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Autore: Vivien L    07/04/2011    4 recensioni
Missing moment de " I giorni dell'abbandono"
Devo reimparare il passo tranquillo di chi crede di sapere dove sta andando e perchè. Un sussulto di gioia, una fitta di dolore, un piacere intenso, vene che pulsano sotto la pelle, non c'è nient'altro di vero da raccontare.
-I giorni dell'abbandono-
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'I GIORNI DELL'ABBANDONO'
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 I fiori del male
Parte terza
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 Note: questo missing moment è collocato fra il terzo e il quarto capitolo de "I Giorni dell'Abbandono".
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Enrico Caruso, Mi par d'udire ancora

 

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Nitimur in vetitum semper cupimusque negata

-Ovidio-*

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Emmett

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Il dolce baluginio di un caldo raggio di luce solare mi ferì violentemente gli occhi, costringendomi ad abbassare lo sguardo.

Sospirai, torcendo nervosamente il piccolo ciondolo dorato che stringevo fra le mani, lanciando un'occhiata esasperata verso le sponde occidentali della sala, dove scorsi mio fratello afferrare un piccolo bicchiere di scotch e portarselo alle labbra con una lentezza quasi esasperante.

-Non posso più vivere in questo modo...non ce la faccio- si prese il capo fra le mani, gemendo silenziosamente, ed un sospiro sconfortato abbandonò le mie labbra.

-Non so cosa dirti, Edward...sei sicuro di ciò che stai facendo?-

Edward alzò il capo di scatto, fulminandomi con i suoi occhi chiari e luminosi, e un violento brivido d'inquietudine risalì lungo la mia spina dorsale.

Sbattè il bicchiere sull'imponente tavolo del soggiorno, sbuffando rumorosamente e passandosi una mano fra i capelli, esasperato.

Non sembrava neanche più l'uomo calmo e posato che avevo conosciuto fino a pochi mesi prima, ma un estraneo che si era impossessato del corpo e dell'anima di mio fratello, assumendone il pieno controllo.

Una creatura divorata dall'amore, annichilita dalla passione verso una donna che non avrebbe mai, mai potuto avere, il suo cuore e la sua mente si stavano lentamente logorando, cancellando anche l'ultimo barlume di razionalità che imperversava nella sua vita.

-Emmett- ringhiò, infervorato; la sua voce era intrisa di livore - Dannazione, se ne fossi sicuro in questo momento sarei qui a torturarmi in questo modo?- prese fiato, scosso, per poi continuare - la situazione con Rosalie si sta facendo sempre più critica.Ha capito, Emmett...ha capito tutto. Sa che non l'amo più, sa che quando facciamo l'amore non faccio altro che pensare ad Isabella- quando pronunciò il suo nome, una luce estasiata brillò nel suo sguardo...una luce che mi costrinse ad abbassare il capo, perchè non riuscivo a concepire, ma soprattutto ad accettare, l'amore che scorgevo animare i suoi occhi chiari e penetranti.

Non adesso, non ancora.

Non lei, semplicemente.

-Non ce la faccio più, Emmett. Amavo Rosalie, l'amavo con tutto me stesso, ma adesso sento che il mio cuore non gli appartiene più...-

-Come sta Bella?- mormorai, interrompendo il suo discorso, e lui si passò una mano fra i capelli, esasperato.

Aggrottò la fronte.

-Male...non riesce a riprendersi dall'abbandono di quel bastardo- sputò quelle parole con rabbia, ed io sobbalzai, sorpreso.

Strinse i pugni - Vorrei soltanto poterlo guardare in faccia un' ultima volta...vorrei ucciderlo, farlo pagare per tutto il male che le ha fatto-

-Lei non vorrebbe questo- lo interruppi, piccato, e lui sospirò.

-No- convenne, lanciandomi un'occhiata rassegnata - non lo vorrebbe...ma non riesco a sopportare di vederla ridursi in quello stato. Isabella è così fragile, Emmett...basterebbe un niente per distruggerla-

-Ed è per questo che la ami- sussurrai, e lui sorrise amaramente.

-No...non è questo il motivo. Emmett, quando l'ho conosciuta, l'ho odiata proprio per questa sua eccessiva fragilità: è sempre stata una ragazza molto docile, mansueta...caratteristiche, queste, che non mi hanno mai attratto in una donna. Ma lei...lei non è soltanto questo- prese fiato - Bella ha un animo tremendamente puro e sincero, Emmett...sarebbe disposta a sacrificare tutto per le persone che ama..qualsiasi cosa. Ed io non ho mai conosciuto gioia più grande del prendermi cura di lei.-

- Questo però non risolverà i tuoi problemi, Edward- presi fiato, tentando ancora una volta di dissuadere mio fratello dal distruggere la sua vita...e la mia.

-Non pensi a Rosalie?- mormorai, e lui strinse i pugni - non pensi al dolore che le stai causando con questo tuo comportamento? Lei ti ama, Edward, e non merita questo-

-Lo so, ma non mi importa!- ribattè, infervorato, passandosi una mano fra i capelli...sembrava disperato; i suoi occhi ardevano di un parossismo che mi destabilizzò.

Alzò lo sguardo, illuminato da una luce sofferente - Io so che Rosalie mi ama,credimi, ma non posso più vivere in questo modo. Sono mesi che lotto contro l'amore che provo per Bella.Emmett, sento che non posso vivere senza di lei...non più- aggrottò la fronte, alzandosi e raccattando frettolosamente il suo cappotto.

Si diresse verso l'ingresso, ed io lo seguii, afferrandolo per le spalle e costringendolo a voltarsi.

-Che vuoi fare?- ringhiai, e lui sospirò, crucciato.

-Vado da Bella...devo sapere come sta. E questa sera andrò anche da Rosalie...devo mettere in chiaro la situazione una volta per tutte,Emmett.Bella sarà mia, nessuno mi impedirà di averla...neanche Rosalie Hale-

-Vuoi farlo davvero, Edward?- urlai, sconvolto, e nel suo sguardo comparve un fervore sconosciuto, destabilizzante.

-Si, Emmett.Voglio dirle addio, e voglio farlo adesso- mormorò sicuro, per poi continuare - la donna che amo non è più Rosalie...è ad Isabella che appartiene la mia anima, ormai. E voglio potermi costruire una vita con lei-

Quelle parole, pronunciate con tanto amore e devozione, sembrarono corrodere il mio cuore sanguinante, e l'eco del dolore che provai in quel momento mi gettò in un baratro da cui difficilmente sarei riuscito a risalire.

 


Sabato 24 Ottobre 2004, quattro anni dopo

 

Le note soavi di un pianoforte in lontananza si diradarono nell'aria, penetrandomi la mente.

Sospirai,afferrando il piccolo bicchiere di Black Commons e portandomelo alle labbra. Una risata dolce e cristallina mi riscosse dal vortice caotico dei miei pensieri, costringendomi a voltare il capo di scatto.

In quel momento la vidi, bellissima nel suo abito bianco dalle tinte slabrate, che illuminava il suo pallido volto dalla bellezza eterea, irraggiungibile, facendolo brillare di una luce nuova ed ammaliante, i lunghi capelli scuri che le ricadevano in morbidi boccoli lungo le esili spalle, gli occhi languidi e sinceri carichi di tenerezza.

Isabella accarezzò con dolcezza la piccola protuberanza che spiccava sul suo ventre, e le braccia calde e protettive di Edward la strinsero con amore, lo sguardo chiaro e cristallino illuminato da una luce ardente...sembrava stordito dalla felicità.

Ero alla festa organizzata da mio fratello per celebrare il loro terzo anno di matrimonio...un anno segnato dalla gioia del loro amore, dalla sconfinata felicità che aveva sancito la loro unione, e tutto ciò che ero in grado di fare, in quel momento, era crogiolarmi nella mia solitudine, annegando le mie frustrazioni nell'alcol e nella noia che aveva ormai avvolto la mia intera esistenza.

Sospirai, e fu allora che una voce dolce e cristallina si insinuò nel vortice dei miei pensieri tormentati.

-Sono molto carini insieme, vero?- voltai il capo di scatto, scontrandomi con gli occhi azzurri e penetranti di Rosalie Hale.

-Già...- mormorai, laconico, e lei sorrise; un sorriso amaro, memore del dolore che doveva aver rappresentato, per lei, presenziare al lieto evento.

-Un barbon, per favore- mormorò poi in direzione del barista, accomodandosi al mio fianco e rivolgendomi un'occhiata penetrante.

-Come va, Rose?- sussurrai, e lei abbassò il capo, facendosi scudo con i capelli per tentare di celarmi la sua espressione.

-Potrebbe andare meglio...- rispose, ed io sospirai, afferrando ancora una volta il mio bicchiere e portandomelo alle labbra.

-Si, anche per me- mormorai, e lei sorrise, lo sguardo carico di malinconia.

Avevo sempre ammirato Rosalie Hale: era una donna forte, che sapeva cosa voleva dalla vita, e che faceva di tutto per ottenerlo...il mio esatto opposto, in pratica.

Eppure, nel suo sorriso luminoso mi sembrò di scorgere una scintilla di tenerezza che mi destabilizzò: come faceva ad essere felice se a pochi metri da lei l'uomo che aveva amato più della sua stessa esistenza osservava con occhi innamorati un'altra donna, accarezzando con dolcezza il figlio che portava in grembo?

E in quel sorriso...in quello sorriso scorsi tanto, troppo amore represso, un sentimento che conoscevo bene, e che forse, ero pronto per donare a qualcun altro...o forse no.
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*Tendiamo sempre a ciò che è vietato, e bramiamo ciò che ci viene negato
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Alcuni li hanno già letti, altri invece no...continuerò a pubblicare i missing-moment di "Parole D'amore" e de "I Giorni dell'abbandono" e, se volete, ne creerò anche di nuovi. Proponete ciò che vi farebbe più piacere leggere, ed io proverò ad accontentarvi. :) Un bacio, E.


eT  

 

Tendiamo sempre a ciò che è vietato e bramiamo ciò che ci viene negato.

 

Tendiamo sempre a ciò che è vietato e bramiamo ciò che ci viene negato.

 

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