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Autore: Keyra    05/04/2011    1 recensioni
Ho visto il tramonto da dietro un finestrino appannato dal fumo di cittā attraversate durante viaggi precedenti al nostro, fughe verso l'indefinibile domani e dopodomani e poi chissā cos'altro. Il mare sembrava piangere le sue lacrime sulla sabbia senza svuotarsi mai. Ho pianto, per fargli compagnia. Solo per quello.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 23.48

Mi trovo su un treno che corre veloce, che fugge, in realtā non so bene da cosa, da chi, ma so che mi č compagno. Fuggiamo insieme da un qualcosa di non ben definito, o meglio, dall'in-definito, da un'indeterminatezza indecifrabile con cui ormai siamo abituati a vivere, tutti e due. Da questo "in" presuntuoso, che ci troviamo sempre tra i piedi. 
Ho visto il tramonto da dietro un finestrino appannato dal fumo di cittā attraversate durante viaggi precedenti al nostro, fughe verso l'indefinibile domani e dopodomani e poi chissā cos'altro. Il mare sembrava piangere le sue lacrime sulla sabbia senza svuotarsi mai. Ho pianto, per fargli compagnia. Solo per quello.



Ore 00.15

Questo treno corre veloce, forse troppo, non riesco a distinguere le sagome nel buio. Fuggiamo insieme, destinazione asteroide B612 - stiamo andando a trovare un amico, noi due. 
Ogni fermata č una tortura psicologica, voglio arrivare in fretta per ambientarmi in quel nuovo mondo che ci aspetta. 
Sapessi, se tu fossi qui... Le mie notti sono le gallerie scavate nelle montagne e le rotaie sono le autostrade dei miei pensieri.



Ore 01.30


Partorire parole ingarbugliate nel silenzio di una notte intervallata da sogni che si accendono e si spengono a intermittenza nella mia mente, come le luci al neon del bar sotto casa che non smettono mai di lampeggiare come fanali inceppati, nemmeno quando tutti dormono (chissā quando le rivedrō, quelle vecchie luci al neon stile anni sessanta o forse anche prima). 
Stringere tra le mani la sensazione di viscida impotenza che cerca di strangolarti appena molli la presa -attenzione pericolo di frane-, venire inghiottiti dagli incubi che riemergono da sotto questo sedile scomodo strisciando come insetti brulicanti di energia.

Questa č la mia notte.



Ore 03.22

Ho pensato alle ultime parole che ci siamo detti, tutta la notte. Alle nostre conversazioni telefoniche interrotte dalla paura di intercettazioni estranee al nostro perimetro di sicurezza, all'illogicitā dei nostri lunghi silenzi sotterrati per troppo tempo, emersi fuori all'improvviso come dorsali marine nascoste dagli oceani. A quando giocavamo a battaglia navale con i nostri problemi da adolescenti depressi e tu cercavi sempre di incendiare la mia flotta difensiva per mettere a k.o. i miei progressi. 
Resisterō.



Ore 05.45

Andate tutti a pagina trecentotrentatre.
Legga la didascalia della figura quarantadue, per favore. Grazie.
14 febbraio 2012, la collisione dell'asteroide B612 con l'asteroide 328 provoca una dilatazione dell'Universo pari a 3494 chilometri, una lunghezza impercettibile rispetto alle dimensioni dell'Universo, ma pur sempre fondamentale per capire lo svolgersi dell'evoluzione del cosmo in cui viviamo. 
Quattordici febbraio duemilaedodici, la collisione dell'asteroide B612.
Verso l'indefinibile indecifrabile incomprensibile infinito. 
Domani uscirā la notizia sul giornale: 14 febbraio 2012, l'improvviso deragliamento del treno 9540 diretto a *** e proveniente da *** provoca la morte di duecentosessantanove passeggeri, novantanove sopravvissuti.
Io non sarō uno di quelli.
  
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