Salve a tutti, mi sono registrato da poco e, preso da una matta idea ho buttato giù questo capitolo di una, spero "lunga", storia ^^.
Ovviamente mi aspetto commenti e Critiche di qualunque genere. Spero che gli appassionati del gioco apprezzino.
Buona lettura, aspetto commenti ^w^
Capitolo 1
Nella grande cappella, costruita
appositamente per momenti di preghiera, dedicata completamente
all'Imperatore,
il Signore eterno dell'umanità, padrone assoluto
dell'Imperium, formato da
migliaia di mondi, siede immobile sul Sacro Trono d'Oro della Terra,
è solo un
cadavere che si contorce in segreto, tenuto in vita da invisibili
poteri
dell'Oscura Era della Tecnologia, a lui vengono sacrificate ogni giorno
mille
anime, perché non muoia mai del tutto.
Davanti all'immensa statua
dedicata al Sovrano Cadavere dell'Imperium un'imponente figura
inginocchiata,
in silenzio, prega. I pochi capelli corti sono di un biondo chiaro,
l'imponente
corporatura, tipica di un Adeptus Astartes, guerrieri geneticamente
potenziati,
il cui corpo viene pesantemente modificato e migliorato, con nuovi
organi che
incrementano al potenza muscolare e la robustezza delle ossa per dargli
forza,
taglia e robustezza senza pari.
Inginocchiato, la grossa
mano destra posta sopra al ginocchio mentre la sinistra, stretta a
pugno preme
il freddo pavimento, gli occhi dello Space Marine sono chiusi, segno di
una
grande meditazione e immersione più totale nella preghiera;
-Che
l'Imperatore possa concedermi forza e vittoria per annientare i nemici
dell'Imperium- cosi pregava silenziosamente il gigantesco guerriero.
Nel silenzio della grande
struttura dei passi rimbombarono chiari alle spalle del Marine, passi
pesanti
si avvicinavano all'immensa statua raffigurante l’Imperatore,
la figura si
affiancò infine accanto allo Space Marine in preghiera.
-Sergente Lorenzo,
mi duole molto interrompere la sua preghiera, la Castigo
si
stà
avvicinando al pianeta imperiale denominato Meridian e i soldati sono
pronti-.
Un sorriso si disegnò sul
volto, segnato da molteplici cicatrici, del Marine e la testa si volse
in
direzione del Cappellano, un imponente uomo in armatura potenziata
nera, su
entrambi gli spallacci il simbolo del capitolo d'appartenenza,
raffigurante una
croce di malta nera che spiccava sul bianco candido dello spallaccio,
sul petto
della pregiata armatura l'aquila imperiale, teschi posizionati
all'altezza del
bacino, pergamene riportanti benedizioni, pendevano da entrambi gli
spallacci e
allacciato alla cintola un grosso libro di Litanie e lodi
all'Imperatore,
chiuso da serrature e rune-sigillo, indossava un elmo raffigurante un
teschio,
l'immagine dell'Imperatore morente, nella sua mano sinistra il Crozius
Arcanum
un bastone metallico di colore scuro, in cima ad esso l'aquila
imperiale.
-Grazie Cappellano
Toth, ero cosi assorto nella preghiera che ho dimenticato il mio
dovere-
cosi dicendo si alzo e si diresse verso l'uscita della cappella, in
quel
momento la stessa voce parlò di nuovo.
-Un'altra cosa, il
Sergente Fabrizio la stà aspettando fuori, dice che le deve
parlare
assolutamente-.
Lorenzo soppresse una
risata e si voltò vero il cappellano.
-Sicuramente avrà
informazioni tattiche da condividere con me, grazie dell'informazione
Cappellano, che l'Imperatore ti assista in battaglia- e senza ascoltare
la risposta del Cappellano si diresse verso la grande porta della
cappella.
-Lorenzo eccoti,
non sto più nella pelle per la battaglia-, la voce
apparteneva ad un
altro Space Marine, capigliatura nera, anche il suo volto costernato da
cicatrici, una in particolare sulla parte destra del volto, lunga dalla
fronte
fino alla guancia.
-Confratello
Fabrizio, mi fà piacere sapere che sei preparato per la
battaglia, ma ricorda
di tenere i tuoi istinti calmi e di ragionare con la testa,
più tosto
ricordami, perché siamo qui-.
Fabrizio scoppio in una
grassa risata dal dire dell'amico, quando poco dopo si fu calmato,
tornando
serio mettendo una mano sulla spalla del Marine rispose.
-Mio caro Lorenzo,
siamo qui in risposta ad una chiamata di aiuto della Guardia Imperiale
a difesa
della città di Meridian, sembra che gli Orki abbiano
attaccato in massa e le
loro difese non sono sufficienti da poter reggere i loro attacchi, di
conseguenza interveniamo noi e di nuovo le nostre squadre si
affiancheranno in
battaglia.-
Nel mentre che parlavano i
due Sergenti arrivarono nell'armeria dove dei servitori li aiutarono ad
indossare le loro rispettive armature potenziate, nere, spallacci
bianchi con i
simboli del capitolo, squadra di appartenenza e il loro grado di
Sergente. Vari
sigilli di purezza presenti su parti dell'armatura, ovviamente segnata
da
molteplici segni di numerose battaglie passate.
-Capisco, bene ci
aspetta una buona battaglia basata sul corpo a corpo, seguendo la
solita tattica;
verremo lanciati sul campo nemico tramite capsule
d’atterraggio e dovremo
colpirli dal mezzo, dubito fortemente che i pelleverdi siano preparati
ad un
attacco del genere-.
I due si armarono, il
Sergente Lorenzo indossava nella mano destra un artiglio del fulmine
potenziato, un’antica arma creata in uno degli innumerevoli
mondi forgia,
appositamente creata per uccidere, piccole scariche di
elettricità precorrono
le quattro lame che compongono l’antica arma, il suo amico
padroneggiava un
grande martello tuono, sulla testa del quale spiccava un teschio, il
metallo
dorato pulsava di elettricità.
Dopo i preparativi
entrambi i sergenti si diressero nella grande sala della Castigo, una delle navi
spaziale assegnate al capitolo dei Templari
Neri, gigantesca, lunga chilometri e chilometri, armata, abilitata al
trasporto
e alla sopravvivenza dei Adeptus Astartes risiedenti, molti soldati
accolsero i
due Sergenti saluta doli militarmente, dopo poco, su di un palco
apparve il
Cappellano Toth e uno Space Marine, la sua armatura era diversa da
quella dei
suoi confratelli, rivelava una fabbricazione accurata di molteplici
artefici.
L’intero capitolo
riconobbe quell’armatura come l’Armatura della
Fede, assegnata solo a Space
Marine che alla vigilia della battaglia riceveva una visione
dell’Imperatore,
che gli parla del futuro, del passato e delle gesta mirabolanti che
compierà al
Suo servizio.
L’Adeptus Astartes
affianco del Cappellano Toth era diventato il Campione
dell’Imperatore,
brandiva in mano la Spada nera, l’arma più
spaventosa tra i Templari Neri,
infusa del potere della loro giusta furia e dal loro fanatismo crociato.
Dopo mormorii il
Cappellano Toth richiamò l’attenzione:
-Guidaci dalla
morte alla Vittoria. Dalla Menzogna alla Verità.-
Gli Space Marine
continuarono all’unisono.
<<Guidaci
dalla disperazione alla speranza,
Dalla fede al massacro.
Guidaci alla Sua forza
E a un’eternità di guerra.
Che la Sua ira colmi i nostri cuori.
Morte, guerra e sangue;
Vendicatevi servite l’Imperatore
Nel nome di Dorn!>>
Dopo pochi attimi di
silenzio il Campione dell’Imperatore parlo alzando la spada.
-NON TOLLERATE CHE
L’EMPIO VIVA!-
A risposta ebbe un boato dell’intera
Capitolo, le armi alzate al cielo, si potevano notare requiem, fucili
al
plasma, spade a catena, magli potenziati e asce da guerra.
-NON TOLLERATE CHE
L’EMPIO VIVA!-
Subito gli Space Marine si
diressero alle Thunderhawk, subito messe in moto, il Sergente Lorenzo e
il Sergente
Fabrizio si diressero con il loro distaccamento verso le Capsule
d’Atterraggio,
prima di entrare i due amici si scambiarono un’occhiata.
-Sergente Fabrizio
ricorda molto bene che Il successo è commemorato, il
fallimento a mala pena
Ricordato.-
In tutta risposta l’amico
sorridendo rispose a gran voce
-E tu Sergente
Lorenzo ricorda che la vittoria non necessita di spiegazione, la
Sconfitta non
ne consente-
Cosi dicendo i due
entrarono nelle rispettive Capsule d’Atterraggio, tutto
intorno a loro, i
rumori delle Thunderhawk in partenza, canti che lodavano le gesta di
eroi e
incitazioni di vario tipo.
La capsula si chiuse e
venne decompressa, pronta al lancio, diretta verso la città
in guerra di Meridian.