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Autore: Devilyogurt    11/04/2011    2 recensioni
Ciao ragazzi, eccovi una storia carina su una delle piu potenti e controverse divinità dei greci, il grande Ade ( e anche un po'troppo deomincizzata, poverino). Enjoy!
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corte dell'Ade, ingresso degli inferi

Un giudice alquanto annoiato sedeva sul trono di Dite, contemplando la schiera di anime che veniva verso di lui, portate oltre il fiume Stige dalla barca di Caronte.
Caronte (con un megafono): Eccoci arrivati. Destinazione: Sponda di Dite. Grazie per aver viaggiato con Carontelines, il personale si augura che il viaggio sia stato confortevole, e augura a tutti voi buona fortuna. E ricordate di passare e prendere una cartolina alla bancarella qui a fianco.
Welcome here. Destination: Dite's side. Thank you for... etc etc, detto in ogni lingua mortale.
Come sempre, giorno dopo giorno, tutte le anime si presentarono davanti a Ade.
Odisseo, in giacca e cravatta, seduto a destra della scrivania, scriveva il verbale del giorno, mentre Minosse leggeva il numero identificativo e il nome dell'anima che veniva avanti. Proserpina, poi estraeva dallo schedario il curriculum vitae (letteralmente) del malcapitato (con così tanta gente, naturalmente, la memoria di Ade non poteva più bastare di certo).
Minosse: Anima 5767679078897089, nome: Giovanni Rossi.
Ade: Ok. Pro, che mi dici di questo tipo?
Proserpina si spostò con la sedia girevole, andò alla lettera R (cognome prima) e cercò il fascicolo estraendo un cassetto con i numeri che andavano dal 5700000000000000 al 5800000000000000.
Giovanni: Ma...
Ade si voltò verso di lui, mentre la sua sposa cercava il fascicolo.
Ade: Sìììì?
Giovanni: Ehm, non per essere irrispettoso, signori, ma... Voi chi siete? E come sono arrivato qui? Mi ricordo che ero al ristorante, stavamo mangiando tutti assieme una bella impepata di cozze, poi ho avuto un po' di bruciore di stomaco... E quando mi sono riavuto, eccomi qui.
Ade: Semplic, Giovanni. Sei morto, questo è l'Oltretomba. Lui è Odisseo, questo è Minosse, lei è Proserpina, mia moglie, e io, come avrai ben capito, sono...
Lettere luminose di fiammelle azzurre: ADE
Ade: Tutto chiaro?
Giovanni: No... Non è possibile. Non ci credo!
Ade: Credici amico, è possibilissimo. Muori, appari dall'altra parte di Acheronte, e poi, hop hop hop, Caronte vi porta qui.
Giovanni: No... Stavo bene, avevo una famiglia! Non sono pronto, non...
Ade: Non è la mia ora, sono troppo giovane, non voglio morire, troppe persone mi amano...
Disse Ade mentre contava le scuse con le dita.
Ade: Giovanni, davvero, ne ho sentite di tutte, ormai, ma la realtà è questa. Sei morto. Spiacente. E' un biglietto di sola andata...
Giovanni si calmò. Tanto era inutile tergiversare.
Giovanni: Capisco.
Ade: Ehi, non preoccuparti. Ci sono sempre i Campi Elisi! Un'eternità di pace e gioia!
Disse Ade facendogli occhiolino e tirando su i pollici.
Giovanni: Davvero?
Ade: Ma certo! SE, sei stato buono. Sennò, sarai mandato nel Tartaro a marcire.
Giovanni: Che co...
Proserpina: Giovanni Rossi, morto a 55 anni per infarto, nato a Catania, il 22 agosto 1955, la sua prima colpa a 3 anni, quando disse di non aver preso lui le caramelle dal barattolo, la seconda... e così via, dicendo tutte le cose brutte e belle che il poveretto aveva compiuto. Intanto Ulisse annotava le informazioni anagrafiche, e quando Proserpina ebbe finito di leggere, si fermò. Ora toccava ad Ade. Il giudice inappellabile, doveva deliberare.
Ade: Ok, mi sembra un tipo apposto, no? Che ne dite voi?
Proserpina: Non saprei, ha fatto una buona vita, tutto sommato, ma c'è ancora questo tradimento con la moglie nell'84, per non parlare poi del fatto che l'ha sposata dopo che ormai lei era incinta.
Minosse: Buon lavoratore e manutentore della famiglia, però stona il fatto che abbia abbandonato gli studi solo dopo due anni di ragioneria, per pigrizia, e per paura della sfida.
Ade:... Mmmmm Giovanni, tu che ne dici?
Giovanni: Io, Eccellenza?
Ade: Sì, tu. E non chiamarmi Eccellenza, non mi piacciono i ruffiani.
Giovanni: Sì, Eccellen... ehm, sì signore.
Ade: Oh, tutte queste formalità. Dammi pure del tu. Tanto ormai, sei morto, che ti frega?
Giovanni: Potrebbe... Anzi, potresti dirlo con più delicatezza che sono morto? Per favore, sono qui solo da dieci minuti...
Ade: Oh, dove sono le mie buone maniere? Sai, è una di quelle giornate, insomma... un po' così, e.... Vabbè, hai ragione, scusa. Ma adesso, seriamente Giovanni, dimmi, secondo te, come ti giudichi?
Giovanni: Beh, vedi, io...
Ade: Ehi, andiamo. Rilassato. La fretta e l'agitazione sono quelle che fanno sbagliare più di tutti. Guarda dentro di te, con calma, e dimmi: cosa pensi di te?
Giovanni: Beh, se devo essere sincero, non sono troppo fiero di me stesso, ma neanche mi vedo punibile con l'Inferno...
Attimi di suspence. Mentre Ade era calmissimo, una statua, Giovanni era certamente in preda all'agitazione. In fondo, il giudizio eterno non è certo come scegliere se andare al mare o in montagna per le vacanze... Anche se in questo caso, per Giovanni era meglio il mare.
Poi Ade sorrise e picchiò col martelletto sul tavolo.
Ade: Campi Elisi!
Le porte a destra del trono si aprirono, lasciando venire fuori una luce immensa, calda e lieve.
Giovanni varcò la soglia, e poi si voltò verso Ade.
Giovanni:... Grazie, grazie...
le porte si chiusero.
Ade: Ci vediamo Gio. Il prossimo!
Minosse: John Alchon, anima 5767679078897090.
Ade: Oh, a British! Welcome! (Oh, un Britannico! Benvenuto!)
Disse Ade con un sorriso.
John: Ok, first thing first, am I dead? (Ok, per prima cosa, sono morto?)
Ade: Yes.
John: Then, there must be a mistake! Where is St. John? And Jesus? And... (Allora, deve esserci un errore! Doc'è San Giovanni? E Gesù? E...)
Ade: Oh, no, un altro di questi.
Ade si portò una mano alla fronte.
Ade: Senti, John!
John: Sir? (Scusi?)
Ade: Pardon me. I was saying, listen John! (Scusa. Dicevo, ascolta John!)
John: Yes?
Ade: You are in the Hades, or as you wrongly call it, you're in Hell, and me, the handsome me, is Hades, King of the city of Dite, Ruler of the Dead, Sir of the Tartarus, and Rector of the Elisi, etc etc, stuff lik that... (Sei nell'Ade, o come lo chiamate erroneamente, sei all'Inferno, e io, il bellisimo me, è Ade, Re della città di Dite, Comandante dei Morti, Signore del Tartaro, Rettore degli Elisi, ecc ecc, roba così...)
John: Oh. Quite disappointing... (oh. Un po' deludente...)
Ade: Sorry, John. Now, here how it works. My wife searches your file, she tells me your bads and your goods, and then, we discuss, and I decide if you are to Tartarus -Hell- or Elisi -Heaven. Quite simple, uh? (Spiacente, John. Ora, ecco come funziona. Mia moglie cerca il tuo file, mi dice le tue azioni buone e le tue azioni cattive, e poi, noi discutiamo, e io decido se sei per il Tartaro -l'Inferno- o per gli Elisi -il Paradiso. Abbastanza semplice, uh?)
John: Ok. Sounds good to me. (Ok. Mi sembra gusto.)
Ade: Very well. Now, proceed. (Molto bene. ora, procediamo.)

E così via.

Dopo innumerevoli anime, anche quela giornata di lavoro era finalmente finita. Caronte si mise in secca, e rientrò al palazzo di Ade, come tutti gli "inservienti", e Ade e Proserpina si ritirarono, lasciando il cartello CHIUSO davanti alle porte degli Inferi. Come dopo ogni giornata, Ade si gettò nel letto matrimoniale, lasciandosi sprofondare nel materasso.
Proserpina lo raggiunse, sciogliendosi i bei capelli dorati dalla rigida treccia, e togliendosi le scarpe, lasciandole in un angolo.
Proserpina: Tesoro, ti sei tolto i vestiti prima di buttarti sul letto spaparanzato?
Ade:.... Sì.
Proserpina: Ok, ora fallo davvero però.
Disse la dea dal bagno, mentre si sfilava il tailleur rosso e si metteva la vestaglia.
Ade, pigramente, si tolse l'abito elegante e bianco, adagiandolo sulla sedia vicina, e poi la camicia, restando in boxer e infilandosi sotto le coperte, accendendo poi la luce e iniziando a leggere un libro che lo faceva sempre ridere, nonostante tutte le innumerevoli volte che lo aveva già letto: Dracula.
Ade: Ah ah ah! Oh, Dei, che cazzate che racconti, Stocker. Ah!
Proserpina si avvicinò al compagno, e si infilò sotto le coperte, appoggiandosi a lui.
Proserpina: Ahhh. Cosa leggi, amore?
Ade: Ah ah! Nulla, Dracula.
Proserpina: Quel libro, ancora?
Ade: Lo so, ma è più forte di me. Vedi qui, la scena in cui fanno l'esorcismo? Non è divertente vedere come facciano tutto sbagliato?
Proserpina: Sì, amore, ma dopo la milionesima volta che lo dici.
Ade spense la luce, e mise da parte il libro. Poi, sospirò.
Ade: Amore.
Proserpina: Dimmi.
Ade: non ti sembra a volte che... ci manchi qualcosa?
Proserpina: Che vuoi dire?
Ade: Insomma, non dico che non mi piaccia la mia vita, no, assolutamente, anzi, ho una bella moglie, e sono il re degli Inferi, amore e carriera invidiabili...
Proserpina: Grazie amore.
Disse con un sonoro schiocco sulla guancia
Ade. Ma.... Insomma, gli affari vanno sempre più a gonfie vele, le anime, i morti, il Tartaro, i Campi Elisi, ecc ecc, ma, insomma, è tutto qui quello che sono?
Proserpina: Perchè, che cosa vorresti di più?
Ade: ah, non lo so, Pro, non lo so. E' solo che sai, prima gli uomini ci veneravano, ora a mala pena si ricordano di noi. E poi, con tutta questa tecnologia, finirà che nemmeno sapranno che noi siamo qui, e nemmeno si curano quasi più di queste cose. E poi, non ci sono più le imprese eroiche, la Guerra di Troia, insomma... Capisci?
Proserpina: Eh, ti capisco. Ehi, ricordi come mi hai rapita?
Ade: Come potrei dimenticarlo? Eri bellissima come oggi. Raccoglievi margheritine con le tue ancelle Ninfe.
Proserpina: Mi hai sollevato con le tue forti braccia...
Ade: E poi ci siamo amati, lo so.
Proserpina: Già. Credi che mia madre avrebbe accettato il nostro amore se glielo avessimo detto convenzionalmente?
Ade: Scherzi? Ricordi che è pure andata da Zeus a lamentarsi? E ricordi che nei mesi che sei qui fa cadere l'inverno tra i mortali?
Proseropina: Già. Mi ricordo. Comunque caro, non pensarci stasera, dai, domani è un altro giorno.
Ade: Hai ragione amore. Buonanotte.
E abbracciati, si assopirono.
  
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