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Autore: fraloveddy    10/04/2011    4 recensioni
Una classe americana di 24 alunni frequentanti quella che per noi è la terza liceo, parte per un viaggio d'istruzione a Londra, dove saranno ospitati a casa di alcuni loro coetanei inglesi. Nella storia, che inizia con la classe appena giunta a destinazione, vediamo le due settimane in Inghilterra viste dagli occhi di Emily Baker, una ragazza cinica e orgogliosa, ma anche intelligente e brillante che, a causa di un piccolo malinteso, si troverà ospite nella ricca villa di... un LUI ^_^
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Capitolo


Il pullman spense i motori nel mezzo di una piazzetta affollata.

-Siamo arrivati?- Chiese Kathie, con la voce soffocata dall'emozione.

-Wow, non sono mai stata più felice- Borbottai, esibendo il più falso dei sorrisi.

Kathie mi rivolse un'occhiata glaciale.

-Quando fai la depressa proprio non ti sopporto- Sibilò.

A volte si ha proprio bisogno delle dolci parole di una migliore amica.

-Non sei tu quella a cui è stato assegnato un ragazzo- Grugnii irritata.

-No, ma di certo non avrei fatto tutte queste storie- Disse, dandomi un buffetto amichevole sulla fronte.

Il brusio generale che si era creato nel pullman svanì immediatamente non appena il signor Stevens si alzò in piedi, pronto a fare il solito banale discorsetto che si fa una volta giunti a destinazione.

-Bene ragazzi, siamo arrivati. Ora alzatevi senza fare confusione, prendete le vostre cose e seguitemi ordinatamente fuori dal pullman-

Quell'ordinatamente venne totalmente ignorato dai miei compagni, che si accalcarono rumorosi ed impazienti dietro al professore.

Quando furono tutti scesi, ci alzammo anche io e Kathie, che per fortuna, al contrario degli altri, sembrava possedere ancora un minimo di autocontrollo.

Vista da fuori, la gente che affollava la piazza sembrava ancora più numerosa.

-Li facevo più tranquilli gli inglesi- Commentai, osservando scettica la folla chiassosa e disordinata che ci circondava.

Il signor Stevens, esasperato da tutta quella confusione, dovette schiarirsi la voce un paio di volte prima di catturare l'attenzione della classe.

-Ragazzi, silenzio! Prima che iniziate a cercare i vostri rispettivi compagni inglesi devo fare un annuncio. Domani non farete lezione e avrete la mattinata libera, mentre nel pomeriggio ci ritroveremo tutti qui per fare insieme un primo giro turistico di Londra! Buon divertimento, e cercate di non perdervi!- Si raccomandò, ma sembrava che fossimo state solo io e Katie ad ascoltarlo.

Mi correggo, solo io.

Voltandomi la vidi qualche metro più in là, occupata a chiacchierare animatamente con una ragazza che non avevo mai visto prima, bionda e leggermente in carne.

Le raggiunsi trascinando i piedi con pigrizia.

-Salve... - Dissi, troppo pigra anche solo per accennare un sorriso.

-Ciao Emily!- Mi salutò la perfetta sconosciuta, sorridendo amichevolmente. Intuii che dovesse trattarsi della partner inglese di Katie, ma non il motivo per cui conoscesse già il mio nome.

-Ehilà... Chelsie, giusto?- Farfugliai imbarazzata, sperando di aver azzeccato il nome che Katie mi aveva detto di sfuggita quella mattina.

-Christie.. ma ci sei andata vicina- Disse divertita, facendomi un mezzo inchino con il capo.

La squadrai perplessa.

Sarà stata l'influenza della Famiglia Reale a causare tutte quelle strane manie simil-cavalleresche che avevano gli inglesi..??

-Sono felice che andiate d'accordo!- Squittì Katie elettrizzata.

Come avesse tratto quella conclusione dalle poche parole che io Christie ci eravamo scambiate, rimane un mistero.

Ad ogni modo, dovevo ammettere che nel complesso sembrava abbastanza simpatica.

-Emily, tu chi hai come compagna?- Domandò Christie, facendomi subito tornare il cattivo umore.

-Una certa William Thompson- Ironizzai seccata.

Lei fece una faccia sorpresa, e fissò Katie come per chiederle conferma delle mie parole.

-Will?- Chiese, soffocando una risatina -Santo cielo, lui? E' dannatamente carino, ma credimi, non fila nessuna- Disse, guardandomi con compassione.

Da come lo disse sembrò che anche lei fosse compresa in quel nessuna.

-Cavolo, e io che speravo avesse la ragazza così non mi toccava averlo troppo tra i piedi- Grugnii seccata.

Christie scosse la testa ridendo.

-Dici così perché non l'hai ancora visto. In ogni caso è un ragazzo davvero eccezionale, sono sicura che lo adorerai- Disse, e mi sorrise ancora.

Su quest'ultimo punto avevo dei seri dubbi, ma mi limitai ad annuire senza troppa convinzione.

-Sicuramente- Garantii, esibendo il sorriso più falso e ipocrita che avessi mai ostentato.

-Ti diamo una mano a cercarlo?- Propose Katie, che doveva aver notato la mia espressione seccata, e di conseguenza aver avuto la saggia idea di cambiare discorso.

-No, preferisco cercarlo da sola. Sai, non vorrei che vi traumatizzaste vedendomi picchiarlo- Risposi, e io stessa mi chiesi se stessi solo scherzando o se in fondo avessi realmente voluto fargli qualcosa del genere.

Katie mi fissò talmente male che sospettai si stesse chiedendo la stessa cosa, mentre fortunatamente Christie si mise a ridere, dimostrando di non aver intuito i miei istiniti omicidi.

-D'accordo... Comunque poco fa l'ho visto laggiù- E indicò alle mie spalle.

-Grazie. Be, domani abbiamo la mattinata libera, usciamo un po'?- Proposi, ricorrendo ad ogni scusa possibile pur di rimandare il momento del mio incontro con mister simpatia.

-Perfetto! Passiamo a prenderti, diciamo... alle 9 e mezza?- Disse Christie, e notai una smorfia di delusione attraversare il viso di Katie, che avrebbe sicuramente preferito passare la mattina a dormire.

Le lanciai un'occhiata d'intesa soffocando una risata.

-Bene.. a domani!- Le salutai, e mi avviai nella direzione che Christie mi aveva indicato, alla ricerca del mio affezionato William Thompson.

Non mi fu difficile riconoscerlo, benché non l'avessi mai visto prima.

In quella parte delle piazza c'era poca gente, e l'unico ragazzo che, seguendo le informazioni di Christie, potesse definirsi "dannatamente carino", era lui. Gli occhi chiari erano leggermente coperti da ciuffi castani che gli coprivano disordinatamente la fronte; era piuttosto alto e anche sorprendentemente abbronzato per essere uno che vive in uno stato dove piove quasi ogni giorno.

Lo raggiunsi frettolosamente, decisa a fare rapidamente le presentazioni per togliermi quel peso al più presto.

-Piacere, Emily- Dissi, e nonostante i miei sforzi, la mia voce uscì ugualmente fredda e seccata.

Il ragazzo alzò lo sguardo, sorpreso.

-William. Sono contento di conoscerti- Rispose, accennando un sorriso.

Non sapevo quanto ci fosse di vero in quell'affermazione, ma mi sforzai comunque di sorridere.

-Andiamo..?- Chiesi, impaziente di chiudere lì quell'irritante conversazione.

-D'accordo. Vuoi che ti porti le valigie?- Domandò, sorridendo ancora.

Okay, la Famiglia Reale aveva decisamente una pessima influenza sugli inglesi.

-Siamo nel ventunesimo secolo, l'epoca dei gentiluomini si è conclusa da un bel pezzo- Gli feci notare scettica, afferrando le valigie e incamminandomi verso il parcheggio poco distante.


  
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