Nella
società moderna il matrimonio é molto importante... vestirsi nel modo giusto,
avere gli invitati giusti, scegliere le stoffe ed i colori é adeguati.. sono
tutti elementi fondamentali per costruire il nostro futuro. Nell’alta società,
un matrimonio é il biglietto da visita, il primo impatto, deve essere tutto
impeccabile e perfetto.
Per
questo al Wedding Project curiamo ogni dettaglio anche quelle più
insignificanti con risultati di altissima qualità...
Venite a
trovarci con fiducia: il nostro staff è a vostra completa disposizione.
Il
matrimonio dev’essere un giorno indimenticabile: affidate a noi le
preoccupazioni… le trasformeremo in gioie…
Una donna corpulenta, sui quarant’anni, spense il televisore
soddisfatta, indossava un lungo vestito a fiori, aveva i lunghi capelli neri
annodati in qualche strano modo, un paio di occhiali con la montatura nera e le
lenti spesse un centimetro nascondevano lo sguardo autoritario di Yumi Onizuka:
la prima donna ad aver aperto la più prestigiosa società organizzatrice di
matrimoni di tutto il Giappone.
Prese il pacchetto di sigarette dalla borsa e se ne infilò
una tra le lebbra colorate con quel rossetto color mattone che si usava negli
anni ’50.
Tirò una lunga boccata e guardò davanti a lei: c’era la sua
organizzatrice migliore, giovane ma piena di intuito e talento, aveva appena
finito di organizzare un grande matrimonio beccandosi una percentuale molto
alta.
- Allora ti piace la nostra pubblicità? – biascicò con la
sigaretta mezza fumata in bocca.
- Sì, certo che mi piace... vorrei solo che non illustrassi
il matrimonio come un contratto d’affari.
- Tesoro il matrimonio é un contratto!- esclamò l’altra
togliendosi la sigaretta dalla bocca e osservando la giovane ragazza davanti a
lei – Tu sei troppo giovane. – disse poi con un gesto stizzito – Credi ancora
al colpo di fulmine e al principe azzurro sul cavallo bianco.
L’altra sorrise appena arrossendo un poco.
Yumi fece una smorfia disgustata:
- Quando avrai quattro matrimoni falliti alle spalle come me
allora capirai quello che voglio dire.
- Beh, Yumi, spero di trovare quello giusto… magari al primo
colpo. – sorrise la ragazza tamburellando le dita sulla scrivania nera della
sua capa.
- Anch’io cosa credi?- domandò indignata l’altra – Solo che
gli uomini tendono a nascondere il loro vero io prima del matrimonio, quando li
incontri sono tutti carini, gentili e romantici. Appena trovano la ragazza che
gli lava le mutande diventano stupidi, pigri, ciccioni e, nel mio ultimo caso,
gay!
La ragazza ridacchiò divertita.
- Lo trovi divertente?- mormorò Yumi che non stava ridendo
affatto.
- Sì!- ammise l’altra ridendo più apertamente – Mi chiedo
perché una donna che odia tanto il matrimonio, abbia fondato questa società.
- Mia cara, dolce, ingenua e sentimentale ragazzina...-
sorrise Yumi melliflua – questo é un buisness che non morirà mai!
In quel momento un ragazzo sui vent’anni entrò nell’ufficio
di Onizuka con in mano un grande vaso di fiori.
- Aspetta un attimo!- lo bloccò Yumi spegnendo la sigaretta
nel portacenere fissando il nuovo venuto con occhi tempestosi – Chi ha messo
nella composizione le azalee? – domandò con calma la donna, mentre gli occhi
iniziavano a mandare lampi.
- Ma.. ma... l’hai detto tu ieri. – balbettò il ragazzo che,
dal colorito violaceo che aveva assunto, la ragazza capì che doveva esser un
nuovo impiegato.
- Sì, beh ieri avevo preso un antidepressivo... avrei
accettato anche una statua di ghiaccio che rappresentava Elvis nudo. Ora le
azalee mi deprimono... fai un’altra composizione… Senza azalee… - precisò lei
guardandolo torva.
- Va bene. – sospirò
rassegnato il ragazzo tornandosene indietro.
- Già. – sospirò la ragazza bionda – Il matrimonio é un
business. – poi lanciò un’occhiata fugace alla porta chiusa - Yumi perché maltratti i nuovi arrivati?
- Suvvia Usagi... – fece la donna sedendosi accanto alla
giovane organizzatrice e prendendole una mano – non vederla in questo modo
nero... é vero il matrimonio non é più considerato come una volta ma non vuol
dire che l’amore non esista più. E’ solo più difficile da trovare.
- Lo so Yumi. – rispose Usagi alzandosi dalla sedia – Lo so
perfettamente.
- E per il novellino... é ancora in rodaggio. Voglio vedere
quanto ci mette prima di scoppiare.
- Sei perfida. – valutò l’altra con un ghigno – Un po’ come
me...
- Per questo sei la mia preferita.
Usagi stava per uscire quando Yumi la fermò:
- A proposito, hai fatto un ottimo lavoro con il matrimonio
degli Hokari. Ha chiamato Korimi stamattina… era entusiasta del servizio.
- Fantastico!- si rallegrò la ragazza – Hai altro per me
Yumi?
- No, puoi andare.
Usagi uscì dall’ufficio e subito fu investita da Minako la
sua assistente.
- Ti hanno mandato un cesto di orchidee. – sorrise la
ragazza bionda con gli occhi lucidi – Il bigliettino è di Jordan!
- Hai letto il bigliettino? – chiese fingendosi indignata.
- E’ caduto e si é aperto da solo!- si giustificò Minako con
un sorriso malizioso – Ti ringrazia per la bella serata... cosa avete fatto?
Voglio tutto i resoconti piccanti!
Camminavano velocemente lungo i corridoi tappezzati di foto
di matrimoni organizzati da loro o copertine di giornale incorniciate dove si
esultava l’eleganza e il prestigio dell’azienda.
- Non abbiamo fatto nulla!- sbuffò Usagi prendendo un
catalogo ci stoffe – Mi ha solo portato a casa sua. – riferì atona fingendo un
profondo interesse per il catalogo che aveva in mano.
- E poi? – le chiese la ragazza che continuava a seguirla
imperterrita.
- E poi ha acceso la televisione e guardato la partita! –
sbottò lei continuando ad evitare lo sguardo dell’amica
Minako si bloccò sorpresa.
- CHE COSA HA FATTO? - gridò indignata. Usagi osservò
guardinga gli uffici vicini e giurò d’aver visto più di qualcuno sbirciare,
sorpresoi dall’urlo poco umano di Minako.
- Te l’ho detto! – disse smettendo di fingere interesse
verso il catalogo.
- Ma tu gli hai fatto vedere che eri disponibile? – chiese
lei inquisitoria.
Usagi non rispose ed entrò nel suo ufficio, sperando che la
sua assistente, nonché migliore amica, decidesse di riprendere l’argomento più
tardi.
Fatica sprecata… pensò Usagi vedendo l’espressione
dell’amica.
- Lo sapevo! – disse sicura l’assistente seguendola – Hai
fatto la donna fredda e di ghiaccio per tutta la sera.
- Ehi non era il mio tipo! – tagliò corto Usagi, sapeva che
Minako non avrebbe ceduto con tanta facilità.
- Quanto tempo è passato dall’ultima volta che hai avuto un
vero ragazzo le domandò parandosi davanti a lei in attesa di una risposta.
- Tre anni, sei mesi, tre settimane, due giorni e nove ore.
– rispose automaticamente Usagi controllando i messaggi sulla scrivania, poi
alzò la testa e fissò Minako rendendosi conto di quello che aveva detto – Più o
meno...- mormorò con un filo di voce paonazza.
- Usagi devi uscire! Conoscere gente nuova! Domani sera ho un
appuntamento con Law e.. – disse dopo una piccola pausa. Non immaginava una
simile risposta. Ma dopotutto lei era l’organizzatrice mentre lei, Minako, era
la sua assistente.
- Non ci pensare neppure Minako. – la interruppe l’altra già
intuendo la sua proposta – L’ultima volta che hai cerato di rimediarmi un uomo
é stato un fiasco.
- Che ingrata! Era un uomo interessante... aveva vinto anche
diverse medaglie...
- Sì, per le gare di rutti alle feste di quartiere! – sbottò
lei.
- Stai sempre a guardare il pelo dell’uovo! – si lamentò
Minako – Andiamo questa volta é diverso... Law ha un amico e non sa cosa fare
per giovedì.. ma se tu vieni con me.
- Ah ho capito. – sorrise Usagi – Hai bisogno di qualcuno
che regga il moccolo assieme all’amico del tuo ragazzo.
- Mi ha assicurato che é un tipo interessante e molto
simpatico. Ti prego Usagi! Non puoi abbandonarmi! – disse supplichevole.
La biondina socchiuse gli occhi riflettendo sulla
proposta... non voleva, sapeva già che sarebbe stato un fiasco, ma non voleva
neppure deludere la sua amica.
- Ci penserò. – promise, sbuffando poco dopo: sapeva che
presto si sarebbe tramutato in un sì.