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Autore: Lady Scarlatta    13/04/2011    1 recensioni
La sua figura alta e snella si stagliava contro il buio alle sue spalle mentre il bagliore latteo della luna faceva scintillare d'argento i suoi contorni. I lunghi capelli biondi ricadevano morbidi lungo schiena e la fresca brezza notturna li scompigliava leggermente dando, da quall'angolazione scura, l'impressione che anziché uomo fosse un drago marino appena uscito dalle profonde acque di un lago scosso dalla tempesta.
Genere: Dark, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ESTRATTO I
- Alexis -


L'uomo si tirò su a sedere senza far caso alla donna che dormiva al suo fianco. Si alzò, e, con passo leggero, si diresse verso l'unica grande finestra della stanza, scostò appena uno dei pesanti drappeggi di velluto verde, e lasciò che l'aria gelata della notte gli accarezzasse la pelle nuda. I raggi argentati della luna, alta e vaporosa nel cielo nero, si fondevano col biondo pallido della sua lunga chioma conferendo alla figura austera e fiera del Mangiamorte, un alone etereo e impalpabile. I suoi pensieri volavano lontani, abbracciati a ricordi di morte mai sopiti mentre il suo sguardo triste si perdeva oltre l'orizzonte ignoto e irragiungibile davanti a sé. Nella mano, che a tratti si portava al petto e al viso, stringeva un nastro di raso bianco nella cui estremità destra era ricamata, con grafia sottile e graziosa, un'iniziale che non era la sua.

"Alexis..." chiamò la ragazza che fino a poco prima aveva giaciuto nel letto insieme a lui "Vieni a dormire... prenderai freddo..."

"Vattene" fu invece la sua risposta, secca e sgarbata.

La donna si alzò di scatto, si coprì in modo improvvisato con un lenzuolo e raggiunse il suo compagno che, al contrario, era rimasto immobile e continuava imperterrito a voltarle le spalle.

"Me ne devo andare?" domandò sbigottita e atterrita la giovane "Non capisco..."

"Ho detto vattene." ripetè l'altro senza muovere un sol muscolo, la voce ferma e decisa "Prendi i tuoi stracci, esci da questa stanza e vattene."

"Ma..." la ragazza non sapeva come ribattere e non si capacitava dell'improvviso e quanto mai assurdo cambio d'umore di lui. Le era parso che tutto fosse andato per il meglio, lui aveva risposto in modo positivo ai suoi ammiccamenti, era stato gentile, l'aveva invitata da lui, avevano bevuto e mangiato qualcosa e poi trascorso un dopo cena intenso ed estremamente piccante. Ed ora perchè questo? Perchè la scacciava in quel modo?

"Non mi hai sentito per caso? O forse non sono stato sufficientemente chiaro?" tuonò l'uomo voltando appena il viso verso di lei "Ti ho detto d'andartene e la mia non è una richiesta, è un ordine!"

Sempre più incredula la donna strabuzzò gli occhi, poi anziché ubbidire passò direttamente all'attacco.

"Ma perchè? Prima spiegami perchè? Che cos'ho fatto?" dall'essere esterefatta ormai era passata di netto a un sentimento di rabbia crescente.

"Non ti devo spiegazioni." Alexis dal canto suo era irremovibile.

"Non mi devi spiegazioni?" gli fece eco lei indignata "Ho dormito con te e non mi devi spiegazioni? Sei pazzo o cosa?"

"Sei una strega vero?" chiese lui d'improvviso senza che la cosa avesse apparentemente una conessione con quanto stava accadendo.

"Certo che lo sono!" annuì furiosa la ragazza ed era talmente arrabbiata che nel farsi avanti incespicò nel lungo scampolo di stoffa che copriva le sue nudità "Ma mi spieghi questo cosa diavolo c'entra? Se ero babbana cambiava qualcosa per caso?"

"Se fossi stata una babbana saresti già morta." disse l'altro con noncuranza "Non avrei mai giaciuto con te e t'avrei uccisa senza neppure darti il tempo di renderti conto di quello che ti stava succedendo."

"Ma cosa... cosa..." la giovane scosse il capo, interdetta, le labbra dischiuse tremavano appena "Cosa c'entra questo? Cosa ha a che fare col fatto che vuoi che me ne vada?"

"Dannazione donna, quanto accidenti parli" sbottò irritato il Mangiamorte "Ringrazia che sei viva e togliti dalle scatole."

"No, io non me ne vado." insistè l'altra rimanendo ben ferma nella sua posizione.

"Vai via... o giuro che se non lo fai sulle tue gambe, ti butto fuori di peso..." soffiò Alexis ormai prossimo a perder le staffe ma la ragazza non si mosse d'un millimetro.

A questo punto l'uomo, esausto ed esasperato dall'insistenza di lei, si girò di scatto. La sua figura alta e snella si stagliava contro il buio alle sue spalle mentre il bagliore latteo della luna faceva scintillare d'argento i suoi contorni. I lunghi capelli biondi ricadevano morbidi lungo schiena e la fresca brezza notturna li scompigliava leggermente dando, da quall'angolazione scura, l'impressione che anziché uomo fosse un drago marino appena uscito dalle profonde acque di un lago scosso dalla tempesta. Senza parlare afferrò gli abiti della ragazza, si avvicinò a lei e glieli gettò.

"Vattene." le intimò per l'ennesima volta "Sono stufo di ripetertelo... la prossima volta non parlerò, agirò e basta."

"E' una minaccia?" domandò la donna incrociando le braccia e alzando il mento in segno di sfida.

"E' un avvertimento..." sibilò l'altro in risposta.

"Bene" esordì lei chinandosi e afferrando gli abiti che il Mangiamorte le aveva tirato poco prima "Vorrà dire che andrò da Yvel... sono certa che sarà mille volte più uomo di te!"

A sentir quest'ultima affermazione Alexis rise, e rise davvero di gusto. La giovane probabilmente aveva creduto di poter trarre vantaggio dall'antagonismo che c'era tra i due fratelli instillando in quello che lei desiderava il seme della gelosia. Ma purtroppo per lei aveva fatto leva sul fratello sbagliato, e per giunta nel modo peggiore.

"Yvel eh?" ghignò il biondo "Dio santo, voi donne siete proprio stupide... e non è una leggenda metropolitana, lo siete sul serio!"

L'altra offesa per lo sberleffo ricevuto, s'adirò ancora di più e si mise a urlare. "Stupida? Così io sarei stupida? Oh, lo sono di certo se perdo tempo con uno zotico idiota come te!"

Alexis rise ancora "Hai cercato di farmi ingelosire..."

"E con questo?"

"Sei appena stata con me e dopo nemmeno venti minuti mi vieni a dire che vai da Yvel... quanto credi che possa ritenerti seria eh?" ma prima che la giovane potesse ribattere, lui riprese quanto stava dicendo e lo fece con un tono diverso, non più divertito, bensì freddo, distaccato "Quanto credi possa interessarmi una con cui riesco a fare subito tutto quello che voglio? Una che si dà al primo che arriva senza riserve..."

La ragazza cercò in tutti i modi di trattenere le lacrime ma le cose che lui le aveva detto erano davvero troppo dure, troppo cattive e i suoi occhi, nonostante lo sforzo, si fecero ben presto lucidi.

"Oh, non provarci neppure!" puntualizzò Alexis accorgendosi, alzò un braccio a indicare il volto di lei "Questa è un'altra cosa che con me non funziona, dimostra solo che sei una donna debole."

"Cosa stai stringendo in mano?" chiese d'un tratto la giovane, la cui attenzione venne distolta dalla mano di lui stretta a pugno.

"Non è cosa che ti riguardi!" ribattè lui deciso scostando il braccio mentre lei cercava d'afferrarglielo.

"Dammelo!" ordinò lei, senza pensare che la sua era davvero una richiesta tanto inopportuna quanto sciocca. Era solo il piacere di una notte per lui, non la compagna di vita, e simili intime prerogative non le spettavano di certo. Alexis, infatti, per tutta risposta gettò il suo piccolo tesoro per terra, poi allontanò da sé la giovane con un gesto secco e senza troppi complimenti.

"Vattene" insistè per l'ennesima volta "Se mi ripeto ancora, finisce davvero male per te stanotte..." la sua voce era divenuta suadente, ma lo sguardo mefitico tradiva le sue vere intenzioni.

Così quando lei, nuovamente non accennò a lasciare la stanza, lui, senza smettere di sorridere in quel suo modo così accattivante e sinistro, le si avvicinò, tanto da sfiorarle le guance con le labbra, tanto da poter sentire il suo respiro caldo battergli sul collo. Lasciò che le sue mani le scivolassero languide sul corpo, e credendo che lui avesse cambiato idea, si lasciò stringere e prendere in braccio senza opporre alcune resistenza. Ma il Mangiamorte aveva ben altro in mente che riprendere quanto avevano fatto prima che lui s'alzasse dal letto, e nonostante lei gemesse sommessamente per il contatto e lo baciasse con dolcezza, lui, anziché recarsi al suo talamo, si diresse verso la porta. Sempre ignorando i veri propositi dell'uomo, la ragazza non s'accorse minimamente di quanto stava per succedere per cui, quando lui la depositò rudemente fuori dell'usciò tirandole appresso i suoi indumenti, lei si ritrovò a rovinare al suolo senza neppure rendersene conto. A nulla servirono imprecazioni, calci e urla contro il battente chiuso perchè Alexis, non solo aveva bloccato ben bene con un incantesimo la serratura, ma se n'era pure andato, smaterializzandosi nel nulla dopo aver raccolto e ripreso ciò che gli era tanto caro e che prima, per forza maggiore, aveva dovuto allontanare da sé.

   
 
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