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Autore: imtheonekeepingyoualive    09/04/2011    14 recensioni
Ora. Era in piena sbronza, il mondo sembrava improvvisamente più luminoso e la testa gli stava minacciando di scoppiare da un momento all'altro e doveva anche andare in bagno, quindi. "Frank, piantala di urlare." Borbottò, muovendo una mano senza guardare, per fargli cenno di smetterla.
"Gerard." Continuò imperterrito, l'altro. "Gee. Gerard. Gee, guarda."
Gerard sbuffò e si girò a pancia in giù, intenzionato a non prestargli attenzione e la cosa stava funzionando anche bene, se non fosse che Frank aveva cominciato a punzecchiarlo con un dito dapprima su una spalla e poi sulla schiena.
Grugnì infastidito e scacciò via la mano, affondando la faccia nel cuscino.
"Gerard, cazzo, ho le tette, guarda!"
[genderswap!au]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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genderswap Disclaimer: Non è vero, non mi pagano, non li conosco neppure, tutto finto. Come quando da bambino la mamma ti dice che esiste il topino dei denti, ecco.
Note: Volevo scrivere qualcosa per il compleanno di Gee e la cosa mi è sfuggita di mano D: Sappiate solo che, perchè sono lenta a scrivere, ci ho messo tutta la notte a finirla :D Il genderswap, cioè quando una persona cambia sesso dalla notte al giorno senza accorgersene, è molto usato nel fandom americano e quindi... Ecco. Sì, ci passo troppo tempo fra le ff americane, lo so.
Beh, tanti auguri Gee, so che non è il regalo che volevi ed ora continuerai a lamentarti fino a che non ne riceverai uno migliore :D

Thanks for reading!
Xoxo, G <3


Boys will be boys.







Quando Gerard si svegliò, la mattina, pensò che la sera prima doveva aver esagerato con l'alcool.
Ricordava che si erano fermati in un locale a festeggiare il suo compleanno e, tra una birra, un chupito ed un margarita, avevano tirato le cinque. Quando si erano trascinati in albergo - Brian era stato costretto a dover concedere loro una notte in un letto vero, perchè Gerard sa essere diva quando vuole e, per diana, per lo meno la notte del suo compleanno le sue regali terga si sarebbero posate fra lenzuola pulite - Gerard avera raggiunto la sua camera in auto-pilota ed era praticamente svenuto dopo cinque secondi netti da quando si era lanciato sul letto.
L'ultima cosa che aveva sentito era la voce lontana di Frank che gli borbottava di non addormentarsi subito.
Ora. Era in piena sbronza, il mondo sembrava improvvisamente più luminoso e la testa gli stava minacciando di scoppiare da un momento all'altro e doveva anche andare in bagno, quindi. "Frank, piantala di urlare." Borbottò, muovendo una mano senza guardare, per fargli cenno di smetterla.
"Gerard." Continuò imperterrito, l'altro. "Gee. Gerard. Gee, guarda."
Gerard sbuffò e si girò a pancia in giù, intenzionato a non prestargli attenzione e la cosa stava funzionando anche bene, se non fosse che Frank aveva cominciato a punzecchiarlo con un dito dapprima su una spalla e poi sulla schiena.
Grugnì infastidito e scacciò via la mano, affondando la faccia nel cuscino.
"Gerard, cazzo, ho le tette, guarda!"
Ci volle qualche secondo perchè il moro recepisse le parole - e la voce di Frank. Lentamente alzò il viso dal cuscino e si voltò verso sinistra, dove Frank si era sdraiato la sera prima.
Solo che... Non era proprio Frank. Sì, era Frank, perchè gli occhi ed i capelli erano gli stessi, ma c'era qualcosa che seriamente non andava. Tipo, il rigonfiamento sotto alla maglietta.
Gerard rimase qualche secondo immobile a fissare il punto, incredulo. Non poteva essere, doveva essere uno scherzo.
"Sì, okay, belle. Ora, mi puoi spiegare perchè mi hai svegliato all'alba per farmi uno scherzo? Non potevi aspettare il soundcheck?" Chiese, sospirando e mettendosi di nuovo sulla schiena, chiudendo gli occhi per evitare di uccidere il suo chitarrista.
"No, Gerard, non è uno scherzo. Non senti la mia voce? Ommioddio, sono una donna! Tocca!" Ed urlando, gli prese una mano e se la posò sul seno. Decisamente vero.
Magari un pò piccolo, ma assolutamente reale.
"Cazzo, Frank. Hai le tette sul serio." Sussurrò, incerto, fissandolo negli occhi.
L'altro alzò le spalle e Gerard si accorse di come i lineamenti del suo viso si fossero addolciti un poco, rimanendo però così tanto uguale.
La cosa lo fece sentire meglio, Frank era ancora Frank, anche se un pò diverso.
"Cosa facciamo ora?" Pigolò il chitarrista, abbassando lo sguardo sulla mano di Gerard ancora posata sul suo petto.
Il moro la tolse come se si fosse scottato, borbottando un "Scusa..." a mezza voce.
"Beh, dobbiamo scoprire come mai ti sei svegliato... Improvvisamente donna. E... Dobbiamo dirlo agli altri."
Frank alzò gli occhi al cielo e si ridistese. Gerard non fece scorrere lo sguardo su tutto il corpo dell'altro, no.
"Merda, Bob non smetterà di prendermi in giro per un secondo."


"Aspetta, aspetta, aspetta, fammi ripetere bene la situazione. Sei andato a dormire con Gerard stanotte e quando ti sei svegliato stamattina, eri donna?" Disse Bob, davanti ad una tazza enorme di caffè cercando di trattenere una risata, che però trapelava lo stesso dal tono della voce.
Gerard sospirò e bevve un sorso enorme di caffè, cercando di non ustionarsi troppo. In fin dei conti la voce gli serviva ancora.
Frank, seduto accanto a lui, si mosse sulla sedia a disagio e lanciò uno sguardo alla sala. Quando capì che nessuno stava prestando loro attenzione, additò il biondo e sibilò qualcosa che il cantante non capì.
Gerard non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Cioè, più del normale.
E' solo che non capita tutti i giorni che uno dei tuoi migliori amici - per cui hai una cotta da anni - si svegli improvvisamente con un nuovo paio di tette ed un culo niente male. In fin dei conti Gerard è solo un uomo e la carne è debole, okay?
E non che Frank uomo non gli piaccia, guh, è di lui che si è innamorato, ma... Il fascino della novità? O forse-
"Hm?" Domandò, sbattendo le palpebre, quando si rese conto che cinque paia di occhi erano puntati su di lui. "Cosa?"
"Cosa gli hai fatto?" Ripetè il batterista, come se fosse la cosa più ovvia.
Gerard spalancò gli occhi ed abbassò la tazza di scatto, basito. "Io?"
"Beh, tu eri con Frank stanotte. Quindi, significa che è colpa tua." Aggiunse Mikey, il traditore.
Fulminò il fratello con un'occhiata che sperò somigliasse a quella della loro madre, ma Mikey si limitò ad alzare le spalle e a guardarlo fisso. Il maggiore lasciò perdere, tornando a guardare il suo caffè, come se potesse salvarlo da quella situazione.
Alla fine sospirò e sentì lo sguardo di Frank su di sé. "Ragazzi, seriamente non so cosa sia successo stanotte. Mi sono addormentato non appena ho toccato il letto e probabilmente anche Frank, eravamo parecchio ubriachi... Per dirvi che non mi sono messo a recitare formule magiche per farlo diventare donna nel bel mezzo della notte, ragazzi, che cosa vi dice il cervello? Ed ora, dobbiamo pensare che stasera abbiamo un concerto."
"E...?" Domandò Brian, apparentemente più calmo di tutti loro messi insieme, ma ben sapendo in realtà che dentro di sé stava dando fuori di matto.
"E Frank è leggermente diverso." Disse, come se gli sfuggisse il punto importante dell'intera faccenda.
Seriamente, tette! Dappertutto!
"La sua capacità di saper suonare la chitarra non è diminuita solo perchè è donna, Gerard. Mi aspettavo di meglio da te." Esclamò il biondo dall'altra parte del tavolo, facendolo grugnire.
"Non è per quello, geniacci, è perchè non so se ve ne siete accorti, ma le magliette qua gli vanno un pò strette." Aggiunse il moro, allungando una mano verso il petto di Frank. "E qua sotto i pantaloni gli vanno un pò larghi."
"Ma ha le tette talmente piccole che nemmeno si notano."
"Ehy, le mie tette sono perfette okay?" Si difese il chitarrista, stringendosi il seno con le mani, come a proteggerlo.
Gerard pensò che sì, erano perfette, ma non era quello il momento. Mosse una mano in mezzo al tavolo, per catturare nuovamente l'attenzione degli altri e tirò un sospiro di sollievo quando le voci si abbassarono. Il suo mal di testa ringraziava.
"Penseremo a qualcosa, okay? Basta solo... Non lo so, coprire." Disse Frank a bassa voce, guardandolo.
Gerard fece un mezzo sorriso incerto ed annuì.
"Certo."
Il sorriso che gli offrì Frank, fu sufficiente per fargli pensare che era oh, così tanto fottuto.


Il soundcheck andò meglio di quanto Gerard avesse pensato durante il viaggio verso il palazzetto. Frank era sorridente e, dopo il primo tentennamento perchè doveva ancora abituarsi al suo nuovo corpo, prese a suonare come suo solito, muovendosi dovunque ed urlando nel microfono. Piano piano, il cantante cominciò a dimenticare che sotto alla maglietta il suo chitarrista aveva della mercanzia nuova e finirono la scaletta senza intoppi.
Lasciarono il palco per raggiungere il camerino nel backstage, Mikey e Ray in prima fila, intenti a parlare di un nuovo videogioco che il bassista aveva trovato durante la sua uscita nel centro della città il giorno prima, e Gerard li ascoltò a metà, con un sorriso sereno sulle labbra.
Non appena entrarono nella piccola stanza, Gerard si avvicinò allo specchio dall'altra parte, per recuperare le aspirine che Brian gli faceva sempre trovare prima di ogni concerto. Prese la scatola fra le dita e ne buttò giù un paio con un sorso d'acqua, sapendo che avrebbero fatto effetto mentre si preparavano.
Alzò gli occhi sulla superficie riflettente di fronte a sé e vide Bob seduto sul divanetto di pelle nera, bacchette in mano, intento a tamburellare l'intro di Cemetery Drive, Mikes in mezzo a lui e Ray, girato verso il chitarrista e ancora del tutto assorbito nella conversazione che durava da minuti interi, su quanto fosse figo quel gioco e Ray che gli dava corda.
Solo allora si accorse che mancava Frank.
In effetti era strano non averlo addosso, come accadeva sempre, però si disse che il suo mal di testa e la giornata fuori dal normale dovevano averlo scombussolato più di quanto pensasse. Si girò, l'espressione corrucciata, ed esaminò l'intera stanza in cerca del chitarrista, ma senza trovarlo.
"Ehy, ragazzi, sapete dov'è Frankie?" Domandò agli altri.
"E' chiuso nel bagno in fondo al corridoio a fare non so cosa con Brian." Rispose Bob, indicando un punto alle sue spalle con una delle bacchette.
Gerard aggrottò ancora di più le sopracciglia ed incrociò le braccia al petto, inspirando forte. Bob smise di muovere le bacchette, per guardarlo divertito e suo fratello smise di parlare e gesticolare, per fare attrettanto.
"Vai dal tuo fidanzato, Gerard, per dio. O dalla tua fidanzata, ora come ora." Borbottò suo fratello, alzando gli occhi al cielo.
Gerard lo guardò male, alzando il mento. "Frank non è il mio ragazzo. Vorrei solo sapere come mai non è qui a pochi minuti dall'inizio del concerto."
Bob cercò di nascondere una risata con un colpo di tosse, ma non gli riuscì per niente bene e Gerard discostò lo sguardo inceneritore dal sangue del suo sangue per posarlo sul batterista, che scoppiò a ridere sul serio quando lo vide.
"Manca un'ora all'inizio del concerto, dobbiamo ancora mangiare, inventatene un'altra. Oppure vai da Frank, invece di stare qua a rovinare l'atmosfera di pace e serenità con il tuo brutto muso."
Gerard aprì la bocca per controbattere, sconvolto, quando la porta del camerino si aprì di botto facendogli prendere un infarto. Sobbalzò sul posto e guardò Brian entrare come una furia, con gli occhi spalancati.
"E' impossibile!" Stava blaterando il manager, puntando direttamente verso le Red-Bull nel piccolo frigorifero all'angolo. La band intera lo guardò con un'espressione generale confusa.
Aspettarono tutti in religioso silenzio che aprisse la lattina e bevesse, prima che Gerard, in ansia, gli chiedesse cosa ci fosse che non andava. Brian lo guardò con un sopracciglio alzato, prima di sospirare ad occhi chiusi, stanco. Si passò la mano libera sulla faccia, per stropicciarla.
"C'è che il nostro chitarrista si è svegliato donna, okay? E, anche se sono così piccole che non si vedono, ha delle tette che prima non c'erano e non vogliamo che i fans stasera scoprano le grazie della nostra nuova chitarrista, no? Quindi sono uscito ed ho comprato a Frank una fascia per- uh, appiattire e ora non riesce a mettersela da solo e non vuole che entri in bagno con lui perchè dice che è nudo. Io non ce la faccio, seriamente, quando la mia vita è diventata così complicata?" Disse in tono tragico il biondo, aprendosi un'altra Red-Bull.
Gerard era rimasto zitto per tutta la spiegazione di Brian, cercando di immaginarsi Frank senza maglietta mentre cercava di nascondere il seno con una... fascia, ma c'era sempre qualcosa che non andava e la sua immaginazione lo riportava al Frank di sempre, quando girava a torso nudo per il tour bus lamentandosi che aveva bisogno di una doccia. E non aveva le tette, solo un sacco di tatuaggi.
Mikey fu il primo ad aprire la bocca, quando capì che nessun altro l'avrebbe fatto e che di quel passo Brian avrebbe finito tutte le Red-Bull presenti nel frigorifero. Sempre meglio evitare di avere un Brian Schechter sull'orlo di una crisi di nervi pieno di una bevanda eccitante. L'ultima volta che era successo era ancora bene impressa nelle menti di tutti.
"E quindi?"
"E quindi ha chiesto di Gerard." Rispose il manager, puntandogli gli occhi addosso. Gerard rimase fermo, preso in contropiede. Non capiva come avrebbe potuto aiutare Frank. "Vuole che vai da lui."
"Uh." Sussurrò, allentando la presa delle braccia sul petto, spostando lo sguardo da Brian a Ray, poi Mikey e Bob.
"Vai!" Gli esclamò Mikey, dopo qualche secondo, indicando la porta.
Gerard sospirò e, incerto, si diresse verso l'uscio. Si chiuse la porta alle spalle e percorse tutto il corridoio, fino ad arrivare i bagni. Si fermò di fronte a quello con la figura maschile disegnata sulla porta e bussò piano, avvicinando poi l'orecchio, per sentire se ci sarebbe stata una risposta.
Nulla.
Guardò il pannello di plastica scura per qualche secondo, incerto e poi sospirò, non sapendo cosa fare.
Si schiarì la voce e cercò di non prestare attenzione alla gente che passava dietro di lui e lo fissava stranita, probabilmente perchè nessuno bussava prima di entrare in bagno.
"Frankie, sono Gerard. Brian ha detto che mi volevi." Disse a mezza voce, cercando di non attirare ulteriore attenzione su di sé.
"Gee?" La voce di Frank gli giunse sottile, come se avesse pianto o fosse sul punto di farlo. La cosa gli fece battere il cuore in maniera spropositata, il solo pensiero gli faceva venire l'ansia.
"Sì, Frankie, sono io. Aprimi, cosa c'è?" Chiese, preoccupato.
Sentì la serratura scattare - non sapeva come Frankie avesse avuto la chiave del bagno, ma probabilmente Brian l'aveva ottenuta senza problemi - ed aprì subito la porta, voleva vedere che Frank stava bene con i suoi occhi, o non ci avrebbe creduto.
E. Beh, Frank doveva aver pianto sicuramente, perchè aveva gli occhi rossi - e non per via del trucco - e sul lavandino c'era una scatola aperta, che doveva essere quella contenente la fascia, che stava tenendo in mano. Ma la cosa che fece impietrire Gerard sulla porta era il fatto che Frank non stava indossando una maglietta e... ossignoregesù, sarebbe morto prima della fine della sera.
Cercò di respirare normalmente e di staccare gli occhi dal seno di Frank - i tatuaggi sembravano diversi, in un certo qual modo, sul quel nuovo fisico così curvilineo -, in fondo doveva aiutarlo, non fare il pervertito.
Tossì un paio di volte e si grattò la nuca, in imbarazzo. "Uhm, Frank, cosa c'è che non va? Posso aiutarti?"
Vide Frank annuire e porgergli la fascia. Era elastica e color carne, con del velcro alle estremità per la chiusura, sicuramente scomoda e sicuramente orribile. "Non riesco a stringerla quanto basta perchè mi nasconda il seno. Dio, è piccolo ma si nota lo stesso. Uhm, quindi... Potresti darmi una mano? Allacciarmela?"
Il moro prese un respiro profondo ed annuì, prima di mettersi dietro a Frank, di fronte allo specchio, così l'altro avrebbe potuto vedersi e dirgli quando andava bene. Allungò le braccia e gli circondò la vita con la fascia elastica, facendo sì che il tessuto seguisse la forma del suo corpo. Sentiva di stare leggermente tremando, Frank profumava sempre così tanto, Gerard non sapeva come facesse. Era un pò come il suo superpotere o qualcosa del genere. Inspirò il profumo, intanto che gli era così vicino, e lo sentì rabbrividire impercettibilmente.
"Troppo stretta così?" Chiese, quasi senza voce, ed alzò lo sguardo sullo specchio.
Frank lo guardò per qualche secondo e poi scosse la testa. "No, no, così va bene. Solo... Non deve essere troppo stretta o non riuscirò a respirare durante il concerto, lascia solo che..." Non finì la frase, infilò una mano fra la fascia ed il seno e Gerard lo vide fare qualcosa che effettivamente aiutò l'effetto voluto. Sembrava ancora che il petto fosse piatto, forse appena un pò più rotondo, ma nulla che saltasse all'occhio.
"Okay, chiudila pure." Aggiunse il chitarrista, dopo essersi guardato ancora per qualche secondo.
Gerard annuì e fece combaciare i due lembi, accarezzando la schiena di Frank per qualche attimo di troppo. Sperò solo che l'altro non se ne fosse accorto.
Frank sorrise e si girò verso di lui, facendolo bloccare. "Oggi, prima del soundcheck, ho fatto una ricerca su internet. Sai, siccome non so quanto... Per quanto sarò donna, se mai ritornerò me stesso, sai, questa cosa è parecchio terrificante. Non solo per il fatto che ora ho un paio di tette che mi tocca nascondere con una fottuta fascia che mi mozza il respiro, seriamente non so come le donne potessero mettersi i corsetti, dovevano essere folli. Ma per il fatto che, ommioddio, avrò il ciclo mestruale? Non voglio, cioè, ew. E se dovessi fare sesso con un uomo, potrei-"
A quel punto Gerard dovette fermarlo, perchè ugh, ciclo mestruale ma soprattutto, Frank non avrebbe fatto sesso con un uomo, okay? L'unico uomo con cui Frank avrebbe potuto fare sesso... Pensò sono io, ma scacciò il pensiero prima che potesse impiantarsi nel suo cervello per sempre.
Frank e lui? No.
Gli prese il viso fra le mani e lo guardo fisso negli occhi, facendolo fermare immediatamente. Dio, non si era ancora accorto di quanto Frank fosse carino come donna.
Carina.
Oddio.
"Frankie, Frankie, ascoltami. Sono sicuro che troveremo una soluzione, okay? Non rimarrai donna per sempre, penseremo a tutto ciò che possa aver scatenato questa cosa, sono sicuro che c'è. E tu ritornerai uomo e saremo tutti felici e ci lasceremo questa storia alle spalle." Sussurrò, cercando di confortare sia Frank che sé stesso.
Perchè ne aveva decisamente bisogno. Il suo chitarrista come donna era fottutamente sexy e... Santo cielo, Gerard, smettila.
Frank annuì, il respiro corto, e sembrò intenzionato a fare qualcosa che-
Gerard si staccò prima che Frank potesse spingersi in avanti e baciarlo, oppure che lui stesso lo potesse fare. Non era il momento adatto, non poteva baciarlo mentre era vulnerabile perchè aveva appena perso tutto ciò che è di più caro ad un uomo, e cioè la sua virilità.
Balbettò qualcosa sul fatto che probabilmente doveva essere arrivata la cena e che tornava in camerino. Frank lo guardò preoccupato, ma si limitò ad annuire, senza aggiungere altro.
"Okay, allora, uhm, ti aspettiamo in camerino. Vestiti e... Sì, okay, a dopo." Borbottò prima di uscire dal bagno, le guance in fiamme e le mani strette a pugni.
Si rifugiò nell'altra stanza, dove gli altri lo accolsero con risate e fischi. Gerard fece il dito a tutti e si andò a sedere addosso a suo fratello, che fece un verso esagerato come se lo stesse soffocando. Afferrò una fetta di pizza e la masticò senza degnare nessuno di attenzione.
"Ah, amico, auguri ancora!" Gli urlò Ray, dandogli una pacca sulla spalla.
Già, tanti auguri a me, pensò. Il ragazzo di cui sono innamorato si è svegliato donna, i miei compagni di band sono dei deficienti, mio fratello si sta mangiando tutta la pizza ed il nostro manager compra fasce restringenti.
Tanti auguri a me.


Il concerto fu un successo.
La folla era in delirio, Bob stava dando il meglio di sé alla batteria, Ray non aveva suonato così bene prima, Mikes aveva sorriso innumerevoli volte e Frank... Frank ce la stava mettendo tutta, davvero. Suonare con la fascia e due magliette addosso doveva essere una tortura e, oltre a quello, il suo fisico femminile non aveva la forza necessaria per tutte le acrobazie che faceva sempre sul palco. Gerard cercò di aiutarlo, facendolo rimanere steso a terra durante un coro, così che per almeno qualche secondo potesse riposare, oppure lasciando che si appoggiasse al suo petto con la schiena, intimandogli 'respira! respira!' con lo sguardo. Frank gli sorrideva, lo cercava con lo sguardo, urlava nel suo orecchio, gli si strusciava addosso e gli leccava il sudore sul collo, non c'era nulla di diverso da tutte le altre sere, se non fosse che ora Gerard poteva sentire la forma del seno di Frank premere contro il suo braccio quando si sporgeva per cantare, la forma diversa e allo stesso tempo uguale del suo viso, le gambe ed il sedere diversamente fasciati dai jeans.
Gerard stava decisamente diventando matto. Ossì, ne era sicuro.
Ringraziò i fans un'ultima volta, dopo il bis, e scese dal palco sentendosi più stremato del solito, cercando subito di raggiungere il camerino senza fermarsi. Worm lo guardò confuso, ma lo accompagnò comunque lungo il corridoio, lanciando occhiate verso gli altri e parlando nel walkie talkie che teneva appeso alla maglietta. Il cantante aprì di scatto la porta del camerino, afferrò i vestiti e si cominciò a cambiare senza proferir parola con nessuno.
Sorrise a tutti quando gli fecero i complimenti, annuì e scosse la testa nel momento giusto ed evitò Frank. Cioè, non proprio però quasi.
"Ragazzi, vado a fumare prima di salire sul bus." Annunciò alla band, quando si fu riallacciato entrambe le scarpe. Gli altri erano ancora nel bel mezzo dei festeggiamenti post show ed erano ancora mezzi nudi e completamente sudati, quindi lo guardarono come se non fosse lui ma un clone. Gerard non era mai il primo ad andarsene, casomai l'ultimo.
Mikey gli chiese se fosse tutto a posto solo muovendo un sopracciglio. Rispose che era stanco e che voleva andare a letto subito e nessuno aggiunse null'altro. Chiuse immediatamente l'uscio del camerino alle sue spalle e camminò silenziosamente verso l'uscita secondaria del palazzetto, tastando le tasche dei vestiti alla ricerca dell'accendino. Si fermò qualche minuto fuori dalla porta del bus, per finire la sigaretta e salutò il gruppetto di fans ai cancelli, sorridendo ed urlando loro che li amava e che gli dispiaceva ma era troppo stanco per fermarsi da loro.
In effetti stava svenendo.
Aprì la porta del tourbus e salì, per poi accendere la luce del corridoio che portava alla zona notte. Lasciò la borsa accanto alla cuccetta e recuperò il pigiama sotto al cuscino, prima di andare in bagno a lavarsi i denti e ad asciugarsi alla bell'e meglio i capelli ancora madidi di sudore.
Dopo un quarto d'ora, era steso a letto, a fissare il soffitto della sua cuccetta e a pensare che doveva darci un taglio. Frank era donna solo da un giorno e gli ormoni decidevano di far per conto loro.
Però non era nemmeno colpa sua se Frank aveva deciso di sbattergli in faccia la sua nuova condizione, nello specifico fatto di andare in giro senza maglietta in sua presenza o di strusciarglisi contro con tutta la nuova mercanzia.
Prima... Prima era più facile. Però allo stesso tempo impossibile.
Non si era mai fatto avanti con Frank, nonostante avesse una mezza idea che Frank in verità sospettasse dei suoi sentimenti. I baci e gli abbracci, o le ore passate vicini solo per il gusto di esserlo oppure le sigarette e le birre divise. Frank era un amico. Frank era un compagno.
Si era ritrovato spesso a pensare che forse, se le situazioni fossero state differenti, forse fra di loro avrebbe potuto funzionare. Oppure sarebbe tutto rimasto così, e sarebbero stati sempre e solo amici.
Sospirò e chiuse gli occhi, girandosi verso la parete della cuccetta, per rilassarsi e dormire.
Avrebbe pensato domani ad un modo per aiutare Frankie. Lo avrebbe fatto e ci sarebbero riusciti.



Erano passati sette giorni dalla trasformazione, e ancora niente.
Frank si stava ormai abituando a quel nuovo corpo. Al fatto di dover indossare magliette enormi per nascondere ciò che aveva sotto - Alicia gli aveva portato dei reggiseni sportivi, e la cosa funzionava bene, il petto sembrava piatto. Sempre meglio della fascia, Frank era rimasto leggermente traumatizzato da quella - ed al fatto che quando girava in biancheria intima, Gerard non riusciva a distaccargli... Staccarle gli occhi di dosso.
Sperava per lo meno di non essere così tanto palese, anche se Mikey ormai si sprecava in fatto di battutine. Bastardo.
Avevano fatto ricerche su internet perchè, seriamente, lì si trova di tutto. Ma non erano stati così fortunati. Avevano trovato varie cose diverse che, forse, alla lunga avrebbero potuto anche aiutarli, come il fatto di ripensare alle 24 ore prima del cambiamento oppure di ricordare se avessero fatto qualcosa di diverso, o se avessero invocato dei pagani e cose del genere.
Tutti avevano pensato che oh, la loro vita era una routine, non avevano fatto nulla di diverso. Apparte uscire per festeggiare il compleanno di Gerard.
Ma nemmeno per quello erano stati originali, si erano limitati a riempirsi d'alcool e a blaterare fino alle cinque del mattino, quando erano tutti caduti in coma etilico fino alla mattina successiva.
Per quanto riguarda gli dei pagani e le imprecazioni, beh sicuramente in più di venticinque anni di vita qualche dio sconociuto l'avevano tirato in ballo, ma non credevano fosse per quello e quindi scartarono l'ipotesi.
Nè Gerard, nè Frank, nè gli altri riuscivano a trovare un nesso alla cosa.
Eppure doveva esserci, Gerard lo sapeva. Solo che gli sfuggiva.
Il fatto era, che Frank aveva cominciato a comportarsi in modo più provocante, quando erano soli. Dormiva con lui - Gerard aveva detto di no solo la prima notte, per i primi dieci secondi, quando aveva visto il faccino da cane bastonato di Frank aveva ceduto e gli aveva fatto spazio sul letto -, gli si sedeva in braccio durante le interviste, gli stava appiccicato non appena era possibile, lo guardava sempre, e Gerard si era reso conto che poco a poco, aveva definitivamente detto addio ai suoi problemi ed aveva cominciato ad assecondare Frank in tutto.
Fino a quando, una notte, Frank non l'aveva baciato.
Gerard era quasi completamente addormentato. Frank stava parlando a manetta di un libro che aveva appena finito e Gerard era contento di stare fermo ad ascoltarlo. Ascoltare la voce più sottile, appena un pò di alta della sua voce maschile, ed aveva chiuso gli occhi.
Non si era accorto di averlo fatto fino a quando non aveva sentito le labbra di Frank sulle sue ed una mano sul cavallo dei pantaloni.
Aveva sobbalzato, colto di sorpresa, ed aveva aperto la bocca per dire qualcosa- ma non ci riuscì, dato che Frank lo prese come un invito ad approfondire il bacio e gli infilò la lingua in gola. E va bene tutto, ma era Frank, e Gerard stava aspettando quel momento da troppo per dire di no.
Ricambiò con entusiasmo ed infilò una mano sotto alla maglietta dell'altro, per accarezzargli la schiena. La pelle era liscia e le dita scorrevano in alto ed in basso facendo rabbrividire Frank. Gerard fece scivolare la mano verso il davanti e seguì la linea delle costole, una ad una, salendo sempre più su.
Quando arrivò al seno, Frank sospirò nella sua bocca, salendogli a cavalcioni sul bacino. Gerard ne approfittò per infilare anche l'altra mano sotto alla maglia e le appoggiò a palmi aperti sopra ad entrambi i seni, facendo sorridere Frankie.
Quando mosse i fianchi verso l'alto, gli scappò un gemito sommesso, che fece muovere il bacino all'altro.
Però c'era qualcosa che non andava, Gerard continuava a pensarlo. Non era così che voleva che andasse, non era così che voleva farlo.
Lui rivoleva Frank, il suo Frank, con tutti gli attributi al posto giusto e, per dio, con un cazzo nei pantaloni. Era più di una settimana che non c'era e Gerard ne sentiva la mancanza, anche se non ci aveva avuto tutti i rapporti e le interazioni che avrebbe tanto voluto. Ma il pensiero, ecco, gli mancava. E sentiva che Frank stava facendo tutto quello solo perchè si sentiva frustrato e triste e Gerard non voleva essere una scopata di conforto.
Ed era strano, perchè solo qualche giorno prima non avrebbe esitato a dare a Frank ciò che stava chiedendo, ma ora. Ora non era giusto.
Si staccò dal bacio ansante ed aprì gli occhi, per puntarli sul viso dell'altro.
"Cosa? Cosa?" Chiese col fiato corto Frank, sbattendo le palpebre e fissandolo confuso. Fece per riprendere a baciarlo, sporgendosi in avanti, ma Gerard voltò il viso di lato.
"Frank, no." Gli disse, con il tono più fermo che gli riuscì. O così sperò.
Frank lo guardò ancora, sempre più confuso.
"No?"
Il moro scosse la testa. "No, non così. Io... Io non voglio, lo so che non lo vuoi davvero."
"Cos- Io?" Domandò l'altro, come se non potesse credere alle sue orecchie.
Gee lo guardò ancora, annuendo e poi accennando al suo essere così, con il mento. "Tu vuoi essere confortato, sei triste perchè sei una donna ed io... Io non voglio, non così." Spiegò, con voce dispiaciuta.
Frank tolse le mani dalle sue spalle, entrambe nello stesso momento e lo guardò... Ouch, sembrava incazzato. Gerard non aveva pensato a quella possibilità.
"Io non voglio essere confortato, Gerard, cazzo. Io non so più cosa fare, davvero. Ho pensato che ora che sono donna saresti venuto a letto con me, perchè oh, guarda, non ho più un uccello nelle mutande e non vedo cosa ti possa spaventare tanto. Ma come vedo no, evidentemente sono io che ho interpretato male i segni. Lascia perdere, okay? Fai come se niente fosse successo, amici come prima."
Lo guardò scavalcarlo, per poter uscire dalla cuccetta, ma Gerard lo fermò.
"Frank aspetta! Io. Non ho paura di te quando sei uomo, io ti rivoglio uomo... Non sai quanto, cazzo. E sto cercando in tutti i modi di capire cosa ci sfugge, perchè sono sicuro che c'è un particolare, uno solo, che è il fulcro di tutto ed io non ci arrivo... Questo non sei tu, Frankie, okay? Tu sei il ragazzo migliore che io abbia conosciuto, sei il mio migliore amico, sei divertente, simpatico, carino, sei fottutamente bello, Frank, e mi manchi. Certo, come donna sei sexy e verrei a letto con te subito, ma no, non così. Io... Io ti rivoglio indietro."
Frank non aggiunse nulla, rimase fermo a fissarlo con gli occhi sbarrati ed il respiro mozzato. Gerard alzò una mano per sfiorargli il viso e l'altro chiuse gli occhi.
"...Okay." Sospirò dopo un pò, rilassandosi. "Okay, aspettiamo."
"Aspettiamo."



Erano passati tre giorni dall'episodio con Frank, e da allora Gerard non aveva smesso di pensarci per un solo secondo.
Ci aveva pensato, pensato, pensato, pensato, e sentiva che c'era quasi arrivato, a pelle. Era come se lo percepisse, ma non riuscisse ad afferrarlo.
Da allora le cose si erano fatte tese fra di loro. Gerard cercava di comportarsi il più normalmente possibile con Frankie, ma l'altro aveva cominciato a lasciargli il suo spazio per riflettere, ben sapendo che solo lui avrebbe potuto capire cosa gli era successo.
La notte dormivano insieme, ma era perchè da soli era diventato impossibile.
Ed ora era seduto sui gradini del tourbus, durante una sosta. Gli altri erano tutti in giro, Ray a cercare riviste, Frank in bagno a lavarsi e Bob a fare scorte. Lui e Mikes erano andati a prendere del caffè e sigarette nuove, ed erano tranquilli a fumare e a bere in santa pace, godendosi i minuti di quiete.
"Come va con la cosa di Frankie?" Chiese Mikey dopo qualche minuto di silenzio.
Gerard fece spallucce, scuotendo la testa.
"Ci sono quasi, lo sento. Ho cominciato a ripensare a cosa abbiamo fatto il giorno prima, ma ho capito che non era nulla di importante: interviste e ore in bus. Però poi ho pensato, di sera siamo usciti a festeggiare, dopo il concerto e può essere che sia colpa dell'alcool. Troppo alcool."
Mikey grugnì, ridendo. Gerard lo guardò con la coda dell'occhio, per niente colpito.
"A quest'ora tu dovresti essere donna a tutti gli effetti da quando hai 14 anni, Gee. Non è colpa dell'alcool."
Gerard sospirò. "Sì, lo so. Allora cosa può essere?"
Mikey rimase zitto qualche secondo, come se ci stesse pensando anche lui, dondolando una gamba spigolosa e guardando il cielo. "Non lo so, hai pensato a cos'altro abbiamo fatto?"
"Uhm, i miei ricordi sono parecchio confusi, ricordo di aver bevuto e parlato e cantato, poi di essere andato in camera e di essermi risvegliato con Frank che urlava di avere le tette." Si fermò per ridacchiare, quando Mikey fece un verso. "Non ridere, è stato traumatizzante per entrambi. Sai che me le ha fatte toccare?"
Mikey stavolta rise per davvero e Gerard abbassò lo sguardo verso le sue ginocchia e prese a martoriare il buco nei jeans.
"Non stento a crederci, Frank sta aspettando di farti toccare qualsiasi cosa da quando ti conosce."
"Uh?"
Mikey lo guardò come se fosse scemo. "Non dirmi che non te ne sei accorto, Gerard, seriamente. Si vede lontano un miglior che Frankie ha una cotta abissale per te e, omiodio, tu non lo sapevi. Non posso crederci di avertelo detto io. Cristo, si vede lontano un miglio che pure tu gli muori dietro. Ora capisco perchè non avete ancora fatto nulla, siete due cretini ciechi."
Gerard la prese come un offesa personale. Incassò la testa nelle spalle e inspirò una boccata enorme di fumo, fissando la porta dell'area di sosta di fronte a loro.
"Mikes, è complicato." Borbottò.
"Ma cosa è complicato, Gerard? Sei tu che le complichi le cose, come sempre. Non ricordo una sola cosa che tu abbia fatto subito e senza ripensamenti. Non una." Lo rimbeccò il fatello, con un tono appena più enfatico.
Gerard scosse la testa, sbuffando.
"No. No. Frank è un compagno di band. E' un amico. E'... Un ragazzo, okay? Se dovesse andare male? Se non dovesse funzionare? La band ne risentirebbe, lo perderei, perderei voi. A volte ho pensato persino che se io fossi diverso, se Frank fosse diverso, forse, magari-"
"Magari cosa?"
"Magari avrebbe potuto funzionare. Ma Frank è Frank, ed io- O mio dio." Finì, lasciando cadere la sigaretta mezza fumata a terra, con un'espressione terrorizzata.
Mikey lo guardò preoccupato, il tono di voce era strano. "Cosa?"
Gerard si voltò verso di lui e si portò una mano alla fronte, per scostarsi i capelli dal viso, completamente distorto dalla paura e qualcos'altro che Mikey non riuscì a capire subito.
"Mikey, è colpa mia." Esclamò il maggiore.
"Cosa? Cosa, cristo?"
"Mikey, è colpa mia se Frank è così. Ti ho detto che ho pensato spesso se Frank fosse diverso, se Frank fosse donna, magari fra di noi avrebbe potuto funzionare. Beh, Frank è donna ora. Ed io... Cazzo, credo di averlo desiderato per il mio compleanno, sai, quando- quando devi pensare qualcosa ardentemente e tutti quanti pensano ad un gatto nuovo, o ad un orologio, io... io ho pensato 'vorrei che fosse diverso', ma non pensavo in quel senso. O forse sì. O mio dio, Mikes. E' colpa mia!" Urlò, alzandosi in piedi e mettendosi entrambe le mani fra i capelli, lo sguardo che saettava da un angolo all'altro.
Mikey si alzò e gli appoggiò una mano sulla spalla, preoccupato dalla reazione del fratello. "Gee, vedrai che si sistemerà. Io non so cosa-" Non riuscì a finire la frase, perchè Gerard non aveva smesso di parlare in solo secondo.
"Mikes, io non voglio Frank donna. Io mi sono innamorato di lui come uomo, io... Io lo rivoglio indietro come prima, non me ne frega di cosa accadrà se andrà male, io voglio provarci, voglio-"
Vennero interrotti da un urlo poco virile che proveniva dai bagni. Entrambi i Way si guardarono e, ricordandosi che Frank era lì, corsero subito da lui, pensando che forse era stato aggredito mentre si lavava, qualcuno lo stava molestando, in fin dei conti ora era una donna e, cazzo, non avrebbero dovuto lasciarlo da solo...
Gerard aprì la porta dei bagni maschili violentemente e la prima cosa che vide fu un mucchio di tatuaggi. Poi Gerard si rese conto che Frank non indossava la maglietta e di tette non ce n'era la minima traccia.
Gli scappò un verso di gioia, quando capì che Frank era tornato Frank. Con tutto al suo posto.
Il chitarrista lo sentì e si voltò verso di lui, sbigottito, una mano sul viso, che aveva portato lì poco prima mentre si stava specchiando, per controllare di essere di nuovo sé stesso.
"Gee, io... Non so cosa sia successo, io..."
Il moro rise e gli corse incontro, stringendolo e baciandolo, il suo viso fra le mani ed il suo corpo appiccicato addosso.
Frank squittì nella sua bocca, sorpreso, ma non ci mise molto a ricambiare il bacio con entusiasmo, aprendo le gambe ed appoggiando le mani a palmi aperti sul suo sedere.
"Dio, Frankie quanto mi sei mancato..." Sussurrò sulle sue labbra, quando si staccarono per riprendere fiato.
Frank lo guardò con gli occhi socchiusi ed annuì, baciandolo leggero, come se non potesse farne a meno. "Non so come sia successo, però..."
"E' stata colpa mia." Mormorò, sentendosi in colpa. "E' stata tutta colpa mia."
Frank lo guardò confuso, piegando appena la testa di lato. Gerard gli accarezzò il viso ed il ciuffo scuro di capelli che si era appiccicato alla pelle per il sudore e l'acqua, prima di riprendere a parlare.
"Ho desiderato che tra noi fosse diverso, che uno di noi due fosse diverso. Per poterci provare, uhm, come coppia. Non so perchè, però mi è capitato di pensare spesso se uno di noi fosse stato donna, magari sarebbe stato più semplice. Forse tutto sarebbe filato liscio. Perchè io... Avevo paura, una fottutissima paura di perderti. Se fosse andata male fra di noi, non avrei sopportato il fatto di non averti più con me e quindi, quando siamo usciti a festeggiare il mio compleanno, quando abbiamo brindato ho pensato, semplicemente, magari se Frankie fosse diverso... Però è stato stupido, perchè io voglio te, capito? Io mi sono innamorato di te." Continuò a balbettare, a mezza voce, guardandolo fisso negli occhi. "Non mi interessa di cosa potrà succedere, io ci voglio provare. Se- se tu vuoi."
Frank rimase zitto per un tempo interminabile, così tanto che Gerard pensò di aver mandato tutto a fanculo, quando finalmente l'altro scosse la testa e chiuse gli occhi.
"Dio, sei fortunato che ti amo, che ti amo veramente, o a quest'ora saresti tu una donna." Borbottò, con tono fintamente serio, il più basso.
Gerard ridacchiò e lo baciò ancora, prima di slacciargli la cintura.
"Mi è mancato anche lui, non sai quanto." Gli mormorò sulle labbra, ghignando.
Frank gli accarezzò la pancia sotto alla maglietta e fece un sorrisetto malizioso.
"Oh, sono sicuro che ti perdonerà presto."




Mikey cercò non prestare ascolto alle voci che provenivano dal bagno. Bob lo raggiunse poco dopo, con una busta di caramelle piena fino al bordo, guardandolo con una strana espressione sul viso mentre masticava un vermicello gommoso.
"Chi sta uccidendo chi, in bagno?"
"Ugh, non voglio sentire. Frank è tornato normale e Gee si sta facendo perdonare perchè in pratica è stata colpa sua."
"Si sta facendo perdonare uccidendolo?"
"Smettila! Stanno facendo sesso e- Ugh, discorso chiuso, dammi quelle caramelle, ne ho bisogno."
Bob gli passò il sacchetto senza proferir parola e Mikey ne prese quattro tipi diversi e se le mise in bocca.
"Credi che alle altre band capitino di queste cose, o siamo solo noi?"
Mikey continuò a ruminare per qualche secondo, poi alzò le spalle.
"Non lo so, può essere che siano solo Frank e Gee."
"Probabile."





   
 
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