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Autore: Shinta    24/01/2004    9 recensioni
La lettera di un bambino, alla vigilia del giorno che ha cambiato la storia del nostro pianeta...
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Nota: Questa storia è stata scritta per essere parte di una raccolta di storie sulla Pace, per celebrare a modo nostro la giornata mondiale per la Pace (1 gen 2004) e la giornata italiana per la memoria dello Shoà (27 gen).
Se volete leggere gli altri racconti, basta andare qui -> Guernica


Hiroshima, 5 Agosto 1945

Ciao Toshio, come va?
Sono Kenta, come sempre! Ti scrivo queste righe ora che è sera, prima di andare a letto!
Ti sei forse dimenticato dei tuoi amici di Hiroshima ora che sei nella grande capitale?
Ahah, spero proprio di no!
Noi non ti scordiamo mai e spesso assieme a Ryo, Kazuya, Ran e Ichinose ci divertiamo a ricordarci di quando tutti insieme rubavamo le biciclette al signor Kinomura e partivamo per andare al terrapieno ai margini di Yawata dove c'era il torrente con quella piccola cascata, sotto il sole cocente!
Pedalavamo su per le salite fino a farci dolere i piedi, e molte volte perché troppo stanchi eravamo costretti a fermarci!
Ed ecco allora che dalla sua borsa di liuta Ran tirava fuori il furoshiki con gli onigiri che le aveva preparato la nonna, e c'era da mangiare per tutti!! Quanto erano buoni! Dopo tutta quella faticaccia poi...parevano ancora più buoni vero?
E poi ricominciavamo a pedalare, fino all'ultimo, grande sforzo della "salita finale", come la chiamavamo noi!
Sebbene fosse la più ripida ti ricordi come la percorrevamo spediti?
Tutti non vedevamo l'ora di veder sparire quella incurvatura d'asfalto di fronte a noi, per poterci godere il primo scintillio negli occhi che il sole faceva accendere sulla superficie dell'acqua... i nostri volti contratti dalla fatica si illuminavano in un sorriso e con tutta la forza (anche se ormai ne rimaneva poca^^) ci fiondavamo giù dalla discesa, gettavamo in terra le bici e completamente vestiti ci buttavamo in acqua!
Quanto ci siamo divertiti!

Sai, è ormai un bel pò di tempo che non lo facciamo più...
Non so il motivo... probabilmente non è più capitata l'occasione, o forse con la tua assenza ci sembra poco bello rifare le stesse cose... o magari, non ci sembra il caso di andare a rubare le bici al signor Kinomura ora che lui è sul fronte a combattere per il nostro Paese.

Già... forse è la guerra che ci spaventa tanto, e che non ci permette più di divertirci, di giocare e cantare allegri, di sorridere sinceramente ai raggi del sole che brillano ai piedi della cascata...;

Ho un pò paura... appena un'ora fa ha suonato per la seconda volta l'allarme dei bombardamenti, ma per fortuna non è successo nulla...
Però Toshio, sono fiducioso!
La mamma dice che Hitler si è suicidato e che forse presto la guerra finirà! Dice anche che probabilmente ne usciremo sconfitti, anche se il nostro esercito continua a combattere con onore..., ma a me non importa!
Quello che mi importa è solo che papà torni presto a casa!
Sono due anni che non lo vedo più e mi manca tantissimo... ogni tanto riceviamo sue lettere, ed ogni volta mi metto a piangere, ricordando quando lui era qui con noi, e quanto volesse bene a me, la mamma e a Sachiko; ma anche se piangevo da una parte ero felice, perchè potevo rileggere di nuovo le sue parole, quel suo "un saluto particolare al mio piccolo cucciolo Kenta", sapere che era ancora vivo, che stava bene... non vedo l'ora che torni!
Quando penso a lui così lontano sono molto triste... ma chissà quanto dev'essere triste Sachiko nee-chan... non solo nostro padre, ma anche il suo ragazzo Eichi è dovuto partire.
Ma torneranno presto, me lo sento!

Ah, ti ricordi di Haruka, che era in seconda elementare con noi?
E' diventata davvero una bella ragazza, ed ora gli vanno appresso anche i ragazzi più grandi!
Non è cambiata molto, è solo diventata più grande...solo che...credo non la riconosceresti vedendola adesso.
Nella foto che ti spedii poco dopo che tu partissi c'era lei davanti a tutti noi che con le ginocchia sbucciate ed i capelli arruffati davanti la fronte sorrideva accanto alla sua migliore amica Ran; ma adesso quel sorriso non c'è più, è scomparso... Haruka non ride più...
Assieme al padre, un proiettile le ha portato via il suo sorriso, i suoi occhi vivaci, e per lungo tempo la sua voce delicata.

Sei fortunato tu, tuo padre non è dovuto partire... come ti invidio!

Ma ora basta parlare di cose tristi, dimmi di te!
E' tanto ormai che sei a Tokyo, pensi ancora che non ci sia nessun posto bello come Hiroshima?
Fa caldo anche da te? Qui c'è veramente un caldo bestiale, che darei per una nuotata nel nostro torrente!
Un giorno vorrei tanto venirti a trovare, ma il viaggio è troppo costoso per me, perciò spero proprio che prima o poi ritornerai a vedere i tuoi vecchi amici!
Noi ti aspettiamo, e ti accoglieremo a braccia aperte, ma senza troppi convenevoli o cure particolari... rivederti sarà la cosa più naturale del mondo, perchè come ti ho detto sei rimasto sempre tra noi, nei nostri pensieri, nei nostri cuori, nei nostri giochi... quando tornerai faremo visita al signor Kinomura, e gli ruberemo di nuovo le biciclette, per poi riportargliele tutte infangate la sera!
E rideremo, vedendo lui che ci rincorre urlandoci contro, per poi sorridere alla moglie che lo rimproverava dicendogli che "lasciali fare, sono dei simpatici monelli!"
Mangeremo gli onigiri della nonna di Ran e urleremo dalla felicità percorrendo la discesa per andare alla cascata, respireremo quell'aria limpida finchè non ci sentiremo una cosa sola con il cielo, ed i nostri occhi torneranno a brillare di speranza!
E con questi occhi guarderemo Haruka, per donarle quella luce che abbiamo finalmente ritrovato, e lei tornerà a sorridere e si tufferà in acqua per prima, come faceva sempre, schizzandoci poi battendo i piedi!
E quando il sole si andrà a perdere lontano noi saremo già sulla strada del ritorno, affaticati ma pieni di gioia, perchè sapremo che tra poco torneremo a casa dai nostri genitori, mangeremo insieme a loro, tutti assieme, come una volta!

Che ne dici, non ti è tornata voglia di tornare qui, quando tutto sarà finito?

Ci sono ancora mille cose che voglio dirti, ma la mamma mi ha sgridato che è ora che mi addormenti... continuerò a scriverti domani, ti racconterò dei miei sogni e di quelli di Ran, Ryo e Kazuya... in questo periodo abbiamo tutti tante cose che vorremmo fare...

a domani! ^_^

********

Uno spazio vuoto e grigio si estendeva sotto un cielo di piombo. Soltanto le strade, i ponti ed i bracci del fiume erano riconoscibili. Nell’acqua galleggiavano cadaveri dilaniati, gonfiati. Era l’inferno divenuto realtà”.
di Tamiki Hara

Il 6 Agosto del 1945, l' "Enola Gay" il bombardiere statunitense lanciò la prima bomba atomica su Hiroshima, una tranquilla cittadina giapponese, che aveva come unica colpa l'installazione nel suo territorio di alcuni insediamenti militari.
In un solo istante, qualcuno che per sua stessa ammissione aveva preso quella decisione in un attimo, mimando il gesto di schioccare le dita, si stava prendendo il merito di aver posto fine alla guerra, aver messo il Giappone in ginocchio.
Si prendeva il merito forse di aver cancellato, polverizzato in uno solo istante 60mila persone, aver raso al suolo una città dove vivevano dei civili.
Si prendeva il merito di aver cancellato i sogni, i desideri e le speranze di Kenta, Ryo, Kazuya, Ran e Haruka e di tanti altri come loro.

Questo racconto non vuole essere né anti-americano né filo-giapponese.
Prende semplicemente spunto da un episodio di grande rilevanza. Dal fatto che qualcuno si sia innalzato ad eroe, avendo sterminato dei civili.
Sono contrario ad ogni tipo di guerra.

............Verso sera, attraversai il ponte e mi diressi, attraverso i campi, in direzione del terrapieno che si trova ai margini di Yáwata. Una libellula nera asciugava le sue ali su una roccia. Io feci il bagno là, respirando assai profondamente. Girando la testa, vidi i piedi della montagna avviluppati nel crepuscolo, mentre le cime lontane scintillavano ancora al sole che tramontava. Si sarebbe creduto un paesaggio di sogno. Il cielo al di sopra di me era di un silenzio assoluto.
Ebbi l' impressione di non esser venuto sulla terra che dopo l'esplosione della bomba atomica.

Tamiki Hara

  
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