Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Vivien L    07/04/2011    14 recensioni
Dal primo capitolo:
Una subdola rabbia mi coglie quando quelle parole si insinuano nei miei pensieri.
Che diavolo ci fa Edward, il mio Edward, in camera di Tanya?
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

(C. J. McCandless) Due anni lui gira per il mondo: niente telefono, niente piscina, niente cani e gatti, niente sigarette. Libertà estrema, un estremista, un viaggiatore esteta che ha per casa la strada. Così ora, dopo due anni di cammino arriva l’ultima e più grande avventura. L’apogeo della battaglia per uccidere il falso essere interiore, suggella vittoriosamente la rivoluzione spirituale. Per non essere più avvelenato dalla civiltà lui fugge, cammina solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia.

 Friendly enemy
 -
-
-
-
-
-
-
-
-

 

 

 

-Allora, che ne dici di questa?- le labbra di Sarah si piegano in una tenera smorfietta imbronciata. Storce il naso, mentre rigetto sul letto la voluminosa gonna a fiori che abbiamo comprato durante la nostra ennesima giornata di Shopping, per poi afferrare un piccolo top plissettato da perline gialle e verdi.

-E questo?-

-Possibile che tu sia sempre così...strana?- sbotta, incrociando le braccine al petto, ed io ridacchio, alzando le spalle verso l'alto.

-Non sono strana- affermo,risoluta - Semplicemente, mi piacciono le cose un po' particolari-

-Come questo?- domanda, incerta, porgendomi un CD dalla copertina dorata.

Sorrido, e dall'altro capo della stanza sento Eveline emettere un vagito indispettito: pretende la nostra attenzione. Mi incammino verso di lei, afferrandola per la vita e sollevandola dolcemente.

-Amore mio, hai fame?- batte le manine, ed io ridacchio, avvicinando il viso al suo e solleticandole il nasino, ed Eveline gorgoglia, impaziente.

-Va bene pulcino, ho capito...-mi volto verso Sarah, lanciandole un'occhiata dispiaciuta -Tesoro, questa rompiscatole pretende la sua poppata...e anch'io ho un po' d' appetito. Che ne dici se rimandiamo a dopo le prove degli abiti e ci prepariamo qualcosa da mangiare?-

Sarah ci osserva per qualche secondo, pensierosa, posandosi un ditino sulle labbra e concentrandosi su sua sorella, che scalpita fra le mie braccia.

Infine sorride, e il suo sorriso è così caldo e spontaneo che sembra illuminare l'intera stanza.

-Solo se mi fai ascoltare quel nuovo CD che mi hai comprato-

Un mio sopracciglio svetta verso l'alto, mentre mi carico Eveline sulle spalle e invito con un cenno del capo Sarah a seguirmi in cucina.

-E' un ricatto, questo?-

-Si!-

Una fragorosa risata abbandona le mie labbra - Ok, concesso...ma stai attenta, perché prima o poi te la faccio pagare-

Sarah si immobilizza al centro del salone, sbalordita, mentre io poso Eveline sul seggiolone della cucina e le pulisco il nasino sporco, beandomi delle smorfiette infastidite che piegano i suoi lineamenti fini e delicati.

-Che cosa vuoi dire?- borbotta infine, ed io volto il capo di scatto, sorridendo sfacciatamente.

-Ieri, quando ti sono venuta a prendere a scuola, ho visto che parlavi con un ragazzo...- mi avvicino a lei, e i miei passi sono lenti e cadenzati -Come si chiama?-

Il suo volto diventa rosso, le guance chiazzate da adorabili melette color porpora -Tu...io...non è vero...-

-Oh, sì che lo è!- sbotto, ridendo apertamente di fronte al suo imbarazzo, ma lei continua a scuotere la testa, intestardita.

Sono passate tre settimane dal giorno in cui Tanya ci ha dato quella dolorosa quanto inaspettata notizia e, dopo l'iniziale sbigottimento, la calma sembra essere tornata a regnare sovrana fra noi, se non fosse per la sempre più sporadica presenza di Edward nella nostra quotidianità, troppo impegnato ad assistere la sua ex moglie nella sua disperata lotta alla sopravvivenza, troppo avvilupato dal dolore per poter realmente prestare attenzione a me e ad Eveline.

Le ultime analisi hanno decretato che il cancro di Tanya è una neoplasia maligna che si è velocemente infiltrata nelle cellule celebrari della donna, invadendone i tessuti e compromettendo gli organi funzionali alla crescita, allo sviluppo e alla ricostruzione degli stessi.

Il tumore si diffonde molto velocemente, e i primi sintomi del male che la affligge iniziano ad essere visibili anche ad occhio umano. La sua lotta per sconfiggere il cancro sembra non riscuotere alcun risultato; l'unica via di salvezza, secondo i medici che l'hanno presa in cura, sarebbe la Chemioterapia.

Ma Tanya non si arrende, e non è disposta a sottoporsi a delle cure infruttuose quanto dolorose, che servirebbero soltanto a rendere i giorni che le restano da passare in compagnia delle persone che ama un vero inferno, nonostante Edward stia quasi impazzendo nel tentativo di convincerla a curarsi e a dare una possibilità al trattamento sperimentale dei medici.

Edward...il nostro rapporto, in queste settimane di lontananza fisica e mentale, sembra essersi completamente congelato, se non per quanto riguarda il prendersi cura della nostra bambina: sono rare le occasioni in cui mi rivolge la sua attenzione o, ancora, in cui mi rende partecipe delle sue paure e dei dubbi che riguardano la triste sorte che attende la madre di sua figlia.

Le incertezze mi logorano dentro, ne sono consapevole, ma la mia mente non può fare a meno di domandarsi se le parole di Tanya non rappresentino la triste realtà in cui ho vissuto per quasi tre anni della mia vita: per Edward sono stata soltanto un ripiego? Uno scudo per proteggersi dal dolore che il tradimento della sua ex moglie gli ha procurato? Un' avventura che ha preso pieghe inaspettate che non ha mai davvero desiderato?

Scuoto il capo, irritata, sobbalzando quando sento le manine di Sarah ancorarsi alla mia gonna, e abbasso il capo verso di lei, immergendomi nei suoi occhi verdi e luminosi, così simili a quelli dell'uomo che amo.

Sorrido: se non fosse stato per lei, queste settimane lontane da Edward si sarebbero trasformate in un inferno, ma grazie al cielo le mie speranze, almeno per questa volta, si sono avverate: io e Sarah, con il passare dei giorni, e soprattutto imparando a conoscerci e ad accettarci l'un l'altra, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto, e il tempo passato in sua compagnia è diventato quasi come una piacevole evasione da quella quotidianità che, senza la presenza di Edward al mio fianco, mi sembra più triste e grigia che mai.

-Che cosa vuoi, ragazzina?- borbotto, fingendomi indispettita, per poi afferrare Eve per la vita e caricarmela sulle spalle: la sua pazienza, come quella di ogni bambino, ha un limite ben stabilito, e se entro pochi minuti non avrà la sua poppata, quella piccola furfante scatenerà di certo il finimondo.

-Posso prendermi un pacchetto di cracker? Ho fame!- le passo le mani fra i capelli in una carezza delicata, accomodandomi sulla penisola del divano

-Non puoi aspettare altri cinque minuti? Il pranzo è quasi pronto-

Storce il naso, ed io ridacchio, alzando le mani verso l'alto in segno di resa.

-Ok, ok. Primo scaffale a destra...mi raccomando, non farmi cadere tutto!- urlo, mentre la vedo allontanarsi verso la cucina, memore di quella volta in cui, cercando di arraffare un pacco di biscotti dal ripiano della dispensa,ne ha praticamente rovesciato a terra tutto il contenuto.

In sottofondo, una risatina dispettosa, e poi il nulla, mentre slaccio i bottoni della camicetta e avvicino la bocca di Eveline al mio seno, pronta ad allattarla, finchè non sento la piccolina succhiare voracemente, mozzandomi il respiro.

Quando Eveline si dichiara sazia, l'unico suono che si infrange contro il silenzio è il lento sgranocchiare di Sarah, sdraiata sul tappeto che ricopre il pavimento, il viso rivolto verso la televisione che capeggia al centro della sala, dove le figurette dei suoi cartoni preferiti scorazzano allegramente, mentre sento il pancino di mia figlia gorgogliare e, afferrandola ancora una volta per le spalle la accompagno in bagno, riempendo il suo soffice viso di teneri baci.

Venti minuti dopo ne usciamo entrambe, lavate e profumate, e gli occhi di Eveline si socchiudono. Sorrido, ammaliata di fronte a quello spettacolo di vita per cui non ringrazierò mai abbastanza il cielo di avermi donato, arrancando verso la sua cameretta e adagiandola nella culla, mentre le note soavi del carillon che le regalò la madre di Edward qualche mese prima si diradano nell'aria, per poi dirigermi nuovamente verso la cucina, dove un impaziente Sarah sbircia insistentemente oltre il piccolo schermetto del microonde, dove il nostro pranzo compie i suoi ultimi giri.

-Un po' di pazienza no, eh?- sbotto, divertita, indaffarandomi per preparare la tavola e costringendo Sarah, con una lunga occhiata intimidatoria, a darsi da fare anche lei, finchè lo scatto secco della porta d'entrata si infrange violentemente contro lo stipite, facendomi sobbalzare: non aspetto nessuno per cena, considerando che Edward mi ha avvisato poche ore prima che avrebbe trascorso la serata in compagnia della sua ex moglie.

Ma è proprio il suo, di viso, a fare capolino dall'uscio socchiuso dell'ingresso, e i suoi occhi sono così cupi ed infuriati che un impercettibile brivido d' inquietudine mi trapassa la schiena.

-Edward, non ti aspettavo!-

Il mio sorriso si tende mentre mi avvicino, tentando di lasciare un dolce bacio su una sua guancia, ma lui si scosta, ed è un dolore sordo ciò che mi colpisce in pieno petto quando il mio sguardo registra la smorfia inferocita che ha piegato le sue labbra.

Il silenzio si cristallizza intorno a noi, e in quel momento mi rendo conto che la piccola Sarah sta osservando suo padre ad occhi sgranati, l'espressione incerta, intimorita.

Ed è allora che cerco di stemperare la tensione che è scesa su di noi.

-Ehm...- sussurro, avvampando - Sarah, tesoro, perchè non vai a prendere tutte le belle cose che abbiamo comprato oggi pomeriggio? Così le facciamo vedere a papà...-

La bambina annuisce, solerte, intimorita dall'aura minacciosa che avvilupa suo padre, e io ed Edward rimaniamo finalmente soli, mentre un vortice indistinto di domande si annidano nella mia mente.

Nessuno dei due ha il coraggio di parlare ed io, spossata dall'aria tesa che è scesa su di noi, mi dedico alla pulizia del ripiano della cucina, afferrando lo straccio e iniziando a passarlo sul marmo dei pensili, finchè Edward tuona, con voce gelida e tagliente.

-Questa sera Tanya ci ha provato con me- il sangue mi si gela nelle vene, ed io mi immobilizzo, sbalordita, voltando il capo di scatto e incontrando i suoi occhi chiari e penetranti, illuminati da una luce risentita, che si rispecchia nelle piccole gocce di perla che bagnano i miei.

-Io...-

-Vuoi sapere se ci sono stato, Bella?-

-Non mi interessa- sibilo, e il mio tono è flebile, privo di vita, mentre sento il mio cuore rimbombare furiosamente nella cassa toracica, il dolore che si propaga come acido in ogni fibra del mio corpo.

La sua risata è roca, grutturale ed inquietante. Abbasso il capo, torcendomi nervosamente le dita delle mani, e lo sento avvicinarsi: i suoi passi sono lenti e cadenzati, come quelli di un felino in procinto di stanare la sua preda.

-Ne sei sicura, Isabelle?- il suo fiato si infrange contro il mio viso, ed io barcollo, facendo un passo all'indietro e lanciandogli un'occhiata intimidita.

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato...sapevo che lui mi avrebbe abbandonata, gettandomi come uno straccio vecchio ed usurato, per poi ritornare dal suo vero ed unico amore: sua moglie.

-P-perchè me lo chiedi? C-che cosa vuoi da me?-

I suoi occhi si allargano, rispecchiandosi nei miei, pieni di lacrime, e all'improvviso sento le sue braccia avviluparmi in un abbraccio soffocante, che quasi mi impedisce di respirare.

Annaspo, sconvolta, lottando disperatamente per liberarmi dalla sua stretta, ma Edward non demorde, e quando sente le mie gambe scalciare per allontanarmi da lui mi afferra per la vita, caricandomi sulle spalle e incamminandosi velocemente verso la nostra camera da letto, ignorando le mie proteste urlate a gran voce.

-Edward! Lasciami in pace, ti prego!- sbotto, scoppiando in singhiozzi convulsi ed improvvisi, quando sento la mia schiena infrangersi contro lo schienale del materasso della nostra stanza, e le sue gambe imprigionarmi sotto di lui.

Mi sovrasta, penetrandomi con quello sguardo pensoso e risoluto, ed io scuoto il capo, tentando di frenare le lacrime che lottano per riaffiorare.

-Si può sapere che diavolo vuoi?- urlo, ed il mio tono è incrinato dalla sofferenza-Ci ha provato con te? Bene! Credevi non lo sapessi? Credevi non sapessi che avrebbe fatto di tutto per portarti via da noi?-

-E allora perchè non hai cercato di fermarla?- sbraita, inferocito -Ci tieni così poco a me? Oppure tutto quello che abbiamo vissuto in questi anni per te non conta nulla?-

Scuoto il capo, tentando ancora una volta di fargli allentare la stretta.

-Io ed Eveline siamo solo un ripiego- singhiozzo, esternandogli una volta per tutte i tormentosi pensieri che mi hanno perseguitata in queste settimane di lontananza - E tu non sei mai stato abbastanza coraggioso da dirmi la verità. Perchè non mi hai detto che il motivo per cui hai divorziato da Tanya è che lei ti ha tradito? Perchè non mi hai confessato che non hai mai smesso di amarla, di desiderarla?-

La sua espressione non sembra sorpresa.

Piuttosto, una dolorosa consapevolezza si fa strada sul suo volto, ed Edward sorride, un sorriso amaro e tirato che non illumina i suoi occhi chiari e cristallini.

-Era ora che mi sputassi in faccia tutte queste cattiverie, Bella- sussurra, e la sua voce è quieta, ma non nasconde una nota divertita che contribuisce soltanto ad acuire la mia rabbia.

E allora mi ribello con più forza, lasciando pugni inferociti sul suo petto glabro e muscoloso, ma Edward non si sposta di un millimetro.

Se possibile, la mia ira è soltanto riuscita ad agevolargli la presa sui miei fianchi, immobilizzati fra le sue grandi mani.

Singhiozzo, disperata -Sei un bastardo, Edward! Un fottuto bugiardo che mi ha preso in giro per tre anni della mia vita! Adesso capisco perchè eri tanto sconvolto quando ti ho detto di aspettare un bambin-

Le sue labbra si catapultano all'improvviso sulle mie, ed io spalanco gli occhi, scioccata, immergendoli in quelle pozze luminose che mi penetrano l'anima, cariche di un vortice di sentimenti destabilizzanti nella loro intensità.

Amore e odio, desiderio e repulsione, delusione e tenerezza che si alternano in quelle gemme del color degli smeraldi, le sue mani ancorate alla mia vita in un abbraccio possessivo, il suo profumo familiare che mi invade le narici, ammaliandomi, compromettendo la mia razionalità, finchè i miei tentativi di resistergli perdono di significato, ed io mi lascio trascinare da quel bacio passionale che cancella qualsiasi pensiero coerente, ottenebrando la mia mente e rendendomi ancora una volta schiava del sentimento che nutro nei suoi confronti.

Una pallida lacrima lambisce le mie gote in una carezza delicata, ed Edward si allontana, guardandomi intensamente, per poi afferrarmi per le spalle e costringermi a sedere sulle sue gambe.

Le sue mani si posano sui miei capelli, sfiorandoli teneramente, le labbra a pochi centimetri dalle mie, un tiepido sorriso a piegare la sua bocca.

-Come sei bella, amore!- sussurra, ed io scuoto il capo, rannicchiandomi su me stessa, finchè le sue dita mi costringono a rialzarlo e ad immergermi nel suo sguardo lucido ed emozionato.

-E sei anche tanto, troppo ingenua...- diventa serio, e continua - Bella, io e Tanya non siamo nulla, se non due persone che hanno condiviso un passato che, un tempo, ho detestato con tutto me stesso- spalanco gli occhi, scioccata, e lui sorride dolcemente, sfregando il naso contro il mio.

Prende un respiro profondo -Conobbi Tanya al primo anno di College...ero giovane, avevo voglia di divertirmi e di non pensare a null'altro che non fossero festini e belle ragazze. Lei era esattamente come me: sfacciata, disinibita, bellissima e sensuale. Andammo subito d'accordo, tanto che, per un certo periodo, cercammo persino di fare coppia fissa. Finchè non mi resi conto che fra me e lei non ci sarebbe mai, mai potuto essere amore. Soltanto sesso e perversione,ma a me non bastava...non bastava più. Fu allora che decisi di lasciarla, ma non avevo messo in conto il fatto che i nostri rapporti, il più delle volte occasionali e non protetti, avrebbero potuto rivelare delle sorprese non proprio gradite- l'espressione persa, lontana.

Sospira, stringendomi a se con più forza

- Quando Tanya mi disse di essere rimasta incinta mi cadde il mondo addosso: non ero pronto a prendermi una simile responsabilità. Avevo soltanto vent'anni, dannazione!Eppure non potevo più tirarmi indietro e, di comune accordo con i nostri genitori, decidemmo di sposarci. I primi anni furono un inferno: Tanya era una ragazzina viziata che non sapeva neanche lontanamente cosa significasse fare la madre, ed io non ero da meno. La tradivo in continuazione, passavo le mie serate libere in locali di dubbia fama,mentre lei cercava in tutti i modi di prendersi cura della nostra bambina. Non so per quanto tempo questa storia andò avanti: l'unica cosa che ricordo è il fatto che un giorno, il padre di Tanya si presentò davanti alla porta di casa mia, intimandomi di comportarmi da uomo e di prendermi davvero cura della mia famiglia. Da allora le cose cambiarono, ma la sostanza rimase sempre la stessa: ero infelice, insoddisfatto, perchè sapevo che Tanya non era la donna adatta a me, e che io non avrei mai potuto amarla come meritava. Gli anni passarono, ma la situazione, i nostri rapporti, tutto rimase immutato, finchè non scoprii che anche Tanya aveva una vita segreta, e che mi tradiva con il nostro vicino di casa- ridacchia; sembra sereno, quasi rilassato

-Allora Sarah aveva quasi sette anni e, nonostante per lei sarebbe stato comunque molto doloroso, avrebbe potuto sopportare il fatto che i suoi genitori non vivessero più sotto le stesse mura. Io ci sarei sempre stato, per lei, come padre, come amico e come confidente, anche se non più al fianco di sua madre. Quando trovai Tanya a letto con un altro uomo ne fui quasi sollevato, e fu allora che decisi di andarmene-

Le sue dita lambiscono una mia gota con delicatezza -Poi ho incontrato te- fiata, pensieroso - e tutto il mio modo di vedere le cose si è completamente sovvertito- le sue braccia mi intrappolano ancora una volta in un abbraccio soffocante - Non potrei mai considerarti un ripiego, Isabella Swan. Tu ed Eveline siete le persone più importanti della mia vita, ed io...- tace, sopraffatto dall'emozione, ed io mi immergo in quelle pozze smeraldine che brillano di luce propria e che, in quel momento, sono più splendenti che mai.

-Perchè...-prendo fiato, scossa -Perché Tanya mi ha detto quelle cose?- è una risata amara quella che abbandona le sue labbra.

-Tanya è malata, ma questo non significa che si sia all'improvviso trasformata in una santa scesa in terra. Anzi, se possibile, la malattia ha soltanto contribuito ad indisporla ulteriormente verso di te- notando la mia espressione confusa, si affretta a precisare -Pensaci, Isabella. Tu hai tutto quello che lei non potrà mai avere: un uomo che ti ama,una bambina bellissima che vedrai crescere e maturare, mentre lei...- la sua voce si spegne, e il suo sguardo diventa ancora una volta sopraffatto da un dolore talmente feroce da travolgere anche me. Lo abbraccio, immergendo il viso nel suo petto e scacciando le lacrime che appannano i miei occhi.

-Mi dispiace tanto, amore mio- la sua stretta diventa più salda. Sospira; un sospiro profondo e rassegnato.

-Ti amo, Bella Swan. E tu non dovrai mai, mai più dubitare di questo. Posso sopportare tutto, ma non il fatto che tu metta in discussione il nostro amore- le sue dita mi sollevano il mento con delicatezza -Hai capito, vita mia?-

-Come hai fatto a scoprire che è stata Tanya a dirmi tutte quelle cattiverie su di te?- tento di cambiare argomento, e lui ridacchia sommessamente.

-Ha tentato di sedurmi...e, ovviamente, ha collezionato un altro fallimento. Soltanto che questa volta non ce l'ha proprio fatta a contenere la rabbia e, in uno dei suoi soliti scatti furibondi, si è lasciata scappare un po' troppe informazioni...-

Chiudo gli occhi, appoggiandomi a lui e lasciandomi cullare dal dolce terpore del suo corpo stretto al mio. Mi era mancato così tanto, il suo calore...

-Mi spiace d'aver dubitato di te- mormoro, sincera, e lui mi bacia i capelli, sereno.

-Non importa...ciò che conta è che abbiamo chiarito, finalmente- mi afferra per la vita, gettandomi sul materasso e sovrastandomi con la sua mole.

I miei capelli ricadono sparsi sul cuscino, ed Edward ci immerge il capo, respirando il mio profumo.

-Mi sei mancata così tanto...- inizia a baciarmi il collo, mordicchiando il lobo destro del mio orecchio, ed io rabbrividisco di piacere, mentre sento l'eccitazione incendiarmi il basso ventre.

-Edward, ci sono i bambini di là-tento di ribattere, ma lui mi ignora, continuando a vezzeggiarmi come soltanto lui sa fare, finchè un pensiero improvviso si fa strada nella mia mente,ed io mi alzo con un movimento secco e repentino, allontanandolo da me e sollevandomi dal materasso.

-Dove vai?- ansima, confuso, passandosi distrattamente una mano fra i capelli, ed io scuoto il capo, infuriata, riabbottonandomi la camicetta ed infilandomi frettolosamente il cardigan primaverile.

-Bella?- domanda ancora,ed è allora che mi volto verso di lui: i miei occhi sono freddi, decisi e determinati.

Sorrido, gelida -A fare una visita alla nostra cara dolce Tanya-

-

-

-

-

Le ruote dell'auto stridono contro il gelido asfalto della strada, il motore si spegne con un rombo secco ed inquietante.

Sorrido, sibillina, raccogliendo le chiavi del pick-up e richiudendomi lo sportello alle spalle, per poi incamminarmi verso la porta d'ingresso di Villa Denali, bussando freneticamente il campanello, finchè dall'uscio non traspare un sottile fascio di luce dorata, ed io mi faccio lentamente strada nell'ingresso che si affaccia sul soggiorno.

Il silenzio mi avvolge, infranto soltanto dal cigolio sinistro dello stipite che si richiude dietro di me, e sobbalzo quando mi rendo conto che non c'è nessuno ad attendermi davanti alla porta di casa.

Sbuffo, spossata, passandomi distrattamente una mano fra i capelli: Tanya è la solita incosciente, considerando che non si è neanche preoccupata di chiudersi dentro, onde evitare che qualche estraneo si infiltri nella villa, mettendo addirittura a repentaglio la sua incolumità!

Mi incammino velocemente verso la cucina: sono certa di trovarla lì, ma le mie ipotesi si rivelano infondate quando il vuoto mi circonda, e allora mi decido a palesare la mia presenza.

-Tanya?- mormoro, la voce ridotta ad un sussurro intimorito, ma in risposta ottengo ancora una volta silenzio.

La richiamo ancora, questa volta più forte e, quando capisco che non mi risponderà, un gorgoglio indefinito si dirada nell'aria. Seguo quello strano rumore, giungendo nel piccolo bagno adiacente al soggiorno del primo piano, e lo spettacolo che mi si para davanti è davvero sconvolgente.

-Tanya!- urlo , incamminandomi verso di lei, il volto immerso nel water, i capelli sudati e appiccicaticci che le aderiscono alla nuca, la pelle granitica e di un pallore quasi cadaverico.

La donna continua a rimettere incessantemente; sembra quasi che il vomito la stia per soffocare, ed è allora tutta la rabbia, il rancore, il disgusto che nutro nei suoi confronti lasciano spazio ad un afflizione che mi colpisce in pieno petto, destabilizzandomi: chissà quanta sofferenza starà provando in questo momento!

Pochi secondi dopo il suo viso riemerge dalla tazza del gabinetto, ed io corro verso di lei, afferrandola per le spalle e aiutandola a sostenersi, e Tanya appoggia i gomiti sul lavabo del ripiano ,mentre le spruzzo piccoli schizzi d'acqua sul volto, e le sue guance perdono un po' di quel cinereo pallore che mi ha tanto spaventata.

-Ti senti bene?- sussurro, allarmata, immergendomi nei suoi occhi chiari e cristallini, pieni di lacrime, e lei scuote il capo, sconsolata, ancorandosi alla mia vita in cerca di sostegno.

Il silenzio si cristallizza nell'aria, teso ed inquieto, finchè la sua voce, così dolce, sensuale, ma vergata da una nota intimorita e rassegnata, risuona intorno a me, spezzando l'immobilità di cui siamo cadute entrambe vittime.

-E' venuto il momento...- mormora, affaticata, ed io aggrotto la fronte, confusa. Si affretta a precisare -Dobbiamo dirlo a Sarah...dobbiamo dirle che sto per morire-

-

-

-

-

-

-

-

-

 

Chiedo venia per il ritardo, ma ultimamente non godo di ottima salute e non riesco, di conseguenza, a concentrarmi molto sulla scrittura. Il capitolo è stato scritto un po' distrattamente a causa della febbre, e quindi sono consapevole del fatto che non sia questo gran capolavoro. Mi scuso in anticipo con le mie lettrici se troverete errori e sviste sintattiche o grammaticali. Il prossimo aggiornamento sarà il penultimo, seguito dall'epilogo. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che mi facciate sapere cosa ne pensate.:) Un bacio, E.

-

-

-

-

-

-

-

-

Gattoncini Ciao cara, benvenuta! Come vedi, tutto è stato chiarito in questo capitolo...spero che ti sia piaciuto. Un bacio, Elisa.

_Mary_Swan E speri bene, tesoro! Eh sì, l'invidia è una brutta bestia...ma il comportamento di Tanya, in questo frangente, anche se non giustificabile, è almeno un po' comprensibile, non trovi?

Se7f Tesoro, io non creerò mai dei personaggi perfetti, tantomeno Tanya! La perfezione non esiste, ed è anche stolida e banale. Scurrile, aggiungerei, e quindi io me ne tengo ben lontana. :)Però alla fine ognuno di loro nasconde del bene dentro di se, nonostante tutto...ma, lungi dall'essere buonista, la malattia spesso porta ad assumere atteggiamenti scorretti verso le altre persone, a volte per invidia, a volte per puro e semplice egoismo, altre volte ancora soltanto per schermarsi dal dolore...l'essere umano è fatto così, che ci possiamo fare? Un bacio, E.

prudence_78 Brava, sei stata furba a non crederle...a volte la malattia fa agire le persone in maniera scorretta, specialmente verso coloro che invidiamo. Un bacio, Elisa.

VerdeEvidenziatore Grazie tesoro, sono felicissima che ti piaccia! Non preoccuparti, sono comunque contenta che tu abbia avuto un po' di tempo da spendere per me e la mia storia. Un bacio!

Pallina90 Hai ragionissima, tesoro, ma a volte l'amore porta anche a comportarsi da stupidi o, in questo caso, da codardi...l'importante è che pian piano si risolva tutto, no?

Lindawinchesterncullen Sì cara, Tanya è davvero davvero malata...ma potrebbe sempre guarire, no? Io sono molto propensa a questa possibilità. Un bacio E.

Stella Cullen Wow, che entusiasmo! Eh sì, Bella è stata davvero molto caritatevole...anche io ad Edward non lo avrei perdonato, ma poi come avrei fatto a mandare avanti la storia? ;) Un bacio,Elisa.

Cullengirl Grazie carissima, mi fa molto piacere. :)

Baby2080 Ciao cara, beh, hai visto che alla fine è stato Edward a mettere in chiaro le cose? Ahahaha, il giro per i negozi è proceduto bene, se c'è una cosa che ho imparato nella vita è che i bambini -di qualsiasi età- sono facilmente corruttibili! Ahahaha, xd. Un bacione.

Vera1982 Anyway, hai ragionissima anche questa volta: io non avrei mai avuto la pazienza di sopportare una situazione simile. Ma Bella ha messo da parte se stessa per il bene delle persone che ama, e alla fine i risultati si sono visti.

Valesimo Grazie cara, mi fa davvero piacere! Un bacio, E.

Eliza1975 Tesoro, ed io adoro le tue recensioni sempre così entusiastiche e, soprattutto, la tua capacità di immedesimarti in ogni personaggio che creo. Sei una lettrice molto versatile,e questo mi fa davvero piacere! ;) Edward sbaglia nell'allontanarsi da Bella, ma lo fa soltanto perchè è costretto dalla malattia di Tanya...fra lui e la bionda però non c'è assolutamente nulla. :) Un bacio, E.

Nick81 Ciao carissima! Allora, rispondo subito alle tue domande. Perchè Tanya? Diciamo che la bionda sta sulle ball's pure a me, e infatti si capisce dalle mie storie che, nonostante la inserisca spesso, non la associo mai ad Edward e all'amore...nel senso che per me Edward non potrà mai amare Tanya, è una donna troppo insulsa per meritarsi il suo amore, e quindi. La inserisco, solitamente, come personaggio di contorno, mentre in questa ff fa da protagonista perchè, ad essere sincera, mi serviva un personaggio davvero significativo per Bella e Edward lei era l'unica disponibile.L'altra risposta è semplice: lo stile di un autore va sempre perfezionato man mano che si acquisisce esperienza con la scrittura, ed io sono alla continua ricerca del meglio, non soltanto per me stessa, ma anche per i miei lettori.Quando scrivo un capitolo lo leggo e lo rileggo, lo modifico una, due, tre volte, e poi lo rileggo ancora, finchè non sono convinta che tutto scorra alla perfezione e che i passaggi siano tutti chiari, proprio perchè io, in quanto autrice,vi offro un prodotto, un qualcosa che scaturisce dalla passione per la scrittura e che deve essere, a mio parere, presentato sempre al meglio del meglio. Spero di aver chiarito i tuoi dubbi :) Un bacio, Elisa.

UbRiakinA Ciao cara, benvenuta, mi fa piacere trovarti qui! ;) Sono davvero contenta che la ff ti piaccia, e spero che continuerai a seguirmi...un bacio, E.

Rikima 1 Tesoro, hai perfettamente ragione, ma sai, l'amore è un sentimento contorto, e ognuno lo vive in maniera diversa dall'altro: Bella si sacrifica per il bene di Edward che, nonostante non la ami,nutre dell'affetto sincero per la madre di Sarah, e quindi. Sono contenta che il cap ti sia piaciuto. Un bacio, E.

 

 
 

   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Vivien L