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Autore: alister_    09/04/2011    3 recensioni
-Per me?-
-Sì. Mi ricordavano te-.
-Ah sì? E perchè?-
-Perchè sono belli. Come te-.

[Storia partecipante alla Tekken Challenge indetta da Valy_Chan sul forum di EFP]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Julia Chang, Jun Kazama, Michelle Chang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Set viola]

Sunflower

 

 

 

 

Arizona Flowers

 


-Andate a farvi fottere, maledetti figli di puttana!-, sbotta Michelle urlando nella cornetta. E, come a voler sottolineare il concetto, si libera del fermaglio che le imprigiona i capelli in un'insolita crocchia e lo getta con stizza sul letto.

In risposta riceve solo un cauto silenzio, che la fa sospirare, esasperata, mentre, scuotendo rabbiosamente la caviglia, cerca di togliersi quell'insopportabile scarpa col tacco che le ha ridotto il piede ben peggio di quanto non abbia mai fatto nessun combattimento all'Iron Fist.

-Questo avrei voluto dire-, continua, a voce più bassa. -Ma, ovviamente, non l'ho fatto. Insultare assistenti sociali e avvocati non è una buona strategia, no? E neppure picchiarli, purtroppo. Non ti dico quando avrei voluto tirargli un cazzotto sul naso, a quello stupido giudice inamidato... Che vuol dire che ancora non posso firmare le pratiche d'adozione? Ancora cosa?! Sono cinque anni che ho in affidamento questa bambina, porca puttana!-

La sua voce torna a raggiungere un'ottava di troppo, e, con un respiro profondo, cerca di ritrovare la calma. Ma il suo sguardo incrocia lo specchio, e contemplare il suo riflesso non le è di aiuto a sbollire la rabbia. Si vede in piedi nella sua camera, un piede scalzo sul parquet di legno e l'altro ancora intrappolato in una scarpa elegante laccata di nero per cui ha speso decisamente troppi soldi, le labbra imbronciate insolitamente brillanti grazie al rossetto che ha usato in via del tutto eccezionale, il corpo fasciato in un tailleur scuro che ha scelto proprio per dare l'impressione di essere indipendente e autosufficiente. Sarebbe bella, se non fosse così poco sé stessa.

Ora che si è lasciata alle spalle Phoenix, con il suo caos e i suoi uffici pieni di impiegati ben vestiti, per tornare tra le accoglienti mura della sua casa di famiglia, tra travi di legno, acchiappasogni e vecchie foto ingiallite dal tempo, chiusa in quegli abiti che non le appartengono si sente più ridicola di quando è uscita. Soprattutto perchè non ha ottenuto nulla, neppure questa volta.

La sua collera si affievolisce e lascia posto ad avvilimento che la fa scivolare sul morbido materasso del suo letto a due piazze.

-Scusa, Jun-, mormora nella cornetta ad occhi chiusi. -Non volevo farti venire mal di testa con i miei isterismi-.

La voce che le giunge all'orecchio dall'altra parte del mondo è composta e pacata, e riesce a rasserenarla un poco ancor prima che colga il senso delle sue parole.

-Non devi scusarti. Credimi, capisco perfettamente quello che stai passando. La società non è mai ben disposta nei confronti delle madri single-.

-Pensi che sia per questo?-, domanda Michelle, mentre le sue dita seguono distrattamente il motivo del suo copriletto ricamato. -Perchè non sono sposata? Non perchè non sono biologicamente sua madre?-

Jun si prende qualche secondo prima di rispondere: quasi le sembra di vederla stringersi nelle spalle, mentre serra leggermente le labbra cercando le parole migliori per esprimersi.

-Adottare un bambino è sempre un percorso lungo e difficile. Probabilmente avresti dei problemi anche se fossi sposata, ma... Sinceramente penso che a quest'ora Julia sarebbe già tua figlia. Purtroppo il mondo è ancora così maschilista da pensare che una donna non sappia crescere da sola un bambino-.

-Ah, ma è assurdo!- Michelle si tira su con un scatto deciso, la voce di nuovo carica di frustrata indignazione. -Io sono perfettamente autosufficiente e in grado di occuparmi di Julia! Del resto sono quasi cinque anni che lo faccio, e lo sanno! Tutte queste stupide pratiche, tutti questi inutili colloqui... Una farsa!-

-Michelle...- inizia piano Jun, -Non rimuginarci troppo sopra. Vedrai che al prossimo incontro ci saranno sicuramente dei progressi-.

E' così conciliante Jun, così paziente. Michelle si sente in colpa a sfogarsi ogni volta con lei: neppure le ha chiesto come sta Jin, come va con il suo lavoro di guardia forestale; non si è nemmeno fatta lo scrupolo di informarsi sulle condizioni meteo del Giappone.

-Scusa-, ripete, sedendosi lentamente sul bordo del cassettone sotto la finestra. -E' un'intercontinentale, ti sto pure facendo spendere un sacco di soldi-.

-Figurati, non pensarci neanche. E' il minimo, davvero. Vorrei poter fare di più per te-.

Michelle deglutisce, cercando di ingoiare il nodo che le ha intrappolato la gola.

-E' solo che...- incomincia, con voce esitante. Cerca di frenare le lacrime concentrandosi sulla piuma azzurra che pende dall'acchiappasogni appeso alla maniglia della finestra: lei e Julia l'hanno fatto insieme qualche mese prima, con l'aiuto paziente di sua zia. Pensa all'attenzione con cui la sua bambina ha scelto le perline, alla curiosità vivace che illuminava il suo sguardo mentre le spiegavano come sistemare i fili e come attaccare le piume, al sorriso soddisfatto che le aveva regalato ad opera ultimata, e il groppo alla gola, anziché allentarsi, si stringe ancora di più. -E' solo che a volte ho paura che me la portino via-, si lascia sfuggire dalle labbra: le ultime sillabe si perdono in un singhiozzo mal trattenuto.

-Ehi-, le dice Jun con dolcezza, -Michelle, non dire così. Tu sei una persona incredibile, e sei una mamma eccezionale: nessuno oserà metterlo in discussione. Sarà difficile e dovrai tener duro ancora per un po', ma alla fine tutto si risolverà per il meglio. Andrà tutto bene, vedrai-.

Michelle annuisce, ricacciando indietro le lacrime. Non è da lei lasciarsi prendere dallo sconforto. Non ha mai ceduto alle difficoltà, anzi, le ha sempre affrontate di petto; questa volta non sarà diverso, a maggior ragione perchè in gioco c'è la vita di Julia. Le parole di Jun, poi, sono così confortanti da persuaderla facilmente. Non saprà mai come ringraziarla abbastanza per essere una così ottima amica anche con migliaia di chilometri che le separano. Si accorge solo in quel momento, quando i suoi occhi si perdono per un istante a contemplare la magnificenza di quel cielo pieno di striature intense alla cui bellezza ancora non si è ancora abituata, che in Giappone invece la giornata è appena cominciata, e s'immagina Jun che prepara la colazione per Jin tenendo la cornetta con la spalla.

Le sfugge un sorriso, che si accentua quando scorge in lontananza una figura di bambina che si avvicina a casa con passo baldanzoso. Stringe gli occhi e nota che con le braccia stringe al petto qualcosa; sua zia la segue con un sorriso sulle labbra qualche metro più indietro, senza staccarle gli occhi di dosso neppure un momento.

-Grazie, Jun. Davvero-, dice Michelle, scostandosi dalla finestra. -Ora ti devo salutare, mia zia ha riportato Julia a casa. Spero di essere meno incazzata la prossima volta che ci sentiremo-.

-Lo spero anch'io-.

Si salutano con una risata, mentre Michelle osserva sua figlia che oltrepassa la staccionata di casa, quella stessa staccionata che lei ha scavalcato di corsa centinaia di volte: non dimenticherà mai il giorno in cui la superò con un salto dopo aver trovato la casa devastata dagli uomini della Mishima Zaibatsu, né la volta in cui – il sole stava tramontando proprio come adesso – rientrando da Tokyo scorse da lontano la figura di sua madre, che l'aspettava sulla veranda seduta sulla sua sedia a dondolo preferita.

Ora sua madre non c'è più. Non sono stati i Mishima a portarsela via: ci ha pensato il cancro a toglierle anche la misera consolazione di cercare una vendetta impraticabile. Ma proprio quando lo sconforto la stava facendo annegare in un abisso di rabbia cieca e disperata, è arrivata lei, quel fagottino in lacrime a cui ha dato il nome Julia. I ruoli si sono ribaltati e il vuoto che c'era nella sua vita si è colmato grazie a un sentimento nuovo e fortissimo.

Senza neppure finire di spogliarsi, Michelle infila le vecchie pantofole con le perline e corre fuori di casa. Non appena la vede uscire sulla veranda, Julia si mette a correre. Le trecce in cui le ha raccolto i lunghi capelli castani la mattina sono ormai sfatte e la sua andatura incerta di bambina è accompagnata da un sorriso dolcissimo. Con le mani si stringe al petto un fascio di girasoli – Michelle li vede solo ora che le è di fronte.

-Ehi-, le dice, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, -e questi da dove escono fuori?-

-E' un segreto-, risponde lei, seria, prima di aprirsi in un nuovo sorriso. Le porge i fiori tenendoli saldi per il gambo, timorosa di farli cadere.

-Per me?-, chiede Michelle, mentre saluta con un sorriso sua zia che le ha raggiunte.

Julia annuisce risoluta. -Sì. Mi ricordavano te-.

-Ah sì? E perchè?-

-Perchè sono belli. Come te-.

Quella semplicità disarmante le riempe il cuore d'amore, mentre felicità e commozione si mischiano in un nuovo groppo alla gola che cerca di soffocare con un sorriso.

-Andiamo-, dice, porgendo la mano alla bambina. -Cerchiamo un bel vaso in cui metterli-.

Julia le prende la mano, aggrappandosi alle sue dita come ha fatto tante altre volte, e Michelle, come sempre, sorride.

Sua zia le rivolge uno sguardo interrogativo mentre varcano la porta di casa, ma lei scuote la testa.

Dopo, articola con le labbra. Dopo parleranno di pratiche e avvocati, si preoccuperanno e cercheranno una soluzione. Ora vuole soltanto stare con sua figlia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota conclusiva:

Okay, ho deciso di non seguire l'ordine dei prompt. Seguirò l'ispirazione, come viene.

Piccole noticine su questa one-shot: la zia di Michelle l'ho introdotta io, perchè immagino ci sia stato qualcuno ad aiutarla con Julia,

mentre non mi ricordavo assolutamente che fine facesse la madre dopo tutti i rapimenti della Mishima Zaibatsu.E Tekken Wikia non mi ha illuminato,

perchè la pagina di Michelle è stranamente poco ricca di informazioni. Quindi mi sono presa un po' di libertà.

Ah, avevo proprio voglia di scrivere qualcosa su Michelle. E' così carina! <3 Adoro le donne Chang! *-*

 

 


Set viola
Flower garden (giardino fiorito)
Migraine (emicrania)
Betrayer (traditore)
Sunflower (girasole)
Helicopter (elicottero)
Dance with me (balla con me)
Spiaggia

 

   
 
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