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Autore: Kornelio    06/04/2011    0 recensioni
Ringrazio Keymon che ha preso parte alla realizzazione di questa storia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RINGRAZIO KEYMON CHE HA PRESO PARTE ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTA STORIA!
L’uomo era veloce, questo era sicuro, e forte, era sicuro anche questo poiché aveva scagliato con noncuranza due mercanti infuriati che avevano tentato di fermarlo, ma di sicuro non era un comune ladro sia per l’aspetto che per gli abiti costosi e anche per il fatto che tra tutti gli oggetti che poteva rubare aveva scelto solo il medaglione di rame di Will. L’uomo svoltò a destra rovesciando due ceste di frutta e ignorando le imprecazioni delle portatrici e Will lo seguì uscendo dalla piazza del mercato per addentrarsi nei sobborghi di Roman; non era pratico del posto perché veniva solo una volta al mese per aiutare gli zii a vendere qualche ortaggio ai pochi clienti fissi che conoscevano. Ad un certo punto si fermò, non vedeva più l’uomo ma per fortuna una donna gli indicò una stretta via e lui riprese a correre, dopo aver svoltato numerose volte seguendo le istruzioni dei passanti infuriati , finalmente, ritrovò l’uomo ed entrò in un vicolo ceco dietro di lui sicuro di averlo in pugno, finalmente lo sconosciuto si fermò e si guardarono per qualche secondo, poi Will scattò per colpirlo in volto ma qualcosa gli trafisse la spalla e cadde in ginocchio urlando, notò che un lungo pugnale nero lo aveva trapassato da parte a parte, sollevò lo sguardo ma l’uomo era sparito, allora pose la mano sul manico per estrarre il pugnale ma questo era come incollato, la spalla diventò nera e un brivido gelido lo percosse, delle piccole vene blu partivano dal pugnale e arrivavano in tutto il corpo … in qualche modo si stava congelando. Lentamente la carne da rosa diventava blu e da blu diventava nera sto andando in cancrena cominciò a spingersi verso l’uscita del vicolo con le gambe e il braccio vivo, voleva gridare ma sentiva i polmoni bruciare poi il gelo salì per il collo e Will si accasciò nel fango svenuto, o morto. Venne svegliato da un caldo raggio di sole che lo costrinse a tenere gli occhi socchiusi per qualche secondo e quando li aprì vide una folla di curiosi che lo osservava, si mise in piedi e vide il pugnale e il medaglione cadere per terra probabilmente perché qualcuno glieli aveva appoggiati sopra; il suo primo pensiero fu per la spalla che era perfettamente guarita e non vi era segno di cicatrici, poi vide l’uomo che lo aveva ferito al suo fianco ucciso da un colpo al collo. La gente lo osservava e i bambini presenti si aggrappavano ai vestiti delle madri indicando il corpo esanime del ladro che giaceva in un bagno di sangue, poco dopo sbucarono dalla folla gli zii che gli corsero vicino per abbracciarlo ma poi videro il corpo senza vita e indietreggiarono con gli occhi spalancati colmi di terrore “Non sono stato io” tentò di spiegare ma poi giunse un drappello di guardie che posero il corpo in una tela cerata, raccolsero il pugnale e il medaglione e un uomo che doveva essere il comandante gli parlò “Ragazzo, sei accusato di omicidio, devi seguirci al comando” dopodiché il drappello si richiuse intorno a lui e iniziarono a camminare. Mentre avanzavano per le numerose stradine dei sobborghi Will ripensò a cos’era successo e decise che l’unica soluzione logica era quella di aver sognato, probabilmente c’era stata una colluttazione lui aveva afferrato il pugnale dell’avversario e lo aveva ucciso ho ucciso questo pensiero lo colpì all’improvviso e fece un passo indietro sbattendo contro una guardia “Ragazzo non tentare scherzi” disse il capitano e ripresero a camminare.  Dopo qualche metro sentì un fruscio alla sua sinistra e vide le guardie poggiare una mano sull’elsa e aumentare la velocità; poco dopo un sibilo squarciò il silenzio e la guardia dietro di lui cadde, pensò di approfittare della situazione e fuggire ma una guardia gli afferrò un braccio e lo buttò a terra sguainando la spada, un attimo dopo era distesa accanto a lui con un pugnale nella spina dorsale “Non fate scappare il ragazzo” gridò il capo che era intento a scrutare i tetti e i vicoli intorno in cerca degli autori dell’agguato e subito le quattro guardie rimaste si richiusero intorno a lui con un rumore di scudi contro scudi ma che non bastò a proteggerli dalla gragnola di colpi che li bersagliavano. 
Pochi secondi dopo era immobile al centro di mucchio di cadaveri; strinse i denti e aspetto che arrivasse il suo momento ma invece di un pugnale comparve una sagoma scura che lo prese per un braccio e lo trascinò all'interno di una locanda, fece un cenno al locandiere e questi scostò una tendina dietro la quale vi era un lungo passaggio.
Superarono il locandiere e quando la tenda fu richiusa vennero avvolti dalle tenebre e Will pensò per un attimo di trovarsi in un altro mondo, ma poi venne riportato bruscamente alla realtà da un odore pestilenziale e la sagoma parlò "Non proferire parola, avrai spiegazioni al più presto" e iniziarono a camminare.
Qualche minuto più tardi una luce accecante costrinse Will a chiudere gli occhi e quando li riaprì scoprì di trovarsi in un'immensa sala illuminata da torce alle cui pareti erano appese due lastre di pietra scura.
In esse erano raffigurate due mappe; Will riconobbe la prima come quella delle terre conosciute mentre non riuscì a decifrare la seconda.
La figura si fermò di fronte alla seconda mappa e dopo aver fatto scorrere il dito su alcune incisioni la stanza fu riempita da un rumore metallico e la lastra di pietra si sollevò. Dietro di essa comparvero altre tre figure incappucciate che si misero a parlare energicamente con l'accompagnatrice di Will in una lingua sconosciuta di sibilii e aspirazioni. Una figura indicò le rune premute e poi tutti si voltarono verso il ragazzo e una di esse lo colpì alla tempia e Will svenne.
Quando si svegliò scoprì di trovarsi in un letto e una donna lo fissava seduta su di una sedia di paglia "Dove sono?". La ragazza sorrise "Sei nella torre di Roman-Her, il nostro quartier generale."
"Vuoi dire la torre nel centro di Roman?" chiese Will.
"Esatto, noi siamo..."
"I sacerdoti di Khoros, il dio della vita se non ricordo male"
La ragazza rise "Ricordi bene, ma non è solo il dio della vita; vedi, egli da la vita  ma chiede dei sacrifici,  infatti è grazie a lui che sei sopravvissuto, Khoros ha preso la vita al ladro per ridarla a te, sono io stessa che ho eseguito il rituale, noi siamo la mano di Khoros."
"Quindi non ho sognato. come mai quell'uomo ha rubato solo il mio medaglione?"
"E' quello che vogliamo scoprire, ma per farlo abbiamo bisogno dei tuoi ricordi"
Will si alzò e si sciaquò il viso nel catino "E come farete a vedere i miei ricordi?"
Gli occhi della ragazza brillarono "Lo scoprirai presto, seguimi" e così dicendo uscì dalla camera e Will si precipitò dietro di lei "E poi cosa succederà? Sarò libero di tornare alla mia vecchia vita?"
"Certamente."
  
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