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Autore: Deep Submerge85    10/04/2011    5 recensioni
Buongiorno Upper East Side. Nemmeno il tempo di far freddare il cappuccino,che arriva una notizia succulenta:Serena Van Der Woodsen avvistata mentre esce in lacrime dall’appartamento di Blair Waldorf,con una valigia in mano. Che succede S.? La convivenza è finita?! Si dice che nessuno muoia senza portare nella tomba almeno una pedata ricevuta in dono da un’amico,ma sembra che tu sia stata proprio cacciata a calci.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno Upper East Side. Nemmeno il tempo di far freddare il cappuccino,che arriva una notizia succulenta:Serena Van Der Woodsen avvistata mentre esce in lacrime dall’appartamento di Blair Waldorf,con una valigia in mano. Che succede S.? La convivenza è finita?! Si dice che nessuno muoia senza portare nella tomba almeno una pedata ricevuta in dono da un’amico,ma sembra che tu sia stata proprio cacciata a calci.



Tre giorni prima.


Blair aveva organizzato un brunch in perfetto stile Waldorf,cioè,impeccabile.  Da una settimana lo stava organizzando,da quando cioè una telefonata dell’assistente personale di Patrick McCarthy,direttore della rivista W,le aveva confermato la presenza sua e dei suoi collaboratori. Avere un normale colloquio di lavoro non era certo da lei,e così aveva pensato di invitarli per un brunch nel suo appartamento,fuori dal campus della Columbia;aveva partecipato a migliaia di brunch nella sua vita,ma quello era decisamente importante. Vitale, lo aveva definito lei,dal momento che era intenzionata a lavorare nel campo della moda e che W Magazine era una delle riviste più quotate proprio in quell’ambito. La moda era la sua passione da sempre. Una questione di genetica,si potrebbe dire:certo,se sei figlia della celebre Eleonor Waldorf,non puoi non amare la moda,ma non è affatto scontato che tu abbia il buon gusto necessario per creare tendenza e farne addirittura un lavoro. Blair questo gusto ce l’aveva. Da sempre. Lei era la dittatrice del buon gusto,come l’aveva definita Dan. Non che avesse bisogno del parere di un’abitante di Brooklyn che ancora andava in giro con le camice di flanella,ma di sicuro Humphrey aveva colto nel segno. Lei si interessava e capiva la moda come nessun’altro;non la seguiva no,lei era Blair Waldorf,la moda la creava. Alla Constance aveva fatto piangere miriadi di innocenti fanciulle,la cui unica colpa era stata quella di usare i leggings come pantaloni;e anche alla Columbia,si era presto distinta come la più pignola,ipercritica esperta di moda che esistesse. Per lei era l’arma più potente che esiste,un modo per mostrarsi per quello che si è,ma anche per mostrare al mondo quello che si vorrebbe essere;lavorare da W sarebbe stata la coronazione di un sogno. Per questo aveva pensato bene di invitare il direttore generale e i suoi più stretti collaboratori a quel brunch:li avrebbe conquistati con la sua preparazione,le sue capacità organizzative e la sua collaudata conoscenza della materia. Aveva preparato tutto nei minimi particolari,c’era solo un piccolo sebbene cruciale dettaglio che le andava di traverso e faceva Van Der Woodsen di cognome:Serena aveva la brutta abitudine di catalizzare tutta l’attenzione su di sé. Non lo faceva neanche apposta,anche nel suo caso si poteva dire che fosse genetica:il suo sorriso smagliante,la sua folta criniera bionda,la sua simpatia e la sua fama di party girl,lavoravano per lei e le procuravano più attenzioni del necessario.  Blair aveva dovuto combattere da sempre contro la predisposizione naturale di S. al successo,e spesso ne era uscita sconfitta. Nate e Yale. Per anni erano state le cose più importanti del mondo per lei,la sua unica ragione di vita. E Serena se l’era prese tutte e due. Così,senza nemmeno sforzarsi troppo,solo perché era lei…Serena Van Der Woodsen. Blair l’aveva odiata,invidiata,le aveva fatto la guerra;ma puntualmente l’affetto che provava per lei era più forte di tutto il resto. Tanto che una volta arrivate al college,aveva deciso di archiviare i vecchi dissapori e le aveva proposto di vivere insieme,perché iniziava una nuova vita per loro e lei per prima voleva essere una nuova Blair. Si sarebbe impegnata a fondo per raggiungere i suoi obbiettivi,infischiandosene di Serena,e della sua naturale propensione alla confusione e alla mancanza di equilibrio. Lei era Blair Waldorf.  Non doveva temere nessuno. Tuttavia,non potè fare a meno di mordersi leggermente il labbro,quando Serena le annunciò che sarebbe stata presente al brunch.  “Come mai S.?Non avevi appuntamento con il tuo professore rubacuori?” le chiese con il suo solito sarcasmo.  “Si…ma a quanto pare mi ha dato buca…ti toccherà sopportarmi B…!!” rispose la bionda accecandola con uno dei suoi soliti sorrisi. L’umore di Blair era nero più che mai invece:per quanto facesse,il pensiero di avere Serena intorno in quell’occasione la preoccupava e non riusciva a nasconderlo. “Dorota!! – gridò secca,lasciando l’amica- Quelli sono tulipani bianchi?Quante volte ti ho detto che io detesto i tulipani bianchi?” le chiese irritata. “Ma…signorina Blair…lei ha detto chiaramente che…”  “Che non voglio tulipani bianchi al mio brunch!! –la interruppe B. – Falli sparire immediatamente..!!” concluse lasciando basita la sua fidata cameriera,che subito si affannò per eseguire gli ordini. Queen B. andò nella sua stanza e si fermò di fronte allo specchio:guardando il suo riflesso si sentì fiera per quello che aveva organizzato,per l’iniziativa che aveva preso,si sentì fiera di essere lei. Andrà tutto bene, si disse fiduciosa,lisciandosi lievemente il vestito bianco di pizzo sangallo che aveva indossato per l’occasione;poi fu richiesta da Dorota,che le annunciò l’arrivo di Patrick McCarthy,il direttore di W,e tre dei suoi collaboratori. Nemmeno il tempo di andare ad accoglierli,che erano già stati arpionati da Serena,con i suoi vaporosi capelli biondi e il suo strombazzante e trasparente vestitino arancione,totalmente inadatto all’occasione. Blair sospirò,socchiudendo leggermente gli occhi,abituata com’era alle mise spesso inopportune dell’amica,e con passo deciso,e uno dei suoi sorrisi più simili al vero stampato sul volto,si avvicinò agli ospiti.  “Signor McCarthy,benvenuto…io sono Blair Waldorf…” gli disse porgendogli la mano “Molto piacere signorina Waldorf…non sapevo che ci sarebbe stata anche la signorina Van Der Woodsen…” aggiunse riservando un’occhiata compiaciuta a Serena,che gli rispose cinguettante  “Oh la prego,mi chiami pure Serena…” Blair schioccò la lingua leggermente scocciata e fulminò l’amica con lo sguardo,per poi invitare i suoi ospiti ad accomodarsi. Per tutto il tempo fu cordiale,educata,una perfetta padrona di casa;espose tutti i suoi progetti,le sue ambizioni,fece chiaramente capire al direttore quanto tenesse ad uno stage nella sua rivista,e soprattutto quanto fosse adatta per quel posto. Ma i suoi discorsi si erano persi nel vento:tutti erano stati troppo presi ad ascoltare i frivoli annedoti di Serena e a farle i complimenti per la sua costante presenza a tutte le feste più “in”. Come tante altre volte,Blair si sentì esclusa,messa da parte,oscurata dalla sua amica senza nessun motivo valido. Se Serena fosse stata effettivamente più brava,o intelligente,se fosse stata davvero più capace di lei,avrebbe potuto accettare la sua superiorità più facilmente;ma così era impossibile. Come poteva accettare di essere sempre superata senza alcun motivo valido?  La sua non era invidia,cosa di cui l’avevano sempre tacciata,la sua era giustizia:se doveva proprio perdere,voleva essere sconfitta da qualcuno che lo meritasse sul serio,non solo per un colpo di fortuna.Il tempo passò velocemente e quando gli ospiti andarono via,Blair se ne tornò in camera sua,senza dire niente. Sapeva di essere stata perfetta,ma sapeva anche che nemmeno la perfezione può competere con Serena Van Der Woodsen.
 



Quando chiuse la chiamata,si sentì morire,si sedette lentamente sulla sponda del letto e sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Un sogno infranto. Un altro. E sempre da lei,solo da lei. “B. che succede?Stai bene?” le chiese preoccupata la sua migliore amica,che era appena entrata nella stanza.  “Ho appena sentito il direttore di W… -le rispose esitante,senza nemmeno voltarsi verso di lei- Non hanno bisogno di me…”  “Oh B. mi dispiace tanto..!!” disse la bionda,sedendosi accanto a lei,ma Blair si scostò infastidita e si alzò in piedi. “Ha detto che…vorrebbe parlare con te…tu,saresti perfetta per l’immagine della rivista…” le disse rivolgendole uno sguardo carico d’amarezza.  Ancora una volta mi hai superata. Ancora una volta,solo perché sei tu.  “Ma a me non interessa lavorare lì,lo sai…”   “Lo so…lo so bene…a te non interessa mai niente…eppure ottieni sempre tutto…” le disse delusa . “B. io non…”  “Non l’hai fatto apposta,so anche questo…- la interruppe sprezzante- Tu non fai mai niente,e del resto,non ne hai bisogno..!!Sono gli altri a correre da te,pronti a servirti tutto su un piatto d’argento,solo perché sei bella,solare,simpatica..!!Non sai fare niente,non hai obbiettivi,non fai altro che combinare guai senza mai prenderti le tue responsabilità…ma non conta,no,non conta!!Tu sei Sunshine Barbie..!!E io sono stufa di essere sempre Lord Fener!!” le gridò tutto d’un fiato,con la voce tremante per l’ira,ma soprattutto per la delusione,l’ennesima delusione per essere stata scavalcata da lei. Serena era completamente basita per le parole dell’amica,si alzò in piedi per avvicinarla e tentare di calmarla,ma Blair con un gesto deciso le fece capire che non aveva ancora finito. “Prima ti sei presa l’affetto di mia madre,l’approvazione che io non ho mai avuto!!Poi ti sei presa Nate!!Poi l’ammissione a Yale,e adesso questo!!Tutto senza fare il minimo sforzo,tutto senza nemmeno volerlo!!Tu…tu mi fai sentire così inferiore,così sbagliata..!! -gridò affranta mentre le lacrime iniziavano a solcarle il viso- Tu sei la mia migliore amica…la persona che amo di più al mondo…e mi fa male dire queste cose ma…io non potrò mai diventare la donna che voglio essere,se avrò sempre un muro da scavalcare…un muro che non posso abbattere in nessun modo,perché l’unico motivo per cui riesce a bloccarmi è semplicemente la sua esistenza…” “Blair…io…mi dispiace…non immaginavo che provassi tutto questo…dimmi…dimmi che cosa devo fare..?” le chiese Serena,ormai anche lei sull’orlo delle lacrime. Blair prese un respiro profondo per calmarsi,poi guardò l’amica dritto negli occhi  “Io ho bisogno di stare da sola…ho bisogno di sapere che se mi impegno posso realizzare i miei sogni…e con te accanto non ci riesco,perché tu ottieni tutto senza fare nulla…Te ne devi andare Serena…”  Per un tempo interminabile le due ragazze si guardarono senza dire una parola,impegnate in un dialogo silenzioso ma molto più profondo. Poi Serena le si avvicinò,le accarezzò lievemente il braccio dicendole  “Io ti vorrò sempre bene B. …” Blair non riuscì a trattenersi e la abbracciò,poi le sussurrò all’orecchio  “Tu sei la mia migliore amica. Sempre è stato e sempre sarà…” Dopodichè si sciolsero dall’abbraccio e senza aggiungere altro Serena si avviò nella sua stanza,da dove uscì poco dopo con una valigia. Quando Blair sentì la porta di quella che era stata casa loro,chiudersi,tornò a guardarsi allo specchio:le lacrime tornarono a bagnarle le guance,e si sentiva tremendamente vuota,come se le avessero tolto un pezzo di lei,ma sapeva anche di aver fatto la cosa giusta. Solo senza l’ingombrante presenza di Serena,avrebbe potuto tirare fuori il meglio di sè,e sarebbe stata,finalmente,non più il lato oscuro della forza,ma semplicemente Blair.
 
Povera B.,ma non temere! Essere Serena Van Der Woodsen non è certo un talento o un lavoro,e il mondo è pieno di gente così,ma di Blair Waldorf ce n’è una sola e indovina chi fa il tifo per te?Gossip Girl.

 




Allora,questo è un’esperimento dalla portata epica,perché di solito scrivo nel fandom di Sailor Moon,ma adoro Gossip Girl e in particolare Blair,invece detesto Serena. In realtà mi piace la loro amicizia,ma credo fermamente che la fama spesso negativa di Blair sia dovuta sostanzialmente in parte a Serena;secondo me lei la oscura,facendola passare sempre per la cattiva di turno,quando invece B. si impegna moltissimo per ottenere quello che vuole,e anche al livello sentimentale si è sempre comportata molto meglio di S.,eppure alla fine,sono sempre rispettivamente “Lord Fener e Sunshine Barbie”. Una frase che mi ha colpito molto e che rispecchia pienamente il senso delle mie parole (se ricordo bene la dice Vanessa) è questa “Blair è sicuramente patologica, ma la metà di quello che fa è per proteggere Serena, e lei non ne paga mai le conseguenze o si assume le sue responsabilità. Detto questo spero vi sia piaciuta e ribadisco che è assolutamente un’esperimento che mi è venuto in una noiosa domenica pomeriggio. XD Per la cronaca:Patrick McCarthy è il vero direttore di W,e alcuni frasi sono tratte proprio dal telefilm,come l’ultima che B. dice a Serena,lo so che in origine è riferita a Nate (altro personaggio che detesto,visto che sono una Chair addicted) ma mi è sempre piaciuta molto e quindi l’ho usata. Baci e abbracci. ;)
 

 
   
 
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