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Autore: WhiteRaven_sSR    13/04/2011    2 recensioni
Cosa succederbbe se per una volta anche l'organizzazione XIII decidesse di prendersi un giorno di ferie? E se a disturbarli si mettessero anche pirati, fatine e indiani?
Lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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capitolo2 Il Feroce Lancere e il Tiratore Libero avevano deciso di intraprendere una strada del tutto diversa rispetto ai loro due compagni Axel e Roxas.
Infatti, oltre a percorrere una strada quasi totalmente in salita, con una folta vegetazione rigogliosa, erano arrivati circa a metà dell’isola, quando Xigbar aveva cominciato a lamentarsi: “Xaldeeeeeeen ma siamo arrivatiiiiiii?”
“No, manca ancora un po’, quindi ti conviene armarti di tanta pazienza e continuare a camminare” rispose il compagno, indifferente.
I due camminarono ancora per una decina di metri, trascorrendo diversi minuti a camminare spensieratamente, guardando il panorama, quando il bell’ e beato silenzio fu nuovamente interrotto: “Xaldeeeeeeen…ma siamo arrivatiiiiiii?”
In tutta risposta, l’altro prese ad inseguirlo, gridando ed esponendogli tutto ciò che gli avrebbe fatto se solo fosse riuscito a prenderlo…
Corsero per diversi minuti, ora in discesa poiché avevano superato la metà dell’isola, quando senza volerlo Xaldin inciampò in una radice un po’ troppo sporgente e cominciò a rotolare.
Xigbar si era giusto voltato per prenderlo in giro e canzonarlo quando l’amico gli piombò addosso ed assieme rotolarono per diversi metri.
Si fermarono solo quando giunsero su uno spiazzo pressoché piano di sabbia, dove la vegetazione era già meno fitta rispetto a prima.
I due si massaggiarono la testa ed imprecarono uno contro l’altro, accusandosi a vicenda di essere “in mezzo alle scatole”, in termini molto più diretti ed espliciti.
“Senti Xaldin vaffanculo! Io ti ho seguito solo per cercare un posto in cui ci sia la birra e tu mi dici che non sai dove siamo?!”
“Senti occhio-di-falco non è colpa mia se quest’isola è tutta uguale! Ho provato a seguire la cartina che ho rubato a Xemnas ma non si capisce niente!”
E i due si persero in futili discorsi come al solito. Dopotutto si erano smarriti per una foresta piuttosto ampia e dopo poco che stavano camminando avevano anche perso il sentiero seguito fino a poco prima.
Erano nel bel mezzo dell’accesa discussione, quando sentirono delle voci provenire poco distanti ed erano sicuri che chiunque fosse, avrebbe potuto dargli delle indicazioni.
Così senza indugiare si diressero verso i rumori che avevano sentito e scostando la poca vegetazione presente, si ritrovarono poco distanti da una banda di tre pirati, sbarcati sulla spiaggia con una piccola barca a remi.
Quando anche i pirati li videro (non si poteva non notarli), calò il silenzio totale. Si fissarono tutti per diversi minuti.
Poi uno dei pirati sbottò: “Corpo di mille balene! Ma tu sei un pirata della nostra ciurma, come hai fatto a scendere dalla nave se la scialuppa l’avevamo noi?” disse rivolto a Xigbar.
“Beh ecco, il capitano mi ha dato due giorni liberi da trascorrere…ehm…a casa con mio cugino” rispose il guercio indicando Xaldin.
 “Bene allora!” esclamò un altro “Torniamo tutti assieme alla nave che oggi è anche il compleanno del capitano!”
I due non potevano farsi scappare un’occasione del genere: erano stati scambiati per pirati, quei tre che avevano incontrato sembravano decisamente stupidi e se era il compleanno del capitano, probabilmente ci sarebbe stato anche da bere...no, davvero non gli sarebbe mai più capitata un’occasione d’oro come quella!
Così iniziarono a chiacchierare coi pirati, salirono sulla piccola barchetta a remi attendendo che li trasportassero fino alla nave.
Quando uno dei pirati chiese perché indossassero solo un costume, Xigbar rispose che erano stati derubati da un pirata mostruoso chiamato Batman, che si aggirava di notte sulla sua barca fantasma, attaccando chiunque lo incontrasse.
“Cavolo questo pirata è fortissimo: abbiamo anche combattuto ma io sono stato più bravo e l’ho colpito di nascosto e…”
“Xigbar, lascia perdere il tuo incontro con Ultraman!” esclamò Xaldin, sapendo che l’amico stava inventandosi una storia sul momento, per rendere tutto più credibile.
“Ma dai, Xaldin, si chiama Batman!”
“Certo, certo…”
L’acqua sotto di loro era di un colore blu intenso, segno che era molto profonda e la barchetta, in pochi minuti arrivò alla famosa nave di capitan Uncino facendo salire i due, aiutati dagli altri pirati, che dopo averli invitati sul ponte, gli lanciarono dei vestiti tipicamente pirateschi.
Xigbar indossò anche un cappello e con quella benda sull’occhio che aveva, sembrava un pirata in tutto e per tutto.
Xaldin inizialmente esitò un po’, ma poi vedendo il suo amico a suo agio, decise di lasciarsi andare un po’ di più.
Iniziarono a ballare e saltare per il ponte assieme a tutti gli altri, cantando a squarciagola canzoni della quale non sapevano nemmeno le parole, ma il bello venne quando, finalmente, uno della ciurma gli mise in mano un boccale di birra, incitandoli a cantare ancora più forte.
Non credevano ai loro occhi: ce l’avevano fatta, avevano trovato ciò che cercavano! Iniziarono a bere quanta più birra potevano e in men che non si dica si ritrovarono mezzi ubriachi, in mezzo alla folla, a festeggiare non sapevano bene nemmeno loro cosa perché l’avevano scordato.
Poco dopo, un allegro Spugna varcò la porta della cabina del capitano e con coperchio e mestolo in mano, iniziò a fare un grande rumore, attirando l’attenzione di tutti.
“State un po’ zitti, sta per arrivare il capitano!” disse mettendo un dito davanti alle labbra per intimare il silenzio.
Poi l’uomo iniziò a fare il conto alla rovescia con le dita e una volta arrivato a zero, i pirati iniziarono ad intonare “tanti auguri a te” in coro e continuando a festeggiare come poco prima.
Qualche secondo più tardi, un felice capitan Uncino uscì dalla sua cabina, muovendo le dita…anzi, il dito e l’uncino a ritmo della canzoncina.
Si fermò poco prima di scendere le scale. Si voltò verso Spugna chiedendo: “Che fine ha fatto il tappeto?”
Aveva progettato ogni singolo particolare per quel giorno e come da programma, il tappeto rosso avrebbe dovuto già essere sulle scale.
“Ma…ma certo capitano” rispose il marinaio, accucciandosi e cercando di estrarre il tappeto da una delle assi di legno in cui si era sfortunatamente incastrato.
Tirò per qualche secondo e quando finalmente riuscì a liberarlo, accidentalmente andò a sbattere con il sedere contro le gambe del capitano, che era caduto giù per le scale, atterrando di faccia.
“Ecco capitano…” iniziò, ma girandosi non lo vide. Notò solo dopo che Capitan Uncino era ai piedi delle scale.
“Suvvia capitano, non è il momento di giocare, dobbiamo festeggiare il vostro compleanno”
Fortunatamente il capitano era stordito, ma non gli ci volle molto a riprendersi quando udì all’improvviso un familiare ticchettio…
“Ma chi cazzo butta le sveglie in mare?” chiese Xigbar all’amico, poco distante, che tuttavia non riuscì a sentirlo a causa del capitano, che aveva iniziato a gridare.
“Spugnaaaaaaaa mandalo via! Mandalo via ti prego!” continuò a urlare, correndo in giro per il ponte.
Come se non bastasse, poco dopo un pugnale si conficcò in una delle travi del ponte, poco distante da uno dei piedi del capitano.
“Tanti auguri vecchio stoccafisso!” gridò un ragazzino castano rossiccio in calzamaglia verde, che stava fluttuando poco sopra le loro teste.
“Hahahaha, guarda Xaldin, c’è Batman!” continuò Xigbar, con aria decisamente sbronza.
I tre pirati che avevano incontrato sulla spiaggia iniziarono a gridare, gettando scompiglio sulla nave, mentre il capitano iniziò a combattere contro il ragazzino, che aveva chiamato Peter Pan.
Xaldin e Xigbar erano rimasti frastornati in mezzo a quella bolgia: c’era gente che correva a destra e a manca, pirati che combattevano, pirati più ubriachi di loro, un coccodrillo affamato in mare e un ragazzino volante…non si capiva più molto bene la situazione.
Così a Xaldin venne un’idea: “Ehi Xigbar, tu vai ad aiutare i pirati con il coccodrillo che io aiuto il capitano”. Anche lui non sembrava molto sobrio…
Tuttavia i due si separarono e Xigbar fece comparire le sue balestre, mentre Xaldin le lance.
Xigbar corse verso un lato della nave e per poco non cadde in mare, ma una volta ripresosi, iniziò a sparare colpi di balestra verso il basso.
Sfortunatamente metà caddero in acqua, ma l’altra metà andò a piantarsi sulla chiglia della nave…
Vedendo che queste avevano procurato alla nave delle piccole lesioni, probabilmente, seppur in minima quantità, la nave stava imbarcando acqua. “Xaldeeeeeeen, mi sa…mi sa che abbiamo un problema…” se ne uscì Xigbar.
Nel frattempo l’altro, non molto più sobrio dell’amico, stava seguendo con lo sguardo la lotta tra Capitan Uncino e quelli che a lui sembravano due ragazzini volanti…nonostante di Peter Pan ce ne fosse solo uno.
Così, impugnando le sue lance, esclamò: “Non vi preoccupate signor Uncino, li sistemo io quei due!” e le lanciò in direzione del ragazzo.
Sfortunatamente per lui, avendo una scarsa mira a causa dell’alcool in corpo che iniziava a farsi sentire, una delle lance andò a conficcarsi nell’albero maestro, mentre l’altra infilzò il cappello del capitano e proseguì la sua rotta fino a tagliare una delle corde portanti del boma, che iniziò a muoversi liberamente, per poi fermarsi poco distante dal timone.
Il boma, con le oscillazioni della nave, iniziò a muoversi a destra e a manca, andando a colpire Capitan Uncino, nelle immediate vicinanze e sbalzandolo in acqua.
“Capitano, ma non è l’ora del bagno!” esclamò Spugna, vedendolo poco distante dalle fauci del coccodrillo, del quale si stava occupando fino a poco prima, come gli era stato ordinato.
Il risultato di tutto quel caos?
Dei pirati ubriachi ai lati, letteralmente collassati sul ponte che non sapevano nemmeno dove si trovassero; uno Spugna alle prese con un coccodrillo felicissimo intento a pregustarsi il capitano, nonostante per il momento si fosse accontentato dei suoi calzoni; un urlante Capitan Uncino che continuava a dimenarsi, cercando di nuotare il più velocemente e lontano possibile dall’affamato rettile che non faceva che ticchettare; ed un vascello pirata che, ad insaputa della maggior parte dell’equipaggio, stava imbarcando, seppur poca, acqua…
E nel frattempo i nostri due pirati clandestini sostavano seduti schiena contro schiena in mezzo a tutto il fracasso.
“Beh Xaldin, direi che per oggi abbiamo combattuto anche troppo!”
“Stai zitto che ho un fottuto mal di testa”
I due rimasero in silenzio per i seguenti due minuti, ascoltando il frastuono di bottiglie che si rompevano, scaraventate con violenza dalla ciurma, mandando migliaia di microscopici vetri in giro, le assordanti urla del capitano e di Spugna a dritta, con un leggero ticchettio in sottofondo ed uno svolazzante Peter Pan che ancora si aggirava sopra le loro teste, ridendo e canzonando il capitano com’era solito fare.
Ma il loro silenzio non sarebbe durato a lungo…come, d’altro canto, succedeva sempre…
“Ehi Xaldeeeeeeeeeeeeen!”
   
 
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