08/04/2011
6 recensioniMi hai lasciato da solo davanti al cielo
Ho sempre creduto che sarei stato io a doverti abbandonare, un giorno.
Per un crudele scherzo del destino, invece, ora sono solo, senza di te, senza la tua voce.
Vorrei sputare in faccia a chi dice che te ne sei andato.
Chi va via, può tornare.
E tu, Sirius, sei morto.
Non mi sto chiedendo perché.
Sono soltanto qui, steso con il mio corpo inutile sotto un cielo stellato che mi dà la nausea, mentre ogni stella grida il tuo nome, e io grido con loro.
Questo cielo, e i tuoi occhi, mi hanno insegnato ad amare.
Conosco il brivido dei baci sofferti.
Ricordo le parole rimaste sulla lingua, con quel sapore dolce che si mischiava ai nostri respiri e rimaneva sulla nostra pelle per ore.
Non ci sarà più nulla di tutto questo, Sirius.
E se non tornerai indietro, io continuerò a gridare.
Urlerò il mio dolore finché non verrai da me.
Spero vi sia piaciuta: per chi non l’avesse capito, è ambientata subito dopo la morte di Sirius.
Il titolo, e un po’ tutta la storia, sono ispirati alla canzone ‘Le tasche piene di sassi’, di Jovanotti.
Sin dalla prima volta che l’ho ascoltata, mi ha suggerito di scrivere una wolfstar come questa.
Alla prossima,
Chiara.