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Autore: Betta_cha    07/04/2011    0 recensioni
Questa storia riguarda una coppia,una qualunque,nessun nome,nessuna età;semplicemente una coppia,in una fase piuttosto triste.Spero vi piaccia!!(P.S.:è la mia prima pubblicazione,per chiarire!)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai pensato al mondo come un posto invivibile;crudele sì,ma pur sempre un luogo in cui vivere.
Ho cominciato ad odiarlo quando,mentre tu lasciavi cadere le tue mani fredde nelle mie ed emettevi il tuo ultimo ghigno,ha emesso un sospiro,quasi di maligno sollievo.
Quale peso potevi essere tu per il mondo?
Se un peso c'era,si è scaricato tutto sul mio petto,impedendomi un respiro regolare.
Spesso ho immaginato me stesso come un palloncino,il tuo palloncino.Sarei stato rosso,come il fuoco.
Tu eri decisamente un palloncino verde.
Come io possa ricordarmi di te in circa un battito d'ali di un colibrì,è un mistero che mi rifiuto di svelare.Tanti ricordi,troppi profumi,troppi sussurri appena percettibili.
E i palloncini! I tanti palloncini colorati di cui è stata fatta la nostra vita,che riassumevano tutto : un palloncino poteva essere uno sguardo oppure una settimana intera.
Erano le nostre bocche,le nostre mani,le nostre orecchie e i nostri nasi...i nostri occhi.
I palloncini ora si ostinano ad ostruirmi la visuale,senza ritegno nè vergogna.Perchè devono giocare così sporco?
Non riesco più a vederti in questo modo...ma forse non è solo colpa loro.
C'è stato un altro battito d'ali e ancora sono inondato dalla tua presenza,senza davvero sentirti;è vero che,dopo che una persona cara ci ha lasciati, vengono in mente tutte le domande mai fatte?
Io non ne ho nessuna in mente,non ora.Mentre giacevi in quel letto troppo bianco,che sembrava fare concorrenza al tuo viso pallido,qualcosa avrei voluto chiederti.
Ad esempio :" E così te ne vai?". Galleggiava sulla superficie dei miei pensieri ma non voleva uscire dalle mie labbra schiuse.
Continuo a ripetermi che non ha più importanza,ma continuo anche a consolarmi,sicuro di riuscire a dimenticarti.
Non mi perderò a pensare futili ovvietà piene di cordoglio,preferisco solo pensarti mentre fisso l'ennesimo bambino perdere il suo palloncino giallo.
Giallo.Come il colore che avevamo dato al cancro che ti avevano diagnosticato all'utero,quando,per fortuna o sfortuna, facemmo i controlli per avere un bambino.
Eravamo fiduciosi nei dottori,speravamo fosse ancora curabile a quei tempi.
Anche i palloncini gialli volano e di solito non portano via chi li reggeva.Quando ci dissero che non c'erano speranze,classificai subito il cancro come la peggiore delle disgrazie.Se non tieni conto delle bugie.Un cancro può essere improvviso,seppure covi da tempo;ma le bugie sono un male consapevole,che creiamo nella malsana convinzione di poterle dimenticare o estirpare...mentre invece ci divorano vivi,più aggressive e affamate delle cellule impazzite del cancro.
La prima bugia la conto da quando ti ho mentito la prima volta:una sciocchezza forse,neppure ricordo di preciso su cosa mentii.Ma le bugie si accumulano come i debiti e alla fin fine,te ne liberi solo quando muori.
La tua prima bugia? Non lo so,ti ho sempre creduto,quindi mi illuderò ancora un po',credendo che tu mi abbia mentito solo una volta,quella volta.
Avevi assicurato di non saperlo,di non averne nemmeno mai avuto il sentore.
Non starò nemmeno qui a sgridarti...A sgridare l'aria in realtà.
Perchè sono qui allora?
Non per ricordare,seppure io lo stia facendo e non sia nemmeno così doloroso.
Forse non ti ho ancora detto addio.Mi sembra banale farlo d'altronde.
Un altro palloncino,turchese.
Le tue ultime parole erano turchesi.
"Non provare a seguirmi tanto presto!Voglio godermi la vista dall'alto un po' da sola!...senza di te..."
Egoistico da parte tua...Eppure la vista è bella anche da qui sai?Il cielo sembra più azzurro.
Continuo a mentire anche a me stesso,è evidente.Come potrebbe importarmi del cielo?Come posso,quando così tanti palloncini mi passano davanti?
Un palloncino viola spicca tra gli altri,ma penso sia solo quello che ha cambiato colore,diventando turchese.
Un palloncino maledettamente inutile e idiotico:quando questo contenitore d'elio svolazzava,mi tormentavo vanamente,chiedendomi se tu mi odiassi perchè non ti avrei seguito.Qualcosa mi suggerì il suicidio.Poi quelle tue parole mi picchiarono forte sulla fronte,quasi come mi punzecchiavano le tue dita.
E il palloncino è diventato turchese.
Non ho memoria di palloncini neri,ma sicuramente ne abbiamo avuto uno blu scuro,giusto poco prima che tu morissi.
Un dialogo breve,ripetuto cento volte.
' "Non so come dirtelo.Non venire a trovarmi,sto morendo e tu sei l'ultima persona che voglio mi veda così"
"Cosa ti aspetti risponda?"
"Nulla.Annuisci.Sparisci e non commentare."
"Vorrei odiarti per quello che dici,ma riesco solo ad amarti di più,quando tenti di proteggermi da te stessa.Non è nè pena nè
rimorso.Neppure mi sento obbligato.Fattene una ragione.Ti amo." '
Un discorso che faremo ancora probabilmente (e spero),quando finalmente visiterò la tua tomba.Una visita vera intendo.Non come quella di oggi.
Non ti avevo ancora fatto visita,ma non credo,in fondo,di esserne davvero capace.Alla fine,sì,mi son detto di non poterlo evitare,così ho visitato la nuova pittoresca dimora del mio amore. E pittoresca lo è davvero: l'unica tomba del parco,sotto la betulla più bassa,quella dove ti fermavi sempre a leggere e fissa il panorama.
Non ho portato fiori con me;come promesso,solo un palloncino verde.
Sono scappato in fretta,sul ponte che collega il parco al paese,fumando le sigarette che mi hai lasciato in eredità insieme al vizio.Un vizio osceno che mi serve a sentirti più vicina e farmi soffrire di più.
Masochistico vero?
E sono ancora su quel ponte,sforzando la memoria per ricordare meglio,più dettagli,ma hanno iniziato ad insinuarsi ricordi di persone meste che mi tendono la mano.Le parole di conforto ormai viaggiano su frequenze che non mi interessano più,stazioni radio diventate noiose.
Il cordoglio è difficile da esprimere di fronte ad altri,quando ti hanno insegnato a sorridere sempre;ma tu lo sai meglio di me.
Credo di dover aspettera ancora un attimo,non domandandomi neppure il perchè.Probabilmente la solitudine mi sta già facendo impazzire.
Ho scoperto che la solitudine è una malattia peggiore delle bugie forse,se dobbiamo dirla tutta.Oppure è solo la più grande bugia che
raccontiamo per piangerci addosso e che spesso non abbiamo il coraggio di accantonare,perchè i ricordi su cui si basa sono troppo preziosi.
Vorrei che in questo momento si riversasse su di me tutta la solitudine che mi aspetta in questa vita senza di te,così da non poter accorgermi,un po' alla volta,di quanto male farà la tua assenza.
Ho sempre creduto che la vita si misurasse in base al dolore che ciascuno prova;credo,ora,che non sia un metro di misura accettabile,perchè allora ho vissuto,in tempi brevi, più vite di quante me ne spettino.
Poi di nuovo i palloncini.Tantissimi palloncini.
Sei tu quella che intravedo tra di essi?Che sorride dolce,una mano alta in saluto?
Non posso che rispondere a quel saluto;una mano alzata,una stretta al cuore,un sorriso mesto.
Sei già sparita?Di nuovo?
Non era un invito,immagino.Anzi.
Andrò a casa,a cercare di trovare altri palloncini che mi aiutino a ricordare:i colori sono tanti,quasi tanti quanti sono i ricordi.
E magari accenderò un'altra sigaretta,ancora un po' di fumo a velare la vista.
Solo un'altra ora,solo un altro giorno.

   
 
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