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Autore: Blutigen91    10/04/2011    3 recensioni
"Alla fine mi ritrovo qui, chissà quante ragazze vorrebbero stare al mio posto ed ora sarei felice di averlo ceduto prima."
A parlare è Hinata, giovane studentessa liceale, che vorrebbe tornare indietro nel tempo per cancellare la notte appena passata.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Salve lettori, prima di tutto vi ringrazio per esservi anche solo incuriositi sulla mia storia. E' stata scritta molto tempo fa ed oggi riadattata soprattutto sui personaggi protagonisti. Spero di aver descritto al meglio il carattere della protagonista in particolare e chiedo scusa se sono caduta nell'OOC. E' la prima volta che scrivo sui personaggi di Naruto e non so ancora se questa One-shot avrà un seguito o no. Comunque vi ringrazio ancora per la vostra attenzione e Buona lettura ^_^

“Alla fine mi ritrovo qui, chissà quante ragazze vorrebbero stare al mio posto ed ora sarei felice di averlo ceduto prima.

Mi ritrovo qui stesa sul letto, senza più nulla addosso, i miei vestiti sono sparsi per la stanza, alcuni integri ed altri ormai a pezzi.

Sono qui a pancia in giù sul tuo letto, con la testa appoggiata a questo morbido cuscino e le braccia sotto di esso.
Tu sei davanti a me, in piedi, appoggiato alla finestra, stai fumando una sigaretta che ora tocca ciò che fino a poco fa divorava il mio corpo.
Rivolgi poche volte lo sguardo verso di me, ti guardi intorno, guardi la stanza che conosci alla perfezione, muovendo quel collo che io ho tanto toccato con le mie labbra stanotte.
Quelle poche volte in cui mi guardi, guardi il mio corpo coperto soltanto da un leggero lenzuolo da cui puoi intravedere le mie forme, non mi guardi negli occhi. Perché?
La sigaretta è quasi finita ed io continuo a fissarti in attesa di un incrocio con le tue iridi.

Ad un certo punto finalmente tu fermi il tuo sguardo sul mio, i nostri occhi si fissano come attratti gli uni dagli altri.
Mi guardi soddisfatto, sei soddisfatto della notte passata, e mentre ci fissiamo come ipnotizzati   una lacrima prima incastrata tra le ciglia decide di scivolare giù, una lacrima di tristezza.
Il tuo sguardo diventa serio, butti quel mozzicone e ti avvicini piano a me.

Vorresti farti ancora desiderare da me? Vorresti che io desideri il tuo corpo?

Non sono mai stata così!

Muovendo lentamente quel tuo corpo ancora accaldato, appoggi prima l’una poi l’altra le ginocchia sul letto,buttandoti in avanti e mettendoti a gattoni proprio davanti a me che continuo a fissarti, quasi implorandoti di farmi tornare indietro.
I nostri sguardi non si staccano, mentre quella mia lacrima si è infine unita al morbido cuscino, così come ci siamo uniti noi stanotte, dopo che tu sei riuscito ad attirarmi col tuo fascino etereo nella ragnatela.
Continui a guardarmi, con la testa alta sulla mia, pian piano ti avvicini dandomi un leggero bacio non ricambiato da me, mi sfiori appena, quasi come un segno di affetto…amore?

Sento le tue calde labbra che dal mio viso con dei baci scendono sul collo, sulla schiena.

Mi lasci baci delicati, pian piano sposti il lenzuolo per poter baciare la mia carne.

Un brivido mi percorre la schiena, lo stesso che ho provato quando ieri sera hai circondato il mio sottile polso con le tue mani dalle dita affusolate.
Scendi ancora, finché non arrivi a toccare con la mano il mio fondoschiena.

Ti fermi, non scopri più nulla. Che c’è? Perché non vai avanti? Di cosa hai paura?
Eppure stanotte sapevi che era la mia prima volta e non ti sei fermato, non hai avuto la delicatezza che hai ora, la delicatezza che mi sarei aspettata, che ho sognato per la mia prima volta.

Sei stato forte, mi hai fatto davvero male, eppure hai continuato a mostrarmi la tua forza, mentre ora hai paura di darmi un semplice bacio.
Con poca cura posizioni il lenzuolo poco sopra il mio sedere e torni al mio viso, mi guardi, delicatamente mi accarezzi i capelli, ti stendi vicino a me

Con la mano mi sfiori facendomi rabbrividire ancora e torni a metterla dove era prima, delicata.

Ti avvicini sempre di più,ormai i nostri volti sono a pochissimi centimetri di distanza,i nostri nasi si sfiorano e continui a guardarmi.

Anche io ti guardo, però il mio sguardo a differenza del tuo è spento, non emana l’amore, la gioia di ieri sera quando mi hai portato qui, lontana dalla festa di compleanno di tuo fratello.
Sai… mi hai fatto male, non solo fisicamente.

Sto male perché come una sciocca mi son fatta prendere da te la verginità, come una sciocca perché so che appena il sole si alzerà in cielo dovrò andare via come tutte le altre, come una delle tante.

Eppure sembra che ora tu mi voglia proteggere. Da cosa?
Mi fa male il ventre, ho delle fitte dolorose che non sono niente rispetto al cuore che sanguina da ore ormai.

Mi giro sul fianco di fronte a te,mi stringi forte.

Ho il viso sul tuo petto,sento il tuo cuore che batte,forte.

Sento i nostri corpi vicini, troppo vicini.

Sono sempre stata una vinta. Ho permesso a tutti tutto, dal giorno del mio arrivo fino a questa notte.

Sento il tuo respiro che leggermente mi muove i capelli e continui ad accarezzarmi la schiena facendomi addormentare, di nuovo.

Lo hai sempre saputo questo mio ennesimo punto debole.

Gli occhi…si chiudono…Ti ritroverò…al mio…risveglio?

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Un leggero raggio di sole mi infastidisce il sonno, mi colpisce le palpebre chiuse.

Allungo una mano per cercarti e non ci sei, spero di aver sognato. Ma no!

Sento il tuo braccio cingermi il bacino, mi ritrovo a pancia in giù con la testa sul tuo cuscino ormai pieno del tuo profumo a cui non resisto, non ho mai resisti al tuo profumo.

Non sei più davanti a me, sei dietro di me col braccio intorno al mio bacino e con la testa appoggiata sulla mia schiena.

 Adoro i tuoi capelli che ora mi solleticano dolcemente, adoro il tuo respiro che mi riscalda la pelle.

I miei occhi chiari si fissano sulla camicia che ieri sera avevo deciso di indossare, dovrebbe avere tre bottoni scuciti ora.
Dovrò aggiustarla a casa, cosa che invece non potrò fare con gli slip strappatimi via dai tuoi denti, gli stessi denti che mi hanno lasciato un succhiotto sul collo che tarderà a sparire.
Un profondo sospiro mi fa sollevare di più la schiena, svegliandoti.

Non sento più il tuo capo gravare sul mio corpo.

Mi sento immobile non riesco a muovermi. Perché sono così sciocca da stare ferma? Perché sono sempre stata così sciocca da stare sempre ferma?

Ti stai riabbassando, sento il tuo fiato tornare a riscaldarmi.

Lasci dei baci infuocati sul mio collo scoperto. Non ho i capelli corvini a proteggermi, li hai spostati tu.

Un’altra lacrima cade. E quel sottile raggio di sole continua a infastidire i miei occhi.
Se non fossi così buona, così stupida, a quest’ora me ne sarei andata, a quest’ora ti avrei urlato in faccia il mio dolore nel vederti per i corridoi, con la rossa a sbavarti dietro e la rosa così petulante nel tentativo di essere interessante ai tuoi occhi, per quei corridoi che attraversiamo tutti i giorni dove racconti ai tuoi amici con poche frasi l’ultima tipa che hai portato nel tuo letto, con quel tuo sorriso appena accennato e quel tuo sguardo talmente intenso da sciogliere chiunque. A quest’ora avrei maledetto Ino per avermi convinta a venire alla festa di un mio vecchio amico.

Si amico. Perché dopotutto io, tu e tuo fratello siamo amici da quando ho memoria.

Siamo stati amici.

Non ricordo se furono i nostri genitori a costringerci o no.

Cosa ti ha spinto alle medie ad allontanarti da me? Eravamo un trio compatto eppure tu l’hai rotto.

Hai smesso di baciarmi. Da quando?

Cosa fai ora? Ti sento dietro di me ma non so cosa stai facendo.

Socchiudo gli occhi, guardo ancora la camicetta ma in realtà non le presto attenzione.

Mi tornano in mente tutte le volte che Sakura e Tenten si sono avvicinate al mio banco per rivelarmi le tue conquiste, le tue follie con i tuoi amici, i tuoi ottimi risultati o il tuo pranzo della giornata.

Ho sempre sperato che tu tornassi ad essermi amico, e la speranza è diventata cotta, forse amore?

Cosa ti ha spinto a cercarmi ieri sera, a portarmi qui?

Ed ora come posso non pensare che quando ti sarai stancato di me non mi butterai via? Come le altre.

Ti sento sollevarti, una mano si posa sulla mia schiena.

Mi vuoi far addormentare di nuovo.

Non ho neanche avuto il coraggio di dirti almeno “ti amo”, da dirti “bastardo”  tra tutte le sciocchezze compiute stanotte.

Una notte che vorrei dimenticare.

E appena mi risveglierò sarà peggio. Dovrò rivestirmi davanti ai tuoi occhi e andare via come se nulla fosse accaduto.

Dovrò guardarti domani a scuola da lontano, come sempre, con le occhiate maliziose degli altri addosso.

Non sarò più “l’invisibile Hinata”. Sarò etichettata con nomi ben peggiori mentre tu ti vanterai della notte passata con me.

Il sonno comincia…a giungere…lentamente…sotto…il tuo…tocco…Sasuke”

 

 

  
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