Hogwarts. Cortile Esterno. Ormai va avanti così da
un anno. C’erano anche gli spettatori quel giorno da tanto erano famose le loro
litigate. C’era chi sosteneva imperterrito la bella Lily Luna Potter e chi
rispondeva a tono seguendo e sostenendo sempre il biondo e, per alcuni stronzo,
Scorpius Hyperion Malfoy.
Ogni giorno si insultavano,
tiravano fuori le bacchette. SI poteva dire che l’odio era il sentimento che
prevaleva tra i due. Bè, dopotutto il seme dell’odio si era instaurato tra le due famiglia già all’epoca dei genitori. Era un odio
conosciuto da tutti e portato avanti, molto fieramente, da Lily e Scorpius.
Solo tra loro due c’erano litigate del genere che
partivano anche da argomentazioni futili: un’occhiata, un posto rubato..
Anche quel giorno si prospettava una grande
litigata. La giovane Potter si trovava seduta su una panchina all’ombra di una
grande quercia. Scherzava ridendo con altre Grifondoro quando sentì i toni
soavi di Scorpius che se la prendeva con un ragazzo del secondo anno. Ogni volta
lei si sentiva presa in causa, era una caratteristica di famiglia, che lei
aveva ereditato e che non esitava a sfoggiare davanti a tutti.
Lily alzò o sguardo e lo vide, accerchiato dai suoi
adepti che spintonava quel ragazzino, non aveva meglio
da fare? Si alzò e subito le sue amiche cercarono di persuaderla a lasciar predere. Ma lei no! Sentiva tutto
come una questione di principio, sentiva che se non avesse risposto alla
provocazione del biondino lui l’avrebbe giudicata come debole. E lei non era
debole.
“I tuoi dolci toni mi infastidiscono
Malfoy..” esordì lei con il suo solito tono da sfida, un tono che Malfoy era
abituato. Puntuali anche quel giorno.
Lui alzò lo sguardo e sbuffò, come faceva sempre “Nessuno ti ha
obbligato o ti ha preso in causa Potter” rispose lui di rimando, marcando il
cognome della ragazza con una punta di odio nella voce.
Iniziarono così,
frecciatine lievi, prive di grandi offese. Ma poi lui
esagerò. Non l’aveva mai fatto, la guardò con gli occhi azzurro ghiaccio “Taci,
traditrice del tuo sangue!” urlò. Calò il gelo in tutto il cortile della scuola
di Magia. Non aveva veramente pronunciato quelle parole. Era troppo anche per
lui! Lily si spostò una ciocca di capelli dagli occhi e lo guardò, quasi
incredula che lui l’avesse veramente detto. “Come?” chiese sussurrando con la
voce tremante per la rabbia. Sfiorò la bacchetta con le dita, pronta a
colpirlo. Non le importava della punizione a cui
sarebbe andata incontro, non le interessava minimamente.
“Cosa hai detto scusa?”
chiese lei nuovamente. Sul volto del biondo si era formato un sorriso
soddisfatto, ce l’aveva fatta a farla esplodere. Non
gli importava di aver detto una cosa davvero pesante, ma voleva litigare.
Infilò una mano nella tasca sul fianco e prese in
mano la bacchetta. Iniziarono a litigare a colpi di bacchetta, quando vennero interrotti da due insegnanti. Peccato, sul più
bello!
“Potter, Malfoy” urlò il
professore di Difesa Contro Le Arti Oscure. Era un uomo abbastanza alto, a Lily
ricordava tanto l’uomo che il padre era solito elogiare nei suoi racconti,
l’uomo di cui suo fratello Albus portava il secondo nome. Ma
questo era diverso, era una persona meschina e malvagia, preferiva sempre
Malfoy nei corsi e in questo caso nelle discussioni.
“Potter” disse il professor Draconis,
guardando la ragazza con aria di sufficienza “che sta facendo con la bacchetta
in mano? Le ricordo che, secondo la legge magica, lei è
ancora minorenne.” Sentenziò l’uomo, guardando poi il giovane Malfoy con un
sorriso soddisfatto. In quell’istante si precipitò tra di loro la professoressa
di Erbologia, una certa Hanna Abbott, una donna di carattere forte e con una
certa preferenza per la giovane rossa.
“Cedric” chiamò il collega per nome “ti ricordo che
ci troviamo comunque tra le mura della scuola, quella legge vale al di fuori delle mura” ricordò, facendo
l’occhiolino a Lily.
Lily si sentiva la regina del mondo dopo quella affermazione, nessuno poteva farla cadere dal suo
piedistallo. Le sembrava di volare, aveva vinto contro Malfoy, una vittoria che
nessuno avrebbe mai potuto apprezzare più di lei.
Quando.. “Professore,
credo di essermi ferito” la vocetta acuta di Scorpius Malfoy interruppe il suo
fluire di pensieri. Possibile che ci riusciva sempre? Riaprì gli occhi,
abbandonando quella bellissima sensazione di libertà, di vittoria e rivolse lo sguardo verso quella testa bionda che tanto
odiava. Scorpius si era tirato su la manica della sua divisa, contrassegnata
con il simbolo della casata di Salazar Serpeverde. Un minuscolo graffietto
faceva la sua comparsa sulla pelle bianca e perfetta del ragazzo “Oh mio dio,
ti ho sfregiato” lo guardò sarcastica Lily “Andiamo, è un graffio, potrei non
avertelo fatto io”.
Il professor Draconis prese il braccio del giovane
Malfoy e lo studiò “questa è sicuramente opera tua Potter, ne sono certo” concluse il professore. Ma
andiamo, nessuno aveva le prove per quello.
La voce della professoressa Abbott
risuonò nuovamente “A mio parere, dovremmo punire entrambi. Se
non sbaglio anche il giovane signor Malfoy ha attaccato
la studentessa della mia casa, quindi la soluzione è questa. Non possiamo
punire solamente uno dei due litiganti.” Fece una pausa per guardare entrambi,
lo sguardo affranto di Lily, che prima assaporava la vittoria
si era trasformato in uno sguardo di sconfitta, e quello scioccato di Scorpius,
che era stato punito. Non era mai successo, insomma, qualcuno li ricordava chi
fosse suo padre?
Era una domanda che risonava nelle teste di entrambi. Una era la figlia del
mago che aveva posto fine alla vita del più grande mago oscuro di tutti i
tempi, l’altro era figlio di un ex Mangiamorte, di una delle famiglie più
importanti tra i purosangue.
Eppure, erano entrambi in punizione.
“Professoressa ma..” cercò
di ribattere Malfoy. Lily ormai si era rassegnata, aveva incrociato le braccia
e stava facendo ritorno verso il suo dormitorio. Doveva sfogarsi con sua
cugina, con Dominique. Era fortunata ad averla li con
se. Ogni volta che discuteva con Scorpius Malfoy, lei c’era e l’aiutava sempre a sbollire la rabbia.
Lily salì nel dormitorio rosso e oro, passando
attraverso il ritratto della signora grassa “Io non lo sopporto più” urlò
buttandosi sul letto e lasciando cadere la cascata di capelli rossi sopra il
cuscino.
Sua cugina Dominique era seduta a gambe incrociate sul
letto affianco, con un libro in mano. Le ricordava tanto zia
Hermione, sempre china sui libri, ma sempre disponibile. La ragazza
chiuse il libro e fece un respiro profondo, pronta ad
aiutare la cugina con quel nuovo problema.
“Allora, che avete fatto questa volta?” chiese
rivolgendole un sorriso stupendo. Dominique era bellissima, lei e la sorella
erano le uniche Weasley a non avere i capelli rossi. Loro e il fratello Louis,
per essere precisi. Erano tutti e tre con sangue Veela e quindi per Lily fu difficile
staccare gli occhi da quel sorriso bellissimo.
“Lily” rise lei, facendo passare la mano davanti
agli occhi verdi di Lily “Lily riprenditi ti prego, sarò costretta a voltarmi
ancora se fai così” sorrise.
La rossa si riprese e si schiarì la voce. Prese a raccontare della sua recente litigata e delle sue relative
conseguenze. Alla parola “punizione” Domi la bloccò “cosa?! Punizione?! Lils ma sei pazza? Che avete fatto per arrivare a meritarvi una punizione?” chiese a
bocca aperta.
Lily era tentata di tirare una testata al muro
decorato con il grifone e con motivi rosso oro dopo
quella affermazione e l’avrebbe fatto se la cugina non l’avesse fermata “Lils
non fare cavolate, aspetta. I tuoi lo sanno già?” chiese.
“Ehm veramente, no. Non ancora, ma dai
tempo un paio di giorni che la Abbott avrà mandato la comunicazione e qui farà
la sua comparsa una bellissima strillettera, fidati. Conosco
mamma” sbuffò la giovane Potter.
La madre era sempre stata comprensiva nei suoi
confronti, a volte la preferiva ad Albus e James. Ma forse era per il semplice fatto che fosse l’unica figlia
femmina, l’unica con cui creava quel legame speciale che legava una madre alla
propria figlia. Sicuramente non avrebbe accettato quella punizione. Agli occhi
di Ginny Weasley la figlia era perfetta: voti alti ed
un comportamento discreto. Discreto perché sapeva che discuteva spesso con il
giovane Malfoy, ma sicuramente quel discreto si sarebbe trasformato in pessimo
dopo la notizia della punizione.
Il padre, Harry, al contrario avrebbe elogiato la
figlia per questo. Lui, che ne aveva passate di tutti i colori durante gli anni
della frequenza a Hogwarts. Lui, che passava ore a litigare con il padre di
Scorpius. Ne sarebbe stato fiero. O almeno, così sperava Lily. Più se lo
ripeteva in testa e più se ne convinceva.
“Si, sarà sicuramente
così” ripeteva ogni volta alla cugina.
Il giorno seguente le andò incontro suo fratello,
Albus, che stranamente era il migliore amico del biondo “Lily Luna Potter!”
esordì serio “che diavolo t’è preso eh? Una punizione?! Scorp mi ha raccontato tutto. L’hai
attaccato?” continuò a farle una raffica di domande, senza darle un attimo di
respiro per rispondere. Lils continuava ad annuire ad
ogni domanda e successiva risposta che il fratello si stava facendo. Faceva
sempre così quando era arrabbiato e Lily lo sapeva benissimo. L’unica soluzione
era lasciarlo parlare fino al momento in cui non gli si “scaricavano le batterie” come dicevano i pochi babbani che aveva incontrato.
Lils incrociò le braccia al petto, aspettando che
il fratello finisse quel monologo e, quando ebbe terminato, iniziò a parlare
“Allora, ti ha detto davvero tutto quello che chiami migliore amico?” chiese la
sorella, enfatizzando le ultime due parole. Era davvero curiosa di sapere se
Malfoy aveva riferito ad Al ogni singola parola del litigio che aveva portato
alla seguente punizione.
Albus scosse la testa, non era certo che Malfoy gli
avesse riferito cosa aveva fatto esplodere la sorella. Conoscendo Lily, era
certo che sarebbe stato qualcosa di futile ed
insignificante, ma quando la sorella riportò le parole di Scorpius, gli occhi
castani di Albus si spalancarono. “No, non l’ha detto davvero” cercò di
convincersi, mugugnando tra se e se. “è il mio migliore amico
Lils. Non l’avrà detto davvero, non ci avrà pensato. Sai
com’è fatto”.
Lily lo guardò, a bocca aperta. Lo stava davvero
difendendo. Dopo quelle parole Albus stava difendendo Malfoy.
“Bene, se proprio hai deciso di credere
a lui, vai pure. Lasciamo perdere, tanto
mamma e papà se la prenderanno con me. Nessuno andrà a toccare il tuo
curriculum perfetto, nessuno ti sbatterà fuori dalla squadra. Oh si, anche perché il capitano è James” urlò furiosa. Fece per
andarsene e Al la prese da dietro per stringerla in un abbraccio “Andiamo Lils, sai che per te stravedo. Quindi
non correre a conclusioni affrettate, adesso ci penso io a quell’idiota. Ci
penso io, promesso. E non preoccuparti per mamma e papà. Non reagiranno
malissimo, conosci papà. Lui sarà fiero di te” le sussurrò
dolcemente, per poi scompigliarle i capelli.
“Scappa Albus Severus, altrimenti scompiglio i tuoi
di capelli” rise divertita. Il fratello la lasciò e corse agli allenamenti di
Quidditch. Era uno dei più bravi battitori della squadra, tutte le ragazze gli
morivano dietro, ma Lils sapeva chi era al centro dei suoi pensieri.
La giovane Potter si voltò per andare nella sala
grande , ormai si stava avvicinando l’ora di pranzo.
Entrò nel grande salone, che in quei giorni era decorato con motivi floreali
per celebrare la primavera, si sedette al suo tavolo e lanciò un’occhiataccia
al tavolo dei Serpeverde, come faceva sempre.
La sala iniziò a riempirsi, i tavoli erano
imbanditi di mille e forse più pietanze dall’apparenza invitante. Il preside
fece il solito discorso per poi augurare un buon appetito alla folla di
studenti che riempivano i lunghi tavoli del salone. Lily prese ciò che le
andava di mangiare e iniziò a ridere con le amiche e con la cugina, quando,
sentì un rumore fastidioso, tipo il battere delle ali di qualcosa. E fu allora
che la vide. Una lettera scarlatta, sigillata con della ceralacca
stava per fare la sua comparsa davanti a lei. No, no, non ora ti prego pensava Lily tra se e se. Il suo sguardo
incontrò quello di Scorpius che stava sghignazzando con la sua cerchia di adepti
al tavolo ornato con colori verde e argento.
“LILY LUNA POTTER” tuonò la voce della madre, non
appena la strillettera si aprì. Solo a quelle parole Lily avrebbe
voluto sparire, avrebbe voluto materializzarsi da qualche parte, per
evitare l’umiliazione.
Malfoy ormai non si conteneva più, rideva
sonoramente e così faceva la maggior parte dei Serpeverde. Albus e James,
seduti al tavolo dei giocatori di Quidditch la
guardavano a bocca aperta.
“CHE TI è PRESO?
FARTI PUNIRE?! SIGNORINA, QUI STIAMO ANDANDO MOLTO
MALE. MI HAI DELUSO, D E L U
S O” le ultime lettere vennero scandite. Lily ormai era dello stesso colore dei
capelli: era furiosa, imbarazzata. Di tutto e di più. “SAPPI CHE PRESTO IO E
TUO PADRE PRENDEREMO PROVVEDIMENTI. Ah, salutaci James e Albus, siamo fieri dei loro risultati nel Quidditch” concluse la
madre e la lettera si strappò in piccoli pezzi. Perfetto, una grande figura
davanti a tutti. Un nuovo motivo per Scorpius per prenderla in giro. Per
litigare.