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Autore: gioTRAUMER    11/04/2011    1 recensioni
Dedicata a Sekunden.
"Stefan quella sera si lasciò andare, e quasi dopo un'ora, quando si ritrovò con Katherine sul petto, i suoi capelli intrecciati fra le dita, a fissarla, capì che non fu stato uno sbaglio.
Lo sbaglio fu non fare tutto ciò prima."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katherine Pierce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Decisamente dedicata a Sekunden, colei che non vedo l'ora di abbracciare, dio.

"Katherine continuava a spazzolarsi i capelli davanti allo specchio, facente parte di un comò ottocentesco di casa Salvatore. In realtà non pensava a nulla in quel momento. Solo al fatto che Stefan era dall'altra parte del muro, e lei non poteva nemmeno varcare la soglia di quella maledetta camera. Aveva provato a sedurre Damon, pocò fa. Ma anche lui è innamorato della noiosissima doppelganger, come la definisce lei.
Katherine posò la spazzola, e ammirando con soddisfazione le sue splendide curve, sospirò, un pò annoiata. Sì alzò, portandosi davanti alla finestra. Cominciava ad avere la pelle d'oca, dato che era rimasta con quel soffice e fino Baby Doll, che le delineava curve da sballo. Fissava la pioggia scendere, mentre la luna quasi piena, illuminava la foresta. Sobbalzò all'indietro, ad un certo punto, quando vide la sagoma di un viso, riflettersi sul vetro. Sì girò di scatto, ritrovandosi davanti Stefan. Non l'aveva sentito, era troppo immersa nei suoi pensieri.
«Stefan...» deglutì, fissandolo seria, per poi sciogliersi e alzare un sopracciglio. «Allora, hai capito finalmente chi è delle due la bella coppia?» cominciò lenta ad avvicinarsi, con quel sorriso malizioso che non si scollava dalle labbra. Stefan continuò a fissarla negli occhi, quando si lasciò scappare un sorriso divertito anche lui. Abbassò la testa, per non farsi notare.
«Volevo soltanto dirti una cosa, prima che tu dorma...» Stefan rialzò la testa, guardandola negli occhi, non del tutto serio. Era comunque mezza nuda, ed era la fotocopia della sua attuale ragazza. Katherine rimase in silenzio, ora a circa dieci centimetri da Stefan, aspettando che continuasse.
«Dato che sembra tu sia chiaramente dalla nostra parte, voglio assicurarmi che tu sia anche dalla parte di Elena.» Katherine corrugò la fronte. Ovviamente non capiva. «Voglio dire... non voglio tu le faccia del male, mi sono spiegato?» Stefan fu più diretto, questa volta, onde evitare altre fronti corrugate.
«Uh, allora è così? Ora vieni in camera mia a rassicurarti che la cattiva stronza manipolatrice non faccia del male alla tua esile e dolcissima Elena?» Katherine si avvicinò ancora di più a Stefan, ritrovandosi a guardarlo dritto dritto negli occhi. Sorridendo maliziosa, passò un dito lungo il suo petto. «Cercherò di non mordere. A meno che lei non mi provochi.» Stefan rimanè immobile, se non per il fatto che deglutì, rimanendo impassibile alle avance di Katherine.
«Bene, era solo questo quello che volevo specificare. Buonanotte Katherine.» Stefan girò i tacchi, avviandosi alla porta, senza degnarla di uno sguardo.
«Stefan, aspetta.» nella voce di Katherine, in quel momento, non c'era altro che sincerità. Ed una persona come Stefan, il quale la conosceva da più di 500 anni, potè intuirlo benissimo. Si immobilizzò, proprio davanti la porta. Girandosi, trovò Katherine a guardarlo, con occhi supplicanti.
«Che vuoi ancora?» non fu realmente quello che il suo cuore gli suggerì di dire, ma andò bene lo stesso.
«Sappi che lo sto facendo per te, Stefan. Potrai darmi della stronza vampira manipolatrice per altri 500 anni, ma l'amore che amo per te è vero. Tu, mi conosci benissimo. E sai che questi non sono i miei istinti. Stefan, io ti amo, mi devi credere. E se prima ti ho soggiogato, ora non lo sto facendo.» Katherine spiazzò letteralmente Stefan. Dopo quasi un secolo, la ragazza dal cuore di pietra, si lasciò prendere da quelle strane cose con la quale non aveva mai fatto molta amicizia: le emozioni. Katherine aprì il cuore, se così il suo si poteva definire, davanti a Stefan.
«Ribadisco, Katherine, buonanotte.» Stefan si girò, ma stavolta, al posto della porta, si ritrovò Katherine davanti. Bastarono un paio di secondi di uno sguardo elettrico fra i due, che anche Stefan sentì lo stesso bisogno di Katherine. Prenderla, tirarla a se, e baciarla, baciarla fino a consumarle le labbra. E così fece, senza pensarci due volte. A primo impatto fu strano. Gli ricordò Elena. Sì, Elena.
No, non Elena. Al diavolo anche lei. Stefan si lasciò andare, e Katherine finalmente ottenne quello che vuole. Si aggroppò al ragazzo, trascinandolo fino al letto. Il ragazzo la spogliò velocemente, e lei fece lo stesso. I due cominciarono a fare l'amore, e mentre Stefan sfiorava quel corpo che non guardava nemmeno da anni, rabbrividì. Pensò a quanto amore stava nascondendo, a quanta passione, a quanto sentimento. Elena era solo un rimpiazzio, inutile negarlo. E Katherine aveva ragione: nel 1864, l'aveva soggiogato. La sera stessa, era totalmente sobrio. E come lo era lui, anche il suo cuore, che cominciò a battere più forte. Stefan quella sera si lasciò andare, e quasi dopo un'ora, quando si ritrovò con Katherine sul petto, i suoi capelli intrecciati fra le dita, a fissarla, capì che non fu stato uno sbaglio.
Lo sbaglio fu non fare tutto ciò prima.

  
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