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Autore: Anonimous_    13/04/2011    4 recensioni
Titolo modificato! Prima era: Hope.
Per Bella, la vita a Phoenix non è semplice: troppo complicata per una ragazza che non ha ancora compiuto diciassette anni. È per questo, che decide di tornare a Forks, da Charlie. Ma... è possibile scappare dai problemi? Possibile che solo cambiando città questi ci lascino in pace? Possibile ricominciare? E i ricordi?... È possibile conviverci?
"...capì che forse, con il tempo, in quel posto, dove il calore non arrivava dal sole ma dalle persone… Bè forse sarebbe riuscita ad accettare tutto. A convivere con quei ricordi e, magari, superare anche gli incubi che la tormentavano."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Ok! Eccomi qui con una nuova storia. Purtroppo con quella che stavo scrivendo non ho avuto vita facile… ed è effettivamente ed ufficialmente sospesa. Ho ancora la trama in mente e mi piace ancora un sacco ma, per ora, non mi sento nella situazione “giusta” per poter affrontare una storia di quel genere. O per lo meno non credo che riuscirei a darle giustizia. Ecco sì… è questo il problema.
Sono, invece, molto più propensa ad una storia come questa. Una storia che sostanzialmente parla di una ragazza alle prese con una famiglia molto, molto incasinata che ha avuto gravi problemi e che ancora stenta a riprendersi. Con questo non voglio dire che sarà triste e monotona, al contrario! Questa storia parlerà di Speranza, ed è per questo che il titolo è proprio… ‘’hope’’ . Non voglio svelarvi molto… ma spero che vi possa incuriosire…
Se ci sarete ( XD ) alla prossima, M.
P.s. spero di riuscire a trovare per ogni capitolo una canzone adatta a darvi il titolo. Io mi ci metto d’impegno, credo che sia una cosa carina…. Non intendo creare una song-fic. Magari ci scapperà qualche capitolo ma sarà l'eccezione sicuramente! Ciò che ho in mente è semplicemente una canzone che abbia titolo&contesto che possano andar bene con il capitolo... In questo modo, cliccando sul titolo, troverete il collegamento youtube alla canzone ;-)… spero che come idea vi piaccia =) !!!


Un regalo dal destino.

 
 
One day I'll fly away
...
 
Il sole splendeva alto nel cielo, sembrava che volesse arrivare a scaldarla fin dentro l’anima con quell’ultimo saluto. La accarezzava gentilmente con i suoi raggi in vista di quella che sarebbe stata una lunga, estenuante, separazione.
Sorrise tra sé di quei pensieri. Aveva sempre amato considerare il sole come un suo grande amico e, quando si stendeva beata sotto i raggi caldi che le percorr
evano il corpo, gli raccontava, in pratica, ogni cosa della sua patetica vita. Già. Perché non poteva considerarsi certo una vita “normale”, quella. Avevano avuto diversi problemi in famiglia. Famiglia! Suonava strano persino attribuirsela quella definizione! Anche se… c’era stato un tempo in cui anche loro rientravano perfettamente nella categoria. 
“Una serie di sfortunati eventi” diceva sua madre, Reneé, stanca di recriminazioni e sofferenze. D'altronde, il suo carattere era sempre stato
allegro e socievole. Per lei, affrontare tutto ciò che li aveva portati, nel tempo, a sgretolarsi doveva essere stato persino più difficile di quanto lo era stato per lei e Charlie, suo padre.
Aveva un ottimo rapporto con suo papà. Un ottimo rapporto, se si escludeva del tutto il luogo in cui l’uomo viveva. Il problema era che, tra non molto, quel luogo sarebbe divenuto anche la sua casa. Impossibile.
Impossibile per lei, cresciuta nella chiassosa, assolata, afosa Phoenix.  Eppure, doveva accettarlo. Doveva. Aveva bisogno di andare via da Phoenix. Aveva bisogno di tornare a credere. Di tornare a sperare.
Sperare in cosa? Una ragazza di diciassette anni non avrebbe dovuto avere questi problemi. Lei, dovrebbe essere attratta dalla moda, dagli ultimi trend, dalle uscite con gli amici. Non avrebbe dovuto preoccuparsi di sua madre né, avere costantemente il cipiglio di compiacere suo padre. Ma, soprattutto, non avrebbe dovuto pensare costantemente, incessantemente a lei.

Distolse lo sguardo tornando a fissare quella che fino a quel giorno era stata la sua casa. Non poteva permettere ai ricordi di sovrastarla. Non poteva. Doveva reagire. Doveva… andare avanti. Era quello che si era ripromessa mesi prima. Ed era quello che più di tutto voleva fare.
Reagire.
Tornare a sperare. Tornare a credere. Tornare… a vivere.


«Bella!» Una voce, interruppe i suoi pensieri. La figura di sua madre apparve dall’uscio della grande casa. «Sei davvero sicura di volerlo fare? Potresti rimanere! Io, ti prometto, farò di tutto…» Ma lei, impedì a quella donna con i tratti gentili, i capelli castani e gli occhi nocciola tanto uguali ai suoi, di continuare a parlare.
«Mamma, sai che non sei tu il problema! Ti prego, non riprendiamo il discorso… io… ne ho bisogno» Non aggiunse altro. Avevano affrontato troppe volte l’argomento, negli ultimi mesi. E, troppe volte, non erano riuscite a trovare una soluzione diversa. Per quanto l’idea di abbandonare il sole e sua madre la facesse star male, pensare di rimanere per sempre in quel limbo la faceva sentire peggio. E Reneé, lei lo sapeva. Sapeva che per la sua Bella quella era la scelta migliore… tuttavia… non sarebbe mai stato semplice salutare la figlia per un periodo così lungo. Accettare che
salisse su un aereo per vederla ritornare poi… chissà quando…
«D’accordo. Però prometti che chiamerai. Che mangerai, starai attenta e, soprattutto, che cercherai di divertirti un po’!» Partì con le raccomandazioni cui Bella rispose con una semplice occhiata prima di stringerla in un abbraccio che sì, valeva più di mille parole.

Quattro ore dopo, una voce resa metallica dagli altoparlanti, le annunciò l’imminente atterraggio, invitandola pertanto ad allacciare le cinture. Il cielo, fuori dall’oblò era così diverso rispetto a quello di casa: Il sole si era nascosto dietro cupi nuvoloni neri che non promettevano nulla di buono... in un’altra situazione lo avrebbe preso come un cattivo presagio. Sapeva, però, che in quell’angolo sperduto d’America il sole era un vero e proprio optional. Ne era preparata eppure non poté trattenere l’ondata di malinconia che la pervase.
Aveva lasciato tutto. Sua madre, quella che era stata la sua casa, avrebbe voluto lasciarci dentro anche parte di quei ricordi eppure, sapeva che non sarebbe stato possibile. Per quante miglia avrebbe messo a separarla da loro, questi le sarebbero sempre stati avanti. Ricordi... appartenevano al passato eppure erano così legati al presente da farle ancora male.

All’aeroporto di Port Angeles, fuori dal portellone degli arrivi, un uomo alto, in divisa e, con capelli e baffi neri attendeva agitato sua figlia. Non la vedeva da… oh era passato così tanto tempo! Era sempre troppo ma, questa volta… questa volta era diverso. Questa volta Bella era lì per restare. Era lì per cambiare vita. Per… dimenticare se fosse stato in qualche modo possibile.
Sospirò pesantemente. Charlie… lui non avrebbe mai voluto che le cose andassero in quella maniera. Non era così che le aveva progettate. Eppure, in tutta quella situazione, lui era l’ultimo a poter dire qualcosa. Era l’ultimo che avrebbe potuto cambiare qualcosa.
Con Bella però le cose erano diverse. Lei, lei dipendeva da lui.  E lui l’avrebbe protetta. Avrebbe fatto di tutto per vedere ancora un sorriso sincero sul viso di sua figlia. Un sorriso diverso da quella semplice smorfia che adesso gli stava dedicando andandogli incontro per salutarlo. Era tornata. Non del tutto magari… Ma era tornata. La strinse al petto in un abbraccio che avrebbe voluto infonderle tutto il coraggio e la forza che aveva perso in quei mesi, donandola agli altri. Aveva solo diciassette anni, la sua bambina. Eppure, probabilmente, aveva visto ed affrontato più cose lei di un suo qualunque collega, giù in centrale.
«Bentornata Bells, mi sei mancata» sussurrò tra i suoi capelli. Lei, respirando forte l’odore familiare della colonia di suo padre, chiuse gli occhi e ricambiò l’abbraccio. E le sembrò di stare già meglio. Si sentì, per una volta, una semplice adolescente bisognosa d’attenzioni.
Si sentì, per una volta, protetta. E capì che forse, con il tempo, in quel posto, dove il calore non arrivava dal sole ma dalle persone… Bè forse sarebbe riuscita ad accettare tutto. A convivere con quei ricordi e, magari, superare anche gli incubi che la tormentavano.
  
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