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Autore: VaniaMajor    11/04/2011    0 recensioni
Seguito de Lo Scettro dei Tre: Raistlin Majere convoca la sorella ritrovata per mettere in atto il suo piano contro il Conclave. Non ha fatto però i conti con Takhisis, che sta addestrando una setta di maghi per uccidere i Majere e conquistare il mondo. Una nuova battaglia inizia e anche stavolta saranno necessari dei sacrifici...
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno dei Gemelli'
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EPILOGO

«Distrutti…»
«Sì, insieme alla pietra che offriva loro il potere.»
«Capisco.» mormorò Par-Salian. Gli altri maghi del Conclave rimasero in un silenzio attonito e Crysania guardò Raistlin. L’arcimago stava davanti a loro con il volto seminascosto dal cappuccio e in quel momento sembrava l’esatta antitesi della chierica. Erano trascorsi quasi due mesi dalla loro fuga dalle grotte del covo dei Grigi, con le pareti che crollavano loro addosso, Katlin e Raistlin che si sorreggevano a vicenda, Caramon che trasportava in spalla un morente Dalamar, Tasslehoff che li precedeva senza mai smettere di piangere la perdita di Kyaralhana e lei che non riusciva a vedere l’uscita, non vedeva nulla al di là delle pietre che crollavano…
«Sicché i piani di Takhisis sono stati sconfitti.» disse Justarius, pensieroso, riportandola alla realtà. Raistlin storse la bocca in una smorfia, ma fu Crysania ad anticipare la sua risposta.
«Vi prego di non abbassare la guardia, riguardo a questo.- disse, con la sua voce musicale- La Regina delle Tenebre non ha rinunciato ai suoi propositi. Abbiamo distrutto i suoi maghi, questo è vero, ma essi non erano il solo contatto che Lei aveva preso nel mondo. I germi del Male sono ancora presenti su Krynn, vi prego di ricordarlo.»
Le Vesti Nere si mossero, forse seccate di sentirsi riprendere da un chierico, per quanto di trattasse del Capo della Chiesa di Paladine. Crysania poté avvertire, più che vedere, il sorriso storto di Raistlin che si accentuava.
«Continueremo le nostre indagini, soprattutto visto che stando alle visioni di Katlin Majere il problema è ben lungi dall’essere risolto.- disse Par-Salian- E a questo proposito vorrei chiedervi delucidazioni sulle condizioni di Dalamar e della Veste Rossa. Viste le sue recenti azioni eroiche, questo Conclave ha votato a maggioranza il suo ingresso nella nostra cerchia.»
Il sorriso di Raistlin si trasformò in una smorfia. Ciò che aveva voluto sentirsi dire capitava proprio nel momento sbagliato.
«Dalamar continua a restare in un limbo tra la vita e la morte. In quanto a Katlin, ha perduto la sua magia.- sussurrò con voce sprezzante- Takhisis l’aveva già strappata via al suo corpo quando la kender si è frapposta sacrificando la propria vita.»
«Ciò ci dispiace molto.» disse Ladonna, e l’ironia fu ben chiara nella sua voce.
«Ciononostante, vi prego di congelare la vostra decisione. Sono certo che mia sorella troverà il modo di tornare in possesso di ciò che è suo.» la freddò Raistlin.
«E come?» chiese Justarius, perplesso. Raistlin sorrise ma non rispose. Crysania si trattenne dal lanciargli un’occhiata a sua volta stupita. Nessuno dei due ne aveva mai parlato, durante il viaggio di ritorno, e Crysania si era abituata all’idea che ora Katlin fosse una donna come tutte le altre. Seguirono altri scambi di battute, ma in linea generale la riunione era finita. Poco dopo, infatti, sia Raistlin che Crysania si congedarono dal Conclave, lasciandolo alle sue discussioni.
«Torni a Palanthas?» mormorò Crysania. Raistlin annuì, avvicinandosi ad una finestra e guardando fuori. Quel giorno pioveva sulla foresta di Wayreth. Crysania abbassò lo sguardo.
«Io andrò via in carrozza. Ci sono un paio di luoghi in cui è stata richiesta la mia presenza, e…prima di lasciare l’Abanasinia passerò da Solace. Per allora, il figlio di Caramon dovrebbe essere nato.» mormorò. Di fronte al silenzio di lui, alzò lo sguardo. «Raistlin…davvero Katlin recupererà la sua magia? Mi è sembrata così terribilmente vulnerabile, negli ultimi tempi…»
Finalmente Raistlin si voltò. La guardò con i suoi occhi maledetti e per la prima volta da mesi lei non vi vide né malizia, né sarcasmo, né durezza. Sembrava solo un po’ stanco…e la amava. Le prese la mano e la baciò, restio a prendersi confidenze eccessive dove gli occhi erano dappertutto.
«Tutto dipende dalla forza di Katlin.- disse, piano- Il sacrificio di Kyaralhana l’ha molto scossa, senza contare che il mio apprendista continua a restare tra la vita e la morte. Se non farà ciò che deve, sarò molto deluso di lei.»
«Chiedi sempre così tanto a chi ti sta attorno…» mormorò Crysania.
«E pretendo altrettanto da me stesso.- disse lui, di nuovo duro- Il tempo mi dirà se ho ragione. Dopotutto, questa guerra è ancora lungi dal concludersi.»
Crysania abbassò il capo, preda di sentimenti cupi, e la alzò solo quando lui le passò accanto come un’ombra nera.
«A presto, Crysania.» sussurrò, ed era già svanito. Crysania sospirò, guardando il cielo grigio e anonimo che piangeva in silenzio un futuro ancora incerto, ignaro quanto di lei di ciò che sarebbe accaduto.

***

«Una lettera di Steel.» annunciò Caramon, seduto al tavolo della cucina.
«Davvero? Come sta?» chiese Tika. Era ormai all’ultimo mese di gravidanza e il parto era imminente. Sturm gattonava accanto ai piedi del padre, tirandogli i calzoni per ottenere la sua attenzione.
«Vorrebbe vedere Kat.- disse Caramon, afferrando il figlio che festeggiò con un gridolino eccitato il breve volo fino al ginocchio paterno- Pare che abbia preteso altri racconti da Tanis, ma il nostro amico non dev’essere stato troppo convincente.»
«Tanis è troppo buono per dire certe verità.- disse Tika, sedendosi con fatica e allungando una mano per avere la lettera- Sicché vuole parlare con Kat?»
«Già…ma non so se lei risponderà.» borbottò Caramon. Tika lo guardò, il viso un po’ stanco e malinconico.
«Non riesce a trovare un significato alla vita che ha adesso, Caramon.- mormorò- Non ha più la magia e le pesa addosso la morte di Kyara. Si sente in colpa nei confronti di Tasslehoff, senza contare che Dalamar…»
«Già, Dalamar. Chissà se se la caverà.» disse Caramon, cupo. Durante il viaggio di ritorno verso Palanthas, quella parte che avevano dovuto percorrere via terra per permettere a Raistlin di recuperare le forze, l’elfo oscuro era diventato l’ombra di se stesso e non aveva mai ripreso conoscenza. Poi, a metà strada, Raistlin aveva trasportato se stesso, Crysania e il suo apprendista a Palanthas, cosicché gli altri potessero tornare a Solace. Era stato un ritorno a casa decisamente cupo.
«Anche questo pensiero le grava sulle spalle.- sospirò Tika- Sai dov’è ora?»
«Con Tasslehoff, da qualche parte. Spero che quei due si parlino…Tas non dà alcuna colpa a Kat, ma lei è convinta di sì.»
«Tutto si aggiusterà Caramon, vedrai.»
«Lo spero, Tika. Lo spero davvero, perché per l’ennesima volta ho rischiato di perdere una parte della mia famiglia.- mormorò Caramon, abbracciando stretto il figlio- Senti…ti secca se rispondo a Steel di raggiungerci?»
Tika scosse il capo, sorridendo. Il bambino nel suo ventre scalciò e Tika si accarezzò la pancia, mormorando qualcosa. Forse era a causa della gioia della maternità, ma lei era convinta che prima o dopo tutto si sarebbe sistemato. Se conosceva un po’ Katlin, sapeva che la sorella di suo marito non si sarebbe arresa.
Nello stesso momento, Katlin e Tasslehoff sedevano sulla riva del lago Crystalmir, intenti a guardare il sole scendere verso occidente. Erano piuttosto silenziosi e Katlin era molto pallida. Tasslehoff la guardò. La giovane donna non indossava più la veste da maga. L’aveva messa via ed era tornata a vestirsi come all’epoca del suo addestramento. Un notevole dimagrimento e nuovi fili bianchi tra i suoi capelli testimoniavano la prova a cui si era sottoposta.
«Ho pensato molto a Kyaralhana, negli ultimi giorni.» iniziò Tas, pacato. Si accorse che Katlin si tendeva e le prese una mano. «Kat…io e Kyara ti volevamo salvare. Davvero. Non ci andava giù per niente che tu ti facessi ammazzare dalla Regina delle Tenebre.»
«Avreste dovuto stare alla larga da quella sala.» mormorò Katlin, il volto contratto in una smorfia.
«Beh, non l’abbiamo fatto…come dite sempre voi, è impossibile impedire qualcosa ad un kender se ha voglia di farlo. E se…se fosse venuto in mente a me di quella gemma, probabilmente sarei stato io a fare quello che ha fatto Kyara.- disse Tas, annuendo convinto- Ovviamente non volevo che lo facesse lei…e ora è morta.»
Una lacrima gli scese sulla guancia e Tasslehoff tirò su con il naso.
«Capisco perché l’ha fatto e per questo soffro un pochino meno. E poi…tu mi hai detto che Fizban è venuto a prenderla, perciò so che è al sicuro…almeno per quanto si possa stare al sicuro con Fizban…» mormorò Tas. Katlin lo abbracciò e Tasslehoff la strinse a sua volta. «Quello che voglio dire, Kat, è che mi dispiace che lei sia morta ma sono anche contento che tu sia viva!- disse, scostandosi un po’ per guardarla in faccia- Non voglio che tu ti senta in colpa, perché non è colpa tua!»
«E allora di chi è, Tas?» disse Katlin, amara.
«Di Takhisis!- sbottò Tasslehoff- E’ sempre colpa sua! E se avesse ucciso te, io avrei pianto alla stessa maniera! Ma ora basta piangere, perché Kyara non lo vorrebbe. Lei magari ora se la ride di me con Flint e fa impazzire Sturm con le sue chiacchiere, e tutti insieme si chiedono quanto ci metteremo a raggiungerli…»
Suo malgrado, Katlin fu costretta a sorridere nel pensare ad una scena del genere. Anche Tasslehoff sorrise, nonostante gli occhi lucidi. Fu un sorriso sincero e radioso, degno del kender.
«Kyaralhana non avrebbe mai voluto vederci piangere.» disse, convinto. Katlin ripensò all’ultima immagine che conservava della kender, il suo spensierato affidarsi a Fizban, che la conduceva verso nuove avventure. Qualcosa nel gelo che le permeava l’anima da più di un mese iniziò a sciogliersi.
Un leggero fruscio dietro di loro fece voltare i due amici. Raistlin, una precoce ombra notturna, era in piedi a pochi passi di distanza.
«Beh, io vado.- disse Tasslehoff, scattando in piedi come a comando- Kat, non tardare troppo per cena o Tika si preoccuperà!»
«Stai tranquillo.» disse lei, guardandolo sfrecciare accanto a Raistlin per raggiungere Solace. Katlin alzò lo sguardo su suo fratello, il quale avanzò verso di lei e poi si sedette al suo fianco.
«Il Conclave?» chiese, dopo diversi istanti di silenzio.
«E’ stato informato di tutto…o quasi.»
«O quasi…- mormorò Katlin, infilandosi una mano in tasca- Capisco. Crysania è a Palanthas?»
«No, è qua attorno. Passerà presto da Solace.» rispose l’arcimago, sempre senza guardare la sorella. Aggiunse: «Il Conclave aveva accolto la tua richiesta di entrarvi.»
Katlin storse la bocca in un sorriso così amaro e venefico da essere una smorfia orribile. Tirò fuori qualcosa dalla tasca e aprì le dita.
«Sai cos’è questa?» chiese, guardando il gemello mentre gli mostrava una grande gemma rossa.
«La tua magia.» rispose lui. Lei parve sorpresa.
«Lo sapevi?»
«Lo avevo intuito, anche se non capisco cosa sia successo.» rispose Raistlin, scrutando la gemma color del sangue con occhio cupo. Anche Katlin la guardò.
«Fizban mi aveva detto che il sacrificio di un’innocente mi aveva salvata in più di un modo.- spiegò- A quanto pare, la mia magia non è stata assorbita dalla Dea, ma si è cristallizzata in questa pietra. Se trovassi il modo per renderla di nuovo mia…»
«Torneresti ad essere ciò che eri.» finì per lei Raistlin. Katlin annuì.
«Niente è ancora concluso, Raistlin. Non puoi fare tutto da solo, hai bisogno della mia forza.- mormorò- Farò il possibile per recuperare la magia. Non lascerò che Takhisis, o quel dannato futuro di fuoco, abbiano partita vinta.»
Raistlin la fissò con occhio attento e lei non abbassò lo sguardo.
«Sicché non ti arrendi?» le sussurrò. Lei scosse il capo e di nuovo una strana sensazione le attraversò l’anima, come un inizio di disgelo.
«Ci sono troppe cose…troppe persone che voglio proteggere.- rispose- Non voglio che altri possano fare la fine di Kyaralhana.»
Raistlin annuì e per un po’ entrambi rimasero seduti dov’erano, in silenzio. Poi, Raistlin mormorò: «Dalamar si è svegliato.»
Katlin proruppe in un ansito. «Si è svegliato?» ripeté. Qualcosa crollò in lei a quelle parole, una diga che aveva contenuto per tanto tempo tutto il suo dolore, la sua confusione, il suo senso di inadeguatezza.
«Stamattina. Pare che, dopotutto, vivrà.» disse l’arcimago. Davanti ai suoi occhi, il viso di Katlin si sgretolò come una maschera. La giovane donna scoppiò a piangere e si gettò contro Raistlin, aggrappandosi alla sua veste nera, scossa dai singhiozzi. Raistlin, dopo un attimo, la cinse con un braccio.
“Piangi, piangi sorella mia.- pensò, guardando quella testa scura così precocemente venata di bianco- Piangi ora, perché Takhisis non ci lascerà molto tempo per farlo.”
Il sole scomparve dietro le cime dei monti e la notte scese sui due come un infausto presagio.

FINE

Author's note: Così finisce la seconda parte della trilogia :) Grazie con tutto il cuore ai pochi ma buoni che hanno letto questa fanfiction! Mi siete cari!! Tra non molto inizierò a postare la terza e ultima parte della saga, intitolata "La Pietra Rossa", restate sintonizzati! ;) A presto e che gli Dei della Magia vi siano accanto!

   
 
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