Crossover
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Autore: giosco    06/04/2011    0 recensioni
storia molto drammatica,con paradossi e finale se volete aperto!
Si tratta di un pompiere, padre di famiglia,a cui presto succederà qualcosa di brutto!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Libri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alessandro fa il pompiere, è la sua passione, sognava di farlo sin da bambino. Alessandro ha una famiglia: la moglie Enza, la figlia Giorgia, il figlio Matteo. Si da il caso che un giorno, Alessandro, torni dal lavoro, e trovi la figlia e il figlio che giocano con l’accendino della mamma Enza, fumatrice; La sua prima reazione è un sentimento di rabbia: non vuole che i suoi bambini giochino con il fuoco, tanto combattuto da lui nel suo lavoro. Così decide di sequestrare l’accendino ai bambini. Si da il caso che un giorno, Alessandro, torni dal lavoro, e trovi il figlio e la figlia che giocano con la pompa dell’acqua, schizzandosi di continuo; Alessandro si secca molto, in quanto è inverno e non vuole che i suoi bambini si ammalino: così decide di sequestrare la pompa dell’acqua ai bambini. Alessandro era un genitore di vecchio regime, puniva con le botte gli sgarri dei figli, ed era perciò sicuro, che con una semplice ammonizione i figli avrebbero obbedito. E così fu, i figli di Alessandro obbedirono, non toccarono più ne l’accendino ne la pompa dell’acqua. Enza un giorno tornata dal supermercato, era talmente stanca, dopo aver servito centinaia di clienti al banco salumi, che non si accorse di aver accidentalmente gettato la sigaretta accesa, nel cortile della casa confinante con il benzinaio. Quel giorno il caso volle che Enza arrivata a casa si gettasse nel letto per essere immediatamente inghiottita in un sonno profondo; Alessandro si trovava al lavoro; i ragazzi giocavano nel cortile a pallone. Effettivamente Matteo si accorse della sigaretta accesa, ma non poteva giocare col fuoco, così non la calpestò per spegnerla. Matteo si accorse anche che la sigaretta aveva accidentalmente toccato una scia di gasolio. Il terreno prese fuoco, andando via via verso il distributore di benzina; Il buffo è che Matteo non poteva usare la pompa dell’acqua, proibitali dal padre, per spegnere quel principio di incendio, così continuò a giocare a pallone. Fu solo quando scoppiò la pompa di benzina che Matteo realizzò che per una volta avrebbe potuto fare uno strappo alla regola, avrebbe potuto fare lui il “pompiere”, ma ormai era troppo tardi. Quando arrivò Alessandro, e trovò nel cortile solo le macerie di quella che era la sua abitazione, si girò come se fosse stato chiamato da qualcuno; era la pompa dell’acqua, lì intatta con accanto i due ragazzini carbonizzati. Nessuno lo sa, ma da quel giorno Alessandro ogni sera alle otto e mezza, al termine del suo turno di lavoro, prende degli stracci di carta rappezzati qua e la, gli da fuoco con un accendino, e poi gli spegne con la pompa dell’acqua. Qualcuno potrebbe pensare che sia una cosa molto scontata per un pompiere, ma non per lui, che stranamente ogni sera alle otto e mezza, tornava bambino. C’è chi dice, che la sera Alessandro non fosse effettivamente lui, ma una sorta di proiezione di suo figlio, che solo adesso da morto, voleva dimostrare al padre che anche lui aveva le doti del pompiere.                                                                                     -“Anche Matteo da grande avrebbe fatto il pompiere”- Cit. Alessandro.
Scollo Giorgio
  
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