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Autore: Lelle_    10/04/2011    2 recensioni
Piccola one-shot, venuta fuori da una giornata intensa...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non la capisco.
E uscita fuori questa cosa da non so che parte di me stessa, però è venuta fuori. Non volevo pubblicarla, ma una mia amica mi ha detto di farlo ed io l'ho ascoltata. Vorrei sapere cosa ne pensate, mi piacerebbe tantissimo. Voglio imparare. Voglio crescere. Spero con tutto il cuore che vi piaccia, perchè davvero, tra le righe di questa storia, ci sono io.

Devo solo ricominciare da zero.

E la vedo. E' triste, piange quasi. La voce le trema, ma continua a parlare. Io devo sapere cosa è successo, perchè lei vuole che io lo sappia. La guardo, ma non so come, non so che espressione fare, non riesco ad avere un atteggiamento naturale ora. Provo a sorriderle, voglio confortarla, ma non ci riesco. Provo con uno sguardo comprensivo, ma non ne sono capace: io non la capisco. Non so immedesimarmi, non so immaginare cosa stia passando perchè non l'ho vissuto sulla mia pelle, e spero di non farlo mai. Eccola, il trucco leggermente sbavato ed io continuo a guardarla come un'ebete, senza un espressione concreta. La fisso, la ascolto e basta. Lei cerca comprensione, zittisce un momento, vuole sfogarsi, una lacrima scende lenta sul suo viso ed io la seguo con lo sguardo eppure continuo a non capire. Riprende a raccontare con lo sguardo perso nel vuoto, noto che davanti a me non vuole mostrarsi mentre piange, ma io lo vedo che ne ha bisogno. Ora devo abbracciarla, anche se non la capisco, so per certo che ciò di cui ha bisogno è un abbraccio, ma non mi lascia agire. Riprende a spiegare con la sua solita parlantina, ancora si trattiene, qualche lacrima scivola via, ma non è per sua volonta, non piange per davvero, sta ancora conservando stretta la sua dignità. "Non saresti meno coraggiosa se ti lasciassi andare" vorrei dirle, ma ho paura. Non voglio sbagliare, non in questo momento così delicato. Volge uno sguardo verso i passanti, poi torna ad osservare i miei occhi scuri. Chissà cosa sta pensando, ciò che so è che non la capisco. Io non la capisco. Non riesco più a vederla così, deve farcela, deve sbloccarsi, togliere i freni. Devo aiutarla, ma non la capisco. Parla di un lui, poi di una lei, poi di un altro lui. Amicizia, amore, le provocano solo delusioni. La capirei se smettesse di volermi bene. Che poi ancora non mi capacito del perchè continui a osservarmi, con qualcosa di molto simile all' adorazione, quasi come fossi la sua ancora, la sua unica opportunità di salvezza, di protezione. "Non devi credere così tanto in me" vorrei dirle ancora, ma finirei per distruggerla completamente. Mi sento in imbarazzo e non so quali sono le parole giuste da pronunciare. Perlomeno però conosco il perchè. E' perchè non mi sono mai aperta con lei, lei non sa chi sono veramente, perchè io non mi fido abbastanza, non mi fido di nessuno. Neanche di me stessa. Molti hanno fiducia in me, ma io non ne ho in nessuno di loro. Voglio molto bene a questi, ma non mi fido, non ci riesco, è contro la mia natura. I miei genitori, loro mi amano per davvero, ma non mi fido, non completamente, non godono della mia totale fiducia e non so perchè. Sono circondata da persone che dicono di capirmi, ma io continuo a chiudermi in me stessa, incapace di rendermi conto se stanno mentendo o se dicono per davvero. E ogni giorno, inesorabilmente, il mio mondo si rimpicciolisce e mi stringe togliendomi il respiro. Però lei continua a piangere e io non la capisco. Non la capisco perchè sono troppo chiusa per vedere oltre il mio naso. Sono troppo occupata a nascondere me stessa, il mio essere. Non voglio che gli altri mi vedano, non voglio che scoprano quello che sono realmente. Ma forse questa parte di me non la conosco neppure io. Ora non so più nulla, la vedo, la guardo, la osservo, è triste, troppo, ha bisogno di piangere. Piangere per davvero. Un pianto di quelli liberatori, che ti svuotano e ti fanno sentire più leggera. Continua a parlare, a spiegare cosa sente, cosa pensa, cosa l'ha delusa, ma io non sono capace di comprenderla. Non sopporto vederla così. La avvolgo con le mie braccia e la stringo forte a me, le accarezzo i capelli e lei si lascia andare. E' scossa dai singhiozzi ora, le lacrime le rigano il viso e sono tante, aumentano, le sento bagnare la mia spalla, ma non importa.
-Io ti capisco- Mi sento dire. Ma non è vero. E' quel che si dovrebbe dire in questi casi, la solita frase da copione, ma io le ho mentito, di nuovo. Sento il cerchio stringersi. Di nuovo. Mi sento soffocare. Di nuovo. Chiudo gli occhi e lei mi stringe più forte. Continuo ad accarezzarla, non so cosa fare, non riesco ad aiutarla come vorrei e mi sento inutile, talmente tanto che non so neanche che ci sto a fare qui, di fianco a lei. Perchè non le dico che andrà tutto bene, che si risolvera tutto, che il sole presto riprenderà a brillare come prima? Non voglio dire banalità. Non voglio illuderla. Non posso prometterle ciò che non sono sicura che avvenga. E mi sento una stupida. Sono una sua amica, ma non mi comporto da tale. Ma lo sono per davvero? Lo spero, le voglio un bene dell'anima. Lei si allontana un pochino e sorride appena. -Grazie- Sussurra a mezza voce. Io non capisco. Non capisco lei, non capisco la situazione. Perchè mi ringrazia? Non ho fatto nulla. Non sono riuscita a comprenderla, non ho detto nulla di confortante, non l'ho aiutata eppure lei mi ringrazia. Vorrei chiederle spiegazioni e invece pronuncio un "prego" a voce bassa, senza nemmeno incrociare il suo sguardo. Mi abbraccia un'ultima volta e mi lascia un bacio sulla guancia. -Grazie- Ripete. Ed io mi sento morire.
-Non ringraziarmi- Le dico, ma lei mi guarda un po' sorpresa.
-Perchè non dovrei?- Mi chiede prendendomi una mano.
-Non ho fatto nulla- Spiego cercando il suo sguardo, lei si passa una mano fra i capelli confusa e si stringe nelle spalle:-Spesso serve solo una persona che stia a sentire, che trasmetta un po' di affetto. Una persona che sappiamo che puo' capire, che non giudica-
E' tranquilla, i suoi occhi fissano i miei e brillano. Sono felici, spalancati, finalmente spensierati. Non sono agitati, nè preoccupati. Le è passato tutto. Era così dannatamente facile. Bastava abbracciarla. Ed io che mi incastravo e mi attorcigliavo con tutti quei pensieri...la cosa da fare era una, semplice, chiara. Però poi riprendo a riflettere sulle sue parole e mi sento come se mi avessero dato un violento pugno sullo stomaco. Io non la capisco.
-Ma...-Comincio quasi balbettando. Comprende il mio imbarazzo, mi abbraccia. La sento vicina. Si, è una mia amica, LA mia amica.
Non mi fermo, deve sapere ciò che mi passa per la testa:-Io non ti capisco- Termino la frase, frustrata, triste, demotivata. Ormai scioltami dal suo abbraccio mi fisso le scarpe slacciate.
-No, non è vero. Lo vedo, tu sai cosa sto provando...- Mi dice lei. Povera. Ci crede per davvero. Scuoto la testa lei annuisce seria e mi guarda ancora, sempre con lo stesso sguardo, mi sta uccidendo.
-Tu mi hai ascoltata, mi hai abbracciata, mi hai confortata. Non importa se non comprendi ciò che sto passando, non pretendo che tu lo faccia, a me basta la tua presenza. So di poter contare su di te perchè mi sei vicina.-
Riprendo a respirare, la guardo un po' stupita, le vedo spuntare un sorrisetto compiaciuto in viso, è soddisfatta del suo discorso. E anch'io lo sono. Sento il cerchio allargarsi, si allarga. Adesso nel cerchio c'è solo lei. Voglio entrarci anch'io. Nella mia mente, vi balzo dentro. Siamo a quota due. Due persone hanno la mia fiducia. C'è lei, e poi ci sono io. Voglio accogliere più persone nel mio mondo, voglio una popolazione vasta, immensa. Voglio ospitare tutti coloro che mi stanno vicini, che so che tengono a me. Ora devo solo ricominciare da zero.
  
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