Quando qualcuno guardava gli occhi di Chiyo-chan esclamava
puntualmente “troppa acqua”.
L’acqua si scava la strada anche attraverso la pietra e, quando
intrappolata, si crea un nuovo varco. L’acqua è inarrestabile e impietosa.
Nel nostro piccolo villaggio di pescatori l’acqua era tutto. Lei dava
e lei toglieva.
Chiyo-chan avrebbe voluto vedere l’hanami, con quegli occhi.
- Quando Joji-san andrà all’università K – diceva sempre – a Shigatsu
andrò da lui a vedere la danza dei petali di sakura.
Aveva gli occhi liquidi come l’acqua, neri come il mare, come l’onda
che si è abbattuta su di lei, chiudendoli per sempre.
Erano stati la prima cosa che mi aveva colpito, così grandi e ignari.
Solo dopo avevo notato i suoi capelli: sottilissimi, neri e lucidi come la seta
che dopo la tintura viene stesa ad asciugare. Le ricadevano ai lati del viso
mentre se ne stava china a riparare le reti. Le sue dita sottili si muovevano
rapide ed esperte tra le maglie.
Perché Chiyo-chan voleva vedere l’hanami ma non aveva mai visto
nient’altro che il nostro piccolo paese di pescatori.
Ed era mia la colpa.
Il primo anno rimandai al successivo, troppo preso dalle lezioni, lo
studio, la città. La vita a Tokyo era così diversa e frenetica e ne venni
rapidamente assorbito.
- Non preoccuparti Joji-san, sarà per il prossimo anno.
Ma io sentii la delusione e promisi a lei e a me stesso che l’avrei
portata sotto quegli alberi e che avrebbe visto con i suoi occhi come l’aria si
colorava di rosa. Sarebbe stata bellissima avvolta nel turbinio di petali.
Seduto sulla coperta, i piedi scalzi, le scarpe sistemate lungo il
bordo, osservo la piccola urna davanti a me. L’ho scelta semplice, proprio
com’era lei.
L’anno dopo sua madre si ammalò. Il successivo cominciai il mio
tirocinio e oggi…
Siamo entrambi qui. Ma Chiyo-chan non sentirà mai il profumo dei
fiori di ciliegio.
Aveva gli occhi neri e vitrei quando l’ho rivista. Immobili e quieti
come l’acqua, che dopo aver distrutto, abbattuto, sradicato, si era ritirata
rapidamente portandosi via la vita e lasciandoci la morte.
Quando il vento si alza, sollevando i petali in piccoli vortici,
capisco che è arrivato il momento.
- Hai visto Chiyo? Alla fine ce l’ho fatta a portarti qui.