6 dicembre 1986
“
Mi chiamo Talim Evans. Sono arrivata all’orfanotrofio una settimana fa, il 30
novembre 1986.
Sono
nata il 23 luglio 1980 a Krisjelm, nella
Terra di Mezzo. È piccola paragonata a Gran Burrone, la più grande città
elfica. Li vivono Elrond, che regna sulla città, e sua figlia Arwen, che mi ha
cresciuto come fossi sua sorella da quando sono morti i miei genitori, la notte del 14
marzo 1981.
C’è
la guerra, nella Terra di Mezzo, da ere ormai. A Gran Burrone i cavalieri
partono, ma la maggior parte non tornano, e le donne piangono la notte, e le
loro urla per aver perso mariti e figli risuona per tutta la città. È un pianto
straziante.
Arwen
mi ha insegnato a leggere e scrivere l’elfico, ma ora sono a Londra e qui non
si parla e non si scrive l’elfico, solo l’inglese. Qui non sono permessi
neanche gli animali e io a Gran Burrone avevo un cavallo nero, un purosangue.
Mi
è stata assegnata una camera con una altra bambina. È più grande di me, ha 9
anni. Avevo con me una valigia piena di vestiti. Mi hanno detto di disfarla, ma
io non ho ancora tolto nulla.
Non
voglio stare qui. Elrond mi ha dato questo diario. Mi ha detto di scrivere
tutto quello che volevo e lui avrebbe sentito tutto. Arwen ha promesso che mi
avrebbero scritto. È passata una settimana e io non so ancora come sono
arrivata qui. So solo che era notte e io dormivo. Quando mi sono svegliata mi
trovavo su un divano. Mi sono alzata e li vicino a me c’era una signora con una
lunga gonna scura e i capelli che cominciavano a diventare grigi raccolti un
uno chignon mezzo disfatto che parlava con Arwen
-
Talim, questa è la signora Smith, sarà lei che si prenderà cura di te da oggi-
poi mi ha baciato sulla testa e si è girata per andarsene
Ho
cercato di chiamarla ma lei non mi ha ascoltato. Mentre piangevo la signora
Smith mi ha portato nella mia stanza. Voleva cambiarmi ma io ho protestato. Non
volevo che mi toccasse.
Mi
sono addormentata vestita come ero arrivata”
10 dicembre 1986
“
La prima cosa che impari in orfanotrofio è la gerarchia, come dice scherzando
la signora Smith.
I
più grandi vanno sempre fatti passare, non bisogna giocare con loro ne con i
loro giochi, ovvero i giochi che loro ritengono tali. Non importa se sei appena
arrivato, basta avere dieci anni e sei uno di loro. Io ne ho sei, come altri
10. In tutto l’orfanotrofio siamo cinquanta bambini. Molti
sono piccoli, sui 3 o quattro anni. Almeno cinque sono ancora in fasce e la
maggior parte dai sette in su.
La
mia compagna di stanza mi ha detto tutto questo. Si chiama Mary Anne ed è
contenta che fra pochi mesi compirà dieci anni. È qui da quando è nata. Dice
che dopo chiederà di cambiare stanza. Non vorrà più stare con me. Io non
capisco. Siamo solo bambini”
25 dicembre 1986
“
è Natale. È brutto. Ci sono luci colorate dappertutto e tutti cantano
canzoncine allegre.
La
signora Smith aveva detto che chi faceva il bravo riceveva un regalo, ma lo
hanno ricevuto tutti. Io non credo che dicesse sul serio. Non credo che tutti
abbiano fatto i bravi. A me sono state regalate delle ciabatte chiuse perché
avevo solo le scarpe con cui sono arrivata. Qui tutti i bambini vogliono vedere
Babbo Natale, che dicono sia un uomo grasso e rosso con la barba lunga. Io dico
che non esiste e gli altri si arrabbiano. Sono stupidi.
La
signora Smith dice anche che dopo Natale inizierò a studiare come gli altri
bambini
Intanto
oggi sono in camera mentre gli altri sono in sala da pranzo a mangiare
schifezze come dolci e pasticcini. A me non piacciono e preferisco scrivere. Mi
manca casa”