Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: mazza    05/04/2011    6 recensioni
Su. Giù. Su. Giù. Su. Giù.
La mia vita è stata come una di quelle attrazioni Babbane per bambini, con i cavalli e le carrozze.
Giostre, le chiamano.
La campanella suona, il giro inizia, e i piccoli prendono a girare in tondo, ridendo e salutando con la manina.
Girano, girano, a volte un po’ storditi dalla velocità con la quale il gioco sta procedendo.
Rivolgono un ampio sorriso ai loro vicini di cavallo, ai genitori che li sorvegliano con occhio attento, e si guardano curiosi intorno.
Partecipante al Personaggi contorno: alla riscossa!
Arrivata ultima perché mi sono completamente dimenticata dei prompts. Fate un atto di pietà e leggete la storia di questa povera autrice che alla veneranda età di diciassette anni è già affetta da alzheimer ._.
La mia protagonista è LA SIGNORA GRASSA.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giostra

 

Su. Giù. Su. Giù. Su. Giù.

La mia vita è stata come una di quelle attrazioni Babbane per bambini, con i cavalli e le carrozze.

Giostre, le chiamano.

 La campanella suona, il giro inizia, e i piccoli prendono a girare in tondo, ridendo e salutando con la manina.

Girano, girano, a volte un po’ storditi dalla velocità con la quale il gioco sta procedendo.

Rivolgono un ampio sorriso ai loro vicini di cavallo, ai genitori che li sorvegliano con occhio attento, e si guardano curiosi intorno.

Gira. Gira. Gira.

Tanti, passando davanti a loro, rivolgono lo sguardo altrove, troppo impegnati per notarli, per distrazione o pura indifferenza.

Quelle persone vanno e vengono, non sono mai le stesse.

Su. Giù. Su. Giù. Su. Giù.

Il giro finisce, e di esso ricordano solamente lo sguardo complice del piccolo compagno, e quello amorevole di chi li aspetta scesi dalla giostra.

E, forse, anche di quelle persone che riescono ancora ad incantarsi guardando quel bellissimo gioco puerile, infantile. Salutano anche loro con la manina, ma solamente se si sentono amati, benvoluti.

I bambini lo sanno, lo sanno sempre se qualcuno vuole loro bene. Lo sentono dentro, e a loro non importa di altro.

Quanti ragazzi ho visto passare di qui, in tutti questi anni?

Quanti ancora si ricordano di me?  Quanti invece non lo possono più fare?

Tante, troppe notizie di vite spezzate all’improvviso mi sono giunte.

Di tutti loro non ricordo che alcuni, quelli che si fermavano, anche per qualche istante, e mi rivolgevano la parola:  sono anche io come un bambino su una giostra. Con loro mi sono sempre sentita bene, a casa, come in famiglia.

Siamo in guerra, ora come mai: siamo invasi dall’interno questa volta. E come ti senti in dovere di fare qualcosa quando qualcuno di intimo, che conosci da sempre, soffre, ora io sento di dover essere d’aiuto in qualche modo alla nostra scuola.

Posso udire chiaramente il fragore della battaglia ai piani di sotto, le urla disperate dei combattenti e i lamenti dei feriti. Posso percepire il tremore delle pareti, il cigolio nervoso delle armature, il secco rumore di quadri spezzati.

Vorrei aiutarti, vorrei proteggerti, Hogwarts.

Con uno scalpitio di piedi qualcuno sta salendo le scale, lo percepisco bene.

Mi raddrizzo in una posizione che si addica maggiormente a una donna della mia età, in attesa.

Violet, accanto a me, fa lo stesso.

E’ un bambino, solo un bambino. Posso udire il battito forsennato del suo cuore,  notare il tremore incontrollato delle sue gambe, vedere i segni della battaglia che lo hanno sfiorato, lasciandogli sulla guancia una profonda cicatrice.

Odo altri passi, più pesanti, che stanno per venire verso di noi.

-Ti  prego, fammi passare- piagnucola. E’ un Tassorosso, non conosco il suo nome. E lui, probabilmente, non conosce il mio.

Io non ho mai notato lui, lui non si è mai curato di me. Non può sapere la parola d’ordine, e il mio compito è quello di non lasciarlo passare.

Giusto?

Ho sempre pensato di appartenere solamente alla mia Casa, di essere in questo modo a lei fedele.

Lo dico spesso a Nick Quasi Senza Testa: non approvo il suo confondersi con i fantasmi di altre Case. Dice che sono suoi simili, tutti quanti, senza nessuna distinzione.

Osservo meglio il ragazzino, e non noto alcuna differenza tra i tanti del primo anno che sono usciti prima dalla stessa Sala Comune che custodisco. Piccoli, spaventati, troppo giovani per essere sacrificati.

A volte dobbiamo scendere dalla nostra giostra personale: non siamo più bambini.

Non possiamo più ignorare chi ci ha ignorato.

Siamo tutti nella stessa situazione, e questo basta ad unirci.

Per il bene comune.

Mi faccio velocemente da parte, mentre lui mi rivolge un grosso sorriso grato.

Questa notte tutto può essere stravolto, permesso.

Questa è la notte in cui anche la Signora Grassa combatte per Hogwarts, la sua vera famiglia, la sua essenza di vita.

Senza differenze, senza badare a nomi, a provenienze, a fondatori.

Violet, la mia compagna di ritratto e di cavallo della giostra, mi lancia un’occhiata affettuosa.

Il Mangiamorte è sempre più vicino.

-Parola d’Ordine?-.

 

ANGOLO AUTRICE

Non so cosa ne pensiate. Io vi dico solo che, oltre allo 0/9 relativo ai prompts (che ho dimenticato di inserire) l'unica penalizzazione era una virgola.

L'ho scritta milioni di anni fa, ma un parere fa sempre felice :)

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: mazza