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Autore: Helena Corvonero    05/04/2011    4 recensioni
Hermione Granger vive il suo sesto anno scolastico ad Hogwarts in modo assolutamente normale, concentrandosi soprattutto sullo studio.
Ma durante questo anno dovrà iniziare a confrontarsi con le prove che l'accompagneranno l'anno successivo, in cui, insieme a Harry e Ron, dovrà combattere contro il Signore Oscuro e i suoi seguaci per distruggere gli Horcrux.
Ma la giovane Grifondoro di questo futuro è ancora ignara, perché è troppo occupata con dei problemi che pensa siano del tutto inutili e da ragazzina, in verità, problemi che metteranno a rischio la sua incolumità e quella di chi le sta intorno.
In particolare l'incolumità di uno dei personaggi più cattivi e arroganti di Hogwarts: Draco Malfoy.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO 1_ C'E' CHI VINCE, C'E' CHI PERDE

Era una bellissima giornata di ottobre.
Una delle poche ormai, perché il freddo si faceva già sentire.

I Grifondoro avevano vinto una partita contro i Serpeverde.
E questo solo grazie al nuovo portiere Ronald Weasley. Una scoperta che aveva salvato il Grifondoro dalle sconfitte contro i Serpeverde.

Era da un po' che tra le pareti di Hogwarts si sentiva il ritornello "Perché Weasley è il nostro re.." ed Hermione Granger non ne poteva più.

Camminava svelta, quel martedì 19, perché voleva evitare la massa che, estasiata per l'ennesima vittoria, si dirigeva rumorosamente verso la Sala Comune.
Non che avesse nulla contro il Quidditch, era solo che dopo il suo successo, Ron, si era messo con una certa Lavanda Brown, che Hermione cercava di evitare accuratamente ogni volta fosse possibile.

Perché quando c'erano loro, a parte il risucchio dei baci che si poteva sentire a kilometri di distanza, Hermione si sentiva disarmata, annientata, distrutta. Inesistente.
Perché aveva aspettato suo amore nascosta, facendo fatica a confessarlo anche a se stessa, per ben sei anni, e non riusciva a veder finire i suoi sogni in frantumi.
Giustificava a se stessa la paura di incontrarli nei corridoi, come voglia di pace, oppure si ripeteva che "non era ragazza da distrarsi con faccende amorose". Invece lo era eccome. E il suo cuore ne sapeva qualcosa.
Da un po' di tempo le ronzava intorno un bel ragazzo, di nome Cormac Mclaggen. Non che le interessasse, ma le faceva piacere avere qualcuno intorno.
Stava pensando proprio a Cormac quando svoltò l'angolo del cortile e si trovò davanti a una scena che non si sarebbe mai aspettata.

Hermione era solita andare in una parte di giardino dietro le serre del castello, poco prima della casa di Hagrid, dove non poteva essere disturbata. Lì c'era talmente tanta pace per riposarsi: raramente qualcuno si avvicinava alla foresta proibita, e lei poteva studiare o leggere tranquillamente.

Invece lì, proprio sotto l'albero alla quale era abituata appoggiarsi, c'era Malfoy. Che piangeva.
Stava vedendo bene o si sbagliava?
Fece mezzo passo indietro, poi scosse la testa e decise di avvicinarsi.
Il suo animo premuroso le permetteva di interessarsi ai problemi di tutti, anche a quelli di una vipera come Malfoy.

Sentendo le foglie scricchiolare sotto i suoi passi, Draco si girò e vide Hermione.
Si alzò di scatto e le urlò contro, quasi a volerla accusare di averlo visto. Disse "Cosa ci fai qui, stupida mezzosangue?!"
Lei inarcò semplicemente le sopracciglia, fregandosene dei modi meschini di Malfoy e rispose acida "Guarda, ero venuta a festeggiare le vittorie dei Grifondoro e volevo che ti unissi a me! Ma và Malfoy, ero venuta qui per studiare!".
Lui abbassò un po' i toni, si asciugò velocemente le lacrime con la manica della felpa e disse, sempre con un tono un po' sarcastico: "Non è che vuoi evitare di vedere il tuo ragazzo che si sbaciucchia con la Brown?"
Hermione ignorò la domanda e chiese, fredda e asciutta, guardandolo negli occhi:"Perché piangevi? Non sarà perché i Serpeverde hanno perso!"
"Ma secondo te! Io non stavo piangendo" -sputò per terra- "E anche se fosse stato non sarebbe stato per quello!"
"E per cosa sarebbe stato?"  chiese lei, sempre meno interessata.
"Non sono affari tuoi, schifosa mezzosangue!" E sputò nuovamente per terra.

Lei non reagì, ormai era abituata a come la trattava. Meditò un attimo sul dargli nuovamente un pugno, come tre anni prima, poi decise di no.
Mentre rifletteva inclinava la testa di lato, come per cercare meglio delle risposte acute che potessero ferirlo. Ma non gliene veniva in mente nemmeno una.

"Cos'è Granger, hai perso la lingua?" Chiese lui. Evidentemente si era ripreso dallo sconforto di prima.
Ma Hermione non reagì, non aveva voglia di litigare.
Si limitò a fissarlo, sempre con il capo chinato di lato. Lo esaminò, dalle punte dei disordinati capelli biondi, alle punte delle scarpe di marca.
E poi si disse che quella persona, con quel tormento in faccia, non era una persona felice. Sarà stata ricca, purosangue e tutto quello che voleva, ma non era felice.
Improvvisamente le venne in mente la sua felice infanzia babbana, i suoi genitori, e i suoi amici, e si scoprì felice. Si sentì fiera di essere una "schifosa mezzosangue" e sorrise.
Sorrise a quel ragazzo così spiazzato che rimase con la bocca aperta.
Hermione rise della sua espressione stupita, e subito il ragazzo si ricompose, e mentre lei rideva felice e se ne andava le urlava dietro "Cos'hai Granger, perché ridi?! Dimmi perché ridi! Stupida mezzosangue!"

Lei rise ancora più forte e dopo un po', quando era ormai lontana urlò: "Sai Malfoy, c'è chi vince, c'è chi perde!"

  
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