Il grosso cane nero si fermava sempre per qualche minuto davanti a quella casa distrutta. I babbani non potevano vederla.
Andava poi a ranicchiarsi nel suo rifugio soffocato dagli alberi, lontano dalle strade e dalla gente.Allora il cuore di uomo del cane tornava a battere in un corpo di uomo. Quell'uomo inselvatichito dalla fuga aveva affrontato un'agonia al di là delle lacrime. La sua anima era stata ferita in tutti i modi possibili. Guardava indietro, vedeva un traditore,in fuga, un innocente, morto. Gli rimaneva solo un lupo mannaro, un uomo dolce e stanco, come ancora di un passato felice. L'unica spalla che a forza di sorregerlo aveva acquistato la forma del suo dolore. Ora era lontano quel lupo, era solo e di certo confuso. Entrambi però erano felici, in qualche modo, perchè si erano ritrovati, e quando ritrovi un amico è un po' come sentire ancora la voce di tua madre, che ti dice che tutti i tuoi sogni diverranno realtà, e crederci: quando ritrovi ciò che hai perso, il mondo odora di fiducia, e il passato ti parla di futuro.
Il cuore di uomo tornò a battere in un cane. Il grosso cane nero andò alla ricerca di un nuovo rifugio, non senza lasciare una nuova goccia di rugiada sull'erba, sgorgata dai suoi occhi per il suo ultimo amico e per la loro promessa: ritrovarsi ancora.