’abito preferito di Nana, quello della stessa fantasia scozzese della sua gonna strappata ed i capelli lasciati ricadere sulle spalle nei suoi incantevoli boccoli biondi. Al di sotto dei suoi piedi, oltre la sedia gettata a terra dalla quale si era lasciata cadere nel vuoto esalando l’ultimo respiro, vi era una morbida distesa di coriandoli creati con le fotografie di Ren minuziosamente tagliate in un macabro mosaico.

L’odore dell’incenso è soffocante quasi.
Chiusi in un silenzio singolare, io e Nobu ci inginocchiamo sulla tua tomba ricoperta perpetuamente da mazzi di rose. Solo rose per te e Ren, Nana.
Non vi abbiamo separato, legati nella vita come nella morte. Era questo quello che avreste sempre voluto e così è stato.
Sai Nana, ora i Trapnest continuano a cantare anche senza Ren ma i Blast non esistono più. Eri tu a farci vivere nel tuo sogno, a renderci partecipi dei tuoi desideri e far si che ognuno di noi credesse in ciò in cui tu credevi.
Forse eri tu il nostro sogno e nemmeno ce ne siamo resi conto.
Ognuno di noi viveva per veder realizzato il tuo sogno. Un sogno che non siamo in grado di portare avanti senza di te.
Questa lapide su cui sono incisi i vostri nomi è meta di pellegrinaggi, così simili nel destino che vi accomuna a Sid e Nancy da rendervi il mito romantico degli adolescenti dell’intero Giappone.
Il disco in vetta alle classifiche ora è “Endless sky”.
Sulla copertina del cd vi è la foto del vostro matrimonio, immortalati per sempre con i vostri sorrisi migliori attorniati da un tripudio di frasi spezzate estrapolate dalle vostre interviste a due voci. Questo è stato l’ultimo regalo che noi abbiamo voluto farvi, Nana.
Un cd che racchiudesse il momento più felice della vostra vita, il duetto improvvisato in riva al mare il giorno del vostro matrimonio.
Sai Nana, credo che gli astronomi abbiano ragione.
Una stella quando sa che sta per morire brilla di tutta la propria energia vitale prima di spegnersi per sempre e tu quel giorno d’autunno in cui irradiavi tutti noi con il tuo sorriso trionfante sei apparsa proprio così, come una stella prima della sua caduta.
Eppure resterai per sempre la stella più splendente del nostro cielo.
Non si può dimenticare il passaggio di una meteora attraverso una volta stellata.
E sai Nana, spero solo che tu possa ricordarti di noi ovunque tu sia.
Ascolta per una volta soltanto questa canzone e ricorda il momento più bello della tua vita. Forse non sarà di conforto ma almeno ci farà sentire un po’ più vicini.
Quando sarà più grande e potrà capire, anche Sachiko verrà a salutarti.
E le spiegheremo quanto era grande e meravigliosa Nana.
La Nana che ha trasformato la sua mamma in una donna.
La Nana che ha donato un sogno a tutti coloro che hanno saputo ascoltarla.
La Nana che aveva sempre un sorriso ed una battuta sarcastica per chiunque.
Ed ora non capisco perché le lacrime continuino a solcare il mio viso e i singhiozzi scuotano il mio corpo con rinnovato vigore.
Tu Nana eri tutto.
Vivere senza di te è come vivere senza la luce del sole.
Perché è il sole a far brillare le altre stelle del firmamento, donando loro la propria vitale forza.



Note dell'autrice. Questa fanfiction è nata con l'ennesima interruzione della serie. Con il susseguirsi degli avvenimenti che lasciano presagire ad un futuro drammatico, con questa fanfiction ho deciso di dare la mia personale visione delle cose. Potrebbe essere un "what if...?" o semplicemente una delle possibili conclusioni che il manga può offrire. Il titolo "Endless sky" è stato tratto dall'omonima canzone interpretata da Reira nel film "Nana
La storia è stata scritta nel 2006, e pertanto la sua "stagionatura" la rende forse poco fruibile alla luce degli avvenimenti attuali del manga. Spero possiate comunque apprezzare la storia (^^)
   
 
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