Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: essie    07/04/2011    11 recensioni
‹‹Perché ci siamo fermati?›› domando all’autista.
‹‹Non possiamo più andare avanti, Miss Swan. Le strade sono bloccate e alla radio consigliano caldamente di non uscire. Vi lascio in albergo?››
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo l'immagine di anticipazione che vi avevo dato su facebook (la mia pagina: http://www.facebook.com/#!/profile.php?id=100002098235439), eccomi qui a postarla. Non è rossa perchè desideravo la leggeste tutti (o almeno, tutti quelli che avranno il coraggio di leggerla!), ma il genere è comunque erotico.

Spero vi piaccia, ovviamente aspetto le vostre recensioni =)

Buona lettura.

 

New York

 

‹‹Non se ne parla, Cullen. Noi andremo all’aeroporto›› ripeto per quella che sarà la centesima volta. Invito Felix, l’autista, a riavviare il motore dell’auto e appoggio la testa sul sedile di pelle con un sospiro stanco.

‹‹Isabella, lì fuori si sta scatenando una tempesta di neve›› dice il mio assistente, di fianco a me. Parla lentamente, come se io fossi una bambina di cinque anni e non il suo capo. ‹‹Dubito che gli aerei…››

‹‹E invece lo faranno!›› lo interrompo spazientita. ‹‹Chiudi la bocca, se no quella promozione non l’avrai mai››.

Borbotta qualcosa che assomiglia a “ricatto” e volta il capo verso il finestrino. Sorrido soddisfatta: ormai so come zittirlo.

Edward Cullen lavora con me da tre mesi e ancora non l’ho inquadrato bene. Ha l’aria da bravo ragazzo, con quegli occhi verdi e profondi e la carnagione pallida, ed è sempre molto gentile. Educato, simpatico, scherzoso al punto giusto. Estremamente sensuale, purtroppo lo devo ammettere.

Il nostro rapporto è sempre molto professionale… beh, di solito. Quando è girato di spalle il suo sedere richiama il mio sguardo come solo il cioccolato e un buon caffè possono fare, ci manca poco che inizi a sbavargli dietro! Insomma, è così… così sodo! E lui mi guarda le tette, quindi siamo pari.

‹‹Perché sei così impaziente di tornare a casa?›› mi chiede sbadigliando.

‹‹Che motivo ho per rimanere qui?››

‹‹Motivo? Siamo a New York, Isabella!  L’hai mai visitata?›› esclama incredulo.

Siamo dovuti venire a New York per lavoro, ma siamo partiti questa notte ed arrivati il mattino. In poco meno di una giornata abbiamo sbrigato tutto ciò che c’era da fare, e adesso voglio tornare a casa!

‹‹Certo che sì›› rispondo prontamente ‹‹avevo quindici anni, ero in gita con la scuola››.

‹‹Beh, è stato molti anni fa…›› Non finisce la frase che subito lo incenerisco con lo sguardo.

‹‹Non sto dicendo che sei vecchia!›› si affretta a dire.

‹‹Io non sono vecchia!›› strillo, proprio come se l’avesse detto. ‹‹Dio, ho solo venticinque anni!›› Venticinque come lui, dal resto.

‹‹Dobbiamo arrivare a Long Island! Cazzo! Siamo a Manhattan!›› urla improvvisamente facendomi sobbalzare dalla sorpresa. Credo di averlo un tantino esasperato… adoro farlo!

‹‹Non alzare la voce!›› grido anch’io.

Poi mi accorgo di un particolare.

‹‹Perché ci siamo fermati?›› domando all’autista.

‹‹Non possiamo più andare avanti, Miss Swan. Le strade sono bloccate e alla radio consigliano caldamente di non uscire. Vi lascio in albergo?››

Sospiro affranta. ‹‹Dove siamo di preciso?››

Edward sorride e ammicca. ‹‹A Soho. Guarda, c’è un albergo proprio lì. Puoi fermarti, Felix?›› Cioè, sta facendo tutto da solo, senza neanche chiedermi quale hotel preferisco! E se io volessi andare al Plaza? Certo, siccome posso permettermelo. Ho tanti soldi, d’accordo, ma al Plaza me ne brucerei una buona parte!

Quando l’auto si avvicina leggo a stento il nome dell’albergo: The James New York.

‹‹Che nome ridicolo›› commento scendendo dall’auto. Subito vengo investita dal freddo polare e la neve inizia a frustarmi il viso facendomi rimanere senza fiato.

‹‹Dammi la mano, Isabella!›› grida Edward per farsi sentire, a pochi passi da me. Quasi scoppio a ridere per i suoi capelli, che gli svolazzano sulla testa in modo esilarante.

L’afferro e insieme arranchiamo verso l’ingresso.

Il portiere ci tiene aperta la porta e subito tutto cessa: il vento, i fischi nelle orecchie, il freddo, la sensazione di stare per prendere il volo.

‹‹Stai bene?›› chiede, sembra preoccupato.

‹S-s-sì›› balbetto tremante, stringendomi le braccia attorno al corpo in cerca di calore.

‹‹Buonasera, signori›› ci saluta l’uomo alla reception con cortesia. La hall è praticamente deserta, ma è elegantissima.

Mentre Edward chiede due camere io mi allontano e mi siedo su una morbida poltrona e provo a rilassarmi, ma i tremiti non cessano. Sono tutta bagnata.

Intanto hanno portato dentro la mia mini valigia e quella del mio assistente.

‹‹Isabella, c’è un problema›› Mi ritrovo Edward davanti.

‹‹Cioè?››

‹‹Sono finite le camere. Rimane una suite matrimoniale››

‹‹Allora dormirai sul divano›› ribatto imperturbabile. È stata una lunga giornata ed io non desidero altro che mettermi e letto e dormire.

‹‹Grazie tante›› dice seccamente, ma si dirige alla reception e lo sento prendere la camera.

 

La suite è decisamente spaziosa, con un grande letto matrimoniale e un soggiorno. Edward starà di certo comodo. Il bagno è interamente di marmo ed è molto ampio; la vasca mi chiama in modo irresistibile, ma la stanchezza ha la meglio e decido di farmi una semplice doccia.

Resto sotto il getto caldo dell’acqua per mezzora, mi asciugo velocemente ed infilo l’intimo, l’ultimo completino che mi è rimasto: bianco, rifinito di pizzo, con uno slip piuttosto fastidioso.

Indosso anche la mia camicia da notte blu, piuttosto corta, ma non scollata… ok, forse un po’, ma non in modo eccessivo, e pettino i capelli lasciandoli sciolti sulla schiena.

Quando lavoro i capelli sono sempre raccolti in uno chignon, e quando sono a casa solitamente li sistemo in una coda in modo che non mi diano fastidio.

Edward non ti ha mai vista così.

Finiscila, vocina del cavolo.

Esco dal bagno e lo trovo al telefono, sta ordinando la cena con il servizio in camera. Vado verso il letto e mi ci lascio cadere, distrutta, beandomi della morbidezza del materasso e delle lenzuola pregiate. Mi raggomitolo su un fianco e chiudo gli occhi godendomi il silenzio.

‹‹Edward?›› sussurro non sentendolo più.

‹‹Isabella›› Ha la voce roca, probabilmente si è preso un raffreddore. Chissà perché ho i brividi.

Lo guardo. È dall’altra parte della stanza, e mi sta fissando.

‹‹Cosa c’è?›› chiedo tirandomi su a malincuore.

Sembra riprendersi e distoglie velocemente lo sguardo da me. ‹‹Niente, niente››

Lo osservo sospettosa prendere qualcosa dalla sua valigia e chiudersi rapido in bagno, come per scappare da qualcosa.

Che cosa, però?

E perché era eccitato? Crede davvero che mi sia sfuggito il rigonfiamento nei suoi pantaloni?

 

‹‹Fuori la tempesta si è un po’ calmata››

‹‹Già›› Non trova di meglio da dire, evidentemente.

‹‹La camera è molto bella››

‹‹Sì››

‹‹Il cibo era buono››

‹‹Molto››

Scatto in piedi. ‹‹Insomma, Edward, cos’hai? È da quando sei uscito da quel bagno che mi eviti, che non mi guardi, che cerchi di non parlarmi. Ti ho fatto qualcosa?›› dico esasperata.

Non alza nemmeno gli occhi, si limita a scrollare le spalle continuando a guardare fuori dalla finestra il panorama mozzafiato. D’accordo, è bellissimo, ma è quasi un’ora che ha gli occhi puntati sulla città!

Gli vado accanto e mi abbasso alla sua altezza. ‹‹Edward›› lo chiamo.

Niente.

Appoggio una mano sulla sua spalla e lo scuoto piano. ‹‹Edward?›› E’ la prima volta lo tocco.

Edward mi è sempre piaciuto fisicamente, con le sue spalle ampie, le braccia forti e protettive, il petto non eccessivamente muscoloso… e quel sedere da paura!

Senza che me ne renda conto la mia mano si sposta sulla sua spalla in una carezza leggera, arrivando piano fino al collo e salendo sul suo viso. È bellissimo.

Cosa mi succede?

Quando volta il viso verso di me la sua bocca aderisce alla mia. Le sue labbra sono morbide e piene, mi fanno rabbrividire di piacere.

‹‹Edward›› mormoro separandomi da lui, sorpresa.

In tutta risposta prende il mio viso tra le mani e mi da un vero bacio, muovendo con decisione le labbra sulle mie, immergendo le mani tra i miei capelli e tenendomi vicina a lui come per paura che possa scappare.

La sua lingua dal sapore sublime entra nella mia bocca e va in cerca della mia, ma io sono troppo stupita per fare qualcosa.

Edward mi sta baciando? Ed io glielo lascio fare? Sto impazzendo, non c’è dubbio.

‹‹Isabella›› dice ansante, staccandosi da me per un breve istante e dandomi un bacio a fior di labbra ‹‹ti voglio››. Il suo tono è deciso ed eccitato.

Mi bacia ancora, e ancora, e ancora, e senza che me ne renda conto lo sto baciando anch’io, aggrappandomi alle sue spalle, giocando con i suoi capelli di bronzo.

Io lo voglio? E poi, quando ci risveglieremo domattina cosa succederà?

Oh, al diavolo! Smettila di farti domande e godi, per una volta nella vita!

‹‹Edward›› gemo quando mi deposita sul letto, dopo avermi presa i braccio sostenendomi per le natiche.

Si separa da me e mi guarda negli occhi. I suoi sono lucidi e intensi, verdi come smeraldi. ‹‹Ti desidero, Isabella. Oh, se ti voglio! Dal primo momento che ti ho vista. Tu mi vuoi? Mi vuoi, piccola?››

Annuisco con forza. ‹‹Ti voglio, Edward›› bisbiglio.

Sorride e si stende su di me riprendendo a baciarmi, e posso sentire la portata della sua eccitazione sulla mia intimità. Con le labbra scende a baciarmi il collo, mordicchiandomi delicato la pelle, percorrendomi la gamba destra con la mano.

Mi sfila la camicia da notte ed io resto così, quasi nuda e indifesa sotto il suo corpo ancora interamente coperto.

‹‹Sei bellissima›› mormora al mio orecchio accarezzandomi la schiena e facendomi inarcare.

Infilo le mani sotto la sua maglietta e sento i suoi addominali – non proprio scolpiti, ma, a mio parere, perfetti – contrarsi sotto il mio tocco. Le mie mani passano sulla sua schiena levigata, arrivando al petto muscoloso. Gli tolgo la maglietta e la butto sul pavimento, per questa notte non gli servirà.

Comincia a baciarmi lentamente il seno, ancora nascosto dall’intimo, introducendo la lingua sotto le coppe del reggiseno abbassandole e sfiorando le mie punte, sensibili e già eccitate.

‹‹Mmm›› mi lascio sfuggire quando me lo slaccia, abbandonandolo a terra.

Ribalto le posizioni senza fargli toccare altro e, quasi del tutto nuda, mi metto a cavalcioni sul suo corpo iniziando a baciargli il petto. Lo fisso negli occhi, attenta ad ogni sua reazione, lasciandogli un altro piccolo bacio sulle labbra e procedendo verso il ventre piatto.

Cerco di ignorare – senza riuscirci – la sua pronunciata erezione, che preme contro di me quasi minacciosa. Ridacchio e la sfioro con un dito da sopra i suoi pantaloni, e Edward con un gemito roco mi riporta sotto il suo corpo tuffando il viso nei miei seni, cominciando ad accarezzarli e a succhiarli con la sua bocca rossa.

‹‹Edward… Edward!›› ansimo senza ritegno, artigliando i suoi capelli con le mani e spingendolo ancora di più contro di me, chiaro invito a continuare a darmi piacere.

‹‹Isabella… Isabella non resisto›› Mi bacia il ventre, penetrandomi l’ombelico con la lingua. Emetto un gridolino. ‹‹Ti desidero troppo…›› Abbassa le mie mutandine, ed io, in un primo momento, ho l’impulso di coprirmi. Sono imbarazzata: è molto tempo non vado a letto con un uomo, sarò ancora capace? I suoi occhi sul mio corpo, ormai nudo, mi fanno rabbrividire.

‹‹Ti piace quello che vedi, Edward?›› gli domando maliziosa. Già, quella che parla non sono io.

‹‹Oh, sì. Mi piace molto, Isabella››

Mi inginocchio di fronte a lui e gli bacio le labbra passandoci sopra la lingua, le mani che gli sbottonano i pantaloni e ne tirano già la cerniera.

Spalanco gli occhi. ‹‹Niente… niente…››

‹‹Niente boxer, Isabella›› dice al posto mio liberandosi dell’ultimo indumento.

Mi stendo sul letto e Edward si posiziona tra le mie gambe, strusciandosi su di me e facendomi gemere a causa del piacere che quel gesto mi provoca.

Entra in me all’improvviso, cogliendomi di sorpresa, ma con molta delicatezza. Sospiriamo entrambi, e quando lui inizia a muoversi piano incollo la bocca alla sua. Mi regala un piacere immenso con le sue spinte regolari… ma sembra si stia trattenendo.

‹‹Edward, di più… di più…›› urlo ‹‹non trattenerti!››.

Non se lo fa ripetere e incomincia a spingere più forte, con passione, inginocchiandosi sul letto per spingersi maggiormente nel mio corpo.

‹‹Isabella… Isabella…›› ripete il mio nome ansimando, il piacere più puro dipinto sul viso.

‹‹Aaah Edward… sì, così…›› e io gli vado dietro in modo naturale, chiamandolo.

Improvvisamente la mia eccitazione arriva al culmine, esplodendo dentro di me in un piacere semplicemente meraviglioso, coinvolgendo ogni cellula del mio corpo e facendomi gridare forte.

Ancora qualche spinta e, con un prolungato gemito, anche Edward viene tremando.

Si stende di fianco a me, ansimante. Io ho gli occhi spalancati per ciò che è appena successo, sono incredula.

Non posso averlo fatto sul serio. Io sono Isabella Swan, non un’ochetta qualsiasi che si fa abbindolare da un bel faccino e da un paio di occhi verdi!

‹‹Edward…›› esordisco, decisa, ma lui mi blocca posandomi un dito sulle labbra.

‹‹Parleremo domani››

‹‹Ma…›› cerco di protestare.

‹‹Abbiamo tempo domani mattina, in aereo. La tempesta fuori si è definitivamente calmata, potremo partire. Adesso è meglio dormire›› dice, la voce un po’ roca. Quando ne capisco il motivo, arrossisco.

Guardo fuori dalla finestra: New York è calma, imbiancata, ma finalmente tranquilla.

Chiudo gli occhi.

 

L'hotel esiste veramente, è uno splendido 5 stelle ;)

Spero vi sia piaciuta, vorrei sapere cosa ne pensate. Se vi va, leggete anche le altre mie storie, un lettore in più non guasta mai xD

Grazie per essere arrivate fin qui.

:***

S.

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: essie