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Autore: Bi_Sirius    12/04/2011    8 recensioni
Una One-Shot sulla coppia più bella di HP, una Ron / Hermione bastaa sul testo della canzone "With me" dei Sum 41.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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With me.


I don’t want this moment, to ever end,
Where everything’s nothing, without you.
I’ll wait here forever just to, to see you smile,
Cause it’s true, I am nothing without you.

Ron si svegliò di colpo.
Aveva mal di schiena a causa della posizione assurda in cui si era addormentato e il suo braccio destro, come dimostrava il fastidioso pizzicorio, era addormentato.
Solo in quel momento si accorse che stava ancora tenendo stretta la mano di Hermione che dormiva beatamente con un sorriso sul volto.

Hermione.

Ron sentì qualcosa svegliarsi e agitarsi in fondo al suo stomaco, aveva avuto tante volte questa sensazione e ormai sapeva benissimo cosa significasse.

Hermione.

Un sorriso gli increspò le braccia e sciolse dolcemente la sua mano da quella della ragazza cercando di non svegliarla.
Quante volte aveva sperato che potessero rimanere chiusi in Grimmauld Place per sempre, solo lui e lei, senza Kreatcher o Dobby, senza il ritratto della mamma di Sirius che strepitava ogni qual volta che facevano troppo rumore e senza i Mangiamorte appostati davanti casa; Ron iniziava ad odiare quella situazione, l’unica cosa che lo consolava era li, addormentata sul divano sopra di lui con i lunghi capelli ricci che ricadevano scomposti sul cuscino improvvisato da un vecchio maglione di Sirius.

Hermione.

Una ciocca le era ricaduta sulla fronte, gliela spostò tentando di non svegliarla: era bellissima così profondamente addormentata anzi, lei era sempre bellissima.
Ron pensò che avrebbe potuto passare tutta la sua vita a guardarla seduto in quella posizione scomoda, s’immaginò chino su di lei: le loro labbra che si incontravano teneramente in un bacio piccolo e dolce, così come era lei in fondo, ma una morsa allo stomaco bloccò il flusso dei suoi pensieri: e se lei non provasse gli stessi sentimenti? Se lei non si fosse accorta di come la guardava, di come la desiderava così presa ad aiutare Harry? E se lei provasse qualcosa per Harry?
Quella domanda certe notti lo teneva sveglio, non riusciva ad immaginarsi lei e il suo migliore amico insieme, mano della mano senza che si sentisse male; fino a due anni fa credeva che loro tre fossero un’unità inscindibile, che non sarebbero stati gli stessi se fosse venuto a mancare uno di loro, non sarebbero mai più stati il trio “Delle Meraviglie”.
Lui, semplicemente, non sarebbe riuscito ad esistere senza Hermione.

Through it all, I made my mistakes.
I stumble and fall,
But I mean these words.
I want you to know, with everything I won’t let this go.
These words are my heart and soul,
I hold on to this moment you know.
Cause I’d bleed my heart out to show, that I won’t let go.

Ron sapeva che tante volte aveva sbagliato, tante volte era stato sul punto di confessargli i suoi sentimenti, quello che realmente provava ma si era sempre bloccato: aveva sempre avuto paura, paura di un rifiuto, paura di non essere ricambiato!
Era inciampato nei suoi stessi pensieri tante di quelle volte che ormai aveva imparato a conviverci, ma tutte le volte che lei lasciava la stanza in cui si trovavano insieme gli saliva il panico: viveva ogni attimo come se fosse l’ultimo perché la sua paura era quella che lei se ne andasse per sempre, circondata da quella maledetta luce verde che toglieva la vita a tante persone.
Ma la cosa che più lo terrorizzava, che più gli faceva perdere lucidità era il vero e proprio terrore di andarsene senza avergli mai confessato quello che provava.
Pur di riuscire a dichiararsi avrebbe bevuto litri e litri di Veritaserum perché sapeva benissimo che lui da solo non ce l’avrebbe mai fatta, si sarebbe cavato il cuore e poi glielo avrebbe consegnato solo per farle capire che era sempre appartenuto a lei, e che lo sarebbe stato per sempre.
Tante, troppe volte era stato ricordato come “l’amico stupido di Harry Potter” ma proprio lui gli dava la forza, il coraggio di andare avanti.
Ron sapeva che non era un codardo, avrebbe dato la sua stessa vita per i suoi amici e per la sua famiglia se solo qualcuno glielo avesse chiesto ma molte volte non riusciva a dimostrarlo perché si sentiva insicuro.
Era sempre stato un bambino “timido” perché nato come ultimo di 6 fratelli maschi e per questo era sempre in competizione con loro, a casa come a scuola.
Quando durante il primo anno Harry gli aveva mostrato lo Specchio delle Brame si era visto come Caposcuola, capo della squadra di Quiddich e come vincitore della Coppa delle Case dei Grifoni perché nessuno dei suoi fratelli aveva avuto tutti questi tre meriti insieme!
Aveva sempre lottato per un briciolo di fama in casa e quando a Fred e George appioppavano un brutto volto lui era sempre fiero di poter dire che era andato meglio, sempre in cerca di un briciolo di amore in più.
Questo fatto della competizione fra fratelli era però davvero stressante per lui e così tendeva a fare meno per sembrare meno ridicolo
Con il braccio ancora indolenzito si alzò in piedi per andare in bagno cercando di fare il meno rumore possibile, mentre saliva le scale ebbe una fulminazione: non avrebbe mai fatto scappare Hermione, non avrebbe mai permesso che qualcuno gliela portasse via, Hermione era sua e di questo ne era certo.


Thoughts read are spoken, forever in doubt.
And pieces of memories fall to the ground.
I know what I did and so, I won’t let this go.
Cause it’s true, I am nothing without you.
[…] Cause I’d bleed my heart out to show, that I won’t let go.


L’aria alla Tana quella mattina di Luglio era davvero soffocante, non c’era un alito di vento a rinfrescare gli invitati del matrimonio che in quel momento si trovavano a sedere in delle sedie argentate poste dentro un tendone simile a quello che era stato piantato tempo fa per il matrimonio di Bill e Fleur; gli abiti si appiccicavano alla pelle degli ospiti facendo sudare anche lo sposo e il suo testimone sebbene fossero entrambi vestiti con una giacca nera di cotone leggero con una camicia bianca di lino.
Se non fosse stato per il piccolo girasole che Ron portava appuntato alla giacca non si sarebbe distinto dal suo testimone, Harry che in quel momento gettava occhiate interrogative a Ginny, seduta in prima fila, pronta per assistere al matrimonio della sua migliore amica, nonché salvatrice dell’intero mondo Magico.

Hermione.

Era ormai da mezz’ora che tutti la stavano aspettando ma ancora di lei nessuna traccia.
Arthour controllava l’ora ogni minuto, gesto che infastidiva parecchio Harry che non faceva altro che spostarsi il colletto della camicia cercando di fare un po’ d’aria tra le pieghe di quest’ultima, George a intervalli regolari si girava per controllare che non arrivasse la sposa, gesto che assomigliava molto ad un Tic nervoso mentre la madre di Hermione aveva già iniziato a soffiarsi il naso rumorosamente.
Accanto ad Harry Ron stava perdendo piano piano colorito facendolo somigliare sempre più al fantasma di Nick-Quasi-Senza-Testa quando, finalmente, cominciò la marcia nuziale e comparve Hermione.
I suoi occhi erano lo specchio della pura felicità e il suo volto, incorniciato dai lunghi capelli simili ad onde, brillava di una luce quasi innaturale, aveva il braccio delicatamente appoggiato a quello del padre che sorrideva in modo identico a quello della figlia.
Il cuore di Ron perse un battito.

Hermione.

C’era voluto un po’ ma alla fine si era dichiarato, con le orecchie che diventavano sempre più scarlatte aveva finalmente aperto il suo cuore a quella che lui considerava la più bella ragazza vivente.
Ancora ricordava di come lei avesse sgranato gli occhi, di come per un attimo avesse temuto che gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia ma poi lei si era avvicinata, aveva preso la sua mano e l’aveva stretta tra le sue e lo aveva baciato.
Un bacio piccolo e tenero che racchiudeva tutte le parole non dette, tutti i gesti non compiuti; lui non aveva approfondito quel contatto non volendo rovinare un momento così speciale ma quando l’aveva guardata negli occhi non era riuscito a trattenersi.
Le aveva afferrato la nuca e l’aveva attirata a se, baciandola con tutta la passione che aveva in corpo sorridendo contemporaneamente, lei aveva risposto con altrettanta enfasi facendo perdergli l’equilibrio.

Hermione.

Ogni giorno lo stupiva di più, si era rivelata più “passionale” di quanto sembrasse e a questo pensiero gli scappò un piccolo sorriso malizioso.
Nel frattempo i presenti si erano alzati in piedi e guardavano ammirati lei e suo padre che sfilavano a ritmo di musica verso l’altare.
Quando lei gli sorrise di rimando le sue orecchie si imporporavano immediatamente e quando lei gli prese la mano riacquistò l’uso delle braccia e delle mani che momentaneamente aveva dimenticato di avere.
Mentre il prete iniziava la messa la mente di Ron vagava lontano, oltre i campi che circondavano la Tana, oltre Diagon Alley, oltre Hogwarts fermandosi solo quando ebbero raggiunto la costa.
Ron amava il mare, soprattutto quando era in tempesta e in quel momento la sua anima era animata da venti devastanti.
Non aveva dubbi sul presente, ne aveva rimpianti sul passato, quello che lo rendeva inquieto era il futuro: ora che Voldemort era stato sconfitto definitivamente e che la comunità magica era al sicuro si apriva davanti a lui un ventaglio enorme di possibilità, esperienze nuove avrebbero bussato presto alla sua porta ma le uniche cose di cui era sicuro erano che avrebbe passato il resto della sua vita accanto alla persona che lo faceva sentire vivo e che non avrebbe mai e poi mai lasciato andare l’unica possibilità di sentirsi finalmente completo e felice.

  
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